Dal 1° al 30 aprile alla Galleria Bottegantica
L'universo femminile di Giacomo Balla in mostra a Milano
Giacomo Balla, La famiglia Stiavelli, 1905, Olio su tela, 139 x 73 cm
Samantha De Martin
03/03/2022
Milano - Non solo luci sfolgoranti e rombo di motori, spigoli, vortici, fantasmagorie di colori tra le punte acuminate e le spirali delle Compenetrazioni iridescenti.
Nell’epopea artistica di Giacomo Balla, scandita da partenze, inversioni, ritorni, l’universo femminile occupa una porzione rilevante e ci restituisce la sfera intima dell’abile colorista che guarda ai mezzi di comunicazione di massa con un occhio fotografico che non ha mai abbandonato il vero, anzi si apre con maggiore slancio alla visione contemporanea del mondo.
Scorgiamo così Elisa Marcucci, intenta a ricamare vicino alla finestra, avvolta dalla luce che si irradia nella stanza creando un delicato chiaroscuro. O la famiglia Stiavelli, trafitta da una luce bianca, quasi artificiale, che enfatizza ogni elemento dello studio, attirando lo sguardo di chi osserva sulla pittrice al cavalletto, sul marito, le bambine dallo sguardo fisso, sugli oggetti dell’atelier.
Le donne ritratte da Giacomo Balla, declinazioni diverse di una femminilità multiforme interpretate dall’artista in due periodi apparentemente lontani della sua produzione, quello divisionista di inizio Novecento e quello figurativo-realista degli anni Trenta e Quaranta, si apprestano a varcare le sale della Galleria Bottegantica di Milano. Dal 1° al 30 aprile gli spazi espositivi di via Manzoni 45 accoglieranno il percorso Balla al femminile. Tra intimismo e ricerca del vero.
Giacomo Balla, Timidezza, 1932, Olio su tela, 55 x 75 cm
Ad anticipare l’esposizione con una selezione di opere dalla mostra sarà una “preview” speciale in programma a MIART dal 31 marzo al 3 aprile, dove la Galleria sarà presente nella sezione Decades allo stand A100.
La storica dell’arte Elena Gigli - che custodisce e preserva l’Archivio dell’artista - curerà la mostra presentando, accanto a due opere eseguite da Balla agli inizi del Novecento, un selezionato nucleo di dipinti del pittore maturo. Questo accostamento consentirà di cucire un dialogo tra i differenti modi di interpretare la figurazione del primo e dell’ultimo Balla, all’insegna della centralità della figura femminile.
Nelle opere in mostra il pubblico sarà invitato a cogliere la capacità dell’ "architetto dinamico di atmosfere", “lo spirito solare”, come lo definiva Marinetti, di entrare nell’animo del soggetto ritratto, mosso dalla ricerca di rendere la realtà in maniera profonda e sincera. La stagione dei ritratti di primo Novecento, che vede le donne spesso protagoniste, raffigurate in interni o negli spazi aperti di Villa Borghese, sarà presente nel percorso con opere come Quiete operosa (1898) e La famiglia Stiavelli (1905). Qui l’intento di Balla è quello di cogliere il vero in una visione d’insieme, che sia allo stesso tempo psicologica e d’ambiente, nella quale l’interiorità dei soggetti dialoghi con l’ambiente circostante.
Giacomo Balla, Profumo di rose, 1940, olio su tavola, 60 x 73 cm
Quando, alcuni anni più tardi, nell’estate del 1929, l’artista si trasferisce con la famiglia nella casa di via Oslavia 39B, Casa Balla diviene presto la dimora nella quale i rapporti affettivi e artistici tra il pittore e la sua famiglia, la moglie Elisa, le due figlie, Luce ed Elica, la cugina Francesca Marcucci, si intrecciano.
Modella del dipinto Timidezza, eseguito nel 1932, è proprio la figlia Luce che posa sul terrazzo coinvolgendo con lo sguardo lo spettatore. In Profumo di rose, realizzato otto anni più tardi, invece, i colori brillanti dei petali, impregnati di luce, si rifrangono nello spazio circostante, rinnovando quel dialogo tra ambiente e soggetto che muove Balla nella sua percezione della realtà e nella ricerca del vero.
L’universo femminile immortalato dal pittore torinese si allarga fino a coinvolgere l’amica di famiglia, la giovane Giuliana Canuzzi, protagonista del ciclo delle Quattro stagioni in rosso,dipinte tra il 1939 e il 1940. Lasciandosi ispirare dalla fotografia artistica e di moda di quegli anni, il pittore immerge la modella in un rosso acceso, energico e vitale, la avvolge attraverso una luce calda e radente, proveniente dal basso, enfatizzando la modernità di questa figura femminile che diventa l’icona del rinnovarsi delle stagioni e, contemporaneamente, diva del suo tempo.
Ad accompagnare la rassegna milanese sarà un catalogo di Bottegantica e Sagep edizioni, a cura di Elena Gigli.
