Un ritrovamento senza precedenti nella villa di Civita Giuliana
Pompei continua a stupire: riemerge integro un carro da cerimonia
Il carro di Civita Giuliana, Dettaglio | Foto: © Luigi Spina | Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Samantha De Martin
02/03/2021
Napoli - È sfuggito per un soffio alla razzia dei tombaroli, letteralmente sfiorato dai due cunicoli scavati dai clandestini ad oltre cinque metri di profondità. E come per un miracolo del tempo il carro da parata a quattro ruote è riemerso integro dallo scavo della villa suburbana di Civita Giuliana, a nord di Pompei, oltre le mura della città antica, con le sue decorazioni in bronzo e stagno, i resti lignei mineralizzati, e persino l’impronta delle corde e di due spighe di grano lasciate sul sedile, indizio forse del culto di Cerere, o semplicemente di un matrimonio celebrato da poco o pronto per essere celebrato.
Pompei continua a stupire con una nuova scoperta - nell’ambito dell’attività congiunta, avviata nel 2017, per il contrasto agli scavi clandestini - annunciata dal Parco Archeologico di Pompei e dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata.
Il carro di Civita Giuliana | Foto: © Luigi Spina | Courtesy Parco archeologico di Pompei
Perché il carro di Civita Giuliana rappresenta un unicum in Italia?
Il ritrovamento del carro di Civita Giuliana non trova precedenti in Italia, dal momento che, come spiega Massimo Osanna, direttore uscente del Parco archeologico. “A Pompei sono stati ritrovati in passato veicoli per il trasporto, come quello della casa del Menandro, o i due carri rinvenuti a Villa Arianna, ma niente di simile al carro di Civita Giuliana. Si tratta infatti di un carro cerimoniale, probabilmente il Pilentum di cui parlano le fonti, utilizzato per accompagnare momenti festivi della comunità, parate e processioni e non per gli usi quotidiani o i trasporti agricoli”.
L’eccezionalità della scoperta scaturisce anche dall’ottimo stato di conservazione che riguarda non solo le singole decorazioni ma l’intero veicolo.
Un carro per una sposa?
I medaglioni che impreziosiscono il retro del carro raffigurano satiri e ninfe, mentre alcuni eroti abbelliscono le numerose borchie di questo elegante mezzo di trasporto che potremmo immaginare destinato ad accompagnare la sposa nel nuovo focolare domestico.
Il carro è stato ritrovato all’interno di un portico a due livelli che affacciava probabilmente su una corte scoperta, nei pressi della stalla già indagata, con la quale comunicava attraverso una porta. La coltre di cinerite che ha lo ha sigillato nei secoli ha conservato le singole parti della struttura. Le alte ruote in ferro, collegate tra loro da un sistema meccanico di avanzata tecnologia, supportano il cassone sul quale era prevista la seduta di uno o due ospiti, con tanto di braccioli e schienale metallici.
Dalle analisi archeobotaniche risulta che per realizzare le strutture laterali e il retro del carro sia stato utilizzato il legno di faggio.
Il solaio, ambiente del carro di Civita Giuliana | Foto: © Parco archeologico di Pompei
Uno scavo “eccezionale”
Lo scavo dell’ambiente nel quale è stato rinvenuto il carro - e al quale ha partecipato un team interdisciplinare di archeologi, architetti, ingegneri, restauratori, vulcanologi, operai specializzati, archeobotanici ed antropologi - ha mostrato fin dall’inizio la sua eccezionalità. Il ritrovamento è avvenuto in un portico a due piani, aperto su una corte scoperta, che conservava in tutta la sua interezza il solaio in quercia, carbonizzato, con il suo ordito di travi. Questo solaio è stato accuratamente consolidato, pulito e rimosso dall’area di scavo per permettere il proseguimento delle indagini.
Tutto risale allo scorso 7 gennaio quando, dalla coltre di materiale vulcanico che aveva invaso il portico, al di sotto del solaio rimosso, un elemento in ferro lasciava ipotizzare la presenza di un importante manufatto sepolto. Da quel momento lo scavo è proseguito molto lentamente per la fragilità degli elementi che progressivamente emergevano, e ha portato alla luce il carro cerimoniale, risparmiato miracolosamente dai crolli delle murature e dalle attività clandestine.
