Al Mausoleo di Cecilia Metella tre nuovi percorsi multimediali
Simone Quilici: 3D, ologrammi e videomapping per raccontare l'Appia Antica
Percorsi multimediali al Mausoleo di Cecilia Metella I Courtesy Parco Archeologico dell'Appia Antica
Francesca Grego
21/12/2022
Roma - Può una pietra raccontare millenni di storia? Certamente sì, e qui sta il fascino dell’archeologia. Ma a volte le pietre vanno aiutate, specie se la storia di cui si parla è ricca e stratificata come quella del Parco Archeologico dell’Appia Antica, straordinario giacimento paesaggistico-culturale a cavallo tra la Capitale e la campagna romana. Testimonianze di epoche lontane si sovrappongono in mezzo al verde dei prati e dei pini marittimi sul tracciato della Regina Viarum, che anticamente collegava l’Urbe al porto di Brindisi: un viaggio nel tempo che da oggi sarà ancora più coinvolgente, grazie ai percorsi multimediali inaugurati questa mattina in uno dei luoghi chiave del Parco, il Mausoleo di Cecilia Metella.
“Il progetto mira a rendere sempre più accessibili i siti archeologici del Parco dell’Appia Antica, usando le tecnologie per offrire a un pubblico più ampio possibile la piena comprensione e fruibilità dei monumenti”, spiega il direttore del Parco Simone Quilici. “Con questo stesso obiettivo qualche mese fa abbiamo inaugurato un intervento multimediale a Santa Maria Nova, il casale che si trova accanto alla Villa dei Quintili e che fino al 30 giugno ospiterà la mostra Patrimonium Appiae. Grazie a un videomapping, i visitatori possono ripercorrere la storia della Villa e del paesaggio circostante dall’antichità ai nostri giorni”.
Insieme al medievale Castrum Caetani, il Mausoleo di Cecilia Metella costituisce un unico, interessantissimo complesso archeologico… In che modo le nuove installazioni ci aiuteranno a conoscerlo e ad apprezzarlo?
“Il Mausoleo di Cecilia Metella è probabilmente il monumento più riconoscibile, l’icona del Parco. Lo si apprezza in tutta la sua imponenza già dalla strada ma, una volta entrati, era necessario un grosso sforzo di immaginazione per proiettarsi nel suo passato. Da oggi siamo in grado di offrire al pubblico un’esperienza completamente diversa, grazie a tre interventi che prendono in tutto tre quarti d’ora di tempo. Ogni visitatore sarà libero di seguire il percorso completo, oppure di sceglierne una parte, o ancora di avvicinarsi al monumento in modalità tradizionale. Nel complesso il nuovo itinerario restituisce uno spettacolare colpo d’occhio sulla storia del Castrum e del Mausoleo, ripercorrendone le vicende con accuratezza in un ampio arco di tempo”.
Percorsi multimediali al Mausoleo di Cecilia Metella I Courtesy Parco Archeologico dell'Appia Antica
Il racconto inizia già in epoca preistorica, molto tempo prima dell’arrivo dei Romani…
“Il primo intervento è localizzato nella Sala Lava, suggestivo ambiente sotterraneo dove affiora la colata lavica di Capo di Bove, che parte dai Castelli romani e si ferma nell’area del Mausoleo, caratterizzando la geologia del Parco dell’Appia Antica. Qui un videomapping racconta l’evoluzione del territorio e del paesaggio dall’ultima eruzione del Vulcano Laziale (gli attuali Colli Albani n.d.r.), avvenuta circa 300 mila anni fa, fino al 312 a.C., quando i Romani iniziano a costruire, dritta come una spada, la Regina Viarum. Ma non finisce qui: la narrazione conduce fino al XIV secolo, quando papa Bonifacio VIII intraprende la costruzione del castello, il Castrum Caetani. Come un’apparizione, la figura del pontefice si materializzerà davanti al pubblico per narrare il sogno all’origine del suo progetto. Membro della nobile famiglia dei Caetani, Bonifacio fa edificare il castello a presidio delle campagne a Sud della città, come un bastione che simboleggi il dominio dei Caetani su Roma”.