La mostra si potrà visitare dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Giacomo Balla, Le quattro stagioni: Primavera, 1940, Olio su tavola e rete, 80.2 x 110.7 cm
Leggi anche:
• Balla al femminile. Tra intimismo e ricerca del vero
• Dalle arti applicate all'arredamento. Giacomo Balla "designer" in mostra a Milano
Nell’epopea artistica di Giacomo Balla, scandita da partenze, inversioni, ritorni, l’universo femminile occupa una porzione rilevante e ci restituisce la sfera intima dell’abile colorista che guarda ai mezzi di comunicazione di massa con un occhio fotografico che non ha mai abbandonato il vero, anzi si apre con maggiore slancio alla visione contemporanea del mondo.
Scorgiamo così Elisa Marcucci, intenta a ricamare vicino alla finestra, avvolta dalla luce che si irradia nella stanza creando un delicato chiaroscuro. O la famiglia Stiavelli, trafitta da una luce bianca, quasi artificiale, che enfatizza ogni elemento dello studio, attirando lo sguardo di chi osserva sulla pittrice al cavalletto, sul marito, le bambine dallo sguardo fisso, sugli oggetti dell’atelier.
Le donne ritratte da Giacomo Balla, declinazioni diverse di una femminilità multiforme interpretate dall’artista in due periodi apparentemente lontani della sua produzione, quello divisionista di inizio Novecento e quello figurativo-realista degli anni Trenta e Quaranta, si apprestano a varcare le sale della Galleria Bottegantica di Milano. Dal 1° al 30 aprile gli spazi espositivi di via Manzoni 45 accoglieranno il percorso Balla al femminile. Tra intimismo e ricerca del vero.
Giacomo Balla, Timidezza, 1932, Olio su tela, 55 x 75 cm
Ad anticipare l’esposizione con una selezione di opere dalla mostra sarà una “preview” speciale in programma a MIART dal 31 marzo al 3 aprile, dove la Galleria sarà presente nella sezione Decades allo stand A100.
La storica dell’arte Elena Gigli - che custodisce e preserva l’Archivio dell’artista - curerà la mostra presentando, accanto a due opere eseguite da Balla agli inizi del Novecento, un selezionato nucleo di dipinti del pittore maturo. Questo accostamento consentirà di cucire un dialogo tra i differenti modi di interpretare la figurazione del primo e dell’ultimo Balla, all’insegna della centralità della figura femminile.
Nelle opere in mostra il pubblico sarà invitato a cogliere la capacità dell’ "architetto dinamico di atmosfere", “lo spirito solare”, come lo definiva Marinetti, di entrare nell’animo del soggetto ritratto, mosso dalla ricerca di rendere la realtà in maniera profonda e sincera. La stagione dei ritratti di primo Novecento, che vede le donne spesso protagoniste, raffigurate in interni o negli spazi aperti di Villa Borghese, sarà presente nel percorso con opere come Quiete operosa (1898) e La famiglia Stiavelli (1905). Qui l’intento di Balla è quello di cogliere il vero in una visione d’insieme, che sia allo stesso tempo psicologica e d’ambiente, nella quale l’interiorità dei soggetti dialoghi con l’ambiente circostante.
Giacomo Balla, Profumo di rose, 1940, olio su tavola, 60 x 73 cm
Quando, alcuni anni più tardi, nell’estate del 1929, l’artista si trasferisce con la famiglia nella casa di via Oslavia 39B, Casa Balla diviene presto la dimora nella quale i rapporti affettivi e artistici tra il pittore e la sua famiglia, la moglie Elisa, le due figlie, Luce ed Elica, la cugina Francesca Marcucci, si intrecciano.
Modella del dipinto Timidezza, eseguito nel 1932, è proprio la figlia Luce che posa sul terrazzo coinvolgendo con lo sguardo lo spettatore. In Profumo di rose, realizzato otto anni più tardi, invece, i colori brillanti dei petali, impregnati di luce, si rifrangono nello spazio circostante, rinnovando quel dialogo tra ambiente e soggetto che muove Balla nella sua percezione della realtà e nella ricerca del vero.
L’universo femminile immortalato dal pittore torinese si allarga fino a coinvolgere l’amica di famiglia, la giovane Giuliana Canuzzi, protagonista del ciclo delle Quattro stagioni in rosso,dipinte tra il 1939 e il 1940. Lasciandosi ispirare dalla fotografia artistica e di moda di quegli anni, il pittore immerge la modella in un rosso acceso, energico e vitale, la avvolge attraverso una luce calda e radente, proveniente dal basso, enfatizzando la modernità di questa figura femminile che diventa l’icona del rinnovarsi delle stagioni e, contemporaneamente, diva del suo tempo.
Ad accompagnare la rassegna milanese sarà un catalogo di Bottegantica e Sagep edizioni, a cura di Elena Gigli.
La mostra si potrà visitare dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Giacomo Balla, Le quattro stagioni: Primavera, 1940, Olio su tavola e rete, 80.2 x 110.7 cm
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