Luca Scacchetti. Furniture Portraits
![Luca Scacchetti. Furniture Portraits Luca Scacchetti. Furniture Portraits](http://www.arte.it/foto/600x450/eb/30763-Furniture_Portaits_1.jpg)
Luca Scacchetti. Furniture Portraits
Dal 15 Aprile 2015 al 16 Maggio 2015
Milano
Luogo: Showroom Rubelli
Indirizzo: via Fatebenefratelli 9
Telefono per informazioni: +39 02 8690076
E-Mail info: vignoligallodecet@alice.it
In occasione della prima presentazione mondiale di Rubelli Casa, marchio con cui la nota azienda tessile veneziana entra nel mondo del mobile, si inaugura “Furniture Portraits”, una mostra parallela dedicata al disegno fatto a mano, allo schizzo, alla matrice stessa di un progetto. Una mostra sulle origini, sui primi segni dello sviluppo e del costruirsi di un mobile.
“Furniture Portraits” è stata allestita nel nuovo showroom di Rubelli in via Fatebenefratelli 9, a Milano.
Luca Scacchetti, architetto italiano che ha disegnato la prima collezione Rubelli Casa, presenta 45 schizzi acquerellati dei pezzi che sono poi divenuti, attraverso complessi sviluppi tecnici ed ergonomici, i veri prodotti.
Gli schizzi, tutti realizzati con matite acquerellabili Museum Aquarelle dellaMaison Caran d’Achedi Ginevra – amba-sciatrice dell’eccellenza Swiss Made e icona internazionale della scrittura e del disegno – presentano una unità di tecnica o meglio di tecniche. Un poco storti, imprecisi e assolutamente personali, questi disegni sono l’espressione della dimensione più intima del progetto. A differenza dei disegni al computer, mostrano come la mano e la matita – sua naturale protesi e completamento – siano l’unico mezzo di rappresentazione, in un rapporto diretto e immediato con l’idea.
Ogni disegno, nella sua incertezza, nelle sottili sproporzioni, nelle macchie di colore disciolte, contiene l’essenza stessa dei futuri prodotti, la loro struttura formale, materica, statica, ergo-nomica.
La distanza che si crea tra schizzi acquerellati e pezzi finiti è la stessa distanza inesistente che si crea tra le foto di un bambino e la sua immagine di uomo divenuto adulto: tutto è cambiato e al contempo nulla è cambiato.
Questo contenere un altro, un qualcosa che diventa altro, ove tutto è contenuto, ma tutto è ancora libero di trasformarsi in oggetti differenti, è la grande magia di questi acquerelli, tratteggi di matita, macchiati e sciolti dall’acqua.
Un tessuto rosso Rubelli fa da sfondo ai disegni che creano dei percorsi attraverso cui scoprire quasi per gioco l’idea stessa di arredo così come è stato pensato: un arredo fatto di singoli pezzi, ciascuno con il proprio carattere, contemporanei, ma tutti destinati a durare nel tempo, carichi di tradizione, storie e narrazione.
La mostra, da leggersi come la dimensione progettuale della prima collezione Rubelli Casa, è anche una celebrazione dei 100 anni di Caran d’Ache che, proprio come la storica azienda veneziana, fonda il proprio successo sul binomio inscindibile tradizione/innovazione.
“Furniture Portraits” è stata allestita nel nuovo showroom di Rubelli in via Fatebenefratelli 9, a Milano.
Luca Scacchetti, architetto italiano che ha disegnato la prima collezione Rubelli Casa, presenta 45 schizzi acquerellati dei pezzi che sono poi divenuti, attraverso complessi sviluppi tecnici ed ergonomici, i veri prodotti.
Gli schizzi, tutti realizzati con matite acquerellabili Museum Aquarelle dellaMaison Caran d’Achedi Ginevra – amba-sciatrice dell’eccellenza Swiss Made e icona internazionale della scrittura e del disegno – presentano una unità di tecnica o meglio di tecniche. Un poco storti, imprecisi e assolutamente personali, questi disegni sono l’espressione della dimensione più intima del progetto. A differenza dei disegni al computer, mostrano come la mano e la matita – sua naturale protesi e completamento – siano l’unico mezzo di rappresentazione, in un rapporto diretto e immediato con l’idea.
Ogni disegno, nella sua incertezza, nelle sottili sproporzioni, nelle macchie di colore disciolte, contiene l’essenza stessa dei futuri prodotti, la loro struttura formale, materica, statica, ergo-nomica.
La distanza che si crea tra schizzi acquerellati e pezzi finiti è la stessa distanza inesistente che si crea tra le foto di un bambino e la sua immagine di uomo divenuto adulto: tutto è cambiato e al contempo nulla è cambiato.
Questo contenere un altro, un qualcosa che diventa altro, ove tutto è contenuto, ma tutto è ancora libero di trasformarsi in oggetti differenti, è la grande magia di questi acquerelli, tratteggi di matita, macchiati e sciolti dall’acqua.
Un tessuto rosso Rubelli fa da sfondo ai disegni che creano dei percorsi attraverso cui scoprire quasi per gioco l’idea stessa di arredo così come è stato pensato: un arredo fatto di singoli pezzi, ciascuno con il proprio carattere, contemporanei, ma tutti destinati a durare nel tempo, carichi di tradizione, storie e narrazione.
La mostra, da leggersi come la dimensione progettuale della prima collezione Rubelli Casa, è anche una celebrazione dei 100 anni di Caran d’Ache che, proprio come la storica azienda veneziana, fonda il proprio successo sul binomio inscindibile tradizione/innovazione.
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