Imparare a vedere: Josef Albers professore, dal Bauhaus a Yale
Dal 02 Ottobre 2013 al 01 Dicembre 2013
Milano
Luogo: Accademia di Belle Arti di Brera
Indirizzo: via Brera 28
Orari: da lunedì a venerdì 9-18.30; sabato 9-14
Curatori: Samuele Boncompagni, Giovanni Iovane
Enti promotori:
- The Josef and Anni Albers Foundation
- Accademia di Belle Arti di Brera
Telefono per informazioni: +39 02 86955233/ 333 9775404
E-Mail info: ufficio.mostre@accademiadibrera.milano.it
Sito ufficiale: http://www.accademiadibrera.milano.it
Milano celebra il genio di Josef Albers (Bottrop, Germania, 1888 - New Haven, USA, 1976), attraverso due esposizioni realizzate in collaborazione con la Josef & Anni Albers Foundation, che ripercorreranno alcuni degli aspetti fondanti della carriera del grande artista modernista ed esponente del Bauhaus.
Alla Fondazione Stelline, dal 26 settembre 2013 al 6 gennaio 2014, si terrà Josef Albers. Sublime Optics, la prima monografica a Milano dell’autore tedesco.
Il 1° ottobre 2013 s’inaugurerà, nella Sala Napoleonica dell’Accademia di Brera a Milano, Imparare a vedere: Josef Albers professore, dal Bauhaus a Yale.
La mostra, curata da Samuele Boncompagni e da Giovanni Iovane, per l’Accademia di Brera, rivela e documenta l’intensità e lo straordinario impatto dell’innovativo metodo d’insegnamento di Albers.
Attraverso opere specifiche selezionate all’interno di quattro decenni, l’esposizione testimonia ampiamente la passione e la creatività impiegate da Albers durante le sue lezioni al Bauhaus, al Black Mountain College e infine alla Yale University. Insieme alle opere originali di Albers (dipinti e disegni) e a quelle dei suoi studenti, un film e materiale fotografico (riguardante le lezioni di Albers), documenteranno in maniera approfondita e sorprendente la qualità e i metodi del suo grande insegnamento.
“Io non ho insegnato pittura perché non può essere insegnata. Io ho insegnato a vedere”. Con questa lapidaria affermazione, Albers rimarcava l’elemento essenziale delle sue lezioni. Un metodo che ha sicuramente le sue origini al periodo Bauhaus. Basti pensare, ad esempio, a un altro professore di quella celebre scuola, Paul Klee, che nel 1924 pubblicava i suoi Pädagogisches Skizzenbuch, Il libro degli schizzi pedagogici, in una collana diretta da Walter Gropius e Laszlo Moholy-Nagy. Ma se in quel pioneristico -anche tipograficamente- libro, Klee mescolava i saperi più disparati con una piccola raccolta del materiale didattico utile ai suoi studenti, nelle lezioni di Albers e nei suoi scritti (il famoso Interaction of Color del 1963 è stato ora ristampato dalla Josef e Anni Foundation e dalla Yale University Press), la collaborazione costruttiva tra Maestri e allievi diviene ancor più radicale.
Un altro motto celebre di Albers era, infatti, “pensare in situazione” che si traduceva concretamente nelle sue lezioni nel privilegiare l’esperienza didattica, celando la teoria.
Tutti gli esercizi e “i pannelli didattici” avevano lo scopo non di illustrare una teoria precostituita ma di “far aprire gli occhi”. Una pratica della modalità del vedere insieme a una possibile conoscenza ,e forse anche autocoscienza, della visione ( e tale pratica era messa in atto sempre in collaborazione e grazie ai suoi studenti).
Il compito del grande artista, per Josef Albers, è la rivelazione e, insieme, l’evocazione di una visione (come ad esempio nella sua celebre serie degli Omaggi al Quadrato). Non si può, dunque, insegnare l’arte ma sicuramente si può fare esperienza di come vedere bene.
La mostra promossa dalla The Josef and Anni Albers Foundation, in collaborazione con L’Accademia di Belle Arti di Brera, è allestita all’interno della Sala Napoleonica. Situata nella corte d’onore del Palazzo di Brera, la Sala Napoleonica ha una storia particolare.
Vi sono depositati i calchi in gesso del Partenone che Antonio Canova donò all’Accademia agli inizi dell’800. Depositaria, alla lettera, di un “gusto neoclassico”, la Sala Napoleonica si propone come un affascinante anacronismo espositivo nell’accogliere le opere di Albers e quelle dei suoi studenti oltre a un considerevole numero di materiale documentario.
Nondimeno, tale accostamento afferma e “fa vedere bene” al pubblico, l’importanza dell’educazione artistica sia come parte essenziale dell’educare in generale che all’interno ovviamente dell’alta istruzione accademica. E attraverso il suo insegnamento Albers ci mostra come l’educazione artistica accademica non si sviluppa attraverso la “ricerca” ma il “cercare” insieme.
