Cinzia Cotellessa. Mutazioni. Percorsi di vita con l’Arte
Dal 04 Ottobre 2014 al 12 Ottobre 2014
Roma
Luogo: Complesso Monumentale dei Dioscuri al Quirinale
Indirizzo: via Piacenza 1
Orari: da lunedì a sabato 10-13 / 14.30-19
Enti promotori:
- Associazione Brutium
- Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
- Consiglio Regionale del Lazio
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: paola_pacchiani@yahoo.it
Dal 4 ottobre prossimo il Complesso Monumentale dei Dioscuri al Quirinale ospita l’antologica dedicata a Cinzia Cotellessa dal titolo “MUTAZIONI. Percorsi di vita con l’Arte”, in programma nella splendida cornice di Via Piacenza 1 fino al 12 ottobre prossimo (dal lunedì al sabato con orario 10-13 e 14.30-19). L’esposizione – che è stata promossa dall’Associazione Brutium ed è patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dal Consiglio Regionale del Lazio – rende omaggio a un’artista che ha raggiunto un ruolo di primo piano nell’arte contemporanea italiana e internazionale, ottenendo premi e riconoscimenti significativi da critica e pubblico,eoffre, per l’ultima volta, la possibilità di ammirarne da vicino i lavori.
Pittrice dalla spiccata sensibilità, ma anche scenografa, costumista e disegnatrice di gioielli, Cinzia Cotellessa è dotata di una prorompente forza creativa e di un talento multiforme non comune, allo stesso tempo prodigioso e assolutamente originale.Artista poliedrica e caparbia, è capace di raccontare un universo costellato di sentimenti, emozioni, ricordi e passioni, e - con la stessa abilità e sapienza - di utilizzare tecniche differenti: dalla matita alla tempera, dall’acquerello alla china, passando per la sanguigna, la pittura con il caffè e quella a olio.
La prima vera personale è del 1994: oltre 70 pezzi eseguiti a tempera, acquerello, china e matita che rappresentano un primo meraviglioso tuffo all’interno del suo mondo. A venti anni di distanza da quell’esposizione, l’artista affida a “MUTAZIONI” il compito di segnare una profonda linea di demarcazione tra passato e futuro e raccontare - attraverso un’ampia raccolta di oltre 150 lavori realizzate in sanguigna, caffè, olio, tempera, acquerello e tecniche miste- il cammino da lei compiuto dal 1994 ad oggi. Dai Ribbons a Pet passion, passando per Che palle, ovverosia le palle rotte!, Donne che hanno tempo e voglia di amare, Angeli e non…AAA Cercasi angelo custode, la Sedia Antropomorfa e I Guerrieri della Luce, tutte le principali tematiche affrontate dalla pittrice sono illustrate in un prezioso percorso a ritroso, suddiviso in sei diverse aree, “che - come spiega lei stessa - si chiude in un cerchio perfetto come il nastro di Mohebius e inizia proprio a partire dai pezzi realizzati più di recente”.
