Dall’8 ottobre una trilogia di mostre a cura di Danilo Eccher
Nasce il Musja, museo contemporaneo al centro di Roma
Musja, cortile. Courtesy Musja, Roma
Francesca Grego
23/07/2019
Roma - Nel cuore storico di Roma, uno spazio dedicato all'arte moderna e contemporanea, aperto alle istanze della società civile e attento ai fermenti più innovativi della scena internazionale: è questo il biglietto da visita del Musja, il nuovo museo privato voluto dall'imprenditore Ovidio Jacorossi, che aprirà i battenti a ottobre con una mostra curata da Danilo Eccher.
Dopo il primo anno di vita, il laboratorio di sperimentazione multidisciplinare di via dei Chiavari si prepara al grande salto e annuncia l'apertura in pianta stabile. Nei mille metri quadrati di un edificio sorto sulle rovine del Teatro di Pompeo, il Musja offrirà gratuitamente ai visitatori della Capitale mostre d'arte contemporanea di propria produzione e la vasta collezione del fondatore Jacorossi.
Si fa presto a dire collezione: quella dell'imprenditore romano comprende 2500 opere e spazia tra dipinti, sculture, fotografie, opere grafiche, modernariato, design. Se l'epicentro di questa vasta galassia è Roma, il dialogo tra epoche, movimenti e tendenze è particolarmente dinamico: si va dai simbolisti e dai divisionisti di inizio Novecento al Futurismo – rappresentato da un prezioso Autoritratto di Giacomo Balla – per poi muovere verso la Metafisica di Giorgio De Chirico. Ma più si va avanti più il repertorio è ricco: Arturo Martini, Mario Sironi, la Scuola Romana di Antonietta Raphäel e Corrado Cagli introducono l'Astrattismo degli Anni Quaranta e Cinquanta, per poi giungere alla Scuola di Piazza del Popolo (Mario Schifano, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Renato Mambor), all'Arte Povera e all'Arte Concettuale, con opere di Michelangelo Pistoletto, Joseph Kosuth, Luciano Fabro e Giulio Paolini, o alla Transavanguardia e alla Nuova Figurazione.
Primo atto del nuovo museo sarà l’inaugurazione del progetto The Dark Side a cura di Danilo Eccher: una trilogia espositiva tagliata su misura per gli spazi di via dei Chiavari e dedicata al lato oscuro di ognuno di noi, ai momenti difficili che aprono a cambiamenti insperati, a una dimensione spesso rimossa, che guardata e curata con coraggio può trasformarsi in un’autentica opportunità. Totalmente incentrato sul contemporaneo, il progetto prenderà forma in tre momenti. Il primo, The Dark Side – Chi ha paura del buio? andrà in scena dal prossimo 8 ottobre al 1° marzo 2020 con installazioni site specific e opere di grandi dimensioni firmate da 13 artisti internazionali: da vecchie conoscenze come Gregor Schneider, Robert Longo, Tony Oursler, Hermann Nitsch, Christian Boltansky, a protagonisti del panorama artistico più attuale come Sheela Gowda. Monster Chetwind, Shiota Chiaru, con Gino De Dominicis, Gianni Dessì, Flavio Favelli e Monica Bonvicini a rappresentare l’arte italiana.
Seguiranno altre due mostre incentrate rispettivamente sulla paura della solitudine e sulla paura del tempo, che il calendario del Musja alternerà a esposizioni personali e progetti costruiti sulla Collezione Jacorossi, accompagnandole con un programma collaterale di incontri tematici e performance.
Il tutto in un gioiello architettonico che, in pieno centro storico, conserva testimonianze stratificate dall’età romana al Rinascimento. Se il cortile cinquecentesco, messo in comunicazione con lo spazio espositivo da una volta trasparente, è attribuito a Baldassarre Peruzzi, all’interno porzioni di affreschi, capitelli e lesene instaurano un continuo gioco di rimandi tra le opere esposte e la storia secolare del palazzo. Ristrutturato nel 2017 dall’architetto Carlo Jacoponi, l’edificio racconta in ogni particolare il lavoro di recupero svolto per salvaguardare e valorizzare le eredità del suo passato.
