Al Metropolitan Museum of Art di New York dal 16 ottobre al 27 gennaio
Al MET 500 anni di Tintoretto nel segno del ritratto
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Jacopo Tintoretto (Jacopo Robusti), Head of a Man (Studio per ritratto?),
1550? Londra, Royal Collection, JT.004
1550? Londra, Royal Collection, JT.004
Samantha De Martin
09/08/2018
Mondo - L’omaggio a Tintoretto, a 500 anni dalla nascita, corre veloce dall’Italia agli States. E anche oltreoceano il 2019 si preannuncia l’anno del grande maestro.
A celebrare il genio italiano, noto per la sua narrativa dinamica e i penetranti ritratti che ingabbiano lo sguardo con la straordinaria intensità dei volti e l’utilizzo drammatico della luce, sarà il MET - Metropolitan Museum of Art - di New York, con un appuntamento interamente dedicato agli aspetti innovativi che caratterizzano l’immortale pittura del maestro.
La modernità della ritrattistica raggiunta dall’ultimo grande pittore del Rinascimento italiano è il fil rouge che accompagnerà la mostra Celebrating Tintoretto: Portrait Paintings and Studio Drawings, dal 16 ottobre al 27 gennaio negli spazi della prestigiosa istituzione di Fifth Avenue.
Incentrata su quella “prestezza del fatto” capace di catturare lo spirito, “il pathos dell’esistenza”, oltre che i lineamenti dei soggetti rappresentati, l’esposizione affiancherà, per la prima volta una decina di studi per ritratto europei e americani, provenienti da musei e collezioni private.
Il viaggio nella pittura del genio veneziano consentirà al pubblico di entrare in punta di piedi all’interno del suo laboratorio, esplorando le molteplici sfaccettature della sua pratica artistica, ma anche il sorprendente rapporto tra Jacopo Robusti e il figlio Domenico.
Accanto al Ritrovamento di Mosè della collezione del MET, a lungo attribuito alle mani di padre e figlio, saranno esposti Ritratto di un uomo, proveniente da una collezione privata, una Testa di uomo, in arrivo dalla Royal Collection di Londra, il Ritratto di vecchio dalla barba bianca, o ancora il ritratto di Jacopo Sansovino, una figura maschile distesa, quest’ultima in prestito dalla Robert Lehman Collection.
Curata da Andrea Bayer, in collaborazione con Jayne Wrightsman e Alison Manges Nogueira, la mostra è resa possibile grazie alla Robert Lehman Foundation e al Placido Arango Fund.
Chi sarà a New York dal 16 ottobre al 27 gennaio la potrà visitare dalla domenica al giovedì dalle 10 alle 17.30, mentre il venerdì e il sabato dalle 10 alle 19.
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Incentrata su quella “prestezza del fatto” capace di catturare lo spirito, “il pathos dell’esistenza”, oltre che i lineamenti dei soggetti rappresentati, l’esposizione affiancherà, per la prima volta una decina di studi per ritratto europei e americani, provenienti da musei e collezioni private.
Il viaggio nella pittura del genio veneziano consentirà al pubblico di entrare in punta di piedi all’interno del suo laboratorio, esplorando le molteplici sfaccettature della sua pratica artistica, ma anche il sorprendente rapporto tra Jacopo Robusti e il figlio Domenico.
Accanto al Ritrovamento di Mosè della collezione del MET, a lungo attribuito alle mani di padre e figlio, saranno esposti Ritratto di un uomo, proveniente da una collezione privata, una Testa di uomo, in arrivo dalla Royal Collection di Londra, il Ritratto di vecchio dalla barba bianca, o ancora il ritratto di Jacopo Sansovino, una figura maschile distesa, quest’ultima in prestito dalla Robert Lehman Collection.
Curata da Andrea Bayer, in collaborazione con Jayne Wrightsman e Alison Manges Nogueira, la mostra è resa possibile grazie alla Robert Lehman Foundation e al Placido Arango Fund.
Chi sarà a New York dal 16 ottobre al 27 gennaio la potrà visitare dalla domenica al giovedì dalle 10 alle 17.30, mentre il venerdì e il sabato dalle 10 alle 19.
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