Si stagliano così per primi davanti agli occhi dello spettatore i Ribbons, nastri fluttuanti o aggrovigliati che - nonostante percorsi diversi e spesso complicati – escono liberi dall’immagine rarefatta di un cielo o di uno sfondo nero e si annodano o si sciolgono ricercando, anch’essi, l’immortalità di un cerchio perfetto. E’ poi la volta delle Palle rotte, prodotti minimalisti in tecnica mista e a olio poggiate su di una tela a base quadrata, che, inneggiando alla cracking art, dimostrano come pure nelle opere figurative di denuncia ambientalista possa esserci un tocco di umorismo. Seguono, quindi, Donne che hanno tempo e voglia di amare, ritratti – in sanguigna o dai colori pastosi e caldi – che raffigurano donne sensuali e carnali, di epoche ed etnie diverse, vestite o svestite, e nudi in cui corpi abbondanti si propongono sfacciatamente o si celano al nostro sguardo per attirare la curiosità dello spettatore. Accanto all’evanescenza e alla sacralità di Angeli e Cherubini, di dimensioni e fattezze diverse, emerge ulteriormente l’intensità degli sguardi dei Guerrieri della Luce, trentatré protagonisti dell’arte (da Michelangelo ad Haring passando per Guttuso, De Chirico, Botero, Ricasso, Klimt, Kalho, Lempicka, Cezanne e tanti altri) omaggiati con un ritratto,in sanguigna o olio su legno, un tributo speciale perché - come scrive la Cotellessa – “hanno accarezzato il cuore di molti con le loro opere e meritano di essere ricordati con la stessa intensità con cui hanno donato all’umanità intera un patrimonio di sentimenti e emozioni”. Chiudono l’esposizione i pezzi realizzati per i nostri amici a quattro zampe, che, celebrati dalla canzone dedicatagli dall’ex batterista di Patty Pravo, Gordon Faggetter, sono ulteriore testimonianza dell’abilità creativa della pittrice. A emblema dell’esposizione, infine, la Sedia Antropomorfa, una sanguigna di dimensioni eccezionali realizzata nel 2013 e destinata, secondo un progetto della pittrice, a diventare l’opera di questo genere più grande al mondo (cm 210x400). Costituita da sei elementi consequenziali, teoricamente unibili ma installati dentro cubi di plexiglass di differenti volumi e, quindi, capaci di regalare all’osservatore la sensazione di un’immaginaria tastiera, quest’opera dal significato criptico vuol essere la rappresentazione di un desiderio o di semplice proiezione ricostruita attraverso una serie di “scatti” raffiguranti, forse, un uomo e una donna abbracciati e celati da un drappo.
Impegnata a mettere a nudo e trasmettere l’anima della realtà e la magia delle cose, Cinzia Cotellessa è dotata di una forte personalità stilistica e di una tecnica capace. La sua è una pittura estremamente raffinata, impreziosita da innumerevoli elementi culturali, da insiti messaggi poetici e da molteplici simbologie che prendono spunto da discipline diverse: le scienze filosofiche, quando la perfezione della forma sferica delle palline da golf fa riferimento a quella degli ermafroditi di platoniana memoria, la storia delle religioni, quando a essere ritratti sono gli Angeli, la numerologia, quando la teoria del quadrato magico fa capolino nei ritratti dedicati ai Guerrieri della Luce.
Di tutto questo “MUTAZIONI” riesce ad essere sapiente testimonianza.
Nata a Pescara nel 1962, Cinzia Cotellessa studia e vive a Roma dove consegue il diploma al Liceo artistico S. Orsola. Ancora giovanissima, a soli 13 anni, inizia il percorso artistico esponendo a scuola opere di ispirazione naif che ricordano Rousseau “il Doganiere”. Nel 1981, dopo il diploma all’Accademia di Moda e Costume come stilista e costumista, inizia a lavorare con le più note firme della moda: per Balestra, Mila Schon, Alberta Ferretti, Rocco Barocco, Lancetti, Valentino e ancora Guido Pasquali, Fendi e Karl Lagerfeld non disegna solo abiti, ma anche scarpe, accessori, costumi da bagno. Intanto le viene offerta la possibilità di esporre al Festival dei Due Mondi di Spoleto: da questo