Hélène Delanoë. Un viaggio alchemico in tre atti.
Dal 30 Aprile 2022 al 13 Maggio 2022
Lecce
Luogo: Fondazione Palmieri
Indirizzo: Vico Dei Sotterranei
Orari: tutti i giorni dalle 11:00 alle 13:00 e dalle 17:30 alle 21:00. Domenica mattina e altri orari su appuntamento
Curatori: Dores Sacquegna
Telefono per informazioni: +39 349 37 20 659
E-Mail info: primopianogallery@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.primopianogallery.com
Primo Piano LivinGallery ha il piacere di presentare la mostra antologica di Hélène Delanoë con Un viaggio alchemico in tre atti. L’evento, patrocinato dal Comune di Lecce e curato da Dores Sacquegna apre al pubblico Sabato 30 Aprile alle ore 19:30 alla presenza dell’artista Hélène Delanoë e del Sindaco Carlo Salvemini.
In un evocativo dialogo con l'architettura Rinascimentale della Fondazione Palmieri a Lecce, in mostra le opere dell’artista francese Hélène Delanoë, che vive ed opera tra Lione e Parigi. Antropologa e psicanalista, ha vissuto per molti anni in Africa. Nel 1997 una delle sue opere, vince il Primo Premio Città di Parigi. Dal 1998 espone a livello internazionale in Europa e Asia.
La mostra antologica è suddivisa in tre momenti di indagine di cui La Materia vulcanica, Il viaggio e lo stereotipo dell’altro, l’omaggio alla cultura pittorica dell’estremo Oriente, con una selezione di 20 opere realizzate dal 2010 ad oggi. Un percorso artistico intriso di una forte connotazione antropologica ed esplorativa che va di pari passo con la sua vita, con i suoi studi di antropologia culturale in Africa, con la sua attività di psicoanalista, con i suoi viaggi intorno al mondo e con gli incontri con grandi artisti, suoi contemporanei. Il giorno dell’inaugurazione, il compositore e contrabbassista salentino Angelo Urso, evocherà in live music le opere dell’artista in una spettacolare performance di sound painting.
Con Materia Vulcanica, primo ciclo in mostra, l’artista crea una serie di opere dedicate all’evoluzione del mondo dalla sua nascita primordiale, ai suoi flussi magmatici, incandescenti e catramosi, dove il segno e la forma sono inghiottiti dai colori, che mescolati alla cera e ad altre tecniche miste, creano superfici granulose, graffianti, come le crepe della crosta terrestre o le eruzioni vulcaniche. Qui troviamo opere come Volcan de mer o Matiere Volcanique Rouge, realizzate in seguito all’osservazione diretta presso i vulcani in Italia, in Spagna e sull’isola francese di Réunion nell’Oceano Indiano ad est del Madagascar. La scala cromatica continua con opere alchemiche come Noir, Catharsis, Transmutation e Moisson du ciel che concludono questo percorso.
Il secondo ciclo dal titolo Il viaggio e lo stereotipo dell’altro, è legato al tema del viaggio e della scoperta; l’artista rende omaggio alla curiosità esplorativa degli audaci viaggiatori del XVI e del XIX secolo, con una serie di opere realizzate con assemblaggi di fotografie, incisioni e vecchie mappe, che diventano le tracce di una grafia intuitiva e che evocano i mitici viaggi antropocentrici di Cristoforo Colombo nelle Americhe e non solo. In questa sezione appartengono le opere come A la découverte du nouveau monde, Lanzarote e L'ile au Tresor. Tra le opere più recenti, Love, che parla della crisi d’identità ingabbiata in un sistema autoreferenziale e che solo l’amore, può svolgere quella funzione di antidoto alle patologie dell’età post-tecnologica. L’arte esplode, diventa circolare, ridefinisce l’habitat, crea una dimensione dell’esperienza percettiva e si intreccia in elementi naturali e artificiali come nell’opera Parcours che chiude questo cerchio.
