Uno sguardo al futuro con la Dream of Winter Gondola di Philippe Starck
La gondola di Venezia, storia di un'icona. Dalle tele di Bellini al progetto hi-tech per Marco Balich
La Dream of Winter Gondola progettata da Philippe Starck su richiesta di VeniSIA
Samantha De Martin
14/09/2021
Per Hermann Hesse la gondola nera, slanciata, con il suo movimento “lieve, senza rumore alcuno, parte integrante della città dell'ozio, dell'amore e della musica”, aveva una bellezza da sogno.
Era ancora l’Ottocento e la tipica imbarcazione veneziana che da secoli scivola con destrezza tra i canali della laguna si presentava decisamente più corta, larga e priva di simmetrie rispetto a quella attuale, con la forcola del rematore - il punto in cui si alloggia il remo - ancora piatta ed essenziale.
Un sogno nell’immaginario collettivo
Sia che il nome rintracci le sue origini nella cymbula, ‘barchetta’, o nel nome greco kountelàs, ‘nave corta’, quello che è certo è che l’antica forma della gondola - oggi lunga all'incirca undici metri per 500 chili di peso e di caratteristica forma asimmetrica - si presentava molto diversa da quella attuale. Questa inconfondibile imbarcazione - il cui nome si rintraccia per la prima volta in un decreto emesso dal doge Vitale Falier nel 1094 - si è evoluta progressivamente nel corso del tempo, migliorando le caratteristiche tecniche e la leggerezza delle linee che ne fanno da sempre un sogno nell’immaginario collettivo.
Quello stesso sogno che ha mosso spose e regnanti, inorgoglito nobili e “gondolieri de casada”, maestri d'ascia veneziani, accolto “freschi” - vere e proprie passeggiate in barca per la città - e serenate, ha animato anche il poliedrico imprenditore veneziano Marco Balich.
Venezia vista da Paolo Monti, 1974 | Tramite Wikimedia Commons
La gondola dei sogni firmata Philippe Starck
Conosciutissimo in tutto il mondo per essere l’autore delle cerimonie delle ultime edizioni delle Olimpiadi, nonché l'ideatore dell’Albero della vita di Expo 2015, Balich ha invitato la star del design di fama mondiale Philippe Starck a immaginare e progettare un nuovo simbolo per Venezia. Così su richiesta di VeniSIA - l'acceleratore aziendale dell'Università Ca' Foscari, parte di Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, dedicato allo sviluppo di idee imprenditoriali e soluzioni tecnologiche per affrontare le sfide ambientali, di cui Balich è membro - Philippe Starck ha appena presentato la sua Dream of Winter Gondola. Cittadino di Burano in pianta stabile da 50 anni, Starck ha creato un simbolo destinato a fondere il proprio talento con la bellezza del patrimonio italiano al fine di trasmettere un messaggio di risonanza mondiale.
Al momento il progetto presentato dall’architetto e designer francese resta solo un sogno destinato a essere ammirato da migliaia di studenti come immagine 3D presso l'HUB di Strategy Innovation dell'Università Ca' Foscari.
Una gondola con felze nel bacino di San Marco in una fotografia ottocentesca di Carlo Naya | Tramite Wikimedia Commons
“Ho molta ammirazione e rispetto per la gondola, una delle barche più complesse al mondo con il suo design completamente asimmetrico, ma che, nonostante ciò, bilancia perfettamente il suo peso e può navigare agilmente anche nelle condizioni più difficili. È pura magia. Per questo è un grande onore per me immaginare una gondola dei sogni e, soprattutto, una gondola invernale con una piccola stanza al centro”.
I materiali e le tecnologie durevoli e hi-tech includono infatti, tra le varie cose, bioresine di alghe, bambù compresso, stabilizzatore giroscopico alimentato da energia solare, assistenza elettrica con mini turbina elettrica alimentata da energia solare. Eppure il progetto di Starck non è del tutto nuovo, almeno nella struttura coperta. Attualmente le gondole sono imbarcazioni aperte ma, fino ai primi anni del Novecento, erano dotate di una cabina smontabile detta fèlze. Le permanenze a bordo potevano essere piuttosto lunghe e, con il clima invernale veneziano, la copertura assicurava un maggiore comfort ai viaggiatori.
