Gli appuntamenti sul piccolo schermo
L’Agenda dell’Arte – In TV
Televisore Anni '70 | Foto: AlexAntropov86, via Pixabay
Francesca Grego
29/11/2018
• Nuvolo “Nuntius Celatus”, di Giuseppe Sterparelli. Giovedì 29 novembre alle 20.45 su Sky Arte HD
Con il telaio serigrafico e i colori alla nitrocellulosa, “inventava di notte un paese destinato a popolarsi di fantasmi”. Erano gli anni Cinquanta e dall’altra parte dell’Oceano Andy Warhol era ancora lontano dall’introdurre nell’arte i mezzi della stampa meccanica.
Pittore schivo, sperimentatore instancabile, inventore di linguaggi e tecniche capace di intrigare una collezionista navigata come Peggy Guggenheim: è Giorgio Ascani, in arte Nuvolo, così soprannominato durante gli anni della Resistenza, quando da giovanissimo partigiano appariva e scompariva sulle colline umbre all’improvviso, proprio come una nuvola. E se oggi la sua figura è sconosciuta al grande pubblico è solo perché in modo altrettanto repentino scomparve dalla scena artistica ufficiale, per dedicarsi all’insegnamento e alla dimensione più intima della sua ricerca.
A riportarlo alla nostra attenzione è il documentario del regista e autore Giuseppe Sterparelli, anche lui di Città di Castello, che prende le mosse dalla mostra Nuvolo and Post-War Materiality presentata lo scorso inverno a New York con la cura di Germano Celant, a dieci anni dalla morte dell’artista.
Tra le trame di colore delle “serotipie” e gli originali patchwork geometrici, ci guidano le voci di chi Nuvolo lo ha conosciuto da vicino: la moglie Liana Baracchi, che lo iniziò all’uso della macchina da cucire, il suo assistente Marco Baldicchi, oggi artista, il critico Bruno Corà, collega all’Accademia di Belle Arti di Perugia, il poeta Emilio Villa, cantore e ispiratore di un’opera decisamente fuori dagli schemi. L’Umbria, la Roma vivace degli anni Cinquanta, dove l’avventura iniziò al fianco del conterraneo Alberto Burri, la New York dell’Informale e della sua crisi sono le tappe di un viaggio denso di sorprese. Fino al ritiro dalle scene e alla condizione di “Nuntius Celatus”, annunciatore nascosto di messaggi che vale assolutamente la pena riscoprire.
“Ho sentito un richiamo poetico nella sua lontananza” spiega il regista Sterparelli, “nel suo sentirsi alieno dai clamori dell'arte, benché avesse anticipato l'ingresso della serigrafia (un mezzo così freddo, nato per la ripetizione) al pezzo unico della pittura. Una rivoluzione, per quanto silente e poco conclamata, un rivoluzionario, lui, ‘salgariano’ e quasi alchimista, eppure capace di far risuonare un’eco di freschezza e di novità nell'oggi”.
• The Art Show. L’arte contemporanea per capire le più belle città del mondo. Il venerdì alle 21.15 su Rai5
Quattro giovani conduttori e l’artista Charming Baker esplorano il mondo seguendo il filo dell’arte. Dalla Cina agli States, da Barcellona a Mumbai, si dipana un viaggio nelle espressioni della creatività contemporanea, faccia a faccia con i protagonisti della scena internazionale. Tra città d’arte, musei e gallerie scopriamo il manga e la giovane pittura turca, le installazioni subacquee di Jason deCaires Taylor e l’opera di star dell’arte cinese come Zhang Huan e Fang Lijun. Fermenti e tendenze dai luoghi più interessanti del XXI secolo si impongono all’attenzione in un caleidoscopio di linguaggi che ci aiuta a cogliere l’anima delle città.
Nella puntata di venerdì 30 novembre occhi puntati su Tokyo e sul Messico, tra creazioni avveniristiche e l’estrazione del rosso cocciniglia, il pigmento naturale usato già dai Fenici e dai Romani. L’artista afroamericano Rashid Johnson e il collezionista Kenny Schacter ci guidano poi alla scoperta delle loro passioni.
Leggi anche:
• L’Agenda dell’Arte – In libreria
Con il telaio serigrafico e i colori alla nitrocellulosa, “inventava di notte un paese destinato a popolarsi di fantasmi”. Erano gli anni Cinquanta e dall’altra parte dell’Oceano Andy Warhol era ancora lontano dall’introdurre nell’arte i mezzi della stampa meccanica.
Pittore schivo, sperimentatore instancabile, inventore di linguaggi e tecniche capace di intrigare una collezionista navigata come Peggy Guggenheim: è Giorgio Ascani, in arte Nuvolo, così soprannominato durante gli anni della Resistenza, quando da giovanissimo partigiano appariva e scompariva sulle colline umbre all’improvviso, proprio come una nuvola. E se oggi la sua figura è sconosciuta al grande pubblico è solo perché in modo altrettanto repentino scomparve dalla scena artistica ufficiale, per dedicarsi all’insegnamento e alla dimensione più intima della sua ricerca.
A riportarlo alla nostra attenzione è il documentario del regista e autore Giuseppe Sterparelli, anche lui di Città di Castello, che prende le mosse dalla mostra Nuvolo and Post-War Materiality presentata lo scorso inverno a New York con la cura di Germano Celant, a dieci anni dalla morte dell’artista.
Tra le trame di colore delle “serotipie” e gli originali patchwork geometrici, ci guidano le voci di chi Nuvolo lo ha conosciuto da vicino: la moglie Liana Baracchi, che lo iniziò all’uso della macchina da cucire, il suo assistente Marco Baldicchi, oggi artista, il critico Bruno Corà, collega all’Accademia di Belle Arti di Perugia, il poeta Emilio Villa, cantore e ispiratore di un’opera decisamente fuori dagli schemi. L’Umbria, la Roma vivace degli anni Cinquanta, dove l’avventura iniziò al fianco del conterraneo Alberto Burri, la New York dell’Informale e della sua crisi sono le tappe di un viaggio denso di sorprese. Fino al ritiro dalle scene e alla condizione di “Nuntius Celatus”, annunciatore nascosto di messaggi che vale assolutamente la pena riscoprire.
“Ho sentito un richiamo poetico nella sua lontananza” spiega il regista Sterparelli, “nel suo sentirsi alieno dai clamori dell'arte, benché avesse anticipato l'ingresso della serigrafia (un mezzo così freddo, nato per la ripetizione) al pezzo unico della pittura. Una rivoluzione, per quanto silente e poco conclamata, un rivoluzionario, lui, ‘salgariano’ e quasi alchimista, eppure capace di far risuonare un’eco di freschezza e di novità nell'oggi”.
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