momento la passione per la pittura prende il sopravvento. A testimoniarlo numerose esposizioni in spazi pubblici e privati, sia nazionali che internazionali, prestigiose manifestazioni artistiche e svariati riconoscimenti, tra cui il 1^ Premio Saga per la Pellicceria, il 1^ Premio al Festival dei Due Mondi per il disegno nazionale (1996), il 1^ Premio per la pittura dal Corriere di Roma, il Premio Speciale Pittura “Schegge d’Autore” (2005 e 2011) e il Premio Club Canova per la pittura (2006).Tra una collezione di moda e l’altra, la Cotellessa continua a studiare e approfondire tematiche differenti, e sperimenta tecniche diverse, dedicandosi al disegno, alla china, alla tempera, all’olio, alla sanguigna. Il 1995 è per lei un anno estremamente significativo: inizia aprendere parte a rassegne di arte contemporanea e a eventi espositivi di portata internazionale e approda alla Galleria Il tetto di Via Margutta dove, stimolata da Daniela Romano, sua mentore, e da Franz Borghese, inaugura Rossi in chiaroscuro, una personale al di fuori degli schemi che la presenta al pubblico come artista controcorrente. In esposizione quegli stessi, sensuali nudi eseguiti in sanguigna che verranno nel tempo arricchiti dal colore o ridotti nel formato e realizzati in sanguigna e caffé e diventeranno le Cocotte, in una mostra alla Galleria Spazio Visivo (1996), le Donne che raccontano le donne, in un’esposizione nello stesso anno alla Galleria Athena, e ancora le Donne che hanno tempo e voglia di amare a Palazzo Barberini (1999) e Le Clin d’oeil della Galleria romana il Colibrì (2000). E’ del 2001,alla Galleria dei Soldati, Il sesso degli Angeli, risultato di un lungo studio sulle religioni del mondo da cui scaturisce la consapevolezza che la presenza universale di queste creature celesti va ben oltre i confini della cultura occidentale. I nudi in mostra sono, questa volta, putti dolci e ammiccanti, ritratti in sanguigna e tempera, accompagnati dai versi di poeti indimenticabili, da Shakespeare a Hugo. Nel 2004 la pittrice affianca, senza però mai abbandonare i precedenti, temi e soggetti completamente differenti: è la volta delle palle da golf, opere minimaliste in tecnica mista e a olio, che, inneggiando alla Cracking Art, rappresentano metaforicamente la sua denuncia ambientalista, seppur in chiave umoristica. Intanto, tra il 2003 e il 2005, dopo aver riletto Il Manuale del Guerriero della Luce di Paulo Coelho,realizza “I Guerrieri della Luce”, un tributo ad alcuni protagonisti del mondo dell’arte. Nel 2006, nell’esposizione Un angelo per un angelo, celebra nuovamente gli spiriti celesti in tutte le loro forme e colori. Sempre a loro, messaggeri del Divino e Suo tramite con l’uomo, è intitolata, nel novembre di due anni dopo, la mostra a Castel Sant’Angelo Angeli e non…. Nel 2010 creature celesti e nudi lasciano nuovamente spazio alla cracking art, ma già l’anno dopo la Cotellessa torna alla pittura figurativa e presenta prima una serie di esposizioni dedicate ai nostri amici a quattro zampe, realizzate con l’obiettivo di raccogliere fondi da donare ai meno fortunati tra loro, e poi ancora cocotte e donnine della Belle Epoque. Nel 2013 a Parma, accanto ai cani e alle palle da golf, fa il suo debutto la Sedia Antropomorfa,destinata a diventare, secondo un progetto dell’artista, la più grande sanguigna mai realizzata. Con il 2014 si chiude il cerchio: sono passati venti anni dalla prima personale a Roma e la Cotellessa sente forte il bisogno di chiudere un ciclo della propria esistenza artistica per essere libera di poter riprendere un cammino che la condurrà verso nuove sperimentazioni.
Sue opere sono presenti in prestigiose collezioni private in ben quindici nazioni di cinque continenti (dal Canada agli USA, dal Cile al Brasile, dal Perù alla Russia e ancora in Sud Africa, Iraq, Israele, Turchia, Inghilterra, Francia, Svezia, Spagna, Austria, Grazia, Svizzera, Germania e a Città del Vaticano).
