DIÀ-LOGOS attraverso parole in comune
![Ritmo, Tecnica mista su tela, cm. 66x92 Ritmo, Tecnica mista su tela, cm. 66x92](http://www.arte.it/foto/600x450/30/140147-06_Ritmo-Tecnica_mista_su_tela_-_66x92.jpg)
Ritmo, Tecnica mista su tela, cm. 66x92
Dal 18 Maggio 2023 al 02 Luglio 2023
Prato
Luogo: Cassero Medievale
Indirizzo: Viale Piave
Curatori: Erica Romano
Al Cassero Medievale di Prato il 18 maggio inaugura “DIÀ-LOGOS attraverso parole in comune”, la doppia personale delle artiste Laura VdB Facchini e Antonia Trevisan, a cura di Erica Romano, che sarà visitabile fino al 2 luglio.
Il progetto espositivo, condiviso e realizzato col sostegno del Comune di Prato, nasce dal racconto di un’amicizia, in cui il dialogo è diventato il terreno fertile di un lavoro personale e comune insieme. In sinergia con questo tema, sono previsti due appuntamenti speciali pensati per l’incontro e il dialogo diretto con il pubblico: venerdì 9 giugno (alle 17.30) si terrà un talk con letture dedicate alle opere insieme alle artiste e alla curatrice, mentre giovedì 29 giugno (alle ore 18.00) verrà presentato il catalogo della mostra, edito da Gli Ori, con a seguire visita guidata dialogata.
“DIÀ-LOGOS attraverso parole in comune” si sviluppa come un corpo unico, in cui si alternano due distinte e diverse voci, con opere che toccano sia periodi significativi delle singole produzioni delle due artiste, che lavori realizzati negli anni che hanno visto la lunga gestazione e preparazione della mostra, quali frutto di una reciproca influenza e di una mutua ispirazione basata su valori condivisi ed esperienze esistenziali radicali e profonde.
Una mostra che, come dice il titolo, nasce nel segno del dialogo: non solo quello tra le artiste, ma anche quello dei visitatori con le opere d’arte e l’ambiente che le racchiude; nella convinzione che il passaggio dall’individuale al duale possa rendere possibile l’apertura del dialogo anche ad un numero più vasto di persone, il ruolo del visitatore-attore assume un valore fondamentale, e solo nell’incontro con altro e con l’altro trova spazio l’espressione autentica di sé.
Perciò, ripensando ai modi per “farsi prossime”, le artiste inviteranno il pubblico a partecipare a visite guidate e incontri di lettura, con l’intenzione di innescare uno scambio di sguardi che si attraggano a vicenda per accogliersi ed esplorarsi. Per avvalorare tale trait d’union, il percorso si conclude con un’opera site-specifica quattro mani, pensata per il giardino esterno adiacente alle mura del Cassero Medievale, dove dimorerà esposta ai cambiamenti climatici e ai mutamenti portati dal vento, suggerendo un’immagine concreta di contaminazione fecondatrice e di flessibilità resiliente.
La curatrice Erica Romano commenta: «Nella mostra parole ed esperienze di vita si sono tradotte in materia prima che ha favorito processi di crescita, di sviluppo e maturazione di un percorso, prima umano e poi artistico, capace di mettere in circolo il valore della gratuità attraverso il dono di sé e la cura reciproca. Nessun incontro, quando autentico, può lasciare indifferenti, ma qualcosa in noi finisce per esserne alterato, assistendo ad uno spostamento, ad un movimento che sbilancia il baricentro verso un cambio di posizione o verso inedite visioni di sé stessi e del mondo. È allora che l’indifferenza cede il passo alla contaminazione che genera originalità, ma anche nuove forme di legami».
Il progetto espositivo, condiviso e realizzato col sostegno del Comune di Prato, nasce dal racconto di un’amicizia, in cui il dialogo è diventato il terreno fertile di un lavoro personale e comune insieme. In sinergia con questo tema, sono previsti due appuntamenti speciali pensati per l’incontro e il dialogo diretto con il pubblico: venerdì 9 giugno (alle 17.30) si terrà un talk con letture dedicate alle opere insieme alle artiste e alla curatrice, mentre giovedì 29 giugno (alle ore 18.00) verrà presentato il catalogo della mostra, edito da Gli Ori, con a seguire visita guidata dialogata.
“DIÀ-LOGOS attraverso parole in comune” si sviluppa come un corpo unico, in cui si alternano due distinte e diverse voci, con opere che toccano sia periodi significativi delle singole produzioni delle due artiste, che lavori realizzati negli anni che hanno visto la lunga gestazione e preparazione della mostra, quali frutto di una reciproca influenza e di una mutua ispirazione basata su valori condivisi ed esperienze esistenziali radicali e profonde.
Una mostra che, come dice il titolo, nasce nel segno del dialogo: non solo quello tra le artiste, ma anche quello dei visitatori con le opere d’arte e l’ambiente che le racchiude; nella convinzione che il passaggio dall’individuale al duale possa rendere possibile l’apertura del dialogo anche ad un numero più vasto di persone, il ruolo del visitatore-attore assume un valore fondamentale, e solo nell’incontro con altro e con l’altro trova spazio l’espressione autentica di sé.
Perciò, ripensando ai modi per “farsi prossime”, le artiste inviteranno il pubblico a partecipare a visite guidate e incontri di lettura, con l’intenzione di innescare uno scambio di sguardi che si attraggano a vicenda per accogliersi ed esplorarsi. Per avvalorare tale trait d’union, il percorso si conclude con un’opera site-specifica quattro mani, pensata per il giardino esterno adiacente alle mura del Cassero Medievale, dove dimorerà esposta ai cambiamenti climatici e ai mutamenti portati dal vento, suggerendo un’immagine concreta di contaminazione fecondatrice e di flessibilità resiliente.
La curatrice Erica Romano commenta: «Nella mostra parole ed esperienze di vita si sono tradotte in materia prima che ha favorito processi di crescita, di sviluppo e maturazione di un percorso, prima umano e poi artistico, capace di mettere in circolo il valore della gratuità attraverso il dono di sé e la cura reciproca. Nessun incontro, quando autentico, può lasciare indifferenti, ma qualcosa in noi finisce per esserne alterato, assistendo ad uno spostamento, ad un movimento che sbilancia il baricentro verso un cambio di posizione o verso inedite visioni di sé stessi e del mondo. È allora che l’indifferenza cede il passo alla contaminazione che genera originalità, ma anche nuove forme di legami».
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