Corpo Elettronico
Installazione Bianco Valente, Relational Domain, 2006
Dal 13 Febbraio 2012 al 25 Aprile 2012
Catanzaro
Luogo: Fondazione Rocco Guglielmo
Indirizzo: Corso Mazzini 4
Curatori: Gianluca Marziani, Andrea La Porta
Enti promotori:
- Fondazione Rocco Guglielmo
Telefono per informazioni: +39 0961 745517
E-Mail info: info@fondazioneroccoguglielmo.it
Sito ufficiale: http://www.fondazioneroccoguglielmo.it
CORPO ELETTRONICO
Una grande mostra con sedici realtà artistiche italiane che si muovono tra video, cinema digitale e processi installativi. Corpo Elettronico svelerà immaginari che coniugano arte e scienza, tecnologia e realtà, sperimentazione e documento, approfondendo linguaggi e tematiche di rilevante attualità e complessa natura concettuale.
STORIA E POSIZIONAMENTO DEL VIDEO
La vera storia del video comincia dopo il 1965, anno fatidico in cui la Sony lancia sul mercato statunitense il “portapak” (videoregistratore portatile con telecamera), diffuso poi in tutto il mondo a partire dal 1967. Due gli artisti che riescono subito ad appropriarsene: Nam June Paik, grazie a una sovvenzione della Fondazione Rockfeller, e Les Levine. I primi video realizzati dai due sono emblematici perché indicano le differenti direzioni su cui si avvierà poi il video: pura sperimentazione linguistica o ricerca linguistica abbinata a preoccupazioni documentarie. Il video, che ancora oggi, a circa cinquant’anni dalla sua nascita, fa discutere e divide le opinioni tanto dei teorici quanto degli stessi operatori, è un medium particolare, poliedrico per natura, impossibile da definire in termini univoci. Nato dall’incrocio di scienza, tecnologia e comunicazione, è un mezzo di potere ma anche di resistenza al potere; incarna uno strumento di controllo ma produce anche informazione; è un “processo” ma è anche un “prodotto”; designa uno strumento ma anche delle pratiche tra loro diversificate; si avvale di materiali instabili, soggetti a rapido decadimento, e si basa su tecnologie in
continua evoluzione che impongono un progressivo avvicendamento di mezzi. Effimero e riproducibile per costituzione, il video rappresenta una sfida alle istituzioni dell’arte, poiché resiste alle catalogazioni degli storici, sfugge ai canoni museali, si sottrae ai normali criteri di valutazione del mercato. Rimane un corpo imprendibile e mutante per sua attitudine genetica.
VIDEOARTE ITALIANA TRA MATERIA, SEGNO E SOGNO
La mostra in oggetto affronta molteplici aspetti linguistici e tematici, mescolando esponenti storici della sperimentazione italiana con artisti più giovani che hanno scelto il video quale medium espressivo. Corpo Elettronico. Arte elettronica italiana fra materia, segno e sogno è un evento unico nel suo genere, un tentativo di sintesi storica che indaga le valenze linguistiche e strutturali del mezzo, la relazione tra il linguaggio video e i materiali reali, le molteplici possibilità tematiche, narrative e sensoriali che lo strumento narrativo offre. Si passerà da proiezioni monocanale e complesse installazioni interattive, attraversando spazi espositivi che saranno tappe dinamiche di una vera immersione espositiva.
LO SPAZIO
Il Complesso Monumentale del San Giovanni, dopo consistenti lavori di restauro, è stato di recente restituito alla città di Catanzaro e rappresenta un cuore nodale della zona storica. La riapertura ufficiale è avvenuta nel febbraio 2010 in occasione della mostra “La Costante Csomologica”, primo evento espositivo della neonata Fondazione Rocco Guglielmo. Ad un anno da quella riuscita apertura, il San Giovanni diventa oggi il luogo ideale per una mostra sulla videoarte. Due piani e una molteplicità di stanze dalle dimensioni variabili, un percorso per zone delimitate in cui lasciarsi trasportare dal flusso immaginifico, vivendo ogni artista come singolo frangente immersivo, dentro universi visuali che diventano immaginari dai molteplici confini.
IL LIBRO
Un importante volume di circa 200 pagine, curato da Andrea La Porta e Gianluca Marziani per l’editore Giampaolo Prearo, verrà presentato in occasione dell’apertura della mostra. Al suo interno
saranno raccolti i contributi critici dei principali teorici che si sono occupati di videoarte in Italia. Gli interventi, oltre a quelli dei due curatori, vedranno la presenza di Bruno Di Marino, Sandra Lischi,
Dacia Palmerino, Gianni Romano, Valentina Valentini.
MULTIMEDIALITA’ E DIDATTICA
Particolare attenzione verrà riservata alla fruizione dei lavori coi loro contenuti, offrendo modalità ideonee di consumo delle opere esposte. Una mostra è certamente una narrazione particolare, ma il modo in cui la si presenta è oggi importante quanto i segni che la contrassegnano. Ancor più pertinente se la mostra documenta le tendenze artistiche contemporanee della videoarte, in questo caso con un focus specifico sul territorio italiano. Si potrà visitare il sito della mostra, contribuendo alla discussione su ciascun artista attraverso i propri social network o coi tradizionali commenti. Ci saranno postazioni multimediali, libri e cataloghi da sfogliare in una zona del percorso espositivo. Su smartphone e strumenti portatili si potranno scaricare diversi contenuti supplementari, oltre ad avere una serie di link che aggiungeranno preziosi informazioni per il fruitore curioso.
