L’altra metà del cielo. Sante e devozione privata nelle grandi famiglie fiorentine nei secoli XVII-XIX
Dal 05 Dicembre 2014 al 11 Aprile 2015
Firenze
Luogo: Museo di Casa Martelli / Villa La Quiete
Indirizzo: via Zannetti 8 / via di Boldrone 2
Orari: giovedì 14-19; venerdì 14-17; sabato e domenica 9-17
Curatori: Francesca Fiorelli Malesci, Giovanni Serafini
Telefono per informazioni: +39 055 294883
E-Mail info: info@polomuseale.firenze.it
Sito ufficiale: http://www.polomuseale.firenze.it
La mostra si svolgerà in due diverse sedi: per l’intero periodo la prima sezione espositiva sarà ospitata negli spazi museali di Casa Martelli (via Zannetti 8) in orario 6 dicembre ore 16-18, 7 dicembre ore 9-18, 8 dicembre ore 9-14 dall’ 11 dicembre all'11 aprile : giovedì ore 14-19, venerdì ore 14-17, sabato e domenica (I-III-V del mese) ore 9-14; la seconda sezione della mostra è ospitata a Villa La Quiete (via di Boldrone 2) e sarà visibile il 6, 12, 13, 19 e 20 dicembre ore 10-18 e, tra il 2 gennaio e il 6 marzo 2015, solo il venerdì (orario 10-18) e non verrà protratta in parallelo con quella di Casa Martelli, che diversamente proseguirà fino all'11 aprile.
Diretta da Monica Bietti e curata da Francesca Fiorelli Malesci, l’esposizione nasce dalla collaborazione tra la Soprintendenza per il Polo Museale Fiorentino e l’Università degli Studi di Firenze (DIPINT Dipartimento Interistituzionale Integrato dell’Azienda Ospedaliero Sanitaria di Careggi).
Impreziosita dal catalogo edito da Sillabe, la mostra si propone l’obiettivo di scandagliare il tema della devozione privata nelle grandi famiglie fiorentine del passato, declinata soprattutto al femminile, con un approfondimento sulla famiglia Martelli.
In tutto si possono ammirare 165 opere tra dipinti, sculture, reliquiari, oggetti sacri elementi curiosi di una sacralità ormai lontana.
“La mostra, aggiunge Cristina Acidini - già Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino - si concentra specialmente sui culti dedicati alle sante e alle beate fiorentine, resterà certo fra le più sorprendenti per i nostri stessi concittadini, posti di fronte ad agiografie poco note e a culti desueti, attorno ai quali pure fiorì un'attività artistica a scopi devozionali tracciabile anche attraverso cappelle, altari, suppellettili e memorie nelle chiese di Firenze; fin alla corte, dove le reggenti vedove del primo Seicento, poi Vittoria della Rovere, infine l'Elettrice già ricordata esercitarono complesse pratiche religiose supportate da una quantità strabiliante di oggetti per il culto pubblico e privato, personale e collettivo.
Un denso segmento storico come quello del "profilo della santità femminile", conosciuto grazie agli ampi studi sulla vita monastica guidati da Anna Scattigno e Gabriella Zarri, trova così una sua forma di visibilità grazie ai molti e vari "pezzi" di provenienze diverse che compongono questa mostra, e che di frequente - in quanto alla natura, fattura e qualità - dal versante della storia dell'arte si spostano su quello dell'antropologia. Immagini e immaginette, strumenti corporali di devozione personale, croci e reliquiari, documenti d'ogni genere ricompongono un universo in cui, per scelta della curatrice, l'elemento femminile predomina affermandosi sia nella vita claustrale e nella santità, sia nel patronato devoto e zelante. Una storia dunque di sante e di principesse, che valorizzando il passato della famiglia Martelli strettamente legato alla Chiesa fiorentina schiude un finestra sul vivido scenario delle arti applicate nell'età barocca - dalle lavorazioni preziose di metallo o d'avorio ai più modesti manufatti in legno o perline - , inducendo una volta di più all'ammirazione per la sapienza progettuale e manuale che ne guidò la creazione”.
