L’oggetto del desiderio. Europa torna a Sant’Agata
![L’oggetto del desiderio. Europa torna a Sant’Agata, Chiesa di San Francesco, Sant'Agata de' Goti (BN) L’oggetto del desiderio. Europa torna a Sant’Agata, Chiesa di San Francesco, Sant'Agata de' Goti (BN)](http://www.arte.it/foto/600x450/e6/27573-invito_L_oggetto_del_desiderio.jpg)
L’oggetto del desiderio. Europa torna a Sant’Agata, Chiesa di San Francesco, Sant'Agata de' Goti (BN)
Dal 18 Dicembre 2014 al 17 Maggio 2015
Sant'Agata de' Goti | Benevento
Luogo: Chiesa di San Francesco
Indirizzo: Sant'Agata dei Goti
Enti promotori:
- Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento e Caserta
- Comune di Sant’Agata de’ Goti
Telefono per informazioni: +39 089 5647283
E-Mail info: sba-sa.promozione@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.archeosa.beniculturali.it
Giovedì 18 dicembre sarà inaugurata la mostra archeologica “L’oggetto del desiderio. Europa torna a Sant’Agata”. L’iniziativa, realizzata grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta e il Comune di Sant’Agata de’ Goti, segna finalmente il ritorno del celebre cratere di Assteas, raffigurante il rapimento di Europa, nella sua terra di origine.
Il vaso fu rinvenuto, infatti, da scavatori clandestini negli anni Settanta del secolo scorso proprio nella necropoli sannitica di Sant’Agata de’ Goti, l’antica Saticula. Dopo essere stato ceduto dai tombaroli per un milione di lire e un maialino, transitò sul mercato antiquario e nel 1981 fu acquistato dal Paul Getty Museum di Malibu per 380.000 dollari. Nel 2007 il cratere è stato restituito all’Italia, grazie a complesse indagini investigative svolte dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale; da allora è stato esposto in maniera permanente presso il Museo Archeologico Nazionale di Paestum e ospitato in prestigiose sedi – Palazzo del Quirinale e Palazzo Massimo a Roma, Palazzo dell’Unesco di Parigi - all’interno di mostre temporanee, ma mai nel suo luogo di ritrovamento.
L’esposizione è allestita all’interno della chiesa di San Francesco, di proprietà del Comune di Sant’Agata de’ Goti, già sede dal 2012 della mostra “Sulle tracce di Saticula” che raccontava l’importanza archeologica dell’insediamento e i danni perpetrati dai clandestini alle ricche necropoli saticulane.
La mostra prevede un percorso espositivo molto suggestivo in cui, mediante videoproiezioni, sarà narrata a trecentosessanta gradi la storia del vaso dal momento della sua creazione nel IV secolo a.C. fino al suo ritorno a Sant’Agata de’ Goti.
All’ingresso della chiesa una prima installazione video restituisce l’inquadramento storico-archeologico dell’antica Saticula, uno dei centri principali del Sannio caudino occupato fin dall’età preistorica.
Di seguito, su un grande schermo centrale, si narrano le vicissitudini del cratere dal momento del suo trafugamento da una tomba di Saticula fino al rientro nella terra d’origine, facendo riferimento anche ai numerosi vasi depredati dalle necropoli del centro caudino e oggi esposti nei più importanti musei del mondo.
Al termine del percorso, al centro del coro ligneo dietro l’altare, è esposto “l’oggetto del desiderio”, il cratere raffigurante il rapimento di Europa da parte di Zeus nelle sembianze di un toro bianco. Il pubblico potrà così conoscere la figura del ceramografo pestano Assteas, artigiano attivo a Paestum tra il 375 e il 350 a.C., che, unico in Italia meridionale, era solito firmare le sue opere migliori,come nel caso del nostro vaso. Infine, attraverso il minimapping – una videoproiezione effettuata direttamente sul cratere – le figure dipinte sul vaso si animeranno per ridare nuova vita al mito della passione tra Europa e Zeus.
La mostra resterà aperta fino al 17 maggio 2015, data in cui il cratere lascerà Sant’Agata de’ Goti per essere esposto a Palazzo Reale di Milano, nell’ambito degli eventi previsti per Expo 2015.
Al suo rientro sarà definitivamente collocato negli spazi del Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino a Montesarchio.
Il vaso fu rinvenuto, infatti, da scavatori clandestini negli anni Settanta del secolo scorso proprio nella necropoli sannitica di Sant’Agata de’ Goti, l’antica Saticula. Dopo essere stato ceduto dai tombaroli per un milione di lire e un maialino, transitò sul mercato antiquario e nel 1981 fu acquistato dal Paul Getty Museum di Malibu per 380.000 dollari. Nel 2007 il cratere è stato restituito all’Italia, grazie a complesse indagini investigative svolte dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale; da allora è stato esposto in maniera permanente presso il Museo Archeologico Nazionale di Paestum e ospitato in prestigiose sedi – Palazzo del Quirinale e Palazzo Massimo a Roma, Palazzo dell’Unesco di Parigi - all’interno di mostre temporanee, ma mai nel suo luogo di ritrovamento.
L’esposizione è allestita all’interno della chiesa di San Francesco, di proprietà del Comune di Sant’Agata de’ Goti, già sede dal 2012 della mostra “Sulle tracce di Saticula” che raccontava l’importanza archeologica dell’insediamento e i danni perpetrati dai clandestini alle ricche necropoli saticulane.
La mostra prevede un percorso espositivo molto suggestivo in cui, mediante videoproiezioni, sarà narrata a trecentosessanta gradi la storia del vaso dal momento della sua creazione nel IV secolo a.C. fino al suo ritorno a Sant’Agata de’ Goti.
All’ingresso della chiesa una prima installazione video restituisce l’inquadramento storico-archeologico dell’antica Saticula, uno dei centri principali del Sannio caudino occupato fin dall’età preistorica.
Di seguito, su un grande schermo centrale, si narrano le vicissitudini del cratere dal momento del suo trafugamento da una tomba di Saticula fino al rientro nella terra d’origine, facendo riferimento anche ai numerosi vasi depredati dalle necropoli del centro caudino e oggi esposti nei più importanti musei del mondo.
Al termine del percorso, al centro del coro ligneo dietro l’altare, è esposto “l’oggetto del desiderio”, il cratere raffigurante il rapimento di Europa da parte di Zeus nelle sembianze di un toro bianco. Il pubblico potrà così conoscere la figura del ceramografo pestano Assteas, artigiano attivo a Paestum tra il 375 e il 350 a.C., che, unico in Italia meridionale, era solito firmare le sue opere migliori,come nel caso del nostro vaso. Infine, attraverso il minimapping – una videoproiezione effettuata direttamente sul cratere – le figure dipinte sul vaso si animeranno per ridare nuova vita al mito della passione tra Europa e Zeus.
La mostra resterà aperta fino al 17 maggio 2015, data in cui il cratere lascerà Sant’Agata de’ Goti per essere esposto a Palazzo Reale di Milano, nell’ambito degli eventi previsti per Expo 2015.
Al suo rientro sarà definitivamente collocato negli spazi del Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino a Montesarchio.
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