La critica:
“(…) la tematica della pittrice non è tanto quella della figura angelica in sé quanto quella di una sorta di quintessenza promanante della figura dell’Angelo per diventare simbolo di qualcosa che va oltre l’apparenza immediata per assumere le sembianze di una metafora di pace, bellezza e benessere sospesa in una dimensione onirica e rarefatta in cui l’artista trova una sua profonda specificità espressiva. Il volto dell’Angelo prende così un significato universale che è quello di un collegamento che lega gli uni gli altri e svela una matrice etica dell’atto estetico che nel caso della nostra artista appare rilevante”. (Claudio Strinati)
“Cinzia Cotellessa che, con la sua forte personalità stilistica, fonde sempre ragione e sentimento, ha al suo ativo mostre di grande spessore, mai fini a se stesse, su temi più diversi come quella sugli Angeli o sui nudi sensuali e raffinati o ancora sulle “donne che hanno tempo e voglia di amare”, tanto per citarne alcune. Così l’incontro artistico tra il famoso autore brasiliano Paulo Coehlo e la valida ed originale pittrice è molto efficace e può essere un piccolo granello per un balzo in nome dell’arte verso l’unità dei popoli perché la luce che ha avvolto i “Guerrieri Artisti” è la stessa che non solo ha illuminato i Maestri del passato, ma è un contributo ad alimentare la storia di domani. Pittrice, stilista e costumista di grande raffinatezza, la Cotellessa ha una tecnica personale che una matita sempre rossa, dal caldo tonalismo ottico in cui la luce svolge un ruolo essenziale, più suggestivo, nella realizzazione di tematiche che insieme agli insiti messaggi poetici, aggiungono e rivelano interessanti innovazioni”. (Mara Ferloni)
“…Storie, storie, storie…Non facciamo altro che raccontare delle storie! Cinzia Cotellessa ci racconta la sua: il suo ipsismo, la sua necessità di sopravvivere, più che giusto. S’impegna in realtà come una pantera per raggiungere questa soggettività, con un discorso formale mediato, nei confronti dell’interlocutore, dal garbo e dalla pazienza, pieno di sfumature (cromatiche) e di aspettative.
Storie di donna che calibra la sua interattività con un messaggio trasmesso e contenuto da una punta di sanguigna su di un foglio bianco…sulla carta, l’informazione è sottile e persuasiva nell’attrarre il malcapitato in questo mondo femminilistico mascherato da una natura da cronista del proprio tempo, sebbene pieno di coscienza storica e pilotato da ricondurci dentro di noi…” (Daniela Romano)
“(…) Ciò spiega perché molti divengono padroni di tecniche avanzate pochi guadagnano il titolo di Maestri, essi sono pionieri di strade mai battute, “portatori di luce” nella storia e nella cultura. L’arte dunque è tale ed è bella quando appare del tutto naturale perché si attua non secondo regole predeterminate ma in modo spontaneo.
“Davanti ad un prodotto delle belle arti bisogna avere la coscienza che esso è arte e non natura – è cioè prodotto
dell’uomo – ma la finalità della forma deve apparire libera da ogni costrizione di schemi volontari come se fosse semplicemente un prodotto della natura” (Critica del giudizio). Nell’opera d’arte dunque – dice Kant – la perizia degli strumenti tecnici utilizzati, che pure sono necessari e indispensabili a darle identità e definizione, non può rappresentare uno sforzo, un giogo vincolante, ma viceversa deve poter palesare le facoltà libere e non inceppate dell’anima dell’autore. Si potrebbe continuare, ma l’intento delle mie righe è quella di ringraziare Cinzia Cotellessa di aver richiamato alla mente attraverso la sua mostra di ritratti di molti maestri del linguaggio pittorico, non solo i loro volti ma il messaggio che ci hanno lasciato”. (Nicoletta Pellegrino)
L’appuntamento per il vernissage è fissato per sabato 4 ottobre 2014 alle ore 19.00.
