Colori splendenti e una leggibilità inedita per uno spettacolare racconto per immagini
Nuova vita al Chiostro Grande di Santa Maria Novella. Restaurati gli affreschi cinquecenteschi
Chiostro Grande di Santa Maria Novella, lunette del lato Est. Courtesy Fondaco Italia
Francesca Grego
25/02/2021
Firenze - Tornano a splendere grazie a un importante intervento di restauro i dipinti del Chiostro Grande di Santa Maria Novella, gioiello del Cinquecento fiorentino. Umidità, agenti atmosferici e vernici posticce nei secoli hanno messo a dura prova gli affreschi che alcuni dei migliori pittori del tempo - da Alessandro Allori al Cigoli, da Bernardino Poccetti a Santi di Tito - realizzarono per il convento domenicano annesso alla basilica rinascimentale. Se all’epoca illustri famiglie fiorentine e spagnole finanziarono insieme ai Domenicani la decorazione del Chiostro, oggi è Rigoni di Asiago, nota per la produzione di miele biologico, confetture di frutta e creme spalmabili, ad assumersi gli oneri e gli onori del restauro.
“Con questa iniziativa di Responsabilità Sociale d’Impresa”, ha dichiarato l’amministratore delegato dell’azienda Andrea Rigoni, “abbiamo continuato il viaggio La natura nel cuore di …, iniziato nel 2015 a Milano con l’Atrio dei Gesuiti nel Palazzo di Brera, per transitare poi a Venezia (statua di San Teodoro in Palazzo Ducale), Roma (fontana Venezia sposa il mare, nel cortile di Palazzo Venezia) e Matera (chiesa rupestre di San Giovanni in Monterrone), all’insegna della bellezza e della valorizzazione dei beni storico-artistici. Sono particolarmente contento che il nome dell’azienda si leghi da qui in avanti a questo luogo speciale, cuore di Firenze e teatro di avvenimenti in cui sono transitati uomini illustri tra i quali mi piace ricordare il grande Galileo Galilei”.
Ludovico Cardi detto il Cigoli, San Vincenzo Ferrer riceve l'abito di domenicano, nono decennio del secolo XVI I Courtesy Fondaco Italia
Dopo un anno di lavori coordinati da Fondaco Italia, condotti da C.E.R. - Consorzio Edile Restauratori di Firenze e seguiti in diretta webcam da 60 mila spettatori, le lunette della parete Est e dell’angolo Sud recuperano finalmente la brillantezza dei colori originari e tornano, più leggibili che mai, a narrare le storie di Cristo e dei Santi che fanno del ciclo uno degli esempi più rappresentativi della pittura della Controriforma. Di origine trecentesca, il secondo Chiostro di Santa Maria Novella è il più grande di Firenze: è composto da ben 56 arcate, sotto le quali il prestigio dei domenicani si manifesta in un racconto di 52 lunette dipinte, oltre a volte affrescate a grottesche e ritratti di uomini illustri legati alla storia del convento. Per realizzare un simile programma iconografico fu necessario l’intervento di più di 15 pittori dell’Accademia fiorentina, molti dei quali noti per aver già collaborato a mirabili imprese collettive come lo Studiolo di Francesco I in Palazzo Vecchio.
Dal 1922 al 2012 il Chiostro è rimasto inaccessibile al pubblico. Oggi, “il Complesso di Santa Maria Novella è al centro di un vasto progetto di valorizzazione e recupero da destinare in primo luogo all’ampliamento museale. Non a caso è qui che nascerà il nuovo museo della lingua italiana”, spiega l’assessore alla cultura del Comune di Firenze Tommaso Sacchi. Dopo il restauro degli affreschi dei lati Nord e Ovest, continua Sacchi, “riportiamo all’antico splendore queste lunette del Chiostro Grande, un lavoro certosino per il quale ringraziamo Rigoni di Asiago che ha creduto nel restauro e che assume ancora più valore in un momento così difficile e incerto per tutto il comparto culturale”.
Alessandro Fei del Barbiere, Putti I Giovanni Maria Butteri, Ferdinando I de’ Medici nelle vesti del profeta David e Francesco I de’ Medici nelle vesti del profeta Isaia I Courtesy Fondaco Italia
“Con questa iniziativa di Responsabilità Sociale d’Impresa”, ha dichiarato l’amministratore delegato dell’azienda Andrea Rigoni, “abbiamo continuato il viaggio La natura nel cuore di …, iniziato nel 2015 a Milano con l’Atrio dei Gesuiti nel Palazzo di Brera, per transitare poi a Venezia (statua di San Teodoro in Palazzo Ducale), Roma (fontana Venezia sposa il mare, nel cortile di Palazzo Venezia) e Matera (chiesa rupestre di San Giovanni in Monterrone), all’insegna della bellezza e della valorizzazione dei beni storico-artistici. Sono particolarmente contento che il nome dell’azienda si leghi da qui in avanti a questo luogo speciale, cuore di Firenze e teatro di avvenimenti in cui sono transitati uomini illustri tra i quali mi piace ricordare il grande Galileo Galilei”.
Ludovico Cardi detto il Cigoli, San Vincenzo Ferrer riceve l'abito di domenicano, nono decennio del secolo XVI I Courtesy Fondaco Italia
Dopo un anno di lavori coordinati da Fondaco Italia, condotti da C.E.R. - Consorzio Edile Restauratori di Firenze e seguiti in diretta webcam da 60 mila spettatori, le lunette della parete Est e dell’angolo Sud recuperano finalmente la brillantezza dei colori originari e tornano, più leggibili che mai, a narrare le storie di Cristo e dei Santi che fanno del ciclo uno degli esempi più rappresentativi della pittura della Controriforma. Di origine trecentesca, il secondo Chiostro di Santa Maria Novella è il più grande di Firenze: è composto da ben 56 arcate, sotto le quali il prestigio dei domenicani si manifesta in un racconto di 52 lunette dipinte, oltre a volte affrescate a grottesche e ritratti di uomini illustri legati alla storia del convento. Per realizzare un simile programma iconografico fu necessario l’intervento di più di 15 pittori dell’Accademia fiorentina, molti dei quali noti per aver già collaborato a mirabili imprese collettive come lo Studiolo di Francesco I in Palazzo Vecchio.
Dal 1922 al 2012 il Chiostro è rimasto inaccessibile al pubblico. Oggi, “il Complesso di Santa Maria Novella è al centro di un vasto progetto di valorizzazione e recupero da destinare in primo luogo all’ampliamento museale. Non a caso è qui che nascerà il nuovo museo della lingua italiana”, spiega l’assessore alla cultura del Comune di Firenze Tommaso Sacchi. Dopo il restauro degli affreschi dei lati Nord e Ovest, continua Sacchi, “riportiamo all’antico splendore queste lunette del Chiostro Grande, un lavoro certosino per il quale ringraziamo Rigoni di Asiago che ha creduto nel restauro e che assume ancora più valore in un momento così difficile e incerto per tutto il comparto culturale”.
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