Dal 6 marzo al 31 agosto 2025

L’arte dei papi. Da Perugino a Barocci, la mostra di Castel Sant’Angelo per il Giubileo

Carlo Sapelli, Il Tributo. Musei Reali - Galleria Sabauda, Torino, inv.804
 

Francesca Grego

20/02/2025

Roma - Il divino abbraccia l’umano in una mostra che attraversa i secoli e gli stili dell’arte per raccontare la Roma dei papi e i suoi pittori. Teatro dell’operazione, Castel Sant’Angelo, uno dei monumenti simbolo della Città Eterna. Perugino, Savoldo, Andrea del Sarto, il Sassoferrato, Annibale Carracci, Pompeo Batoni, Pietro da Cortona, Anton Raphael Mengs, Battistello Caracciolo, Federico Barocci sono tra i protagonisti del percorso curato da Arnaldo Colasanti con Annamaria Bava, ideato dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura in collaborazione con Castel Sant’Angelo e con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione Giubileo 2025.  

In programma dal 6 marzo al 31 agosto 2025, L’Arte dei Papi. Da Perugino a Barocci è “il racconto di una città che sogna di essere santa”, scrive il curatore Colasanti: “ I grandi artisti e l’impegno dei Papi hanno reso Roma non solo il patrimonio dallo splendore incomparabile ma anche quell’idea di città costruita sul desiderio cristiano di esaltare la bellezza, la memoria, la civiltà della tradizione, la dignità e l’ideale universalistico di un uomo
riscattato dal dolore”. 

Al centro del progetto, i sogni e le aspirazioni dell’essere umano nel riconoscere in sé un seme divino, come narrati dai Vangeli: dall’infanzia al perdono, dalla maternità alla speranza, la felicità, la sofferenza, la misericordia, la resurrezione. C’è “la gioia di esser famiglia”, esemplificata dalla Madonna col Bambino, San Giuseppe e San Pietro Martire di Andrea del Sarto o dall’Adorazione del Bambino con San Girolamo e San Francesco di Savoldo, ma anche i ritratti dei pontefici e le incursioni nel sacro dell’arte contemporanea, con opere di Bruno Ceccobelli, Giuseppe Salvatori, Luigi Stoisa, Giorgio Di Giorgio. 

Quasi quaranta opere da vivere come un’esperienza di raccoglimento e di stupore, in prestito da importanti musei italiani - le Gallerie Nazionali di Arte Artica Barberini Corsini, la Galleria Nazionale dell’Umbria, l’Accademia di San Luca, i Musei Reali di Torino, la Galleria Nazionale delle Marche - con alcune sorprese selezionate dai depositi e pezzi rari di grandi artisti, “nell’idea - scrive il curatore - che un punto di forza della mostra sia anche la ‘restituzione’ al visitatore di un mondo artistico tanto vasto quanto, per alcuni aspetti, poco conosciuto”. Un mondo da scoprire a partire dalla potente immagine guida dell’esposizione, Il Tributo di Carlo Sapelli, in grado di evocare, spiega ancora Colasanti, “la complessa ma pregnante relazione tra la Roma cristiana e la Roma pagana, fra il tema evangelico della libertà e quello cogente del potere”.