Dal 15 marzo 2018 all'Auditorium Conciliazione a Roma
Balich e i Musei Vaticani fanno show del Giudizio Universale
Una ricostruzione dello show "Giudizio Universale", all'Auditorium Conciliazione a Roma dal 15 marzo 2018
Piero Muscarà
14/10/2017
Roma - Arte, sempre più pop e sempre meno d’elite.
Benvenuti nel XXI secolo dove Van Gogh, Raffaello, Caravaggio e Michelangelo sono superstar.
E così, con la benedizione - e la supervisione scientifica - dei Musei Vaticani arriva l’annuncio di un primo show, un po’ broadway un po’ experience, che il poliedrico imprenditore veneziano Marco Balich ha dedicato al genio di Michelangelo Buonarroti. Il titolo è di quelli che sono da soli un programma “Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel”. Tre parole chiave che valgono da sole i 6 milioni di visitatori dei Musei Vaticani: Cappella Sistina, Michelangelo Buonarroti, Giudizio Universale. E “mistero”, che serve anche ad ammiccare alla vasta produzione televisiva, editoriale e cinematografica che approccia la nostra storia e il nostro passato, attraverso appunto segreti, misteri, disvelamenti.
E’ quindi una operazione davvero pop, questa che vede uniti i Musei Vaticani con la neonata production company Artainment Worldwide Shows – nuova costola dell’impero di Balich (conosciutissimo in tutto il mondo per essere l’autore delle cerimonie delle ultime edizioni delle Olimpiadi). Anche la location è pop, perché lo spettacolo debutterà a Roma, a partire dal 15 marzo 2018, all’Auditorium Conciliazione in quella via della Conciliazione, che è la porta di ingresso che dal cuore della capitale conduce ogni giorno migliaia di turisti a Piazza San Pietro.
La spettacolarizzazione dell’arte e dei grandi artisti non è un fenomeno odierno. L’arte è anche grande spettacolo, meraviglia. Lo sapeva bene Papa Paolo III Farnese quando confermò l’incarico al sessantenne Michelangelo per realizzare il Giudizio Universale sulla volta della Cappella Sistina. Un incarico ciclopico, realizzato a fresco dal Buonarroti (e non colorato ad olio, come avrebbe voluto Sebastiano Dal Piombo – che litigò col maestro che si rifiutò di colorire a olio, perché "da donna e da persone agiate e infingarde come fra' Bastiano”) da solo, col solo aiuto di Urbino – il fedele e valido assistente a cui diede l’incarico di riempire d’azzurro il cielo. Tredici metri e settanta per dodici metri. Una superficie immensa, che il grande artista rinascimentale completò con la tecnica dell’affresco tra il 1535 e il 1541 con 450 giornate “frontali” di lavoro.
Per raccontare così tanto contenuto, ad un audience giovane, che guarda Fast and Furious, gioca a Playstation, vive connesso al suo smartphone e ha una soglia di attenzione sotto i 5 minuti, Balich ha pensato di unire teatro (Gabriele Vacis supervisiona), musica e cinema e di assemblarli in un grandioso show di pura sinestesia. L’idea è quella di unire attori e figuranti in costume sul palcoscenico e avvolgere lo spettatore con proiezioni immersive a 270° in 4K e musiche molto coinvolgenti (la theme song è stata appositamente scritta da Sting) . Recitazione dello show in italiano, ma sarà possibile seguire lo spettacolo anche in inglese. Sessanta minuti in tutto. Due eventi al giorno per almeno un anno di programmazione. E prezzi da sala cinematografica, quindi intorno ai 10-12€ al più, anche scontati per studenti e scuole. Si punta al sold out con 3000 biglietti staccati al giorno così da giungere velocemente al break-even per la produzione (9 milioni di euro, l’investimento) così magari – spiega Balich in conferenza stampa – da “farne uno spettacolo fisso come avviene in altre capitali del mondo”.
Da un punto di vista narrativo lo show sul Giudizio Universale è diviso in quattro capitoli: Michelangelo e la Bellezza, l’ambizione del Papa e la sfida del genio; il Racconto più famoso al mondo, lo svelamento della creazione; il Conclave, segreti e riti dell’elezione papale; il Giudizio Universale, spiritualità e misericordia.
"I Musei Vaticani – ha spiegato il Direttore Barbara Jatta - si sono sempre mossi tra tradizione e innovazione verso nuove forme di comunicazione, senza trascurare ricerca, restauro a attività didattica”. Con Marco Balich, il “produttore Olimpico” si va dunque verso il futuro. Come già il predecessore della Jatta, Antonio Paolucci, fece in innumerevoli occasioni lavorando assieme ad esempio al team di innovatori di Cosetta Lagani e della sua Sky3D per le recenti produzioni in 3D e 4K che hanno portato al cinema, inter alia, le Basiliche papali di Roma. E oggi con la benedizione di Monsignor Dario Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione dello Stato della Città del Vaticano, anch’egli presente alla imponente conferenza stampa di venerdì 14 ottobre ai Musei Vaticani, che con pazienza ha spiegato come la pedagogia spirituale passi anche attraverso la bellezza e l’arte. Quindi ben vengano iniziative di innovazione come quella di Arteinment e del Giudizio Universale show. E’ del resto questa la tesi di fondo della Chiesa Cattolica Romana sulla funzione dell'arte, sin dai tempi del Concilio di Trento e del “De invocatione, veneratione et reliquis sanctorum et sacris imaginibus”. La base filosofica, prima ancora che dogmatica, che ha reso possibile la cultura dell’immagine e la rappresentazione del divino sino a giungere nel nostro millennio, contemporanea, oggi.