Nel terzo e ultimo ciclo, l’omaggio è alla cultura pittorica dell’Estremo Oriente, alla sua nozione di vuoto, di serenità, di evocazione Zen. Questi dipinti si contraddistinguono dal primo ciclo, per la crescente variabile della luce, espressa nelle nuances dei grigi, dei blu e del bianco cremoso. Qui i confini si dilatano, diventano liquidi, metamorfici, sonori e frammentati in dittici e trittici e troviamo le prime opere come Blue, Arches sonores, Mouvement et calm Blanc Griffe sino alle recenti dedicate ai Planètes bleues, e al Bleu des lointains, un nuovo e intrigante viaggio immaginario nello spazio e nelle sonorità del cosmo.
Un percorso tematico plurale e metaforico, che esalta la plasticità della materia, evoca il movimento e il suono. Un viaggio alchemico e antropologico dentro e fuori i confini del mondo.
Hélène Delanoë, vive ed opera tra Lione e Parigi. Antropologa e psicanalista, ha vissuto per molti anni in Africa. Nel maggio del’68, rientra a Parigi dove si stabilisce nel quartiere degli artisti al Marais, e dove frequenta i laboratori di intaglio e tecniche dell’incisione di Attali prima e Serge Kantorowicz. Tra i suoi colleghi e amici figurano Guillaume Corneille (del gruppo Cobra), Guy Roussille, Georges Jeanclos, Daniel Bordier e Breyten Breytenbach, poeta e pittore africano. Dal 1998 espone a livello internazionale con mostre personali, collettive, biennali, fiere d’arte e musei d’arte contemporanea in Europa e Asia.
Angelo Urso è un contrabbassista salentino di musica jazz. Il Mediterraneo è il luogo che ispira le sonorità del compositore, la cui musica evoca un recondito desiderio di viaggio e di incontro. Tra le sue composizioni figura il Progetto Vulcano dove si avvale di maestri artigiani del ferro battuto come strumento di percussione, per un concerto per Campane e Orchestra del tutto innovativo. Esperto nella tecnica del Soundpainting, nel 2020 realizza il progetto The Shape con la partecipazione della Bud Powell sound-painting orchestra. Suona nella formazione di musica tradizionale Ghetonia, collabora con il flautista Antonio Cotardo e conta significative collaborazioni con musicisti come gli Almoraima tra gli altri.
In mostra il catalogo di Primo Piano Edizioni, con testi critici degli autori e le opere presentate a Lecce.
Primo Piano ringrazia l’azienda Contino Wines (http://www.continowines.it/)
In un evocativo dialogo con l'architettura Rinascimentale della Fondazione Palmieri a Lecce, in mostra le opere dell’artista francese Hélène Delanoë, che vive ed opera tra Lione e Parigi. Antropologa e psicanalista, ha vissuto per molti anni in Africa. Nel 1997 una delle sue opere, vince il Primo Premio Città di Parigi. Dal 1998 espone a livello internazionale in Europa e Asia.
La mostra antologica è suddivisa in tre momenti di indagine di cui La Materia vulcanica, Il viaggio e lo stereotipo dell’altro, l’omaggio alla cultura pittorica dell’estremo Oriente, con una selezione di 20 opere realizzate dal 2010 ad oggi. Un percorso artistico intriso di una forte connotazione antropologica ed esplorativa che va di pari passo con la sua vita, con i suoi studi di antropologia culturale in Africa, con la sua attività di psicoanalista, con i suoi viaggi intorno al mondo e con gli incontri con grandi artisti, suoi contemporanei. Il giorno dell’inaugurazione, il compositore e contrabbassista salentino Angelo Urso, evocherà in live music le opere dell’artista in una spettacolare performance di sound painting.
