Non solo restauri di opere provenienti dai depositi, ma anche nuovi lasciti
Il Museo d’Arte Sacra di San Gimignano rivela opere mai viste

Fra Paolino da Pistoia, Madonna col Bambino e Santi Gimignano, Domenico, Antonino, Girolamo, Caterina d’Alessandria, 1525
E. Bramati
07/03/2014
Siena - Con l'inizio del 2014, il Complesso monumentale del Duomo di San Gimignano presenta il nuovo Museo d’Arte Sacra, che inaugurerà con un diverso allestimento delle sale, svelando tesori che, per motivi di restauro, erano rimasti a lungo nascosti.
La collezione include opere e oggetti liturgici provenienti dalla Collegiata e dalle chiese del comprensorio, ed è stato riallestito, in particolare, per conferire maggiore rilievo alla grande pala di Fra Paolino da Pistoia, che mancava dal museo da più di dieci anni, e che sarà ora ricollocata nella stessa sala della celebre “Madonna della rosa” di Bartolo di Fredi, simbolo del Museo.
Eseguita nel 1525, la pala raffigura la Madonna col Bambino e i santi Gimignano, Domenico, Antonino, Girolamo, Caterina d’Alessandria e Lucia, mentre nella predella si vedono Santa Caterina da Siena, la Visitazione e Tobiolo e l’Angelo. Il lavoro di riqualificazione ha riportato allo splendore originario anche la cornice della pala stessa, oltre a quella cinquecentesca della "Sacra Famiglia con San Giovannino", copia da Andrea del Sarto.
Nella stessa sala, ritorneranno poi due curiosi quadri di Matteo Rosselli. Si tratta di opere databili intorno al 1650, che creano suggestivi giochi ottici, consentendo in base alla posizione dello spettatore di scorgere un doppio ritratto del Redentore o della Santa Maria Maddalena, San Francesco o Santa Chiara.
Infine, sono entrate a far parte della raccolta due grandi tele ottocentesche raffiguranti Santa Fina, di grande importanza per la sua storia iconografica. I dipinti, che rappresentano un lascito dello studioso Gabriele Borghin, saranno ora esposti nella grande sala degli arredi sacri, una volta la loggia sopra il battistero di fianco al Duomo.
I visitatori potranno ammirare il nuovo Museo con l’ausilio di un'audioguida gratuita, che li accompagnerà i attraverso i capolavori della Collegiata, le Storie del Vecchio e Nuovo Testamento, la cappella di Santa Fina, gioiello del Rinascimento, fino al Museo d’Arte sacra.
Consulta anche:
Le meraviglie di San Gimignano in un'app
La collezione include opere e oggetti liturgici provenienti dalla Collegiata e dalle chiese del comprensorio, ed è stato riallestito, in particolare, per conferire maggiore rilievo alla grande pala di Fra Paolino da Pistoia, che mancava dal museo da più di dieci anni, e che sarà ora ricollocata nella stessa sala della celebre “Madonna della rosa” di Bartolo di Fredi, simbolo del Museo.
Eseguita nel 1525, la pala raffigura la Madonna col Bambino e i santi Gimignano, Domenico, Antonino, Girolamo, Caterina d’Alessandria e Lucia, mentre nella predella si vedono Santa Caterina da Siena, la Visitazione e Tobiolo e l’Angelo. Il lavoro di riqualificazione ha riportato allo splendore originario anche la cornice della pala stessa, oltre a quella cinquecentesca della "Sacra Famiglia con San Giovannino", copia da Andrea del Sarto.
Nella stessa sala, ritorneranno poi due curiosi quadri di Matteo Rosselli. Si tratta di opere databili intorno al 1650, che creano suggestivi giochi ottici, consentendo in base alla posizione dello spettatore di scorgere un doppio ritratto del Redentore o della Santa Maria Maddalena, San Francesco o Santa Chiara.
Infine, sono entrate a far parte della raccolta due grandi tele ottocentesche raffiguranti Santa Fina, di grande importanza per la sua storia iconografica. I dipinti, che rappresentano un lascito dello studioso Gabriele Borghin, saranno ora esposti nella grande sala degli arredi sacri, una volta la loggia sopra il battistero di fianco al Duomo.
I visitatori potranno ammirare il nuovo Museo con l’ausilio di un'audioguida gratuita, che li accompagnerà i attraverso i capolavori della Collegiata, le Storie del Vecchio e Nuovo Testamento, la cappella di Santa Fina, gioiello del Rinascimento, fino al Museo d’Arte sacra.
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