Unanime il verdetto della giuria del Mic
È Pesaro la Capitale Italiana della Cultura 2024
Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro, Pesaro, Piazzale della Libertà | Foto: piqsels.com
Francesca Grego
16/03/2022
Roma - Sarà Pesaro la Capitale Italiana della Cultura 2024. Lo ha annunciato questa mattina a Roma il Ministro Dario Franceschini, alla presenza dei sindaci delle dieci città finaliste, Ascoli Piceno, Chioggia, Grosseto, Mesagne, Pesaro, Sestri Levante con il Tigullio, Siracusa, Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento, Viareggio e Vicenza. Proclamata vincitrice all’unanimità dalla Commissione del Mic, Pesaro ha prevalso grazie a “un progetto culturale che valorizzando un territorio già straordinariamente ricco di testimonianze storiche e preziosità paesaggistiche e ambientali, propone azioni concrete attraverso le quali favorire integrazione, innovazione e sviluppo socio-economico”.
Dosso Dossi, Francesco Maria della Rovere alla guida delle sue truppe, Pesaro, Villa Imperiale, Camera dei Semibusti
La proposta - proseguono le motivazioni addotte dalla giuria - conferisce il giusto equilibrio tra natura, cultura e tecnologia: tre elementi che si fondono in un contesto di azione condivisa tra pubblico e privato. L’enfasi data al valore della cittadinanza, come pratica attraverso concreti esercizi, afferma una direzione che può generare contributi per altre esperienze future. Lo sforzo di coinvolgimento delle giovani generazioni in un programma impegnativo appare particolarmente interessante alla luce delle sfide che le incertezze dei tempi propongono. La valorizzazione del rapporto tra città e territorio, con un programma esteso in modo articolato a tutti i Comuni della provincia, rende corale il riconoscimento della Capitale della Cultura”.
Immediata e commossa la dedica del sindaco Matteo Ricci “alla pace” e alla città ucraina di Kharkiv, come Pesaro Città della Musica Unesco, “con l’augurio che possa presto tornare a suonare, anche insieme a noi”. E poi un pensiero agli artisti scomparsi durante la pandemia e agli antenati che hanno reso il territorio di Pesaro così bello e ricco di testimonianze storico-artistico, mentre la proclamazione a Capitale della Cultura si trasforma in un “regalo di nozze” per l'illustre pesarese Gioachino Rossini, che proprio oggi avrebbe festeggiato i 200 anni dal matrimonio con la cantante e compositrice Isabella Colbran.
Città ideale, 1470 - 1490 circa, Tempera su tavola, 67.5 × 239.5 cm, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
Da domani a Pesaro si lavorerà per realizzare il dossier vincente La natura nella cultura - Immagina la città che non c’è, basato sull’intreccio virtuoso tra arte, natura e tecnologia. In un’epoca di cambiamenti che fatichiamo a inseguire, la posta in gioco è “la capacità di mutare” a nostra volta, di adattarci e reagire a processi apparentemente ineluttabili sviluppando attitudini che nemmeno sapevamo di avere, scrivono gli ideatori del dossier. “Da sempre Pesaro ha coltivato il cambiamento, l’ascolto, la sperimentazione: è un città che alla conservazione del passato preferisce aprirsi al divenire, al grande gesto l’operosità quotidiana, e la cui tradizione e i cui geni singoli sono sempre intesi come espressione di un saper fare condiviso. Linea di margine, luogo di soglia fra Adriatico e Appennini, fra Nord e Sud, fa leva sulla sua identità territoriale indefinita e profondamente policentrica per proiettare il patrimonio culturale in visioni oltre il domani. Con il congiungersi ininterrotto di terra e acque, boschi e coltivazioni biologiche, stratificazioni archeologiche e sperimentazioni urbanistiche, Pesaro presenta una biodiversità sociale e naturale unica, che rispetta tutte le sfere del vivente e ne favorisce il dialogo. Pesaro è capace di disegnare il suo ritratto con il filo che tiene insieme la prorompente produzione musicale, l’effervescente attualità del cinema e del teatro, il piacere della sosta e dell’accelerazione in sella alle due ruote, l’eredità del genio rinascimentale che si esprime diffusamente nel design, dai mobili alla ceramica, dalla gastronomia al tessile, dall’agricoltura alla cantieristica navale, dai motori alla partecipazione collettiva, proiettando il suo spirito creativo al ritmo coinvolgente di un crescendo rossiniano".