Con il Castrum Caetani e il Mausoleo di Cecilia Metella si entra nel vivo della storia del sito…
“Quello del Castrum Caetani è l’intervento più sofisticato, ha alle spalle un lavoro davvero imponente. Seduti comodamente all’interno del castello, grazie a un oculus 3D i visitatori potranno ripercorrere la costruzione e le trasformazioni dell’edificio nel tempo. Oggi dell’importante Castrum Caetani restano solo i muri perimetrali. Un video di dieci minuti restituirà il monumento così com’era ai tempi di Bonifacio VIIII: potremo attraversarne gli spazi dal piano terra, con i magazzini, fino ai grandi saloni di rappresentanza dei piani nobili. Gli interni con i relativi arredi sono stati ricostruiti filologicamente con grande cura, in un prodotto molto avanzato anche sul piano visivo”.
Percorsi multimediali al Mausoleo di Cecilia Metella I Courtesy Parco Archeologico dell'Appia Antica
“Il terzo intervento”, continua Quilici, “è dedicato al Mausoleo di Cecilia Metella, una testimonianza della Roma repubblicana che risale al I secolo a.C.: grazie a un gioco di proiezioni, all’interno della tomba il pubblico incontrerà la nobildonna romana, che racconterà la storia della sua famiglia e del monumento”.
Quali altri progetti avete in cantiere per valorizzare l’immenso patrimonio del Parco?
“Insieme al Museo Nazionale Romano, siamo beneficiari del progetto Urbs. Dalla città alla campagna romana con fondi per 110 milioni di euro. I nostri 30 milioni sono destinati al restauro della totalità dei siti del Parco, dal singolo monumento come il Mausoleo di Cecilia Metella fino alle grandi aree archeologiche come la Villa dei Quintili o la Villa di Sette Bassi, recentemente aperta al pubblico dopo anni di attesa. I siti saranno interessati da indagini archeologiche e da programmi di valorizzazione che li renderanno più fruibili e comprensibili da un vasto pubblico. Trattandosi di interventi legati al PNRR, i lavori termineranno entro il 2026”.
Percorsi multimediali al Mausoleo di Cecilia Metella I Courtesy Parco Archeologico dell'Appia Antica
A che punto è la candidatura dell’Appia Antica a Patrimonio dell’Umanità Unesco?
“Negli ultimi mesi i lavori coordinati dal Segretariato Generale del Ministero della Cultura si sono intensificati e porteranno a formalizzare la candidatura all’inizio del 2023, con la presentazione del dossier e del piano di gestione. Le verifiche da parte degli ispettori Unesco dovrebbero avvenire verosimilmente nel prossimo autunno, per concludere l’intero iter all’inizio del 2024. Incrocio le dita e sono fiducioso, visto l’alto valore scientifico del lavoro svolto e visto il valore del sito interessato”.
“La candidatura - prosegue il direttore - riguarda l’intero tracciato dell’Appia da Roma a Brindisi, quindi quattro regioni e oltre 70 comuni, su un sito di tipo seriale per il quale sono stati selezionati i luoghi meglio conservati, incluso naturalmente il tratto di Roma e dei Castelli Romani. Questa è la prima candidatura di una strada dell’Antica Roma: le probabilità che la Regina Viarum sia inserita nella lista Unesco sono piuttosto alte”.
L’Appia Antica si estende da Roma a Brindisi su un tracciato di circa 500 chilometri. State già lavorando per valorizzare la Regina Viarum nel suo insieme?