A presentare l’esposizione saranno Gemma Gesualdi, Presidente del Brutium, e Rosario Sprovieri, Direttore Responsabile del Complesso Monumentale dei Dioscuri al Quirinale. Interverranno Marina Piranomonte, Direttore Archeologo Coordinatore della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologi di Roma, il critico e direttore di Ages, Mara Ferloni, e il giornalista Antonello Dose.
Evento nell’evento: una degustazione di vini pregiati, presentati dal Conte Gelasio Gaetani D’Aragona e superbamente abbinati ai lavori in esposizione, e l’esibizione di Giorgia Minnella, già etoile presso il Royal Danish Ballet, che a passo di danza svelerà al pubblico i molteplici significati della Sedia Antropomorfa.
Pittrice dalla spiccata sensibilità, ma anche scenografa, costumista e disegnatrice di gioielli, Cinzia Cotellessa è dotata di una prorompente forza creativa e di un talento multiforme non comune, allo stesso tempo prodigioso e assolutamente originale.Artista poliedrica e caparbia, è capace di raccontare un universo costellato di sentimenti, emozioni, ricordi e passioni, e - con la stessa abilità e sapienza - di utilizzare tecniche differenti: dalla matita alla tempera, dall’acquerello alla china, passando per la sanguigna, la pittura con il caffè e quella a olio.
La prima vera personale è del 1994: oltre 70 pezzi eseguiti a tempera, acquerello, china e matita che rappresentano un primo meraviglioso tuffo all’interno del suo mondo. A venti anni di distanza da quell’esposizione, l’artista affida a “MUTAZIONI” il compito di segnare una profonda linea di demarcazione tra passato e futuro e raccontare - attraverso un’ampia raccolta di oltre 150 lavori realizzate in sanguigna, caffè, olio, tempera, acquerello e tecniche miste- il cammino da lei compiuto dal 1994 ad oggi. Dai Ribbons a Pet passion, passando per Che palle, ovverosia le palle rotte!, Donne che hanno tempo e voglia di amare, Angeli e non…AAA Cercasi angelo custode, la Sedia Antropomorfa e I Guerrieri della Luce, tutte le principali tematiche affrontate dalla pittrice sono illustrate in un prezioso percorso a ritroso, suddiviso in sei diverse aree, “che - come spiega lei stessa - si chiude in un cerchio perfetto come il nastro di Mohebius e inizia proprio a partire dai pezzi realizzati più di recente”.
Si stagliano così per primi davanti agli occhi dello spettatore i Ribbons, nastri fluttuanti o aggrovigliati che - nonostante percorsi diversi e spesso complicati – escono liberi dall’immagine rarefatta di un cielo o di uno sfondo nero e si annodano o si sciolgono ricercando, anch’essi, l’immortalità di un cerchio perfetto. E’ poi la volta delle Palle rotte, prodotti minimalisti in tecnica mista e a olio poggiate su di una tela a base quadrata, che, inneggiando alla cracking art, dimostrano come pure nelle opere figurative di denuncia ambientalista possa esserci un tocco di umorismo. Seguono, quindi, Donne che hanno tempo e voglia di amare, ritratti – in sanguigna o dai colori pastosi e caldi – che raffigurano donne sensuali e carnali, di epoche ed etnie diverse, vestite o svestite, e nudi in cui corpi abbondanti si propongono sfacciatamente o si celano al nostro sguardo per attirare la curiosità dello spettatore. Accanto all’evanescenza e alla sacralità di Angeli e Cherubini, di dimensioni e fattezze diverse, emerge ulteriormente l’intensità degli sguardi dei Guerrieri della Luce, trentatré protagonisti dell’arte (da Michelangelo ad Haring passando per Guttuso, De Chirico, Botero, Ricasso, Klimt, Kalho, Lempicka, Cezanne e tanti altri) omaggiati con un ritratto,in sanguigna o olio su legno, un tributo speciale perché - come scrive la Cotellessa – “hanno accarezzato il cuore di molti con le loro opere e meritano di essere ricordati con la stessa intensità con cui hanno donato all’umanità intera un patrimonio di sentimenti e emozioni”. Chiudono l’esposizione i pezzi realizzati per i nostri amici a quattro zampe, che, celebrati dalla canzone dedicatagli dall’ex batterista di Patty Pravo, Gordon Faggetter, sono ulteriore testimonianza dell’abilità creativa della pittrice. A emblema dell’esposizione, infine, la Sedia Antropomorfa, una sanguigna di dimensioni eccezionali realizzata nel 2013 e destinata, secondo un progetto della pittrice, a diventare l’opera di questo genere più grande al mondo (cm 210x400). Costituita da sei elementi consequenziali, teoricamente unibili ma installati dentro cubi di plexiglass di differenti volumi e, quindi, capaci di regalare all’osservatore la sensazione di un’immaginaria tastiera, quest’opera dal significato criptico vuol essere la rappresentazione di un desiderio o di semplice proiezione ricostruita attraverso una serie di “scatti” raffiguranti, forse, un uomo e una donna abbracciati e celati da un drappo.