La direttrice del Museo di Casa Martelli e della mostra, Monica Bietti, sottolinea che da quando il museo è stato aperto al pubblico (ottobre 2009) questa è la seconda mostra che Francesca Fiorelli “ci propone: un gioiello, una spigolatura di vita, come lo è stata Viaggio in Oriente, dedicata alla collezione di foto storiche (1879) conservate presso il museo.
Come un filo della storia che si dipana e si svolge attraverso la lettura degli oggetti rimasti, ora si presenta un’altra singolare vicenda che appassiona: il culto dei santi, o meglio delle sante, le implicazioni religiose, il sentire sociale in un’epoca che va dal Seicento all’Ottocento e trova i Martelli, le famiglie fiorentine e l’intera città legata a rituali sacri o anche scaramantici alcuni conosciuti, altri ormai desueti”.
Da segnalare che l’occasione offrirà la possibilità di accedere a luoghi, stanze e zone di Villa La Quiete solitamente non visitabili dal pubblico, aperti per un percorso ad hoc in occasione della mostra, così come il Museo Casa Martelli sarà visitabile con un itinerario del tutto insolito.
LA SEZIONE DI CASA MARTELLI
La sezione della mostra che ha sede a Casa Martelli inizia con un’introduzione storica sulla devozione a Firenze e sul culto che la famiglia Medici e il patriziato fiorentino riservarono, tra il XVII e il XIX secolo, ai santi loro concittadini e alla Santissima Annunziata di cui si espongono testimonianze della devozione all’immagine attraverso i riti, le cerimonie e i doni di cui il santuario è stato testimone.
Il percorso prosegue con l’illustrazione, nei suoi aspetti più privati, del culto come la spiritualità vissuta nell’intimità dei palazzi -espressa attraverso il possesso di reliquie, libri, piccoli altari portatili e immagini devozionali- per i grandi santi fiorentini, ma soprattutto per la santità al femminile di cui le maggiori testimoni sono Maria Maddalena de’ Pazzi (Firenze, 1566 – 1607; can. 1669), Caterina de’ Ricci (Firenze,1522 – Prato, 1590; can. 1746), illustre ava della Caterina che sposò nel 1802 Niccolò Martelli, e Giuliana Falconieri (Firenze, (1271(?) – 1341, can. 1737).
Il tema, molto vicino alla famiglia Martelli, la cui prossimità con la Curia fiorentina è stata determinante negli ultimi secoli della sua storia, trova nell’ambientazione in alcune sale del palazzo la sua ideale collocazione. In palazzo Martelli sono conservate, infatti, numerose testimonianze, oltre a quelle portate in dote da Caterina de’ Ricci, che documentano questa vicinanza nelle scelte di vita e di religiosità partecipata, anche dalle ultime eredi della casata. In quest’ottica è da leggersi anche la volontà di Francesca, ultima dei Martelli, che lasciò erede di tutti i suoi beni alla basilica di San Lorenzo e alla Curia fiorentina.
A questi aspetti si aggiunge, sempre in ambito cittadino, la celebrazione civica e familiare della devozione per alcune beate e venerabili, talvolta fondatrici di ordini monastici, spesso accomunate da nascita illustre. A completare l’approfondimento sullo stretto rapporto fra queste figure femminili e la società coeva, l’attenzione loro riservata dal clero e dai fedeli nell’ambito che va dall’assistenza all’educazione. Particolare attenzione è rivolta al culto mariano, ripercorrendo, attraverso le impressioni e i commenti dei visitatori, i pellegrinaggi alla Santa Casa di Loreto. A conclusione, un focus sul collezionismo di oggetti sacri, un vero mondo di tesori da scoprire, dove sarà esposta, collezione di meraviglie, una raccolta di opere ed oggetti di squisita fattura che testimoniano un ambito meno noto del collezionismo.
LA SEZIONE DI VILLA LA QUIETE
La sezione allestita presso alcuni ambienti di Villa La Quiete, approfondisce le origini e i caratteri di un importante filone della devozione femminile fiorentina tra Sei e Settecento.