Il Teatro Rossini di Pesaro | Courtesy of Teatri di Pesaro
Su queste basi è stato sviluppato il programma in cinque punti che darà forma agli eventi del 2024. La natura mobile della cultura, per esempio, sarà l’occasione per far nascere la Bicipolitana, un percorso di installazioni sonore mobili dove le strutture ricettive si trasformeranno in “hotel labyrinth” per residenze artistiche. Fa parte di questo progetto anche Danzando memorie sul mare, che riporterà alla luce “archivi sonori di tradizioni perdute”. La seconda sezione, dal titolo La natura ubiqua della cultura, mira invece a ribaltare i rapporti tra centro e periferia attraverso un Atlante delle emozioni destinato ai cittadini, accendendo i riflettori su architetture invisibili o sulle cosiddette “valigie digitali”, le Sim card dei migranti che approdano in Italia senza altri bagagli.
La natura imprevedibile della cultura recupera luoghi e oggetti per scrivere il futuro: dalle residenze artistiche ospitate nei quartieri alle scenografie del Rossini Opera Festival, pronte a una seconda vita nel segno della condivisione grazie alla creatività delle associazioni cittadine. Il quarto capitolo, La natura operosa della cultura, invita al confronto tra saperi e competenze in un’ottica di innovazione: così il blu, il “colore della cuccagna” caratteristico dei capolavori rinascimentali, troverà usi inediti e imprevedibili, così come il progetto musicale e discografico Oceano Adriatico - diventato ormai “un brand cittadino” - inviterà a riflettere su “una nuova politica del rumore”. Ultima nell’elenco ma non in ordine di importanza, La natura vivente della cultura si fa portatrice di un nuovo patto con l’ambiente: a rappresentarlo saranno i 33 alberi monumentali di un “bosco risonante” che racconta una storia millenaria, così come la Rising Room di Marina Abramović, una performance per vivere le più intense emozioni offerte dall’elemento acquatico.
Il mare di Pesaro | Foto: Verdiano via flickr
Dosso Dossi, Francesco Maria della Rovere alla guida delle sue truppe, Pesaro, Villa Imperiale, Camera dei Semibusti
La proposta - proseguono le motivazioni addotte dalla giuria - conferisce il giusto equilibrio tra natura, cultura e tecnologia: tre elementi che si fondono in un contesto di azione condivisa tra pubblico e privato. L’enfasi data al valore della cittadinanza, come pratica attraverso concreti esercizi, afferma una direzione che può generare contributi per altre esperienze future. Lo sforzo di coinvolgimento delle giovani generazioni in un programma impegnativo appare particolarmente interessante alla luce delle sfide che le incertezze dei tempi propongono. La valorizzazione del rapporto tra città e territorio, con un programma esteso in modo articolato a tutti i Comuni della provincia, rende corale il riconoscimento della Capitale della Cultura”.
Immediata e commossa la dedica del sindaco Matteo Ricci “alla pace” e alla città ucraina di Kharkiv, come Pesaro Città della Musica Unesco, “con l’augurio che possa presto tornare a suonare, anche insieme a noi”. E poi un pensiero agli artisti scomparsi durante la pandemia e agli antenati che hanno reso il territorio di Pesaro così bello e ricco di testimonianze storico-artistico, mentre la proclamazione a Capitale della Cultura si trasforma in un “regalo di nozze” per l'illustre pesarese Gioachino Rossini, che proprio oggi avrebbe festeggiato i 200 anni dal matrimonio con la cantante e compositrice Isabella Colbran.
