Christian Balzano. Non è vero ma ci credo
Dal 12 Novembre 2015 al 10 Gennaio 2016
San Miniato | Pisa
Luogo: Centro Storico
Indirizzo: piazza del Bastione
Curatori: Filippo Lotti, Roberto Milani
Enti promotori:
- Comune di San Miniato
- Fondazione San Miniato Promozione
Telefono per informazioni: +39 0571 43595
E-Mail info: galleria@arte-sanlorenzo.it
Sito ufficiale: http://www.arte-sanlorenzo.it
“Non è vero ma ci credo”, questo il titolo dell'imponente scultura-toro firmata dall'artista livornese Christian Balzano, che campeggerà in piazza del Bastione durante la 45^ Mostra Mercato del tartufo bianco e vi rimarrà fino a gennaio 2016.
L'installazione, raffigurante un grande toro sdraiato a pancia in su, è un’anticipazione della mostra che l'artista terrà nella prossima primavera a Palazzo Grifoni, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato.
Una mostra realizzata ad hoc per la zona del distretto conciario e quindi inerente alla pelle e al cuoio, ma i cui contenuti sono ancora custoditi gelosamente nella mente dell'artista e dei curatori, Filippo Lotti e Roberto Milani che con Casa d’Arte San Lorenzo ed il Comune hanno promosso l’iniziativa.
La scultura, realizzata nel 2008, è stata esposta più volte nella Penisola: da Milano a Venezia Lido, Sondrio, Lucca, Follonica (Gr) e lo scorso anno nel giardino della Villa “La Ferdinanda” di Artimino (Po).
Il noto giornalista, esperto d’arte, Mimmo di Marzio ci ricorda, in un suo scritto, che “Nel progetto Non è vero ma ci credo l’artista Christian Balzano ha rielaborato, attraverso la propria poetica e i propri codici linguistici, l’icona del Toro come oggetto di scaramanzia […]: partendo dal fenomeno scaramantico egli costruisce un’estetica contemporanea che sottolinea il rito metropolitano e lo restituisce alla coscienza del pubblico attraverso un gioco di amplificazione fino al paradosso dell’ipotesi di un nuovo culto pagano di cui la sua arte diventa celebrazione. In questo viaggio iconico, il Mito come forma simbolica diventa per l’artista lo strumento per interpretare i modi in cui le persone esprimono la loro visione sul mondo e il contesto che le circonda. Il Toro di Balzano assurge a icona Pop – o meglio neopop - in quanto "prodotto democratico" proprio come la Campbell Soup o la Coca Cola, dal momento che, come direbbe Warhol, il suo utilizzo portafortuna è universale e totalmente indipendente da qualsiasi fattore sociale e di censo. […]
L’icona di Balzano […] si ricollega a un simbolismo più profondo e universale che ascrive tradizionalmente il Toro a un Principio Femminile ovvero – ancora una volta - al culto della Dea-Madre, Madre-Terra, che tutti nutre e tutti accoglie.”
Qui, a San Miniato, il toro si innalza anche a simbolo della produttività dell’industria e dell’artigianato locale, portandolo ad immagine ed emblema del ciclo produttivo conciario, eccellenza indiscussa a livello internazionale.
Per questo è stato fortemente voluto dall’amministrazione comunale sanminiatese legandolo proprio al tartufo, altra eccellenza del territorio.
L'installazione, raffigurante un grande toro sdraiato a pancia in su, è un’anticipazione della mostra che l'artista terrà nella prossima primavera a Palazzo Grifoni, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato.
Una mostra realizzata ad hoc per la zona del distretto conciario e quindi inerente alla pelle e al cuoio, ma i cui contenuti sono ancora custoditi gelosamente nella mente dell'artista e dei curatori, Filippo Lotti e Roberto Milani che con Casa d’Arte San Lorenzo ed il Comune hanno promosso l’iniziativa.
La scultura, realizzata nel 2008, è stata esposta più volte nella Penisola: da Milano a Venezia Lido, Sondrio, Lucca, Follonica (Gr) e lo scorso anno nel giardino della Villa “La Ferdinanda” di Artimino (Po).
Il noto giornalista, esperto d’arte, Mimmo di Marzio ci ricorda, in un suo scritto, che “Nel progetto Non è vero ma ci credo l’artista Christian Balzano ha rielaborato, attraverso la propria poetica e i propri codici linguistici, l’icona del Toro come oggetto di scaramanzia […]: partendo dal fenomeno scaramantico egli costruisce un’estetica contemporanea che sottolinea il rito metropolitano e lo restituisce alla coscienza del pubblico attraverso un gioco di amplificazione fino al paradosso dell’ipotesi di un nuovo culto pagano di cui la sua arte diventa celebrazione. In questo viaggio iconico, il Mito come forma simbolica diventa per l’artista lo strumento per interpretare i modi in cui le persone esprimono la loro visione sul mondo e il contesto che le circonda. Il Toro di Balzano assurge a icona Pop – o meglio neopop - in quanto "prodotto democratico" proprio come la Campbell Soup o la Coca Cola, dal momento che, come direbbe Warhol, il suo utilizzo portafortuna è universale e totalmente indipendente da qualsiasi fattore sociale e di censo. […]
L’icona di Balzano […] si ricollega a un simbolismo più profondo e universale che ascrive tradizionalmente il Toro a un Principio Femminile ovvero – ancora una volta - al culto della Dea-Madre, Madre-Terra, che tutti nutre e tutti accoglie.”
Qui, a San Miniato, il toro si innalza anche a simbolo della produttività dell’industria e dell’artigianato locale, portandolo ad immagine ed emblema del ciclo produttivo conciario, eccellenza indiscussa a livello internazionale.
Per questo è stato fortemente voluto dall’amministrazione comunale sanminiatese legandolo proprio al tartufo, altra eccellenza del territorio.
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