La Quiete, istituzione secolare d’ispirazione religiosa, fondata da Eleonora Ramirez de Montalvo alla metà del XVII secolo, che accoglieva donne per lo più provenienti dalla nobiltà, desiderose di vivere liberamente, senza voti, nella separatezza e nella preghiera; a questo si aggiungeva la missione educativa nei confronti delle bambine, che venivano loro affidate dalle famiglie, affinché si formassero secondo la morale cristiana e, giunte alla maggiore età, decidessero se sposarsi oppure prendere i voti. Fondatrici e, pertanto, figure-chiave di questa istituzione furono Eleonora Ramirez de Montalvo (Genova, 1602 – Firenze, 1659) e la Granduchessa Vittoria della Rovere (Pesaro, 1622 – Pisa, 1694): l'una ispiratrice della congregazione e autrice delle sue costituzioni; l'altra, superiora e “madrina” della stessa.
La sezione si sviluppa in alcuni ambienti, fra cui la chiesa e il coro basso. Nella chiesa sono esposte – in aggiunta alle opere d'arte già presenti – alcune testimonianze sulle due figure appena ricordate, contestualmente ai monumenti loro dedicati che qui hanno luogo, nonché sulla vita del conservatorio nel XVII secolo. Nel coro basso, invece, si ammirano le commissioni di Anna Maria Luisa de' Medici, nipote di Vittoria, ultima dei Medici, legatissima alla Quiete, e alcuni manufatti di eccezionale valore artistico e documentario per la spiritualità delle Montalve.
GLI INEDITI
Molte le opere del tutto inedite nel percorso espositivo, che presenta la storia della famiglia Martelli e del suo legame alla Chiesa fiorentina attraverso le sue committenze, quali la magnifica “Croce Martelli”, recentemente restaurata e qui presentata con una inedita valutazione critica ed attributiva. Sono inoltre presenti lo splendido e sconosciuto Sant’Agostino scrive sul cuore di santa Maria Maddalena de’ Pazzi, di Cosimo Ulivelli, e il commovente Ritratto di suor Diomira Allegri di Carlo Dolci, uscito per la prima volta dalle mura silenziose fra le quali è conservato. Inoltre il preziosissimo Ostensorio del 1619 ca., in argento e pietre preziose, opera di Jonas Falck, recante gli stemmi di Ferdinando I de’ Medici e di Cristina di Lorena e proveniente dal Convento della Santissima Annunziata. Assieme a ex voto, Agnus Dei, provenienti da numerosi prestatori, sedi pubbliche e collezioni private italiane, ma soprattutto da una straordinaria e inedita raccolta mai esposta al pubblico di oggetti sacri, medaglie, veli, berrette, “misure”, reliquiari e piccoli teatri sacri, ossia diorama con scene sacre, di eccezionale attrattiva.
Diretta da Monica Bietti e curata da Francesca Fiorelli Malesci, l’esposizione nasce dalla collaborazione tra la Soprintendenza per il Polo Museale Fiorentino e l’Università degli Studi di Firenze (DIPINT Dipartimento Interistituzionale Integrato dell’Azienda Ospedaliero Sanitaria di Careggi).
Impreziosita dal catalogo edito da Sillabe, la mostra si propone l’obiettivo di scandagliare il tema della devozione privata nelle grandi famiglie fiorentine del passato, declinata soprattutto al femminile, con un approfondimento sulla famiglia Martelli.
In tutto si possono ammirare 165 opere tra dipinti, sculture, reliquiari, oggetti sacri elementi curiosi di una sacralità ormai lontana.
“La mostra, aggiunge Cristina Acidini - già Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino - si concentra specialmente sui culti dedicati alle sante e alle beate fiorentine, resterà certo fra le più sorprendenti per i nostri stessi concittadini, posti di fronte ad agiografie poco note e a culti desueti, attorno ai quali pure fiorì un'attività artistica a scopi devozionali tracciabile anche attraverso cappelle, altari, suppellettili e memorie nelle chiese di Firenze; fin alla corte, dove le reggenti vedove del primo Seicento, poi Vittoria della Rovere, infine l'Elettrice già ricordata esercitarono complesse pratiche religiose supportate da una quantità strabiliante di oggetti per il culto pubblico e privato, personale e collettivo.
