Accordo di valorizzazione fra il Museo dell’Acropoli e il Salinas
Palermo-Grecia A/R: il fregio del Partenone vola ad Atene
Il cosiddetto “Reperto Fagan”, il frammento in marmo pentelico parte del fregio orientale del Partenone
Samantha De Martin
05/01/2022
Il piede della Dea Peitho (o forse di Artemide seduta in trono) si appresta a solcare le acque del Mar Ionio e, da Palermo, puntare dritto verso Atene.
Appartiene al cosiddetto “Reperto Fagan”, il frammento in marmo pentelico parte del fregio orientale del Partenone, pronto a far ritorno nella capitale ellenica grazie a un importante accordo culturale sottoscritto da Sicilia e Grecia.
La sinergia, nata dalla proficua interlocuzione fra il governo siciliano – con l’assessore Alberto Samonà – e il Governo di Atene – con la ministra Lina Mendoni – è stata siglata dal Museo Archeologico Regionale “Antonio Salinas” di Palermo e dal Museo dell’Acropoli di Atene.
Il gesto, che si carica di un valore simbolico, vede l’isola fare da apripista nell’ampio dibattito circa la restituzione alla Grecia degli altri fregi del Partenone custoditi al British Museum di Londra e in altre città europee. L’accordo diventa quindi un sigillo d'eccezione per quella koinè mediterranea iniziata al tempo della Grecia classica con le sue colonie nell’Italia meridionale e in Sicilia, sottolineando ancora oggi gli intimi legami culturali tra l’Italia e la Repubblica Greca.
Mentre il frammento raggiungerà temporaneamente Atene, dalla capitale ellenica arriveranno nel capoluogo siciliano, dove saranno esposti per quattro anni, due reperti delle collezioni del Museo dell’Acropoli.
La dea Atena, marmo pentelico, V secolo a.C., Atene, Museo dell'Acropoli
Il primo ospite sarà una statua acefala in marmo pentelico, databile alla fine del V secolo a.C., che raffigura la dea Atena avvolta da un morbido peplo segnato da una cintura in vita. La dea indossa un’egida stretta ad attraversarle il petto, sulla quale avremmo scorto in origine una gòrgone, oggi perduta. La figura sostiene sulla gamba destra il peso del proprio corpo, mentre il braccio sinistro poggia probabilmente su una lancia.
Ad affiancare la statua sarà un’anfora geometrica, una produzione caratteristica delle fabbriche ateniesi della prima età arcaica, che segna l’emergere di Atene fra le varie polis greche. Si tratta di un’anfora utilizzata come cinerario, rinvenuta nel 1961 in una tomba alle pendici meridionali dell’acropoli. Risale alla prima metà dell’VIII sec. a.C. (800-760 a. C.) quando non era ancora iniziata la colonizzazione greca della Sicilia che avrebbe dato il via all’afflusso di materiali greci nell’isola.
Questo scambio di opere d’arte sarà accompagnato da una serie di iniziative in comune realizzate in partnership dai due musei su temi d’interesse culturale di respiro internazionale. Al momento il ritorno il Grecia del frammento del Partenone è solo temporaneo, frutto di un prestito di lunga data, ma non è escluso che in futuro il reperto non possa restare per sempre nella città per la quale fu concepito. La Sicilia ha infatti manifestato la volontà di un ritorno in Grecia a tempo indeterminato chiedendo al ministero della Cultura un percorso che porti al felice esito di questa possibilità. La pratica è stata già incardinata ed è attualmente in discussione in seno al “Comitato per il recupero e la restituzione dei Beni Culturali”.
Dal canto suo il ministro della Cultura Dario Franceschini ha espresso “Grande apprezzamento e sostegno per la scelta della Regione Sicilia di raggiungere un accordo con la Grecia per un prestito di lunga durata dell’unico frammento del fregio del Partenone presente sul territorio nazionale”.
Anfora geometrica, circa 800-760 a.C., Atene, Museo dell'Acropoli
All’inizio del XIX secolo il reperto era arrivato nelle mani del console inglese Robert Fagan in circostanze misteriose. Alla morte del console fu lasciato in eredità alla moglie che, tra il 1818 e il 1820, lo vendette al Regio Museo dell’Università di Palermo, il futuro Archeologico Regionale “Antonino Salinas”. Già in passato, in diverse occasioni, si ebbero interlocuzioni volte al ritorno del frammento ad Atene, assecondate da un prestito alla città greca dal settembre 2008 al marzo 2010. Dopo il suo ritorno in Sicilia, negli anni successivi, sulla vicenda della riconsegna permanente del reperto calò il silenzio. Adesso la possibilità di un ritorno definitivo appare sempre meno lontana.