Città ideale, 1470 - 1490 circa, Tempera su tavola, 67.5 × 239.5 cm, Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
Da domani a Pesaro si lavorerà per realizzare il dossier vincente La natura nella cultura - Immagina la città che non c’è, basato sull’intreccio virtuoso tra arte, natura e tecnologia. In un’epoca di cambiamenti che fatichiamo a inseguire, la posta in gioco è “la capacità di mutare” a nostra volta, di adattarci e reagire a processi apparentemente ineluttabili sviluppando attitudini che nemmeno sapevamo di avere, scrivono gli ideatori del dossier. “Da sempre Pesaro ha coltivato il cambiamento, l’ascolto, la sperimentazione: è un città che alla conservazione del passato preferisce aprirsi al divenire, al grande gesto l’operosità quotidiana, e la cui tradizione e i cui geni singoli sono sempre intesi come espressione di un saper fare condiviso. Linea di margine, luogo di soglia fra Adriatico e Appennini, fra Nord e Sud, fa leva sulla sua identità territoriale indefinita e profondamente policentrica per proiettare il patrimonio culturale in visioni oltre il domani. Con il congiungersi ininterrotto di terra e acque, boschi e coltivazioni biologiche, stratificazioni archeologiche e sperimentazioni urbanistiche, Pesaro presenta una biodiversità sociale e naturale unica, che rispetta tutte le sfere del vivente e ne favorisce il dialogo. Pesaro è capace di disegnare il suo ritratto con il filo che tiene insieme la prorompente produzione musicale, l’effervescente attualità del cinema e del teatro, il piacere della sosta e dell’accelerazione in sella alle due ruote, l’eredità del genio rinascimentale che si esprime diffusamente nel design, dai mobili alla ceramica, dalla gastronomia al tessile, dall’agricoltura alla cantieristica navale, dai motori alla partecipazione collettiva, proiettando il suo spirito creativo al ritmo coinvolgente di un crescendo rossiniano".
Il Teatro Rossini di Pesaro | Courtesy of Teatri di Pesaro
Su queste basi è stato sviluppato il programma in cinque punti che darà forma agli eventi del 2024. La natura mobile della cultura, per esempio, sarà l’occasione per far nascere la Bicipolitana, un percorso di installazioni sonore mobili dove le strutture ricettive si trasformeranno in “hotel labyrinth” per residenze artistiche. Fa parte di questo progetto anche Danzando memorie sul mare, che riporterà alla luce “archivi sonori di tradizioni perdute”. La seconda sezione, dal titolo La natura ubiqua della cultura, mira invece a ribaltare i rapporti tra centro e periferia attraverso un Atlante delle emozioni destinato ai cittadini, accendendo i riflettori su architetture invisibili o sulle cosiddette “valigie digitali”, le Sim card dei migranti che approdano in Italia senza altri bagagli.
La natura imprevedibile della cultura recupera luoghi e oggetti per scrivere il futuro: dalle residenze artistiche ospitate nei quartieri alle scenografie del Rossini Opera Festival, pronte a una seconda vita nel segno della condivisione grazie alla creatività delle associazioni cittadine. Il quarto capitolo, La natura operosa della cultura, invita al confronto tra saperi e competenze in un’ottica di innovazione: così il blu, il “colore della cuccagna” caratteristico dei capolavori rinascimentali, troverà usi inediti e imprevedibili, così come il progetto musicale e discografico Oceano Adriatico - diventato ormai “un brand cittadino” - inviterà a riflettere su “una nuova politica del rumore”. Ultima nell’elenco ma non in ordine di importanza, La natura vivente della cultura si fa portatrice di un nuovo patto con l’ambiente: a rappresentarlo saranno i 33 alberi monumentali di un “bosco risonante” che racconta una storia millenaria, così come la Rising Room di Marina Abramović, una performance per vivere le più intense emozioni offerte dall’elemento acquatico.
Il mare di Pesaro | Foto: Verdiano via flickr
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