Le gondole del Cinquecento immortalate da Gentile Bellini
Siamo indubbiamente lontani dalle forme cinquecentesche immortalate nel quadro Miracolo della Croce caduta nel canale di San Lorenzo di Gentile Bellini. In questa tela le gondole apparivano più corte, più larghe e meno slanciate di quelle attuali e soprattutto prive di asimmetrie, oggi necessarie per compensare lo spostamento causato dallo stile di rematura veneziano a un solo remo. La coperta di prua e quella di poppa, dove trova posto il gondoliere, sono piatte e molto basse rispetto al pelo dell'acqua. I ferri, a prua e a poppa, sono caratterizzati da due brevi e sottili astine metalliche. La forcola del rematore è piatta ed essenziale, priva di gomiti.
Gentile Bellini, Miracolo della Croce caduta nel canale di San Lorenzo, 1500, Tempera su tela, 430 x 323 cm, Venezia, Gallerie dell'Accademia
La gondola dei sogni progettata da Philippe Starck, simbolo di un progetto innovativo che vorrebbe fare di Venezia la prima città sostenibile al mondo, non tradisce il tradizionale colore nero dell'imbarcazione, dovuto inizialmente al consueto impiego della pece come impermeabilizzante dello scafo (le gondole da regata sono invece le uniche variopinte).
“Uno statement ispirato all’icona più famosa di Venezia”
“Da veneziano - confessa Balich - sono davvero felice di supportare questo progetto di gran valore. La creatività vi ricopre un ruolo fondamentale ed è fantastico avere una star del design di fama mondiale come Philippe Starck, innamorato di Venezia, coinvolto nel realizzare un importante statement che prende ispirazione dall'icona più famosa di Venezia, la gondola, e unisce le tradizioni italiane con un concept capace di parlare a tutte le generazioni dell'importanza della sostenibilità in un contesto fragile come è questa città”.
Alla maniera di un moderno squerarolo - l’artigiano che, pezzo dopo pezzo, mettendo insieme otto tipi diversi di legno, dà lentamente forma a ogni gondola, forgiando, nel solco di una tradizione secolare, esemplari unici - Starck dona nuova vita a un simbolo. E chissà che un giorno la gondola del futuro non diventi realtà per trasformare Venezia nella prima città sostenibile al mondo.
Era ancora l’Ottocento e la tipica imbarcazione veneziana che da secoli scivola con destrezza tra i canali della laguna si presentava decisamente più corta, larga e priva di simmetrie rispetto a quella attuale, con la forcola del rematore - il punto in cui si alloggia il remo - ancora piatta ed essenziale.
Un sogno nell’immaginario collettivo
Sia che il nome rintracci le sue origini nella cymbula, ‘barchetta’, o nel nome greco kountelàs, ‘nave corta’, quello che è certo è che l’antica forma della gondola - oggi lunga all'incirca undici metri per 500 chili di peso e di caratteristica forma asimmetrica - si presentava molto diversa da quella attuale. Questa inconfondibile imbarcazione - il cui nome si rintraccia per la prima volta in un decreto emesso dal doge Vitale Falier nel 1094 - si è evoluta progressivamente nel corso del tempo, migliorando le caratteristiche tecniche e la leggerezza delle linee che ne fanno da sempre un sogno nell’immaginario collettivo.
Quello stesso sogno che ha mosso spose e regnanti, inorgoglito nobili e “gondolieri de casada”, maestri d'ascia veneziani, accolto “freschi” - vere e proprie passeggiate in barca per la città - e serenate, ha animato anche il poliedrico imprenditore veneziano Marco Balich.
Venezia vista da Paolo Monti, 1974 | Tramite Wikimedia Commons
La gondola dei sogni firmata Philippe Starck
Conosciutissimo in tutto il mondo per essere l’autore delle cerimonie delle ultime edizioni delle Olimpiadi, nonché l'ideatore dell’Albero della vita di Expo 2015, Balich ha invitato la star del design di fama mondiale Philippe Starck a immaginare e progettare un nuovo simbolo per Venezia. Così su richiesta di VeniSIA - l'acceleratore aziendale dell'Università Ca' Foscari, parte di Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, dedicato allo sviluppo di idee imprenditoriali e soluzioni tecnologiche per affrontare le sfide ambientali, di cui Balich è membro - Philippe Starck ha appena presentato la sua Dream of Winter Gondola. Cittadino di Burano in pianta stabile da 50 anni, Starck ha creato un simbolo destinato a fondere il proprio talento con la bellezza del patrimonio italiano al fine di trasmettere un messaggio di risonanza mondiale.
