Chiara Vannucchi. Uno di Uno
Dal 26 Maggio 2022 al 28 Maggio 2022
Orvieto | Terni
Luogo: Palazzo del Capitano del Popolo
Indirizzo: Piazza del Popolo 1
Orari: VENERDÌ 27 MAGGIO 2022 | 10.00 – 20.00. SABATO 28 MAGGIO 2022 | 10.00 – 12.00
Dal 26 al 28 maggio a Orvieto presso il Palazzo del Capitano del Popolo, la II Edizione di “Apotheke” ospita la mostra personale “Uno di Uno” di Chiara Vannucchi.
“Apotheke”, la scuola di formazione di Anpit (Associazione Nazionale per l’Industria e il Terziario), si dedica anche quest’anno alla formazione economica e giuridica di imprenditori e professionisti, allo scopo di fornire un utile e valido supporto su argomenti d’interesse per la propria attività. Il nome di questa scuola di formazione deriva da una parola greca, il cui significato è custodire; nell’antica Grecia, infatti, apotheke era il retrobottega dove l’artigiano riponeva i propri strumenti di lavoro, quegli stessi strumenti che oggi l’Anpit desidera offrire per lavorare ad un futuro migliore.
All’interno di questo evento, il 26 maggio alle ore 18:30 si inaugura la mostra personale “Uno di Uno” della giovane artista Chiara Vannucchi.
La pittura è lo strumento che più ci avvicina alla prima dimensione di coscienza, all’Uno. Dimensione deriva dal latino di- due e mentio- misura, la misura di due punti, ovvero il punto di riferimento dell’osservatore verso l’osservato. Uno di Uno è un racconto di vita vissuta, attraverso le opere che testimoniano momenti unici nella vita dell’artista, sugellati dall’alchimia del colore che dona nuova esistenza alla materia, la quale non perisce ma si trasforma. Un inno alla circolarità dell’esistenza, un elogio all’impermanenza. L’artista crea le sue opere riciclando materiali usati e supporti di recupero, trasformati a nuova vita: travi logore che diventano telai, vecchie lenzuola di lino e cotone che tornano ad essere tele pregiate, ogni elemento viene con amore e cura riutilizzato per comporre una mappa della memoria fatta di emozioni, ricordi e sentimenti. «Attraverso le emozioni possiamo viaggiare nel tempo, aprendo un portale sulla ciclicità dell’esperienza, dove passato, presente e futuro non sono entità separate, bensì coesistenti. Noi siamo frattali del cosmo», afferma Chiara Vannucchi, che nelle sue creazioni attinge alla forza ispiratrice degli elementi: fuoco, aria, acqua, terra. E da questa materia che non muore, ma si trasforma, crea pezzi unici nei quali riconoscersi e dialogare con quella parte di noi stessi che è parte del Tutto. Dell’Uno fa parte ogni Uno, noi siamo Uno di Uno.
Chiara Vannucchi artista e ricercatrice, viaggia per il mondo esplorando i metodi di convivenza armoniosa fra gli esseri umani e gli ecosistemi di cui fanno parte. Nasce a Firenze nel 1988 e si trasferisce con la famiglia a Roma. Sin dai primi anni dell’infanzia scopre l’arte del segno e apprende la calligrafia araba, esercitandosi sui libri universitari della madre. Studia il flauto traverso, si diploma al Liceo Artistico di Via Ripetta a Roma, intraprende gli studi di Astrofisica e consegue poi la Laurea Magistrale in Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale. Nel 2014 pubblica il suo primo saggio “Storia sociale del debito” e intraprende un viaggio di studio in Colombia che darà una svolta alla sua ricerca artistica. Qui si laurea con una tesi sul campo realizzata all’interno della Riserva Naturale di San Andrés e inizia a maturare le riflessioni su un nuovo paradigma di reintegrazione fra l’Umanità e la Natura, che ispirerà le sue opere. Dal 2015 collabora con diverse associazioni sul territorio romano, dove promuove iniziative di creazione condivisa, partecipa a mostre collettive ed eventi culturali, si dedica all’arte pubblica con la realizzazione di opere murali. Dal 2018 collabora alle cattedre di Storia dell’America Latina e Storia delle Relazioni EuroLatinoamericane presso l’Università La Sapienza di Roma. Nel 2018 vince una borsa di ricerca e si trasferisce in Messico. Apprende le tecniche di pigmentazione naturale e lavora come ricercatrice per la conservazione del patrimonio naturale e culturale messicano; collabora con la Riserva Naturale di Huatulco e vive a stretto contatto con la comunità mixteca di tintori della porpora marina, dando vita al Progetto “Tixinda”. Nel 2020 produce il corto documentario omonimo, premiato al Venice Shorts Film di Los Angeles, in California.