Un denso segmento storico come quello del "profilo della santità femminile", conosciuto grazie agli ampi studi sulla vita monastica guidati da Anna Scattigno e Gabriella Zarri, trova così una sua forma di visibilità grazie ai molti e vari "pezzi" di provenienze diverse che compongono questa mostra, e che di frequente - in quanto alla natura, fattura e qualità - dal versante della storia dell'arte si spostano su quello dell'antropologia. Immagini e immaginette, strumenti corporali di devozione personale, croci e reliquiari, documenti d'ogni genere ricompongono un universo in cui, per scelta della curatrice, l'elemento femminile predomina affermandosi sia nella vita claustrale e nella santità, sia nel patronato devoto e zelante. Una storia dunque di sante e di principesse, che valorizzando il passato della famiglia Martelli strettamente legato alla Chiesa fiorentina schiude un finestra sul vivido scenario delle arti applicate nell'età barocca - dalle lavorazioni preziose di metallo o d'avorio ai più modesti manufatti in legno o perline - , inducendo una volta di più all'ammirazione per la sapienza progettuale e manuale che ne guidò la creazione”.
La direttrice del Museo di Casa Martelli e della mostra, Monica Bietti, sottolinea che da quando il museo è stato aperto al pubblico (ottobre 2009) questa è la seconda mostra che Francesca Fiorelli “ci propone: un gioiello, una spigolatura di vita, come lo è stata Viaggio in Oriente, dedicata alla collezione di foto storiche (1879) conservate presso il museo.
Come un filo della storia che si dipana e si svolge attraverso la lettura degli oggetti rimasti, ora si presenta un’altra singolare vicenda che appassiona: il culto dei santi, o meglio delle sante, le implicazioni religiose, il sentire sociale in un’epoca che va dal Seicento all’Ottocento e trova i Martelli, le famiglie fiorentine e l’intera città legata a rituali sacri o anche scaramantici alcuni conosciuti, altri ormai desueti”.
Da segnalare che l’occasione offrirà la possibilità di accedere a luoghi, stanze e zone di Villa La Quiete solitamente non visitabili dal pubblico, aperti per un percorso ad hoc in occasione della mostra, così come il Museo Casa Martelli sarà visitabile con un itinerario del tutto insolito.
LA SEZIONE DI CASA MARTELLI
La sezione della mostra che ha sede a Casa Martelli inizia con un’introduzione storica sulla devozione a Firenze e sul culto che la famiglia Medici e il patriziato fiorentino riservarono, tra il XVII e il XIX secolo, ai santi loro concittadini e alla Santissima Annunziata di cui si espongono testimonianze della devozione all’immagine attraverso i riti, le cerimonie e i doni di cui il santuario è stato testimone.
Il percorso prosegue con l’illustrazione, nei suoi aspetti più privati, del culto come la spiritualità vissuta nell’intimità dei palazzi -espressa attraverso il possesso di reliquie, libri, piccoli altari portatili e immagini devozionali- per i grandi santi fiorentini, ma soprattutto per la santità al femminile di cui le maggiori testimoni sono Maria Maddalena de’ Pazzi (Firenze, 1566 – 1607; can. 1669), Caterina de’ Ricci (Firenze,1522 – Prato, 1590; can. 1746), illustre ava della Caterina che sposò nel 1802 Niccolò Martelli, e Giuliana Falconieri (Firenze, (1271(?) – 1341, can. 1737).
Il tema, molto vicino alla famiglia Martelli, la cui prossimità con la Curia fiorentina è stata determinante negli ultimi secoli della sua storia, trova nell’ambientazione in alcune sale del palazzo la sua ideale collocazione. In palazzo Martelli sono conservate, infatti, numerose testimonianze, oltre a quelle portate in dote da Caterina de’ Ricci, che documentano questa vicinanza nelle scelte di vita e di religiosità partecipata, anche dalle ultime eredi della casata. In quest’ottica è da leggersi anche la volontà di Francesca, ultima dei Martelli, che lasciò erede di tutti i suoi beni alla basilica di San Lorenzo e alla Curia fiorentina.
