Pergola, i monumenti della città

I Bronzi dorati di Cartoceto
 

20/09/2002

Pergola è di diritto una città d'arte. Fondata nel 1234, abitata nel tempo da umbri, etruschi, celti, romani, e dominio dei Montefeltro di Urbino per molti anni, conserva un patrimonio artistico e architettonico tra i più ricchi della Valle del Cesano. Basterebbe per tutti il Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola che custodisce il famoso gruppo equestre di bronzo dorato, appartenente al I secolo d.C., rinvenuto nel 1946 nel sottosuolo della frazione Cartoceto di Pergola. E non a caso il nome della cittadina è comunemente associato a quello dei "bronzi di Cartoceto", in un binomio inscindibile tanto prestigioso quanto vincolante. Non c'è solo il Museo dei Bronzi Dorati a Pergola. Ci sono chiese artisticamente rilevanti - come quelle di San Giacomo e di San Francesco -, c'è il Duomo, l'Oratorio di Santa Maria Assunta e, soprattutto, il centro storico, un gioiello d'antichità, ricco di testimonianze architettoniche tipiche del medioevo, e di edifici religiosi che testimoniano l'importanza storica della città. Molti i quartieri che hanno conservato la loro struttura e l'aspetto medievale. Nel centro storico si trovano costruzioni in pietra, casetorri, portali e bassorilievi di grande fascino e valore, nonché numerosi edifici religiosi. All'inizio del paese l'ex chiesa di San Giacomo documenta nei portali in facciata e nel fianco destro l'origine duecentesca. La chiesa, risalente al XII secolo, è stata rimaneggiata nel XIV secolo e completamente trasformata nel XVIII. L'interno barocco accoglie, in una nicchia a sinistra, un affresco (Crocifissione) attribuito a Lorenzo D'Alessandro. Notevole il fastoso altare maggiore di legno dorato adorno di un polittico le cui lunette (busti di santi) appartengono ad un altro polittico di arte marchigiana del Quattrocento. Una facciata neoclassica e un interno seicentesco caratterizzano, invece, il Duomo, eretto nel 1258 ma totalmente rifatto nel secolo scorso. Il campanile è in stile romanico; la tavola trecentesca (Crocifisso) di scuola marchigiana, custodita nella Cappella de Sacramento, risente di influssi riminesi. Accanto al Duomo si trova l'Episcopio che custodisce una tela (Crocifisso e angeli) di Luca Giordano e un'altra (Ultima Cena), replica della Cena del Duomo di Urbino del Barocci. La chiesa di San Francesco è in stile gotico del XIII secolo con una facciata adorna di un notevole portale trecentesco. Nell'interno, di aspetto cinquecentesco, vi è un Crocifisso dipinto su tavola, anch'esso, come quello del Duomo, di scuola marchigiana del Trecento con influssi riminesi. Dell'Oratorio di Santa Maria Assunta rimane oggi intatta la cappella, un gioiello di arte barocca. Sull'unico altare della cappella fu trasferito il dipinto di Aurelio Lomi, fratello di Orazio Gentileschi, raffigurante l'Adorazione dei Magi. Nella stessa cappella è oggi conservata una tela di Ercole Ramazzani con il Cristo e i discepoli.