“Alla candidatura Unesco è collegato il tema del Cammino dell’Appia, portato alla ribalta da Paolo Rumiz, che nel 2015 ha percorso a piedi l’intero tracciato e raccontato in un libro la sua esperienza. Da parte nostra, insieme al Ministero stiamo lavorando per mettere in sicurezza il tratto extra urbano compreso tra Roma e Marino, rendendolo fruibile a camminatori, ciclisti e persone a cavallo. Non ricadendo nelle competenze della Soprintendenza di Roma, fino a poco tempo fa questa parte dell’Appia Antica è rimasta completamente abbandonata a se stessa: era diventata una giungla. Il progetto prevede la bonifica del territorio, la rimozione della vegetazione infestante, il restauro dei monumenti e il ripristino dei marciapiedi laterali della strada romana. Quando avremo terminato, camminare a piedi senza soluzione di continuità da Roma a Frattocchie, frazione Comune di Marino ai Castelli Romani, percorrendo circa 17 chilometri. È sicuramente un buon inizio”.
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Insieme al medievale Castrum Caetani, il Mausoleo di Cecilia Metella costituisce un unico, interessantissimo complesso archeologico… In che modo le nuove installazioni ci aiuteranno a conoscerlo e ad apprezzarlo?
“Il Mausoleo di Cecilia Metella è probabilmente il monumento più riconoscibile, l’icona del Parco. Lo si apprezza in tutta la sua imponenza già dalla strada ma, una volta entrati, era necessario un grosso sforzo di immaginazione per proiettarsi nel suo passato. Da oggi siamo in grado di offrire al pubblico un’esperienza completamente diversa, grazie a tre interventi che prendono in tutto tre quarti d’ora di tempo. Ogni visitatore sarà libero di seguire il percorso completo, oppure di sceglierne una parte, o ancora di avvicinarsi al monumento in modalità tradizionale. Nel complesso il nuovo itinerario restituisce uno spettacolare colpo d’occhio sulla storia del Castrum e del Mausoleo, ripercorrendone le vicende con accuratezza in un ampio arco di tempo”.
Percorsi multimediali al Mausoleo di Cecilia Metella I Courtesy Parco Archeologico dell'Appia Antica
Il racconto inizia già in epoca preistorica, molto tempo prima dell’arrivo dei Romani…
“Il primo intervento è localizzato nella Sala Lava, suggestivo ambiente sotterraneo dove affiora la colata lavica di Capo di Bove, che parte dai Castelli romani e si ferma nell’area del Mausoleo, caratterizzando la geologia del Parco dell’Appia Antica. Qui un videomapping racconta l’evoluzione del territorio e del paesaggio dall’ultima eruzione del Vulcano Laziale (gli attuali Colli Albani n.d.r.), avvenuta circa 300 mila anni fa, fino al 312 a.C., quando i Romani iniziano a costruire, dritta come una spada, la Regina Viarum. Ma non finisce qui: la narrazione conduce fino al XIV secolo, quando papa Bonifacio VIII intraprende la costruzione del castello, il Castrum Caetani. Come un’apparizione, la figura del pontefice si materializzerà davanti al pubblico per narrare il sogno all’origine del suo progetto. Membro della nobile famiglia dei Caetani, Bonifacio fa edificare il castello a presidio delle campagne a Sud della città, come un bastione che simboleggi il dominio dei Caetani su Roma”.
Con il Castrum Caetani e il Mausoleo di Cecilia Metella si entra nel vivo della storia del sito…
“Quello del Castrum Caetani è l’intervento più sofisticato, ha alle spalle un lavoro davvero imponente. Seduti comodamente all’interno del castello, grazie a un oculus 3D i visitatori potranno ripercorrere la costruzione e le trasformazioni dell’edificio nel tempo. Oggi dell’importante Castrum Caetani restano solo i muri perimetrali. Un video di dieci minuti restituirà il monumento così com’era ai tempi di Bonifacio VIIII: potremo attraversarne gli spazi dal piano terra, con i magazzini, fino ai grandi saloni di rappresentanza dei piani nobili. Gli interni con i relativi arredi sono stati ricostruiti filologicamente con grande cura, in un prodotto molto avanzato anche sul piano visivo”.
