Con Alice nel Novecento
Zebra (Fibonacci) di Mario Merz
26/05/2005
Senza dubbio originale, dallo spiccato valore simbolico e in una cornice adeguatamente fiabesca, la mostra “Alice nel castello delle meraviglie. Il mondo fuori forma e fuori tempo nell’arte italiana del Novecento” accoglierà i visitatori nelle Sale Viscontee del Castello Sforzesco di Milano, dal 26 maggio al 18 settembre.
L’esposizione sarà per il pubblico che abitualmente frequenta il Castello, formato da famiglie, studenti e bambini (cui la mostra dedica una ricca pagina didattica), la porta di accesso ad un viaggio meraviglioso nell’arte italiana del Novecento, come la tana del coniglio bianco lo fu per Alice. Volume, l’opera di Dadamaino del 1958, apre un percorso che giunge sino allo Specchio di Michelangelo Pistoletto (Biella 1933), attraverso ripetuti passaggi dalla dimensione magica a quella reale.
Prendendo spunto dall’opera del matematico e scrittore inglese Charles Dodgson, alias Lewis Carrol, pubblicata nel 1865, l’allestimento degli otto ambienti che ospitano le quarantaquattro opere in mostra segue i dodici capitoli della storia di Alice. Come per l’arte, le avventure della bambina si prestano infatti a molteplici letture, da quella letterale e ludica adatta ai più piccoli, alle complessità dell’analisi linguistica.
L’idea della mostra nasce dalle analogie tra l’arte del Novecento e il capolavoro di Carrol. Nel Novecento la verosimiglianza è spesso strumento per mostrare la realtà in modo anomalo. Difficilmente qualcosa è solo ciò che sembra e l’opera riflette la visione del mondo dell’artista. Il tempo e lo spazio non sono realtà oggettive: dal tempo accelerato dei futuristi si passa al tempo incantato delle opere metafisiche.
Lo sfasamento spazio-temporale e la percezione di una realtà dove tutto è possibile permettono ad Alice di entrare in un mondo privo di logica e di attraversare la dimensione simbolica del concetto di soglia, in pittura rappresentata dal superamento della superficie piana della tela.
Nelle sue Avventure, la bambina è soggetta a sorprendenti ingrandimenti e rimpicciolimenti, in uno sfalsamento dimensionale continuo. In arte si assiste all’utilizzo di formati tradizionali, contrapposti a dimensioni macro e micro: dal mondo extralarge delle opere di Mimmo Paladino, Marco Gastini, Giulio Turcato, Alighiero Boetti si passa ai capolavori in miniatura di Mario Sironi, Umberto Boccioni, Giorgio Morandi, Lucio Fontana, Giacomo Balla, per arrivare alla realtà trasfigurata dell’orto di gommapiuma di Piero Gilardi e della fotocopiatrice molle di Loris Cecchini.
Alice nel Castello delle meraviglie.
Sale Viscontee del Castello Sforzesco - Milano
26 maggio – 18 settembre 2005
Tutti i giorni, dalle 9.00 alle 17.30. Chiuso il lunedì.
Biglietto: 3 euro con ingresso ai musei del Castello inclusi.
Ingresso libero per studenti e ragazzi sino ai 18 anni
Info: tel. 02-88463731
L’esposizione sarà per il pubblico che abitualmente frequenta il Castello, formato da famiglie, studenti e bambini (cui la mostra dedica una ricca pagina didattica), la porta di accesso ad un viaggio meraviglioso nell’arte italiana del Novecento, come la tana del coniglio bianco lo fu per Alice. Volume, l’opera di Dadamaino del 1958, apre un percorso che giunge sino allo Specchio di Michelangelo Pistoletto (Biella 1933), attraverso ripetuti passaggi dalla dimensione magica a quella reale.
Prendendo spunto dall’opera del matematico e scrittore inglese Charles Dodgson, alias Lewis Carrol, pubblicata nel 1865, l’allestimento degli otto ambienti che ospitano le quarantaquattro opere in mostra segue i dodici capitoli della storia di Alice. Come per l’arte, le avventure della bambina si prestano infatti a molteplici letture, da quella letterale e ludica adatta ai più piccoli, alle complessità dell’analisi linguistica.
L’idea della mostra nasce dalle analogie tra l’arte del Novecento e il capolavoro di Carrol. Nel Novecento la verosimiglianza è spesso strumento per mostrare la realtà in modo anomalo. Difficilmente qualcosa è solo ciò che sembra e l’opera riflette la visione del mondo dell’artista. Il tempo e lo spazio non sono realtà oggettive: dal tempo accelerato dei futuristi si passa al tempo incantato delle opere metafisiche.
Lo sfasamento spazio-temporale e la percezione di una realtà dove tutto è possibile permettono ad Alice di entrare in un mondo privo di logica e di attraversare la dimensione simbolica del concetto di soglia, in pittura rappresentata dal superamento della superficie piana della tela.
Nelle sue Avventure, la bambina è soggetta a sorprendenti ingrandimenti e rimpicciolimenti, in uno sfalsamento dimensionale continuo. In arte si assiste all’utilizzo di formati tradizionali, contrapposti a dimensioni macro e micro: dal mondo extralarge delle opere di Mimmo Paladino, Marco Gastini, Giulio Turcato, Alighiero Boetti si passa ai capolavori in miniatura di Mario Sironi, Umberto Boccioni, Giorgio Morandi, Lucio Fontana, Giacomo Balla, per arrivare alla realtà trasfigurata dell’orto di gommapiuma di Piero Gilardi e della fotocopiatrice molle di Loris Cecchini.
Alice nel Castello delle meraviglie.
Sale Viscontee del Castello Sforzesco - Milano
26 maggio – 18 settembre 2005
Tutti i giorni, dalle 9.00 alle 17.30. Chiuso il lunedì.
Biglietto: 3 euro con ingresso ai musei del Castello inclusi.
Ingresso libero per studenti e ragazzi sino ai 18 anni
Info: tel. 02-88463731
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