食べ物の美 TABEMONO NO BI bellezza, gusto e immagine della tavola giapponese
Dal 30 Ottobre 2015 al 26 Giugno 2016
Genova
Luogo: Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone
Indirizzo: piazzale G. Mazzini 4
Orari: 9.30-19.30; dal 1° novembre: da martedì a venerdì 8.30-18; sabato e domenica 9.30-18.30
Enti promotori:
- Comune di Genova
- Genova Musei
Telefono per informazioni: +39 010 542285
Sito ufficiale: http://www.museidigenova.it
La cucina giapponese (washoku), con particolare riguardo alla tradizione kaiseki di Kyōto, nel 2014 è stata inserita nella lista UNESCO come patrimonio intangibile dell’Umanità. Le motivazioni di questo riconoscimento d’importanza planetaria evidenziano innanzitutto che la cucina washoku è intimamente legata al rispetto della natura e, di conseguenza, anche all’uso sostenibile delle risorse alimentari e naturali; sottolineano, inoltre, che la tradizionale dieta nipponica contribuisce validamente alla longevità e alla prevenzione dell’obesità.
Al giorno d’oggi tra le più prospere e variegate del mondo, la ristorazione giapponese ha lontane origini nel Medioevo, ma la sua evoluzione in epoca premoderna è legata sia ai movimenti d’uomini e merci che si dipanavano lungo le principali vie di comunicazione, sia allo sviluppo delle grandi città – Kyōto, Ōsaka e specialmente Edo, l’attuale Tōkyō – e alla precoce formazione di una vivace cultura borghese. In sostanza, la tradizione culinaria giapponese si è formata durante i secoli XVII-XIX nel Giappone premoderno, non già nelle case degli aristocratici, bensì in seno agli ambienti borghesi e all’industria della ristorazione connaturata nel fenomeno dell’urbanesimo.
Ordinata in sei sezioni, la mostra comprende circa 150 opere appartenenti alle collezioni del Museo Chiossone, tra cui dipinti, stampe policrome, lacche, porcellane e bronzi.
1. Introduzione.
Washoku, la cucina giapponese. Il cibo nell’antichità giapponese. Influenze dello Shintō e del Buddhismo sulle abitudini e i tabù alimentari giapponesi. Divinità del mare, dei campi e della cucina.
2. Ricchezze delle acque, dei campi e dei monti.
Pesci, pescatori e mercati ittici. Riso e sake. Prodotti dei campi coltivati, dei boschi e dei monti.
3. Suppellettili giapponesi da pasto in lacca e porcellana.
La tavola in casa. Gioire della natura e mangiare: suppellettili per merende e picnic.
4. Case da tè e ristoranti alla moda nel periodo premoderno.
Locali di ristoro nella capitale shogunale Edo.
5. Yōshoku, i cibi occidentali e i forestieri in Giappone.
Ricette d’importazione nel Giappone del secolo XVI. La tavola occidentale in Giappone e gli Olandesi di Dejima. Suppellettili da esportazione per la tavola occidentale.
L’apertura del Giappone alle relazioni internazionali alla metà del secolo XIX: i residenti stranieri di Yokohama a tavola visti dai Giapponesi. “Mangiar carne per illuminarsi”: le nuove abitudini alimentari di origine occidentale nel periodo Meiji (1868-1912).
6. Chanoyu e sencha.
Chanoyu, la cerimonia del tè classica e le sue tradizioni artistiche e collezionistiche. Sencha, il tè infuso alla maniera cinese: gli adepti nell’ambiente dei letterati bunjin e le suppellettili di gusto cinese
Al giorno d’oggi tra le più prospere e variegate del mondo, la ristorazione giapponese ha lontane origini nel Medioevo, ma la sua evoluzione in epoca premoderna è legata sia ai movimenti d’uomini e merci che si dipanavano lungo le principali vie di comunicazione, sia allo sviluppo delle grandi città – Kyōto, Ōsaka e specialmente Edo, l’attuale Tōkyō – e alla precoce formazione di una vivace cultura borghese. In sostanza, la tradizione culinaria giapponese si è formata durante i secoli XVII-XIX nel Giappone premoderno, non già nelle case degli aristocratici, bensì in seno agli ambienti borghesi e all’industria della ristorazione connaturata nel fenomeno dell’urbanesimo.
Ordinata in sei sezioni, la mostra comprende circa 150 opere appartenenti alle collezioni del Museo Chiossone, tra cui dipinti, stampe policrome, lacche, porcellane e bronzi.
1. Introduzione.
Washoku, la cucina giapponese. Il cibo nell’antichità giapponese. Influenze dello Shintō e del Buddhismo sulle abitudini e i tabù alimentari giapponesi. Divinità del mare, dei campi e della cucina.
2. Ricchezze delle acque, dei campi e dei monti.
Pesci, pescatori e mercati ittici. Riso e sake. Prodotti dei campi coltivati, dei boschi e dei monti.
3. Suppellettili giapponesi da pasto in lacca e porcellana.
La tavola in casa. Gioire della natura e mangiare: suppellettili per merende e picnic.
4. Case da tè e ristoranti alla moda nel periodo premoderno.
Locali di ristoro nella capitale shogunale Edo.
5. Yōshoku, i cibi occidentali e i forestieri in Giappone.
Ricette d’importazione nel Giappone del secolo XVI. La tavola occidentale in Giappone e gli Olandesi di Dejima. Suppellettili da esportazione per la tavola occidentale.
L’apertura del Giappone alle relazioni internazionali alla metà del secolo XIX: i residenti stranieri di Yokohama a tavola visti dai Giapponesi. “Mangiar carne per illuminarsi”: le nuove abitudini alimentari di origine occidentale nel periodo Meiji (1868-1912).
6. Chanoyu e sencha.
Chanoyu, la cerimonia del tè classica e le sue tradizioni artistiche e collezionistiche. Sencha, il tè infuso alla maniera cinese: gli adepti nell’ambiente dei letterati bunjin e le suppellettili di gusto cinese
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