Percorsi multimediali al Mausoleo di Cecilia Metella I Courtesy Parco Archeologico dell'Appia Antica
“Il terzo intervento”, continua Quilici, “è dedicato al Mausoleo di Cecilia Metella, una testimonianza della Roma repubblicana che risale al I secolo a.C.: grazie a un gioco di proiezioni, all’interno della tomba il pubblico incontrerà la nobildonna romana, che racconterà la storia della sua famiglia e del monumento”.
Quali altri progetti avete in cantiere per valorizzare l’immenso patrimonio del Parco?
“Insieme al Museo Nazionale Romano, siamo beneficiari del progetto Urbs. Dalla città alla campagna romana con fondi per 110 milioni di euro. I nostri 30 milioni sono destinati al restauro della totalità dei siti del Parco, dal singolo monumento come il Mausoleo di Cecilia Metella fino alle grandi aree archeologiche come la Villa dei Quintili o la Villa di Sette Bassi, recentemente aperta al pubblico dopo anni di attesa. I siti saranno interessati da indagini archeologiche e da programmi di valorizzazione che li renderanno più fruibili e comprensibili da un vasto pubblico. Trattandosi di interventi legati al PNRR, i lavori termineranno entro il 2026”.
Percorsi multimediali al Mausoleo di Cecilia Metella I Courtesy Parco Archeologico dell'Appia Antica
A che punto è la candidatura dell’Appia Antica a Patrimonio dell’Umanità Unesco?
“Negli ultimi mesi i lavori coordinati dal Segretariato Generale del Ministero della Cultura si sono intensificati e porteranno a formalizzare la candidatura all’inizio del 2023, con la presentazione del dossier e del piano di gestione. Le verifiche da parte degli ispettori Unesco dovrebbero avvenire verosimilmente nel prossimo autunno, per concludere l’intero iter all’inizio del 2024. Incrocio le dita e sono fiducioso, visto l’alto valore scientifico del lavoro svolto e visto il valore del sito interessato”.
“La candidatura - prosegue il direttore - riguarda l’intero tracciato dell’Appia da Roma a Brindisi, quindi quattro regioni e oltre 70 comuni, su un sito di tipo seriale per il quale sono stati selezionati i luoghi meglio conservati, incluso naturalmente il tratto di Roma e dei Castelli Romani. Questa è la prima candidatura di una strada dell’Antica Roma: le probabilità che la Regina Viarum sia inserita nella lista Unesco sono piuttosto alte”.
L’Appia Antica si estende da Roma a Brindisi su un tracciato di circa 500 chilometri. State già lavorando per valorizzare la Regina Viarum nel suo insieme?
“Alla candidatura Unesco è collegato il tema del Cammino dell’Appia, portato alla ribalta da Paolo Rumiz, che nel 2015 ha percorso a piedi l’intero tracciato e raccontato in un libro la sua esperienza. Da parte nostra, insieme al Ministero stiamo lavorando per mettere in sicurezza il tratto extra urbano compreso tra Roma e Marino, rendendolo fruibile a camminatori, ciclisti e persone a cavallo. Non ricadendo nelle competenze della Soprintendenza di Roma, fino a poco tempo fa questa parte dell’Appia Antica è rimasta completamente abbandonata a se stessa: era diventata una giungla. Il progetto prevede la bonifica del territorio, la rimozione della vegetazione infestante, il restauro dei monumenti e il ripristino dei marciapiedi laterali della strada romana. Quando avremo terminato, camminare a piedi senza soluzione di continuità da Roma a Frattocchie, frazione Comune di Marino ai Castelli Romani, percorrendo circa 17 chilometri. È sicuramente un buon inizio”.
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