Presentati i risultati del progetto sviluppato dal museo con l’Università dell’indiana
Gli Uffizi a portata di click: online i nuovi archivi digitali
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Nascita di Venere, Sandro Botticelli, Galleria degli Uffizi
Francesca Grego
08/08/2018
Firenze - Gli Uffizi conquistano la rete: grazie ai nuovi archivi digitali sviluppati in collaborazione con l’Università dell’Indiana, l’immenso patrimonio del museo fiorentino sarà a disposizione degli appassionati d’arte e degli studiosi di tutto il mondo con un semplice click.
I dipinti e le sculture del Complesso Vasariano, di Palazzo Pitti e del Giardino di Boboli potranno essere ammirati in immagini ad alta definizione, ingranditi nei dettagli, illuminati a piacimento e osservati da diverse angolazioni.
Cuore dell’operazione, le collezioni di statuaria classica, che comprendono oltre mille marmi e sono attualmente interessati da un grande progetto di mappatura 3D a partire da rilievi fotogrammetrici. Negli ultimi tre anni è stata scansionata circa la metà dei reperti e i lavori continuano. Tra i prossimi obiettivi, c’è anche la messa online degli affreschi a grottesca del primo corridoio della Galleria.
“I vantaggi dei modelli 3D sono tanti”, spiega il curatore dell’arte classica e coordinatore delle attività scientifiche degli Uffizi Fabrizio Paolucci: “In primo luogo, qualunque studioso o semplice curioso potrà osservare le opere in modo ancor più dettagliato di quanto potrebbe fare sul posto. Pensate per esempio alle sculture di grandi dimensioni o alle opere accostate alle pareti. Per un visitatore della Galleria, di Boboli, della Loggia dei Lanzi o di Palazzo Pitti è impossibile cogliere la resa della parte posteriore di una statua o leggere nel dettaglio la foggia dell’acconciatura, fondamentale per la datazione delle opere”.
La nuova mappatura consente inoltre di monitorare in modo molto più efficace le superfici, segnalandone stati di degrado, integrazioni o tracce di colori antichi.
Per la prima volta, infine, è possibile calcolare con esattezza il peso delle sculture, fornendo dati utili per gli spostamenti e il calcolo della statica degli spazi espositivi.
I nuovi archivi digitali hanno origine nei database scientifici di ricerca sviluppati dagli Uffizi negli anni Novanta, racconta il direttore del museo Eike Schmidt: “Gli Uffizi all’epoca erano tra gli istituti più avanzati nell’utilizzo delle tecnologie. Noi abbiamo preso questi dati, ne abbiamo aggiunti di nuovi e ora li stiamo mettendo a disposizione del pubblico e degli studiosi attraverso una nuova piattaforma più accessibile. In questo modo le Gallerie degli Uffizi confermano il proprio ruolo di centro di ricerca, non solo di divulgazione e tutela.
I risultati del progetto possono essere consultati nella sezione “Studiosi” del sito web www.uffizi.it.
Leggi anche:
• Uffizi: nuovo allestimento per i capolavori di Leonardo
• Agli Uffizi una nuova sala per il Tondo Doni e la Madonna del Cardellino • Passioni mediorientali: arte islamica da Firenze a Urbino
I dipinti e le sculture del Complesso Vasariano, di Palazzo Pitti e del Giardino di Boboli potranno essere ammirati in immagini ad alta definizione, ingranditi nei dettagli, illuminati a piacimento e osservati da diverse angolazioni.
Cuore dell’operazione, le collezioni di statuaria classica, che comprendono oltre mille marmi e sono attualmente interessati da un grande progetto di mappatura 3D a partire da rilievi fotogrammetrici. Negli ultimi tre anni è stata scansionata circa la metà dei reperti e i lavori continuano. Tra i prossimi obiettivi, c’è anche la messa online degli affreschi a grottesca del primo corridoio della Galleria.
“I vantaggi dei modelli 3D sono tanti”, spiega il curatore dell’arte classica e coordinatore delle attività scientifiche degli Uffizi Fabrizio Paolucci: “In primo luogo, qualunque studioso o semplice curioso potrà osservare le opere in modo ancor più dettagliato di quanto potrebbe fare sul posto. Pensate per esempio alle sculture di grandi dimensioni o alle opere accostate alle pareti. Per un visitatore della Galleria, di Boboli, della Loggia dei Lanzi o di Palazzo Pitti è impossibile cogliere la resa della parte posteriore di una statua o leggere nel dettaglio la foggia dell’acconciatura, fondamentale per la datazione delle opere”.
La nuova mappatura consente inoltre di monitorare in modo molto più efficace le superfici, segnalandone stati di degrado, integrazioni o tracce di colori antichi.
Per la prima volta, infine, è possibile calcolare con esattezza il peso delle sculture, fornendo dati utili per gli spostamenti e il calcolo della statica degli spazi espositivi.
I nuovi archivi digitali hanno origine nei database scientifici di ricerca sviluppati dagli Uffizi negli anni Novanta, racconta il direttore del museo Eike Schmidt: “Gli Uffizi all’epoca erano tra gli istituti più avanzati nell’utilizzo delle tecnologie. Noi abbiamo preso questi dati, ne abbiamo aggiunti di nuovi e ora li stiamo mettendo a disposizione del pubblico e degli studiosi attraverso una nuova piattaforma più accessibile. In questo modo le Gallerie degli Uffizi confermano il proprio ruolo di centro di ricerca, non solo di divulgazione e tutela.
I risultati del progetto possono essere consultati nella sezione “Studiosi” del sito web www.uffizi.it.
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