Impegnata a mettere a nudo e trasmettere l’anima della realtà e la magia delle cose, Cinzia Cotellessa è dotata di una forte personalità stilistica e di una tecnica capace. La sua è una pittura estremamente raffinata, impreziosita da innumerevoli elementi culturali, da insiti messaggi poetici e da molteplici simbologie che prendono spunto da discipline diverse: le scienze filosofiche, quando la perfezione della forma sferica delle palline da golf fa riferimento a quella degli ermafroditi di platoniana memoria, la storia delle religioni, quando a essere ritratti sono gli Angeli, la numerologia, quando la teoria del quadrato magico fa capolino nei ritratti dedicati ai Guerrieri della Luce.
Di tutto questo “MUTAZIONI” riesce ad essere sapiente testimonianza.
Nata a Pescara nel 1962, Cinzia Cotellessa studia e vive a Roma dove consegue il diploma al Liceo artistico S. Orsola. Ancora giovanissima, a soli 13 anni, inizia il percorso artistico esponendo a scuola opere di ispirazione naif che ricordano Rousseau “il Doganiere”. Nel 1981, dopo il diploma all’Accademia di Moda e Costume come stilista e costumista, inizia a lavorare con le più note firme della moda: per Balestra, Mila Schon, Alberta Ferretti, Rocco Barocco, Lancetti, Valentino e ancora Guido Pasquali, Fendi e Karl Lagerfeld non disegna solo abiti, ma anche scarpe, accessori, costumi da bagno. Intanto le viene offerta la possibilità di esporre al Festival dei Due Mondi di Spoleto: da questo momento la passione per la pittura prende il sopravvento. A testimoniarlo numerose esposizioni in spazi pubblici e privati, sia nazionali che internazionali, prestigiose manifestazioni artistiche e svariati riconoscimenti, tra cui il 1^ Premio Saga per la Pellicceria, il 1^ Premio al Festival dei Due Mondi per il disegno nazionale (1996), il 1^ Premio per la pittura dal Corriere di Roma, il Premio Speciale Pittura “Schegge d’Autore” (2005 e 2011) e il Premio Club Canova per la pittura (2006).Tra una collezione di moda e l’altra, la Cotellessa continua a studiare e approfondire tematiche differenti, e sperimenta tecniche diverse, dedicandosi al disegno, alla china, alla tempera, all’olio, alla sanguigna. Il 1995 è per lei un anno estremamente significativo: inizia aprendere parte a rassegne di arte contemporanea e a eventi espositivi di portata internazionale e approda alla Galleria Il tetto di Via Margutta dove, stimolata da Daniela Romano, sua mentore, e da Franz Borghese, inaugura Rossi in chiaroscuro, una personale al di fuori degli schemi che la presenta al pubblico come artista controcorrente. In esposizione quegli stessi, sensuali nudi eseguiti in sanguigna che verranno nel tempo arricchiti dal colore o ridotti