Per la fragilità dei materiali e le difficili condizioni di lavoro è stato necessario procedere con un microscavo condotto dalle restauratrici del Parco specializzate nel trattamento del legno e dei metalli. Ad ogni vuoto incontrato si è provveduto a far colare del gesso. In questo modo si sono potuti conservare il timone e il panchetto del carro, ma anche le impronte di funi e cordami. Al termine del microscavo in situ, le singole parti del carro sono state trasportate in laboratorio all’interno del Parco archeologico di Pompei, dove le restauratrici stanno provvedendo a liberarle dal materiale vulcanico che ancora ingloba alcuni elementi metallici. Il prossimo obiettivo sarà il restauro e la ricostruzione del carro.
“Pompei continua a stupire con le sue scoperte, e sarà così ancora per molti anni con venti ettari ancora da scavare - ha commentato il ministro della Cultura Dario Franceschini -. Ma soprattutto dimostra che si può fare valorizzazione, si possono attrarre turisti da tutto il mondo e contemporaneamente si può fare ricerca, formazione e studi, e un giovane direttore come Zuchtriegel valorizzerà questo impegno”.
Il carro salvato per un soffio
"La collaborazione tra la Procura della Repubblica di Torre Annunziata e il Parco Archeologico di Pompei – commenta il Procuratore Capo di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso - si è rivelata uno strumento formidabile non solo per riportare alla luce reperti e testimonianze di eccezionale valore storico ed artistico, ma anche per interrompere l’azione criminale di soggetti che per anni si sono resi protagonisti di un sistematico saccheggio dell’inestimabile patrimonio archeologico custodito nella vasta area, ancora in gran parte sepolta, della villa di Civita Giuliana, del quale sono una testimonianza i recenti eccezionali ritrovamenti. È stato accertato, tra l’altro, che proprio il carro portato ora alla luce è miracolosamente scampato all’azione di saccheggio dei tombaroli, essendo stato letteralmente sfiorato da due cunicoli scavati da questi ultimi ad oltre 5 metri di profondità. Le indagini hanno consentito di accertare che proprio dalla proprietà dei due imputati si diramava una rete di cunicoli di oltre 80 metri utilizzata per il sistematico saccheggio".
Il carro di Civita Giuliana | Foto: © Luigi Spina | Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Leggi anche:
• A Pompei l'affresco della Casa dei Ceii torna a splendere dopo il restauro
Pompei continua a stupire con una nuova scoperta - nell’ambito dell’attività congiunta, avviata nel 2017, per il contrasto agli scavi clandestini - annunciata dal Parco Archeologico di Pompei e dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata.
Il carro di Civita Giuliana | Foto: © Luigi Spina | Courtesy Parco archeologico di Pompei
Perché il carro di Civita Giuliana rappresenta un unicum in Italia?
Il ritrovamento del carro di Civita Giuliana non trova precedenti in Italia, dal momento che, come spiega Massimo Osanna, direttore uscente del Parco archeologico. “A Pompei sono stati ritrovati in passato veicoli per il trasporto, come quello della casa del Menandro, o i due carri rinvenuti a Villa Arianna, ma niente di simile al carro di Civita Giuliana. Si tratta infatti di un carro cerimoniale, probabilmente il Pilentum di cui parlano le fonti, utilizzato per accompagnare momenti festivi della comunità, parate e processioni e non per gli usi quotidiani o i trasporti agricoli”.
L’eccezionalità della scoperta scaturisce anche dall’ottimo stato di conservazione che riguarda non solo le singole decorazioni ma l’intero veicolo.
Un carro per una sposa?
I medaglioni che impreziosiscono il retro del carro raffigurano satiri e ninfe, mentre alcuni eroti abbelliscono le numerose borchie di questo elegante mezzo di trasporto che potremmo immaginare destinato ad accompagnare la sposa nel nuovo focolare domestico.