Il Partenone di Atene
Appartiene al cosiddetto “Reperto Fagan”, il frammento in marmo pentelico parte del fregio orientale del Partenone, pronto a far ritorno nella capitale ellenica grazie a un importante accordo culturale sottoscritto da Sicilia e Grecia.
La sinergia, nata dalla proficua interlocuzione fra il governo siciliano – con l’assessore Alberto Samonà – e il Governo di Atene – con la ministra Lina Mendoni – è stata siglata dal Museo Archeologico Regionale “Antonio Salinas” di Palermo e dal Museo dell’Acropoli di Atene.
Il gesto, che si carica di un valore simbolico, vede l’isola fare da apripista nell’ampio dibattito circa la restituzione alla Grecia degli altri fregi del Partenone custoditi al British Museum di Londra e in altre città europee. L’accordo diventa quindi un sigillo d'eccezione per quella koinè mediterranea iniziata al tempo della Grecia classica con le sue colonie nell’Italia meridionale e in Sicilia, sottolineando ancora oggi gli intimi legami culturali tra l’Italia e la Repubblica Greca.
Mentre il frammento raggiungerà temporaneamente Atene, dalla capitale ellenica arriveranno nel capoluogo siciliano, dove saranno esposti per quattro anni, due reperti delle collezioni del Museo dell’Acropoli.
La dea Atena, marmo pentelico, V secolo a.C., Atene, Museo dell'Acropoli
Il primo ospite sarà una statua acefala in marmo pentelico, databile alla fine del V secolo a.C., che raffigura la dea Atena avvolta da un morbido peplo segnato da una cintura in vita. La dea indossa un’egida stretta ad attraversarle il petto, sulla quale avremmo scorto in origine una gòrgone, oggi perduta. La figura sostiene sulla gamba destra il peso del proprio corpo, mentre il braccio sinistro poggia probabilmente su una lancia.
Ad affiancare la statua sarà un’anfora geometrica, una produzione caratteristica delle fabbriche ateniesi della prima età arcaica, che segna l’emergere di Atene fra le varie polis greche. Si tratta di un’anfora utilizzata come cinerario, rinvenuta nel 1961 in una tomba alle pendici meridionali dell’acropoli. Risale alla prima metà dell’VIII sec. a.C. (800-760 a. C.) quando non era ancora iniziata la colonizzazione greca della Sicilia che avrebbe dato il via all’afflusso di materiali greci nell’isola.
Questo scambio di opere d’arte sarà accompagnato da una serie di iniziative in comune realizzate in partnership dai due musei su temi d’interesse culturale di respiro internazionale. Al momento il ritorno il Grecia del frammento del Partenone è solo temporaneo, frutto di un prestito di lunga data, ma non è escluso che in futuro il reperto non possa restare per sempre nella città per la quale fu concepito. La Sicilia ha infatti manifestato la volontà di un ritorno in Grecia a tempo indeterminato chiedendo al ministero della Cultura un percorso che porti al felice esito di questa possibilità. La pratica è stata già incardinata ed è attualmente in discussione in seno al “Comitato per il recupero e la restituzione dei Beni Culturali”.
Dal canto suo il ministro della Cultura Dario Franceschini ha espresso “Grande apprezzamento e sostegno per la scelta della Regione Sicilia di raggiungere un accordo con la Grecia per un prestito di lunga durata dell’unico frammento del fregio del Partenone presente sul territorio nazionale”.
Anfora geometrica, circa 800-760 a.C., Atene, Museo dell'Acropoli
All’inizio del XIX secolo il reperto era arrivato nelle mani del console inglese Robert Fagan in circostanze misteriose. Alla morte del console fu lasciato in eredità alla moglie che, tra il 1818 e il 1820, lo vendette al Regio Museo dell’Università di Palermo, il futuro Archeologico Regionale “Antonino Salinas”. Già in passato, in diverse occasioni, si ebbero interlocuzioni volte al ritorno del frammento ad Atene, assecondate da un prestito alla città greca dal settembre 2008 al marzo 2010. Dopo il suo ritorno in Sicilia, negli anni successivi, sulla vicenda della riconsegna permanente del reperto calò il silenzio. Adesso la possibilità di un ritorno definitivo appare sempre meno lontana.
Il Partenone di Atene
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