San Claudio al Chienti
Chiesa di San Claudio al Chienti
15/02/2002
Costeggiando il canale Vallato, un viale fiancheggiato da cipressi conduce dalla valle del Chienti alla pianura in cui si innalza l’imponente e maestosa chiesa di San Claudio.
L’impatto sul visitatore che giunge qui, è certamente d’effetto: la facciata spicca per la sua essenzialità, le due torri che la affiancano si ergono possenti nella loro pura geometria, la pietra bianca del portale strombato risalta lucente sul laterizio.
Di origini antichissime, la chiesa di San claudio è certamente uno degli esempi più importanti di architettura romanica delle Merche: le sue origini vanno ricercate in un passato molto remoto.
Essa è infatti sorta sul sito dell’antica città romana di Pausola e la sua prima fondazione va probabilmente datata tra il V e il VII secolo (la rarità dei documenti scritti rende assai difficile la datazione dei monumenti romanici: gli unici documenti eloquenti sono le stesse strutture murarie).
Una seconda fase di costruzione dell’edificio è collocabile tra la fine del XI e il XIII secolo: gli interventi di modifica riguardarono l’avancorpo con la scala laterale per accedere alla chiesa superiore e il grande portale che, più alto rispetto al muro di fondo, era stato progettato per un’altra chiesa, probabilmente la cattedrale di Fermo.
Non è sicuro quindi che la chiesa, fin dalla sua più antica fondazione, fosse già stata pensata su due livelli e ciò sembrerebbe confermato anche dalla mancanza di divisioni nelle absidi esterne: il riferimento tipologico è comunque alla cappella gentilizia di tradizione occidentale così come alle chiese di influenza bizantina.
Le piante delle due aule sovrapposte coincidono ma all’esterno, della loro presenza, nulla è visibile: volumi elementari e chiusi in cui si utilizzano decorazioni come archetti e lesene, in linea con l’architettura romanica locale, non lasciano trapelare la divisione interna dell’edificio.
Un giro a piedi intorno alla chiesa renderà certamente più evidenti queste caratteristiche e darà modo di notare l’uso che è stato fatto di elementi tratti da antichi monumenti romani.
Divertente sarà anche, per chi sia in buon allenamento, arrampicarsi all’interno delle torri dalle quali sarà possibile godere di un gran bel panorama. Il tipo di campanile cilindrico, di cui qui si hanno due emblematici esempi, appartiene alla tradizione ravennate e ha il suo prototipo nelle torri di San Vitale a Ravenna. All’interno della chiesa inferiore è infine da notare la pavimentazione ritenuta originaria, più bassa rispetto al livello del manto stradale.
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