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Benvenuti nel XXI secolo dove Van Gogh, Raffaello, Caravaggio e Michelangelo sono superstar.
E così, con la benedizione - e la supervisione scientifica - dei Musei Vaticani arriva l’annuncio di un primo show, un po’ broadway un po’ experience, che il poliedrico imprenditore veneziano Marco Balich ha dedicato al genio di Michelangelo Buonarroti. Il titolo è di quelli che sono da soli un programma “Giudizio Universale. Michelangelo and the Secrets of the Sistine Chapel”. Tre parole chiave che valgono da sole i 6 milioni di visitatori dei Musei Vaticani: Cappella Sistina, Michelangelo Buonarroti, Giudizio Universale. E “mistero”, che serve anche ad ammiccare alla vasta produzione televisiva, editoriale e cinematografica che approccia la nostra storia e il nostro passato, attraverso appunto segreti, misteri, disvelamenti.
E’ quindi una operazione davvero pop, questa che vede uniti i Musei Vaticani con la neonata production company Artainment Worldwide Shows – nuova costola dell’impero di Balich (conosciutissimo in tutto il mondo per essere l’autore delle cerimonie delle ultime edizioni delle Olimpiadi). Anche la location è pop, perché lo spettacolo debutterà a Roma, a partire dal 15 marzo 2018, all’Auditorium Conciliazione in quella via della Conciliazione, che è la porta di ingresso che dal cuore della capitale conduce ogni giorno migliaia di turisti a Piazza San Pietro.
La spettacolarizzazione dell’arte e dei grandi artisti non è un fenomeno odierno. L’arte è anche grande spettacolo, meraviglia. Lo sapeva bene Papa Paolo III Farnese quando confermò l’incarico al sessantenne Michelangelo per realizzare il Giudizio Universale sulla volta della Cappella Sistina. Un incarico ciclopico, realizzato a fresco dal Buonarroti (e non colorato ad olio, come avrebbe voluto Sebastiano Dal Piombo – che litigò col maestro che si rifiutò di colorire a olio, perché "da donna e da persone agiate e infingarde come fra' Bastiano”) da solo, col solo aiuto di Urbino – il fedele e valido assistente a cui diede l’incarico di riempire d’azzurro il cielo. Tredici metri e settanta per dodici metri. Una superficie immensa, che il grande artista rinascimentale completò con la tecnica dell’affresco tra il 1535 e il 1541 con 450 giornate “frontali” di lavoro.
Per raccontare così tanto contenuto, ad un audience giovane, che guarda Fast and Furious, gioca a Playstation, vive connesso al suo smartphone e ha una soglia di attenzione sotto i 5 minuti, Balich ha pensato di unire teatro (Gabriele Vacis supervisiona), musica e cinema e di assemblarli in un grandioso show di pura sinestesia. L’idea è quella di unire attori e figuranti in costume sul palcoscenico e avvolgere lo spettatore con proiezioni immersive a 270° in 4K e musiche molto coinvolgenti (la theme song è stata appositamente scritta da Sting) . Recitazione dello show in italiano, ma sarà possibile seguire lo spettacolo anche in inglese. Sessanta minuti in tutto. Due eventi al giorno per almeno un anno di programmazione. E prezzi da sala cinematografica, quindi intorno ai 10-12€ al più, anche scontati per studenti e scuole. Si punta al sold out con 3000 biglietti staccati al giorno così da giungere velocemente al break-even per la produzione (9 milioni di euro, l’investimento) così magari – spiega Balich in conferenza stampa – da “farne uno spettacolo fisso come avviene in altre capitali del mondo”.
Da un punto di vista narrativo lo show sul Giudizio Universale è diviso in quattro capitoli: Michelangelo e la Bellezza, l’ambizione del Papa e la sfida del genio; il Racconto più famoso al mondo, lo svelamento della creazione; il Conclave, segreti e riti dell’elezione papale; il Giudizio Universale, spiritualità e misericordia.
"I Musei Vaticani – ha spiegato il Direttore Barbara Jatta - si sono sempre mossi tra tradizione e innovazione verso nuove forme di comunicazione, senza trascurare ricerca, restauro a attività didattica”. Con Marco Balich, il “produttore Olimpico” si va dunque verso il futuro. Come già il predecessore della Jatta, Antonio Paolucci, fece in innumerevoli occasioni lavorando assieme ad esempio al team di innovatori di Cosetta Lagani e della sua Sky3D per le recenti produzioni in 3D e 4K che hanno portato al cinema, inter alia, le Basiliche papali di Roma. E oggi con la benedizione di Monsignor Dario Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione dello Stato della Città del Vaticano, anch’egli presente alla imponente conferenza stampa di venerdì 14 ottobre ai Musei Vaticani, che con pazienza ha spiegato come la pedagogia spirituale passi anche attraverso la bellezza e l’arte. Quindi ben vengano iniziative di innovazione come quella di Arteinment e del Giudizio Universale show. E’ del resto questa la tesi di fondo della Chiesa Cattolica Romana sulla funzione dell'arte, sin dai tempi del Concilio di Trento e del “De invocatione, veneratione et reliquis sanctorum et sacris imaginibus”. La base filosofica, prima ancora che dogmatica, che ha reso possibile la cultura dell’immagine e la rappresentazione del divino sino a giungere nel nostro millennio, contemporanea, oggi.
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