La lezione di Leonardo in mostra
A Milano il Raffaello che celebra Leonardo
Raffaello Sanzio (Urbino 1483 - Roma 1520), Madonna col Bambino e San Giovannino (Madonna Esterhazy), 1508 ca., Tempera e olio su tavola, 29 x 21.5 cm, Museum of Fine Arts, Budapest | Public Domain
L.S.
03/12/2014
Milano - La Madonna di Esterhazy di Raffaello è finalmente giunta a Milano per l’esposizione natalizia organizzata dal Comune di Milano. Per il tradizionale appuntamento, alla vigilia dell’Expo, la scelta ricade su un’opera speciale che, come dichiara l’assessore Filippo Del Corno, “affonda le radici nella nostra tradizione culturale e artistica, milanese e italiana, agganciandosi in modo ineludibile al genio di Leonardo e alla sua pittura e anticipando così la grande mostra che aprirà nel 2015” (Leonardo da Vinci 1452 - 1519. Il Disegno del Mondo, ndr).
Lo spirito di Leonardo aleggia platealmente sull’intera rassegna di Palazzo Marino che accanto al capolavoro giovanile di Raffaello, raffigurante la Madonna col Bambino e san Giovannino, espone altri due dipinti milanesi, simili per soggetto e per epoca: la Vergine del Borghetto, la migliore copia antica della Vergine delle rocce di Leonardo rimasta a Milano, concessa dall?Istituto delle Suore Orsoline e attribuita a Francesco Melzi; e la Madonna della rosa di Giovanni Antonio Boltraffio, prestito del Museo Poldi Pezzoli.
Le evidenti affinità nelle espressioni dei volti e nelle pose dei personaggi da un lato e le profonde differenze nella concezione del paesaggio e delle luci dall’altro sollecitano riflessioni sulle diverse interpretazioni degli stessi riferimenti in una triangolazione che fa capo al genio vinciano, in questi mesi al centro di un ricco programma di iniziative che nel 2015 culminerà nella riunione a Palazzo Reale di numerosi capolavori come l’Uomo Vitruviano e la Belle Ferronière, provenienti dalle più prestigiose collezioni italiane e straniere, e che sarà celebrato anche attraverso eventi come la clonazione virtuale del Cenacolo o la messa in scena dei suoi importanti scritti.
Ma intanto fino all'11 gennaio per tutta la durata della mostra, sarà possibile approfondire il tema del capolavoro esposto a Palazzo Marino con una vista guidata alle Gallerie d’Italia di Piazza Scala incentrata sul tema della maternità soprattutto nelle opere dell'Ottocento, al di fuori dall’ambito religioso. Un'operazione che nasce con la volontà di mettere a sistema le istituzioni milanesi promuovendo iniziative tematiche che abbiano lo scopo di interconnettere realtà diverse presenti sulla scena culturale. Alle Gallerie d'Italia si potranno ammirare straordinarie espressioni di maternità: dall'affettuoso incontro tra Penelope e Telemaco, “raccontato” da Antonio Canova, alle madri dei giovani garibaldini nei dipinti dei fratelli Induno, in cui emergono ritratti di figure materne attente e appassionate.
Sono inoltre in programma, sempre presso le Gallerie d’Italia di Piazza Scala, tre incontri di approfondimento: l'11 dicembre alle 18 parlerà Stefano Zuffi, curatore della mostra, sul tema "Raffaello accolto da Boltraffio e dalla memoria di Leonardo".
Il 18 dicembre, alla stessa ora, interverrà il giornalista Marco Carminati sull'argomento "L’avventura a lieto fine di un clamoroso furto d’arte" e l'8 gennaio sempre alle 18 sarà la volta di un approfondimento sulla Vergine delle Rocce a cura di Raffaella Ausenda, storica dell'arte.
Consulta anche:
Guida d'arte di Milano
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Ma intanto fino all'11 gennaio per tutta la durata della mostra, sarà possibile approfondire il tema del capolavoro esposto a Palazzo Marino con una vista guidata alle Gallerie d’Italia di Piazza Scala incentrata sul tema della maternità soprattutto nelle opere dell'Ottocento, al di fuori dall’ambito religioso. Un'operazione che nasce con la volontà di mettere a sistema le istituzioni milanesi promuovendo iniziative tematiche che abbiano lo scopo di interconnettere realtà diverse presenti sulla scena culturale. Alle Gallerie d'Italia si potranno ammirare straordinarie espressioni di maternità: dall'affettuoso incontro tra Penelope e Telemaco, “raccontato” da Antonio Canova, alle madri dei giovani garibaldini nei dipinti dei fratelli Induno, in cui emergono ritratti di figure materne attente e appassionate.
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