Dal 21 maggio al 12 settembre a Palazzo Ducale
Sul filo di Raffaello: l'arte dell'arazzo in mostra a Urbino

Manifattura Gobelins, Incendio di Borgo, Parigi, Mobilier National,1690 circa, 800 x 487 cm
Samantha De Martin
21/05/2021
Pesaro e Urbino - Un Raffaello monumentale grandeggia nella Sala del Trono di Palazzo Ducale, in quella Urbino che custodisce due sole opere del pittore capace di eternare, con il suo pennello gentile, la tenerezza commovente di fanciulli e di madonne.
Oltre che dalla pittura la rivoluzione dell’Urbinate passa anche attraverso l’arazzo, tecnica che, complice il suo linguaggio teatrale, il maestro ha contribuito a innovare dando vita a una nuova forma d’arte.
A Palazzo Ducale, sede della Galleria Nazionale delle Marche, dodici grandiose pezze tessute nelle migliori arazzerie europee raccontano l’apporto fornito da Raffaello al campo degli arazzi, settore per il quale l’artista sperimentò invenzioni, realizzando cartoni che sarebbero stati tessuti nelle botteghe fiamminghe.
Questi lavori monumentali raffiguranti principalmente le pitture delle Stanze Vaticane sfoderano, nel maestoso Salone del Trono, tutta la grandiosa opera pittorica, la potenza e l’equilibrio classico raggiunti da Raffaello a Roma, circa 25 anni dopo la partenza da Urbino.
Manifattura Gobelins, atelier Lefebvre, Il Giudizio di Paride, Parigi, Mobilier National (inv. GMTT / 480), 1691-1703, 640 x 455 cm
La mostra, organizzata in collaborazione con i Musei Vaticani e con il Mobilier National di Parigi, in corso fino al 12 settembre, si pone nel solco delle ricerche sulla diffusione dell’opera di Raffaello, verificandone per la prima volta la fortuna nel campo specifico dell’arazzeria.
All’indomani delle celebrazioni in occasione del cinquecentenario della morte del divin pittore, quegli stessi spazi che Raffaello aveva percorso da bambino con il padre Giovanni Santi accoglieranno la sua opera più grandiosa, realizzata a Roma per i papi. Entrando nel Salone del Trono del palazzo di Federico di Montefeltro, il visitatore sarà messo dinnanzi a una visione spettacolare che vede gli undici arazzi arrivati dal Mobilier National di Parigi dialogare con l’arazzo raffigurante l’Adorazione dei pastori che esce per la prima volta dai Musei Vaticani per raggiungere Urbino.
Arazzi come quello che raffigura il Giudizio di Paride, di Manifattura Gobelins, o ancora l’Incendio di Borgo, la Visione di Costantino o La Battaglia di Ponte Milvio testimoniano l’interesse che l’Europa, in particolare la Francia sotto il regno di Luigi XIV (ma poi fino al XIX secolo) nutrì nei confronti di Raffaello. Questa autentica venerazione diede vita al “folle” progetto di ricreare a Parigi, ad arazzo e in più repliche, i più celebri affreschi dell’Urbinate, utilizzando, da un lato, i pittori francesi dell’Accademia di Francia residenti a Roma, dall’altro l’abilità degli arazzieri inquadrati da Colbert sotto l’egida della manifattura dei Gobelins.
Manifattura Gobelins, Cacciata di Eliodoro dal Tempio, Parigi, Mobilier National, (inv. GMTT 175/3), XVIIII sec., 895 x 500 cm
“Questa mostra dalla genesi complessa - spiega Luigi Gallo, direttore di Palazzo Ducale - permette di comprendere la lunga vita dei disegni di Raffaello adattati ai gusti dell’epoca e, al tempo stesso, saluta la riapertura del nostro museo che riparte nel segno dell’Urbinate”.
Grazie alla struttura in metallo che conferisce leggerezza all’allestimento, gli arazzi nel Salone del Trono sembreranno fluttuare, diventando elementi di divisione e costruzione dello spazio architettonico.
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• Urbino riparte dagli arazzi di Raffaello. Parla Luigi Gallo, direttore di Palazzo Ducale
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A Palazzo Ducale, sede della Galleria Nazionale delle Marche, dodici grandiose pezze tessute nelle migliori arazzerie europee raccontano l’apporto fornito da Raffaello al campo degli arazzi, settore per il quale l’artista sperimentò invenzioni, realizzando cartoni che sarebbero stati tessuti nelle botteghe fiamminghe.
Questi lavori monumentali raffiguranti principalmente le pitture delle Stanze Vaticane sfoderano, nel maestoso Salone del Trono, tutta la grandiosa opera pittorica, la potenza e l’equilibrio classico raggiunti da Raffaello a Roma, circa 25 anni dopo la partenza da Urbino.

Manifattura Gobelins, atelier Lefebvre, Il Giudizio di Paride, Parigi, Mobilier National (inv. GMTT / 480), 1691-1703, 640 x 455 cm
La mostra, organizzata in collaborazione con i Musei Vaticani e con il Mobilier National di Parigi, in corso fino al 12 settembre, si pone nel solco delle ricerche sulla diffusione dell’opera di Raffaello, verificandone per la prima volta la fortuna nel campo specifico dell’arazzeria.
All’indomani delle celebrazioni in occasione del cinquecentenario della morte del divin pittore, quegli stessi spazi che Raffaello aveva percorso da bambino con il padre Giovanni Santi accoglieranno la sua opera più grandiosa, realizzata a Roma per i papi. Entrando nel Salone del Trono del palazzo di Federico di Montefeltro, il visitatore sarà messo dinnanzi a una visione spettacolare che vede gli undici arazzi arrivati dal Mobilier National di Parigi dialogare con l’arazzo raffigurante l’Adorazione dei pastori che esce per la prima volta dai Musei Vaticani per raggiungere Urbino.
Arazzi come quello che raffigura il Giudizio di Paride, di Manifattura Gobelins, o ancora l’Incendio di Borgo, la Visione di Costantino o La Battaglia di Ponte Milvio testimoniano l’interesse che l’Europa, in particolare la Francia sotto il regno di Luigi XIV (ma poi fino al XIX secolo) nutrì nei confronti di Raffaello. Questa autentica venerazione diede vita al “folle” progetto di ricreare a Parigi, ad arazzo e in più repliche, i più celebri affreschi dell’Urbinate, utilizzando, da un lato, i pittori francesi dell’Accademia di Francia residenti a Roma, dall’altro l’abilità degli arazzieri inquadrati da Colbert sotto l’egida della manifattura dei Gobelins.

Manifattura Gobelins, Cacciata di Eliodoro dal Tempio, Parigi, Mobilier National, (inv. GMTT 175/3), XVIIII sec., 895 x 500 cm
“Questa mostra dalla genesi complessa - spiega Luigi Gallo, direttore di Palazzo Ducale - permette di comprendere la lunga vita dei disegni di Raffaello adattati ai gusti dell’epoca e, al tempo stesso, saluta la riapertura del nostro museo che riparte nel segno dell’Urbinate”.
Grazie alla struttura in metallo che conferisce leggerezza all’allestimento, gli arazzi nel Salone del Trono sembreranno fluttuare, diventando elementi di divisione e costruzione dello spazio architettonico.

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