Al momento il progetto presentato dall’architetto e designer francese resta solo un sogno destinato a essere ammirato da migliaia di studenti come immagine 3D presso l'HUB di Strategy Innovation dell'Università Ca' Foscari.
Una gondola con felze nel bacino di San Marco in una fotografia ottocentesca di Carlo Naya | Tramite Wikimedia Commons
“Ho molta ammirazione e rispetto per la gondola, una delle barche più complesse al mondo con il suo design completamente asimmetrico, ma che, nonostante ciò, bilancia perfettamente il suo peso e può navigare agilmente anche nelle condizioni più difficili. È pura magia. Per questo è un grande onore per me immaginare una gondola dei sogni e, soprattutto, una gondola invernale con una piccola stanza al centro”.
I materiali e le tecnologie durevoli e hi-tech includono infatti, tra le varie cose, bioresine di alghe, bambù compresso, stabilizzatore giroscopico alimentato da energia solare, assistenza elettrica con mini turbina elettrica alimentata da energia solare. Eppure il progetto di Starck non è del tutto nuovo, almeno nella struttura coperta. Attualmente le gondole sono imbarcazioni aperte ma, fino ai primi anni del Novecento, erano dotate di una cabina smontabile detta fèlze. Le permanenze a bordo potevano essere piuttosto lunghe e, con il clima invernale veneziano, la copertura assicurava un maggiore comfort ai viaggiatori.
Le gondole del Cinquecento immortalate da Gentile Bellini
Siamo indubbiamente lontani dalle forme cinquecentesche immortalate nel quadro Miracolo della Croce caduta nel canale di San Lorenzo di Gentile Bellini. In questa tela le gondole apparivano più corte, più larghe e meno slanciate di quelle attuali e soprattutto prive di asimmetrie, oggi necessarie per compensare lo spostamento causato dallo stile di rematura veneziano a un solo remo. La coperta di prua e quella di poppa, dove trova posto il gondoliere, sono piatte e molto basse rispetto al pelo dell'acqua. I ferri, a prua e a poppa, sono caratterizzati da due brevi e sottili astine metalliche. La forcola del rematore è piatta ed essenziale, priva di gomiti.
Gentile Bellini, Miracolo della Croce caduta nel canale di San Lorenzo, 1500, Tempera su tela, 430 x 323 cm, Venezia, Gallerie dell'Accademia
La gondola dei sogni progettata da Philippe Starck, simbolo di un progetto innovativo che vorrebbe fare di Venezia la prima città sostenibile al mondo, non tradisce il tradizionale colore nero dell'imbarcazione, dovuto inizialmente al consueto impiego della pece come impermeabilizzante dello scafo (le gondole da regata sono invece le uniche variopinte).
“Uno statement ispirato all’icona più famosa di Venezia”
“Da veneziano - confessa Balich - sono davvero felice di supportare questo progetto di gran valore. La creatività vi ricopre un ruolo fondamentale ed è fantastico avere una star del design di fama mondiale come Philippe Starck, innamorato di Venezia, coinvolto nel realizzare un importante statement che prende ispirazione dall'icona più famosa di Venezia, la gondola, e unisce le tradizioni italiane con un concept capace di parlare a tutte le generazioni dell'importanza della sostenibilità in un contesto fragile come è questa città”.
Alla maniera di un moderno squerarolo - l’artigiano che, pezzo dopo pezzo, mettendo insieme otto tipi diversi di legno, dà lentamente forma a ogni gondola, forgiando, nel solco di una tradizione secolare, esemplari unici - Starck dona nuova vita a un simbolo. E chissà che un giorno la gondola del futuro non diventi realtà per trasformare Venezia nella prima città sostenibile al mondo.
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