La monografica in programma alla Fondazione Stelline, curata e allestita da Nick Murphy della Josef and Anni Albers Foundation, presenta oltre settanta lavori realizzati all'inizio della sua carriera artistica, quando insegnava in Vestfalia fino agli ultimi giorni della sua vita: dal primissimo disegno conosciuto fino all'ultimo Omaggio al Quadrato, raccogliendo rari disegni giovanili, vetri colorati, vetri sabbiati e una selezione di dipinti astratti.
Alla Fondazione Stelline, dal 26 settembre 2013 al 6 gennaio 2014, si terrà Josef Albers. Sublime Optics, la prima monografica a Milano dell’autore tedesco.
Il 1° ottobre 2013 s’inaugurerà, nella Sala Napoleonica dell’Accademia di Brera a Milano, Imparare a vedere: Josef Albers professore, dal Bauhaus a Yale.
La mostra, curata da Samuele Boncompagni e da Giovanni Iovane, per l’Accademia di Brera, rivela e documenta l’intensità e lo straordinario impatto dell’innovativo metodo d’insegnamento di Albers.
Attraverso opere specifiche selezionate all’interno di quattro decenni, l’esposizione testimonia ampiamente la passione e la creatività impiegate da Albers durante le sue lezioni al Bauhaus, al Black Mountain College e infine alla Yale University. Insieme alle opere originali di Albers (dipinti e disegni) e a quelle dei suoi studenti, un film e materiale fotografico (riguardante le lezioni di Albers), documenteranno in maniera approfondita e sorprendente la qualità e i metodi del suo grande insegnamento.
“Io non ho insegnato pittura perché non può essere insegnata. Io ho insegnato a vedere”. Con questa lapidaria affermazione, Albers rimarcava l’elemento essenziale delle sue lezioni. Un metodo che ha sicuramente le sue origini al periodo Bauhaus. Basti pensare, ad esempio, a un altro professore di quella celebre scuola, Paul Klee, che nel 1924 pubblicava i suoi Pädagogisches Skizzenbuch, Il libro degli schizzi pedagogici, in una collana diretta da Walter Gropius e Laszlo Moholy-Nagy. Ma se in quel pioneristico -anche tipograficamente- libro, Klee mescolava i saperi più disparati con una piccola raccolta del materiale didattico utile ai suoi studenti, nelle lezioni di Albers e nei suoi scritti (il famoso Interaction of Color del 1963 è stato ora ristampato dalla Josef e Anni Foundation e dalla Yale University Press), la collaborazione costruttiva tra Maestri e allievi diviene ancor più radicale.
Un altro motto celebre di Albers era, infatti, “pensare in situazione” che si traduceva concretamente nelle sue lezioni nel privilegiare l’esperienza didattica, celando la teoria.
Tutti gli esercizi e “i pannelli didattici” avevano lo scopo non di illustrare una teoria precostituita ma di “far aprire gli occhi”. Una pratica della modalità del vedere insieme a una possibile conoscenza ,e forse anche autocoscienza, della visione ( e tale pratica era messa in atto sempre in collaborazione e grazie ai suoi studenti).
Il compito del grande artista, per Josef Albers, è la rivelazione e, insieme, l’evocazione di una visione (come ad esempio nella sua celebre serie degli Omaggi al Quadrato). Non si può, dunque, insegnare l’arte ma sicuramente si può fare esperienza di come vedere bene.
La mostra promossa dalla The Josef and Anni Albers Foundation, in collaborazione con L’Accademia di Belle Arti di Brera, è allestita all’interno della Sala Napoleonica. Situata nella corte d’onore del Palazzo di Brera, la Sala Napoleonica ha una storia particolare.
Vi sono depositati i calchi in gesso del Partenone che Antonio Canova donò all’Accademia agli inizi dell’800. Depositaria, alla lettera, di un “gusto neoclassico”, la Sala Napoleonica si propone come un affascinante anacronismo espositivo nell’accogliere le opere di Albers e quelle dei suoi studenti oltre a un considerevole numero di materiale documentario.
Nondimeno, tale accostamento afferma e “fa vedere bene” al pubblico, l’importanza dell’educazione artistica sia come parte essenziale dell’educare in generale che all’interno ovviamente dell’alta istruzione accademica. E attraverso il suo insegnamento Albers ci mostra come l’educazione artistica accademica non si sviluppa attraverso la “ricerca” ma il “cercare” insieme.
La monografica in programma alla Fondazione Stelline, curata e allestita da Nick Murphy della Josef and Anni Albers Foundation, presenta oltre settanta lavori realizzati all'inizio della sua carriera artistica, quando insegnava in Vestfalia fino agli ultimi giorni della sua vita: dal primissimo disegno conosciuto fino all'ultimo Omaggio al Quadrato, raccogliendo rari disegni giovanili, vetri colorati, vetri sabbiati e una selezione di dipinti astratti.
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