nel formato e realizzati in sanguigna e caffé e diventeranno le Cocotte, in una mostra alla Galleria Spazio Visivo (1996), le Donne che raccontano le donne, in un’esposizione nello stesso anno alla Galleria Athena, e ancora le Donne che hanno tempo e voglia di amare a Palazzo Barberini (1999) e Le Clin d’oeil della Galleria romana il Colibrì (2000). E’ del 2001,alla Galleria dei Soldati, Il sesso degli Angeli, risultato di un lungo studio sulle religioni del mondo da cui scaturisce la consapevolezza che la presenza universale di queste creature celesti va ben oltre i confini della cultura occidentale. I nudi in mostra sono, questa volta, putti dolci e ammiccanti, ritratti in sanguigna e tempera, accompagnati dai versi di poeti indimenticabili, da Shakespeare a Hugo. Nel 2004 la pittrice affianca, senza però mai abbandonare i precedenti, temi e soggetti completamente differenti: è la volta delle palle da golf, opere minimaliste in tecnica mista e a olio, che, inneggiando alla Cracking Art, rappresentano metaforicamente la sua denuncia ambientalista, seppur in chiave umoristica. Intanto, tra il 2003 e il 2005, dopo aver riletto Il Manuale del Guerriero della Luce di Paulo Coelho,realizza “I Guerrieri della Luce”, un tributo ad alcuni protagonisti del mondo dell’arte. Nel 2006, nell’esposizione Un angelo per un angelo, celebra nuovamente gli spiriti celesti in tutte le loro forme e colori. Sempre a loro, messaggeri del Divino e Suo tramite con l’uomo, è intitolata, nel novembre di due anni dopo, la mostra a Castel Sant’Angelo Angeli e non…. Nel 2010 creature celesti e nudi lasciano nuovamente spazio alla cracking art, ma già l’anno dopo la Cotellessa torna alla pittura figurativa e presenta prima una serie di esposizioni dedicate ai nostri amici a quattro zampe, realizzate con l’obiettivo di raccogliere fondi da donare ai meno fortunati tra loro, e poi ancora cocotte e donnine della Belle Epoque. Nel 2013 a Parma, accanto ai cani e alle palle da golf, fa il suo debutto la Sedia Antropomorfa,destinata a diventare, secondo un progetto dell’artista, la più grande sanguigna mai realizzata. Con il 2014 si chiude il cerchio: sono passati venti anni dalla prima personale a Roma e la Cotellessa sente forte il bisogno di chiudere un ciclo della propria esistenza artistica per essere libera di poter riprendere un cammino che la condurrà verso nuove sperimentazioni.
Sue opere sono presenti in prestigiose collezioni private in ben quindici nazioni di cinque continenti (dal Canada agli USA, dal Cile al Brasile, dal Perù alla Russia e ancora in Sud Africa, Iraq, Israele, Turchia, Inghilterra, Francia, Svezia, Spagna, Austria, Grazia, Svizzera, Germania e a Città del Vaticano).