“Con la nascita di Musja doniamo un nuovo museo alla città di Roma e a tutto il Paese, mettendo a disposizione della collettività una collezione d’arte che rappresenta il risultato di una lunga storia umana e imprenditoriale”, ha dichiarato il fondatore e presidente Ovidio Jacorossi. Nella nostra attività abbiamo da sempre considerato centrale il valore della persona e riconosciuto l’importanza della creatività nello sviluppo del potenziale di ogni individuo e di ogni organismo pubblico e privato. Con questa nuova realtà intendiamo offrire un contributo tangibile allo scambio e alla promozione culturale della società di cui tutti facciamo parte”.
Leggi anche:
• Ovidio Jacorossi racconta il suo Musia, un omaggio all’arte contemporanea nel cuore di Roma
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Si fa presto a dire collezione: quella dell'imprenditore romano comprende 2500 opere e spazia tra dipinti, sculture, fotografie, opere grafiche, modernariato, design. Se l'epicentro di questa vasta galassia è Roma, il dialogo tra epoche, movimenti e tendenze è particolarmente dinamico: si va dai simbolisti e dai divisionisti di inizio Novecento al Futurismo – rappresentato da un prezioso Autoritratto di Giacomo Balla – per poi muovere verso la Metafisica di Giorgio De Chirico. Ma più si va avanti più il repertorio è ricco: Arturo Martini, Mario Sironi, la Scuola Romana di Antonietta Raphäel e Corrado Cagli introducono l'Astrattismo degli Anni Quaranta e Cinquanta, per poi giungere alla Scuola di Piazza del Popolo (Mario Schifano, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Renato Mambor), all'Arte Povera e all'Arte Concettuale, con opere di Michelangelo Pistoletto, Joseph Kosuth, Luciano Fabro e Giulio Paolini, o alla Transavanguardia e alla Nuova Figurazione.
Primo atto del nuovo museo sarà l’inaugurazione del progetto The Dark Side a cura di Danilo Eccher: una trilogia espositiva tagliata su misura per gli spazi di via dei Chiavari e dedicata al lato oscuro di ognuno di noi, ai momenti difficili che aprono a cambiamenti insperati, a una dimensione spesso rimossa, che guardata e curata con coraggio può trasformarsi in un’autentica opportunità. Totalmente incentrato sul contemporaneo, il progetto prenderà forma in tre momenti. Il primo, The Dark Side – Chi ha paura del buio? andrà in scena dal prossimo 8 ottobre al 1° marzo 2020 con installazioni site specific e opere di grandi dimensioni firmate da 13 artisti internazionali: da vecchie conoscenze come Gregor Schneider, Robert Longo, Tony Oursler, Hermann Nitsch, Christian Boltansky, a protagonisti del panorama artistico più attuale come Sheela Gowda. Monster Chetwind, Shiota Chiaru, con Gino De Dominicis, Gianni Dessì, Flavio Favelli e Monica Bonvicini a rappresentare l’arte italiana.
Seguiranno altre due mostre incentrate rispettivamente sulla paura della solitudine e sulla paura del tempo, che il calendario del Musja alternerà a esposizioni personali e progetti costruiti sulla Collezione Jacorossi, accompagnandole con un programma collaterale di incontri tematici e performance.
Il tutto in un gioiello architettonico che, in pieno centro storico, conserva testimonianze stratificate dall’età romana al Rinascimento. Se il cortile cinquecentesco, messo in comunicazione con lo spazio espositivo da una volta trasparente, è attribuito a Baldassarre Peruzzi, all’interno porzioni di affreschi, capitelli e lesene instaurano un continuo gioco di rimandi tra le opere esposte e la storia secolare del palazzo. Ristrutturato nel 2017 dall’architetto Carlo Jacoponi, l’edificio racconta in ogni particolare il lavoro di recupero svolto per salvaguardare e valorizzare le eredità del suo passato.
“Con la nascita di Musja doniamo un nuovo museo alla città di Roma e a tutto il Paese, mettendo a disposizione della collettività una collezione d’arte che rappresenta il risultato di una lunga storia umana e imprenditoriale”, ha dichiarato il fondatore e presidente Ovidio Jacorossi. Nella nostra attività abbiamo da sempre considerato centrale il valore della persona e riconosciuto l’importanza della creatività nello sviluppo del potenziale di ogni individuo e di ogni organismo pubblico e privato. Con questa nuova realtà intendiamo offrire un contributo tangibile allo scambio e alla promozione culturale della società di cui tutti facciamo parte”.
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