Il Teatro Feronia di San Severino
Il teatro Feronia di San Severino
19/03/2002
Il forte legame che lega il piccolo centro di San Severino al teatro nasce in tempi lontani: fin dal Cinquecento il borgo marchigiano ospita numerose rappresentazioni teatrali nelle grandi sale dei palazzi nobiliari, appositamente allestite con lo scopo di dilettare un colto e raffinato pubblico aristocratico.
Ben presto però, a questi piccoli ed elitari palcoscenici, viene ad affiancarsi la sala del Teatro Pubblico, allestita presso il Palazzo Consolare di S. Severino al Monte.
Agli inizi del Settecento lo stato fatiscente dell’antico Palazzo Consolare e la sua inevitabile demolizione lasciano il pubblico sanseverinate senza una struttura pubblica, capace di ospitare spettacoli teatrali e opere musicali.
Trascorrono alcuni decenni prima che si giunga all’inaugurazione nel 1747 del Teatro de’ Condomini. Ben presto però anche questo edificio comincia a presentare non pochi inconvenienti: interamente costruito in legno, il teatro è spesso soggetto a numerosi incendi e soprattutto troppo antiquato rispetto alle nuove esigenze sceniche.
Nasce così il nuovo Teatro Feronia, il cui progetto viene affidato nel 1823 all’architetto sanseverinate Ireneo Aleandri (1795-1885).
L’Aleandri, diplomato all’Accademia di San Luca a Roma, aveva già progettato alcuni edifici a San Severino come la Porta Romana, la Fonte della Misericordia e il Palazzo Margarucci.
La progettazione del nuovo teatro presenta non pochi problemi al giovane architetto, fra cui la difficoltà di edificare la nuova struttura nello spazio angusto del precedente teatro. Malgrado ciò l’Aleandri riesce a creare una costruzione elegante e slanciata con pianta a ferro di cavallo, platea e tre ordini di palchi sormontati da un loggione.
La decorazione viene affidata ai pittori Filippo Bibiena e Raffaele Fogliardi, mentre il pittore sanseverinate Filippo Bigioli si occupa dei bozzetti per le pitture destinate alla volta e la sipario.
La solenne inaugurazione del teatro avviene nel 1828 con l’esecuzione delle opere di Rossini “Mosè in Egitto e Matilde di Scabran”: da quel momento in poi sarà proprio l’opera lirica la vera regina della scena di San Severino, con una programmazione attenta alla raffinatezza e alla novità delle opere proposte al pubblico.
Purtoppo però nel corso del Novecento gli spettacoli divengono sempre più sporadici, fino a quando nel 1922 la grande stagione della lirica si conclude con la messa in scena dell’ “Andrea Chenier” di Umberto Giordano, interpretato da grandi personaggi della lirica come il soprano Mercedes Llopart e il tenore Jesus Gaviria.
Speriamo che questa grande realtà scenica possa rinnovarsi e ridare lustro a questo splendido teatro neoclassico, che nella sua eleganza e nella sua lunga tradizione nulla invidia ai più blasonati teatri delle grandi città.
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