“Apotheke”, la scuola di formazione di Anpit (Associazione Nazionale per l’Industria e il Terziario), si dedica anche quest’anno alla formazione economica e giuridica di imprenditori e professionisti, allo scopo di fornire un utile e valido supporto su argomenti d’interesse per la propria attività. Il nome di questa scuola di formazione deriva da una parola greca, il cui significato è custodire; nell’antica Grecia, infatti, apotheke era il retrobottega dove l’artigiano riponeva i propri strumenti di lavoro, quegli stessi strumenti che oggi l’Anpit desidera offrire per lavorare ad un futuro migliore.
All’interno di questo evento, il 26 maggio alle ore 18:30 si inaugura la mostra personale “Uno di Uno” della giovane artista Chiara Vannucchi.
La pittura è lo strumento che più ci avvicina alla prima dimensione di coscienza, all’Uno. Dimensione deriva dal latino di- due e mentio- misura, la misura di due punti, ovvero il punto di riferimento dell’osservatore verso l’osservato. Uno di Uno è un racconto di vita vissuta, attraverso le opere che testimoniano momenti unici nella vita dell’artista, sugellati dall’alchimia del colore che dona nuova esistenza alla materia, la quale non perisce ma si trasforma. Un inno alla circolarità dell’esistenza, un elogio all’impermanenza. L’artista crea le sue opere riciclando materiali usati e supporti di recupero, trasformati a nuova vita: travi logore che diventano telai, vecchie lenzuola di lino e cotone che tornano ad essere tele pregiate, ogni elemento viene con amore e cura riutilizzato per comporre una mappa della memoria fatta di emozioni, ricordi e sentimenti. «Attraverso le emozioni possiamo viaggiare nel tempo, aprendo un portale sulla ciclicità dell’esperienza, dove passato, presente e futuro non sono entità separate, bensì coesistenti. Noi siamo frattali del cosmo», afferma Chiara Vannucchi, che nelle sue creazioni attinge alla forza ispiratrice degli elementi: fuoco, aria, acqua, terra. E da questa materia che non muore, ma si trasforma, crea pezzi unici nei quali riconoscersi e dialogare con quella parte di noi stessi che è parte del Tutto. Dell’Uno fa parte ogni Uno, noi siamo Uno di Uno.
Chiara Vannucchi artista e ricercatrice, viaggia per il mondo esplorando i metodi di convivenza armoniosa fra gli esseri umani e gli ecosistemi di cui fanno parte. Nasce a Firenze nel 1988 e si trasferisce con la famiglia a Roma. Sin dai primi anni dell’infanzia scopre l’arte del segno e apprende la calligrafia araba, esercitandosi sui libri universitari della madre. Studia il flauto traverso, si diploma al Liceo Artistico di Via Ripetta a Roma, intraprende gli studi di Astrofisica e consegue poi la Laurea Magistrale in Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale. Nel 2014 pubblica il suo primo saggio “Storia sociale del debito” e intraprende un viaggio di studio in Colombia che darà una svolta alla sua ricerca artistica. Qui si laurea con una tesi sul campo realizzata all’interno della Riserva Naturale di San Andrés e inizia a maturare le riflessioni su un nuovo paradigma di reintegrazione fra l’Umanità e la Natura, che ispirerà le sue opere. Dal 2015 collabora con diverse associazioni sul territorio romano, dove promuove iniziative di creazione condivisa, partecipa a mostre collettive ed eventi culturali, si dedica all’arte pubblica con la realizzazione di opere murali. Dal 2018 collabora alle cattedre di Storia dell’America Latina e Storia delle Relazioni EuroLatinoamericane presso l’Università La Sapienza di Roma. Nel 2018 vince una borsa di ricerca e si trasferisce in Messico. Apprende le tecniche di pigmentazione naturale e lavora come ricercatrice per la conservazione del patrimonio naturale e culturale messicano; collabora con la Riserva Naturale di Huatulco e vive a stretto contatto con la comunità mixteca di tintori della porpora marina, dando vita al Progetto “Tixinda”. Nel 2020 produce il corto documentario omonimo, premiato al Venice Shorts Film di Los Angeles, in California.
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