A questi aspetti si aggiunge, sempre in ambito cittadino, la celebrazione civica e familiare della devozione per alcune beate e venerabili, talvolta fondatrici di ordini monastici, spesso accomunate da nascita illustre. A completare l’approfondimento sullo stretto rapporto fra queste figure femminili e la società coeva, l’attenzione loro riservata dal clero e dai fedeli nell’ambito che va dall’assistenza all’educazione. Particolare attenzione è rivolta al culto mariano, ripercorrendo, attraverso le impressioni e i commenti dei visitatori, i pellegrinaggi alla Santa Casa di Loreto. A conclusione, un focus sul collezionismo di oggetti sacri, un vero mondo di tesori da scoprire, dove sarà esposta, collezione di meraviglie, una raccolta di opere ed oggetti di squisita fattura che testimoniano un ambito meno noto del collezionismo.
LA SEZIONE DI VILLA LA QUIETE
La sezione allestita presso alcuni ambienti di Villa La Quiete, approfondisce le origini e i caratteri di un importante filone della devozione femminile fiorentina tra Sei e Settecento.
La Quiete, istituzione secolare d’ispirazione religiosa, fondata da Eleonora Ramirez de Montalvo alla metà del XVII secolo, che accoglieva donne per lo più provenienti dalla nobiltà, desiderose di vivere liberamente, senza voti, nella separatezza e nella preghiera; a questo si aggiungeva la missione educativa nei confronti delle bambine, che venivano loro affidate dalle famiglie, affinché si formassero secondo la morale cristiana e, giunte alla maggiore età, decidessero se sposarsi oppure prendere i voti. Fondatrici e, pertanto, figure-chiave di questa istituzione furono Eleonora Ramirez de Montalvo (Genova, 1602 – Firenze, 1659) e la Granduchessa Vittoria della Rovere (Pesaro, 1622 – Pisa, 1694): l'una ispiratrice della congregazione e autrice delle sue costituzioni; l'altra, superiora e “madrina” della stessa.
La sezione si sviluppa in alcuni ambienti, fra cui la chiesa e il coro basso. Nella chiesa sono esposte – in aggiunta alle opere d'arte già presenti – alcune testimonianze sulle due figure appena ricordate, contestualmente ai monumenti loro dedicati che qui hanno luogo, nonché sulla vita del conservatorio nel XVII secolo. Nel coro basso, invece, si ammirano le commissioni di Anna Maria Luisa de' Medici, nipote di Vittoria, ultima dei Medici, legatissima alla Quiete, e alcuni manufatti di eccezionale valore artistico e documentario per la spiritualità delle Montalve.
GLI INEDITI
Molte le opere del tutto inedite nel percorso espositivo, che presenta la storia della famiglia Martelli e del suo legame alla Chiesa fiorentina attraverso le sue committenze, quali la magnifica “Croce Martelli”, recentemente restaurata e qui presentata con una inedita valutazione critica ed attributiva. Sono inoltre presenti lo splendido e sconosciuto Sant’Agostino scrive sul cuore di santa Maria Maddalena de’ Pazzi, di Cosimo Ulivelli, e il commovente Ritratto di suor Diomira Allegri di Carlo Dolci, uscito per la prima volta dalle mura silenziose fra le quali è conservato. Inoltre il preziosissimo Ostensorio del 1619 ca., in argento e pietre preziose, opera di Jonas Falck, recante gli stemmi di Ferdinando I de’ Medici e di Cristina di Lorena e proveniente dal Convento della Santissima Annunziata. Assieme a ex voto, Agnus Dei, provenienti da numerosi prestatori, sedi pubbliche e collezioni private italiane, ma soprattutto da una straordinaria e inedita raccolta mai esposta al pubblico di oggetti sacri, medaglie, veli, berrette, “misure”, reliquiari e piccoli teatri sacri, ossia diorama con scene sacre, di eccezionale attrattiva.
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