Audrey Flack

Opera in vetrina
 

17/04/2003

Audrey Flack è stata la prima pittrice iperrealista americana di cui le opere siano entrate a far parte di una collezione del M.O.M.A nel 1966. La Flack aveva allora 35 anni (è nata infatti a New York nel 1931). Questo è stato prima che l'Iperrealismo irrompesse con la forza di un tuono nel mondo dell'arte, ma già la pittrice americana dimostrava di essere all'avanguardia e precorritrice dei tempi e delle mode. In generale, l'Iperrealismo non ebbe una grande accoglienza come tipo d'arte. Ciò risulta chiaro quando si pensa che in quel periodo in America, e a NewYork in particolare, prendeva piede l'astrazione riduttivista, arte minimalista per eccellenza e contro la forma. L'Iperrealismo non sembrava altro dunque, che una brutta e scolorita copia della pop art. L'opera della Flack ebbe la stessa sorte. Dopo essersi formata all'Istituto di Belle Arti a New York ed essersi specializzata all'Università di Yale, in New Haven, dal 1960 insegna presso Università e Istituti di design sparsi in tutti gli Stati Uniti. Al 1959 risale la sua prima personale, presso la Roko Gallery di New York, mentre nel 1997 l'ultima sua mostra, intitolata "Riflessioni in uno specchio" , ha riscosso numerosissimi consensi al Museo d'arte dell'Università di Miami. Audrey Flack ha reso propria la filosofia degli iperrealisti, e forse l'ha creata ella stessa, volendo ricreare il vero come "più vero che vero", attraverso la realtà fotografica riproposta e rilanciata in altra versione con la pittura. L'Iperrealismo concentra infatti il suo punto di riflessione sul rapporto tra superficie ed illusione, cercando di sperimentare come lesuperfici diventino illusioni e come le illusioni diventino superfici. Ecco che, a questo punto, la Flack viene a concentrarsi sulla materialità della superficie ed anche sul suo eccesso. Questa originale artista americana si è sempre dedicata alla pittura, non intendendola mai nel senso formalistico del termine, ma come arte capace di tirare fuori tutte le possibilità del colore e del senso della vista, illusioni ottiche comprese. In tal senso si comprenderanno meglio la cura quasi maniacale dei dettagli sia nei volti umani che nella rappresentazione di un rossetto o di un barattolo di crema – basta ammirare, a tal proposito, opere come Vanitas -. La pittura è vista dunque da quest'artista come continua ricerca, come atto quasi religioso di concentrazione e meditazione, non confondendo però mai verosimilitudine con illusione. Lo scopo di Audrey Flack è sempre stato quello di cercare la verità nelle forme attraverso e mediante le profonde strutture dell'arte pittorica. Questo rigorismo nella ricerca spiega come Flack sia associata sempre a Close, quantunque i loro approcci verso l'iperrealismo siano partiti da premesse opposte, anche nel colore.

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