Rinvenuta un’originale natura morta
Una pizza a Pompei? Nuove sorprese dagli scavi
Il dipinto ritrovato a Pompei nell'Insula 10 della Regio IX. Foto realizzata da BBC - Lion TV per il Parco Archeologico di Pompei I Courtesy Parco Archeologico di Pompei
Francesca Grego
27/06/2023
Napoli - Sembra proprio una pizza quella raffigurata in un dipinto murale di 2000 anni fa, emerso in questi giorni dagli scavi dell’insula 10 della Regio IX di Pompei, un’antica dimora con panificio annesso. Anche se gli ingredienti principali della classica Margherita erano ancora sconosciuti – il pomodoro sarebbe arrivato dalle Americhe 1500 anni dopo, la mozzarella si sarebbe diffusa nell’Italia centrale nel XV secolo – la pietanza che vediamo sulla sinistra del dipinto, poggiata su un grande vassoio d’argento, ha tutta l’aria di essere un’antenata della moderna pizza.
Che la focaccia di cereali fosse in voga nel Mediterraneo antico non è una novità. Nella natura morta pompeiana funge da supporto a una composizione di frutta (un melograno e forse un dattero) ed è condita con spezie, o con un pesto (moretum) giallo e ocra. Sullo stesso vassoio riconosciamo anche una capiente coppa colma di vino, della frutta secca e una ghirlanda di corbezzoli gialli, accanto ad altri datteri e melograni. Virgilio nell’Eneide racconta di pani sacrificali che fungevano da mense, ovvero da piatti per contenere i prodotti dei campi. “Spinti a lidi sconosciuti, esaurito ogni cibo”, Enea e i compagni affamati “divorano anche le mense”: si realizza così la profezia di Anchise, secondo cui questo era il segno che i profughi troiani avevano finalmente trovato la loro nuova patria.
La natura morta rinvenuta a Pompei nell'Insula 10 della Regio IX. Foto Parco Archeologico di Pompei
“Oltre all’identificazione precisa dei cibi rappresentati”, commenta il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel, “ritroviamo in questo affresco alcuni temi della tradizione ellenistica, elaborata poi da autori di epoca romana-imperiale come Virgilio, Marziale e Filostrato. Penso al contrasto tra un pasto frugale e semplice, che rimanda a una sfera tra il bucolico e il sacro, da un lato, e il lusso dei vassoi d’argento e la raffinatezza delle rappresentazioni artistiche e letterarie dall’altro. Come non pensare, a tal proposito, alla pizza, anch’essa nata come un piatto ‘povero’ nell’Italia meridionale, che ormai ha conquistato il mondo e viene servito anche in ristoranti stellati?” .
Dipinti rinvenuti a Pompei nell'Insula 10 della Regio IX. Foto Parco Archeologico di Pompei
Il dipinto pompeiano appartiene al genere degli xenia, precursori delle moderne nature morte, che raffigurano i doni solitamente offerti dai padroni di casa agli ospiti: frutta, uova, ortaggi, verdure, che questi ultimi potevano consumare nelle proprie stanze quando preferivano, come accade oggi in alcuni grandi alberghi. Vitruvio ci informa che in seguito il nome era passato a designare quadretti dipinti con gli stessi soggetti. Nelle città vesuviane sono state rinvenute circa trecento immagini di questo tipo, che spesso alludono alla sfera sacra oltre che a quella dell’ospitalità. Il nuovo reperto si distingue dagli altri per l’originalità del soggetto e per la notevole qualità dell’esecuzione.
La natura morta è stata ritrovata in una casa a cui era annesso un panificio parzialmente esplorato alla fine dell’Ottocento, in cui le indagini sono riprese nello scorso gennaio. Negli ambienti di lavorazione vicini al forno sono stati rinvenuti di recente gli scheletri di tre vittime. L’intero cantiere di scavo interessa un’area di circa 3.200 mq, quasi un intero isolato della città antica, la cui parte inesplorata ammonta ancora a circa 22 ettari di edifici sepolti sotto cenere e lapilli, circa un terzo dell’abitato travolto dalla furia del Vesuvio.
Dipinti ritrovati a Pompei nell'Insula 10 della Regio IX. Foto Parco Archeologico di Pompei
Leggi anche:
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Che la focaccia di cereali fosse in voga nel Mediterraneo antico non è una novità. Nella natura morta pompeiana funge da supporto a una composizione di frutta (un melograno e forse un dattero) ed è condita con spezie, o con un pesto (moretum) giallo e ocra. Sullo stesso vassoio riconosciamo anche una capiente coppa colma di vino, della frutta secca e una ghirlanda di corbezzoli gialli, accanto ad altri datteri e melograni. Virgilio nell’Eneide racconta di pani sacrificali che fungevano da mense, ovvero da piatti per contenere i prodotti dei campi. “Spinti a lidi sconosciuti, esaurito ogni cibo”, Enea e i compagni affamati “divorano anche le mense”: si realizza così la profezia di Anchise, secondo cui questo era il segno che i profughi troiani avevano finalmente trovato la loro nuova patria.
La natura morta rinvenuta a Pompei nell'Insula 10 della Regio IX. Foto Parco Archeologico di Pompei
“Oltre all’identificazione precisa dei cibi rappresentati”, commenta il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel, “ritroviamo in questo affresco alcuni temi della tradizione ellenistica, elaborata poi da autori di epoca romana-imperiale come Virgilio, Marziale e Filostrato. Penso al contrasto tra un pasto frugale e semplice, che rimanda a una sfera tra il bucolico e il sacro, da un lato, e il lusso dei vassoi d’argento e la raffinatezza delle rappresentazioni artistiche e letterarie dall’altro. Come non pensare, a tal proposito, alla pizza, anch’essa nata come un piatto ‘povero’ nell’Italia meridionale, che ormai ha conquistato il mondo e viene servito anche in ristoranti stellati?” .
Dipinti rinvenuti a Pompei nell'Insula 10 della Regio IX. Foto Parco Archeologico di Pompei
Il dipinto pompeiano appartiene al genere degli xenia, precursori delle moderne nature morte, che raffigurano i doni solitamente offerti dai padroni di casa agli ospiti: frutta, uova, ortaggi, verdure, che questi ultimi potevano consumare nelle proprie stanze quando preferivano, come accade oggi in alcuni grandi alberghi. Vitruvio ci informa che in seguito il nome era passato a designare quadretti dipinti con gli stessi soggetti. Nelle città vesuviane sono state rinvenute circa trecento immagini di questo tipo, che spesso alludono alla sfera sacra oltre che a quella dell’ospitalità. Il nuovo reperto si distingue dagli altri per l’originalità del soggetto e per la notevole qualità dell’esecuzione.
La natura morta è stata ritrovata in una casa a cui era annesso un panificio parzialmente esplorato alla fine dell’Ottocento, in cui le indagini sono riprese nello scorso gennaio. Negli ambienti di lavorazione vicini al forno sono stati rinvenuti di recente gli scheletri di tre vittime. L’intero cantiere di scavo interessa un’area di circa 3.200 mq, quasi un intero isolato della città antica, la cui parte inesplorata ammonta ancora a circa 22 ettari di edifici sepolti sotto cenere e lapilli, circa un terzo dell’abitato travolto dalla furia del Vesuvio.
Dipinti ritrovati a Pompei nell'Insula 10 della Regio IX. Foto Parco Archeologico di Pompei
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