La critica:
“(…) la tematica della pittrice non è tanto quella della figura angelica in sé quanto quella di una sorta di quintessenza promanante della figura dell’Angelo per diventare simbolo di qualcosa che va oltre l’apparenza immediata per assumere le sembianze di una metafora di pace, bellezza e benessere sospesa in una dimensione onirica e rarefatta in cui l’artista trova una sua profonda specificità espressiva. Il volto dell’Angelo prende così un significato universale che è quello di un collegamento che lega gli uni gli altri e svela una matrice etica dell’atto estetico che nel caso della nostra artista appare rilevante”. (Claudio Strinati)
“Cinzia Cotellessa che, con la sua forte personalità stilistica, fonde sempre ragione e sentimento, ha al suo ativo mostre di grande spessore, mai fini a se stesse, su temi più diversi come quella sugli Angeli o sui nudi sensuali e raffinati o ancora sulle “donne che hanno tempo e voglia di amare”, tanto per citarne alcune. Così l’incontro artistico tra il famoso autore brasiliano Paulo Coehlo e la valida ed originale pittrice è molto efficace e può essere un piccolo granello per un balzo in nome dell’arte verso l’unità dei popoli perché la luce che ha avvolto i “Guerrieri Artisti” è la stessa che non solo ha illuminato i Maestri del passato, ma è un contributo ad alimentare la storia di domani. Pittrice, stilista e costumista di grande raffinatezza, la Cotellessa ha una tecnica personale che una matita sempre rossa, dal caldo tonalismo ottico in cui la luce svolge un ruolo essenziale, più suggestivo, nella realizzazione di tematiche che insieme agli insiti messaggi poetici, aggiungono e rivelano interessanti innovazioni”. (Mara Ferloni)
“…Storie, storie, storie…Non facciamo altro che raccontare delle storie! Cinzia Cotellessa ci racconta la sua: il suo ipsismo, la sua necessità di sopravvivere, più che giusto. S’impegna in realtà come una pantera per raggiungere questa soggettività, con un discorso formale mediato, nei confronti dell’interlocutore, dal garbo e dalla pazienza, pieno di sfumature (cromatiche) e di aspettative.
Storie di donna che calibra la sua interattività con un messaggio trasmesso e contenuto da una punta di sanguigna su di un foglio bianco…sulla carta, l’informazione è sottile e persuasiva nell’attrarre il malcapitato in questo mondo femminilistico mascherato da una natura da cronista del proprio tempo, sebbene pieno di coscienza storica e pilotato da ricondurci dentro di noi…” (Daniela Romano)
“(…) Ciò spiega perché molti divengono padroni di tecniche avanzate pochi guadagnano il titolo di Maestri, essi sono pionieri di strade mai battute, “portatori di luce” nella storia e nella cultura. L’arte dunque è tale ed è bella quando appare del tutto naturale perché si attua non secondo regole predeterminate ma in modo spontaneo.
“Davanti ad un prodotto delle belle arti bisogna avere la coscienza che esso è arte e non natura – è cioè prodotto
dell’uomo – ma la finalità della forma deve apparire libera da ogni costrizione di schemi volontari come se fosse semplicemente un prodotto della natura” (Critica del giudizio). Nell’opera d’arte dunque – dice Kant – la perizia degli strumenti tecnici utilizzati, che pure sono necessari e indispensabili a darle identità e definizione, non può rappresentare uno sforzo, un giogo vincolante, ma viceversa deve poter palesare le facoltà libere e non inceppate dell’anima dell’autore. Si potrebbe continuare, ma l’intento delle mie righe è quella di ringraziare Cinzia Cotellessa di aver richiamato alla mente attraverso la sua mostra di ritratti di molti maestri del linguaggio pittorico, non solo i loro volti ma il messaggio che ci hanno lasciato”. (Nicoletta Pellegrino)
L’appuntamento per il vernissage è fissato per sabato 4 ottobre 2014 alle ore 19.00.
A presentare l’esposizione saranno Gemma Gesualdi, Presidente del Brutium, e Rosario Sprovieri, Direttore Responsabile del Complesso Monumentale dei Dioscuri al Quirinale. Interverranno Marina Piranomonte, Direttore Archeologo Coordinatore della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologi di Roma, il critico e direttore di Ages, Mara Ferloni, e il giornalista Antonello Dose.
Evento nell’evento: una degustazione di vini pregiati, presentati dal Conte Gelasio Gaetani D’Aragona e superbamente abbinati ai lavori in esposizione, e l’esibizione di Giorgia Minnella, già etoile presso il Royal Danish Ballet, che a passo di danza svelerà al pubblico i molteplici significati della Sedia Antropomorfa.
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