Il carro è stato ritrovato all’interno di un portico a due livelli che affacciava probabilmente su una corte scoperta, nei pressi della stalla già indagata, con la quale comunicava attraverso una porta. La coltre di cinerite che ha lo ha sigillato nei secoli ha conservato le singole parti della struttura. Le alte ruote in ferro, collegate tra loro da un sistema meccanico di avanzata tecnologia, supportano il cassone sul quale era prevista la seduta di uno o due ospiti, con tanto di braccioli e schienale metallici.
Dalle analisi archeobotaniche risulta che per realizzare le strutture laterali e il retro del carro sia stato utilizzato il legno di faggio.
Il solaio, ambiente del carro di Civita Giuliana | Foto: © Parco archeologico di Pompei
Uno scavo “eccezionale”
Lo scavo dell’ambiente nel quale è stato rinvenuto il carro - e al quale ha partecipato un team interdisciplinare di archeologi, architetti, ingegneri, restauratori, vulcanologi, operai specializzati, archeobotanici ed antropologi - ha mostrato fin dall’inizio la sua eccezionalità. Il ritrovamento è avvenuto in un portico a due piani, aperto su una corte scoperta, che conservava in tutta la sua interezza il solaio in quercia, carbonizzato, con il suo ordito di travi. Questo solaio è stato accuratamente consolidato, pulito e rimosso dall’area di scavo per permettere il proseguimento delle indagini.
Tutto risale allo scorso 7 gennaio quando, dalla coltre di materiale vulcanico che aveva invaso il portico, al di sotto del solaio rimosso, un elemento in ferro lasciava ipotizzare la presenza di un importante manufatto sepolto. Da quel momento lo scavo è proseguito molto lentamente per la fragilità degli elementi che progressivamente emergevano, e ha portato alla luce il carro cerimoniale, risparmiato miracolosamente dai crolli delle murature e dalle attività clandestine.
Per la fragilità dei materiali e le difficili condizioni di lavoro è stato necessario procedere con un microscavo condotto dalle restauratrici del Parco specializzate nel trattamento del legno e dei metalli. Ad ogni vuoto incontrato si è provveduto a far colare del gesso. In questo modo si sono potuti conservare il timone e il panchetto del carro, ma anche le impronte di funi e cordami. Al termine del microscavo in situ, le singole parti del carro sono state trasportate in laboratorio all’interno del Parco archeologico di Pompei, dove le restauratrici stanno provvedendo a liberarle dal materiale vulcanico che ancora ingloba alcuni elementi metallici. Il prossimo obiettivo sarà il restauro e la ricostruzione del carro.
“Pompei continua a stupire con le sue scoperte, e sarà così ancora per molti anni con venti ettari ancora da scavare - ha commentato il ministro della Cultura Dario Franceschini -. Ma soprattutto dimostra che si può fare valorizzazione, si possono attrarre turisti da tutto il mondo e contemporaneamente si può fare ricerca, formazione e studi, e un giovane direttore come Zuchtriegel valorizzerà questo impegno”.
Il carro salvato per un soffio
"La collaborazione tra la Procura della Repubblica di Torre Annunziata e il Parco Archeologico di Pompei – commenta il Procuratore Capo di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso - si è rivelata uno strumento formidabile non solo per riportare alla luce reperti e testimonianze di eccezionale valore storico ed artistico, ma anche per interrompere l’azione criminale di soggetti che per anni si sono resi protagonisti di un sistematico saccheggio dell’inestimabile patrimonio archeologico custodito nella vasta area, ancora in gran parte sepolta, della villa di Civita Giuliana, del quale sono una testimonianza i recenti eccezionali ritrovamenti. È stato accertato, tra l’altro, che proprio il carro portato ora alla luce è miracolosamente scampato all’azione di saccheggio dei tombaroli, essendo stato letteralmente sfiorato da due cunicoli scavati da questi ultimi ad oltre 5 metri di profondità. Le indagini hanno consentito di accertare che proprio dalla proprietà dei due imputati si diramava una rete di cunicoli di oltre 80 metri utilizzata per il sistematico saccheggio".
Il carro di Civita Giuliana | Foto: © Luigi Spina | Courtesy Parco Archeologico di Pompei
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