Con Materia Vulcanica, primo ciclo in mostra, l’artista crea una serie di opere dedicate all’evoluzione del mondo dalla sua nascita primordiale, ai suoi flussi magmatici, incandescenti e catramosi, dove il segno e la forma sono inghiottiti dai colori, che mescolati alla cera e ad altre tecniche miste, creano superfici granulose, graffianti, come le crepe della crosta terrestre o le eruzioni vulcaniche. Qui troviamo opere come Volcan de mer o Matiere Volcanique Rouge, realizzate in seguito all’osservazione diretta presso i vulcani in Italia, in Spagna e sull’isola francese di Réunion nell’Oceano Indiano ad est del Madagascar. La scala cromatica continua con opere alchemiche come Noir, Catharsis, Transmutation e Moisson du ciel che concludono questo percorso.
Il secondo ciclo dal titolo Il viaggio e lo stereotipo dell’altro, è legato al tema del viaggio e della scoperta; l’artista rende omaggio alla curiosità esplorativa degli audaci viaggiatori del XVI e del XIX secolo, con una serie di opere realizzate con assemblaggi di fotografie, incisioni e vecchie mappe, che diventano le tracce di una grafia intuitiva e che evocano i mitici viaggi antropocentrici di Cristoforo Colombo nelle Americhe e non solo. In questa sezione appartengono le opere come A la découverte du nouveau monde, Lanzarote e L'ile au Tresor. Tra le opere più recenti, Love, che parla della crisi d’identità ingabbiata in un sistema autoreferenziale e che solo l’amore, può svolgere quella funzione di antidoto alle patologie dell’età post-tecnologica. L’arte esplode, diventa circolare, ridefinisce l’habitat, crea una dimensione dell’esperienza percettiva e si intreccia in elementi naturali e artificiali come nell’opera Parcours che chiude questo cerchio.
Nel terzo e ultimo ciclo, l’omaggio è alla cultura pittorica dell’Estremo Oriente, alla sua nozione di vuoto, di serenità, di evocazione Zen. Questi dipinti si contraddistinguono dal primo ciclo, per la crescente variabile della luce, espressa nelle nuances dei grigi, dei blu e del bianco cremoso. Qui i confini si dilatano, diventano liquidi, metamorfici, sonori e frammentati in dittici e trittici e troviamo le prime opere come Blue, Arches sonores, Mouvement et calm Blanc Griffe sino alle recenti dedicate ai Planètes bleues, e al Bleu des lointains, un nuovo e intrigante viaggio immaginario nello spazio e nelle sonorità del cosmo.
Un percorso tematico plurale e metaforico, che esalta la plasticità della materia, evoca il movimento e il suono. Un viaggio alchemico e antropologico dentro e fuori i confini del mondo.
Hélène Delanoë, vive ed opera tra Lione e Parigi. Antropologa e psicanalista, ha vissuto per molti anni in Africa. Nel maggio del’68, rientra a Parigi dove si stabilisce nel quartiere degli artisti al Marais, e dove frequenta i laboratori di intaglio e tecniche dell’incisione di Attali prima e Serge Kantorowicz. Tra i suoi colleghi e amici figurano Guillaume Corneille (del gruppo Cobra), Guy Roussille, Georges Jeanclos, Daniel Bordier e Breyten Breytenbach, poeta e pittore africano. Dal 1998 espone a livello internazionale con mostre personali, collettive, biennali, fiere d’arte e musei d’arte contemporanea in Europa e Asia.
Angelo Urso è un contrabbassista salentino di musica jazz. Il Mediterraneo è il luogo che ispira le sonorità del compositore, la cui musica evoca un recondito desiderio di viaggio e di incontro. Tra le sue composizioni figura il Progetto Vulcano dove si avvale di maestri artigiani del ferro battuto come strumento di percussione, per un concerto per Campane e Orchestra del tutto innovativo. Esperto nella tecnica del Soundpainting, nel 2020 realizza il progetto The Shape con la partecipazione della Bud Powell sound-painting orchestra. Suona nella formazione di musica tradizionale Ghetonia, collabora con il flautista Antonio Cotardo e conta significative collaborazioni con musicisti come gli Almoraima tra gli altri.
In mostra il catalogo di Primo Piano Edizioni, con testi critici degli autori e le opere presentate a Lecce.
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