Una grande mostra con sedici realtà artistiche italiane che si muovono tra video, cinema digitale e processi installativi. Corpo Elettronico svelerà immaginari che coniugano arte e scienza, tecnologia e realtà, sperimentazione e documento, approfondendo linguaggi e tematiche di rilevante attualità e complessa natura concettuale.
STORIA E POSIZIONAMENTO DEL VIDEO
La vera storia del video comincia dopo il 1965, anno fatidico in cui la Sony lancia sul mercato statunitense il “portapak” (videoregistratore portatile con telecamera), diffuso poi in tutto il mondo a partire dal 1967. Due gli artisti che riescono subito ad appropriarsene: Nam June Paik, grazie a una sovvenzione della Fondazione Rockfeller, e Les Levine. I primi video realizzati dai due sono emblematici perché indicano le differenti direzioni su cui si avvierà poi il video: pura sperimentazione linguistica o ricerca linguistica abbinata a preoccupazioni documentarie. Il video, che ancora oggi, a circa cinquant’anni dalla sua nascita, fa discutere e divide le opinioni tanto dei teorici quanto degli stessi operatori, è un medium particolare, poliedrico per natura, impossibile da definire in termini univoci. Nato dall’incrocio di scienza, tecnologia e comunicazione, è un mezzo di potere ma anche di resistenza al potere; incarna uno strumento di controllo ma produce anche informazione; è un “processo” ma è anche un “prodotto”; designa uno strumento ma anche delle pratiche tra loro diversificate; si avvale di materiali instabili, soggetti a rapido decadimento, e si basa su tecnologie in
continua evoluzione che impongono un progressivo avvicendamento di mezzi. Effimero e riproducibile per costituzione, il video rappresenta una sfida alle istituzioni dell’arte, poiché resiste alle catalogazioni degli storici, sfugge ai canoni museali, si sottrae ai normali criteri di valutazione del mercato. Rimane un corpo imprendibile e mutante per sua attitudine genetica.
VIDEOARTE ITALIANA TRA MATERIA, SEGNO E SOGNO
La mostra in oggetto affronta molteplici aspetti linguistici e tematici, mescolando esponenti storici della sperimentazione italiana con artisti più giovani che hanno scelto il video quale medium espressivo. Corpo Elettronico. Arte elettronica italiana fra materia, segno e sogno è un evento unico nel suo genere, un tentativo di sintesi storica che indaga le valenze linguistiche e strutturali del mezzo, la relazione tra il linguaggio video e i materiali reali, le molteplici possibilità tematiche, narrative e sensoriali che lo strumento narrativo offre. Si passerà da proiezioni monocanale e complesse installazioni interattive, attraversando spazi espositivi che saranno tappe dinamiche di una vera immersione espositiva.
LO SPAZIO
Il Complesso Monumentale del San Giovanni, dopo consistenti lavori di restauro, è stato di recente restituito alla città di Catanzaro e rappresenta un cuore nodale della zona storica. La riapertura ufficiale è avvenuta nel febbraio 2010 in occasione della mostra “La Costante Csomologica”, primo evento espositivo della neonata Fondazione Rocco Guglielmo. Ad un anno da quella riuscita apertura, il San Giovanni diventa oggi il luogo ideale per una mostra sulla videoarte. Due piani e una molteplicità di stanze dalle dimensioni variabili, un percorso per zone delimitate in cui lasciarsi trasportare dal flusso immaginifico, vivendo ogni artista come singolo frangente immersivo, dentro universi visuali che diventano immaginari dai molteplici confini.
IL LIBRO
Un importante volume di circa 200 pagine, curato da Andrea La Porta e Gianluca Marziani per l’editore Giampaolo Prearo, verrà presentato in occasione dell’apertura della mostra. Al suo interno
saranno raccolti i contributi critici dei principali teorici che si sono occupati di videoarte in Italia. Gli interventi, oltre a quelli dei due curatori, vedranno la presenza di Bruno Di Marino, Sandra Lischi,
Dacia Palmerino, Gianni Romano, Valentina Valentini.
MULTIMEDIALITA’ E DIDATTICA
Particolare attenzione verrà riservata alla fruizione dei lavori coi loro contenuti, offrendo modalità ideonee di consumo delle opere esposte. Una mostra è certamente una narrazione particolare, ma il modo in cui la si presenta è oggi importante quanto i segni che la contrassegnano. Ancor più pertinente se la mostra documenta le tendenze artistiche contemporanee della videoarte, in questo caso con un focus specifico sul territorio italiano. Si potrà visitare il sito della mostra, contribuendo alla discussione su ciascun artista attraverso i propri social network o coi tradizionali commenti. Ci saranno postazioni multimediali, libri e cataloghi da sfogliare in una zona del percorso espositivo. Su smartphone e strumenti portatili si potranno scaricare diversi contenuti supplementari, oltre ad avere una serie di link che aggiungeranno preziosi informazioni per il fruitore curioso.
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