Alla Biblioteca Palatina di Parma dal 16 marzo al 18 maggio
La Pilotta rende omaggio al Manuale Tipografico di Giambattista Bodoni
Carattere in corpo Papale che si trova pagina 143 del primo volume del Manuale tipografico di Bodoni del 1818.
Samantha De Martin
05/03/2019
Parma - “Io vivo sempre segregato dal gran mondo e procuro ultimare il mio Manuale tipografico che da quarant’anni mi tiene occupatissimo”.
Scriveva così Giambattista Bodoni nel 1800 ad Andrés Franco Castellanos, promettendo una copia del suo celebre Manuale tipografico. L’opera sarebbe stata invece pubblicata postuma da sua moglie con l’intento di portare a compimento, dopo la sua morte, il progetto lungamente pensato e avviato dal marito.
Questa raccolta che comprende una collezione di 665 alfabeti diversi e una serie di circa 1300 fregi, oltre a una prefazione - nella quale Bodoni coglieva nell’uniformità del disegno, nella nitidezza, nel buon gusto e nell’incanto, i princìpi che costituiscono la bellezza di una famiglia di caratteri tipografici - sarà, dal 16 marzo al 18 maggio, al centro di una mostra organizzata dal Museo Bodoniano di Parma, presso il Palazzo della Pilotta.
A questo libro monumentale, di grande rarità, testamento del tipografo più importante della sua epoca, è dedicato un percorso che si pone come un riepilogo dell’attività che lo stesso stampatore ha voluto fissare nero su bianco.
Accanto ai volumi dell'inventore dei celebri caratteri, ai suoi punzoni, alle matrici, agli studi manoscritti e ai documenti d’archivio, la mostra esporrà anche alcuni manuali e campionari di caratteri realizzati da altri autori al fine di raccontare a un pubblico meno specialistico queste due distinte e poco note tipologie di libri.
Fil rouge sarà la scrittura alfabetica nella sua forma tipografica, che, nel suo diffondersi, ha avuto un peso rilevante nella cultura occidentale degli ultimi cinque secoli.
Il Manuale Tipografico del 1818 è preceduto da una raccolta di caratteri, stampata da Bodoni nel 1788, già intitolata a suo tempo Manuale Tipografico. Molto probabilmente il termine era stato mutuato dal Manuel typographique del 1764, piccolo manuale tecnico di Pierre-Simon Fournier. Ma a differenza dell’opera del tipografo francese - un autentico manuale nella sua valenza divulgativa e descrittiva - quella dello stampatore di Saluzzo si presentava come un campionario di caratteri e ornamenti da lui creati.
La mostra strizzerà l’occhio anche alla modernità grazie al Manifesto tipografico realizzato da un gruppo di grafici internazionali.
La lettera theta dell’alfabeto greco, parte dei cosiddetti “caratteri esotici” disegnati da Bodoni, tratta dalla pagina 42 del secondo volume del Manuale tipografico del 1818, accanto al carattere in corpo Papale, presente alla pagina 143 del primo volume del Manuale, e ancora il manifesto realizzato per la mostra dal grafico inglese Patrick Thomas che illustra su un muro il principio secondo cui lo spazio bianco tra le lettere si controlla meglio se il testo è rovesciato, sono solo alcuni degli elementi visibili in mostra.
I volumi esposti nel percorso a cura di Silvana Amato, che si avvale del contributo di famosi grafici internazionali, provengono in gran parte dalla collezione della Biblioteca Palatina.
Come spiega la curatrice, “Il percorso è un’occasione per rintracciare attraverso l’evoluzione della forma dei caratteri lo svolgersi stesso della nostra storia, e di sfruttare l’occasione per avviare nuovi discorsi critici intorno al tema della scrittura come strumento di conoscenza".
La mostra è visitabile all’interno del Palazzo della Pilotta presso la Galleria Petitot della Biblioteca Palatina dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 18; il venerdì e il sabato dalle 9 alle 13. Domenica 24 marzo dalle 13 alle 19 è prevista un’apertura straordinaria.
Leggi anche:
• Segni esemplari. Omaggio al Manuale Tipografico di Giambattista Bodoni
Scriveva così Giambattista Bodoni nel 1800 ad Andrés Franco Castellanos, promettendo una copia del suo celebre Manuale tipografico. L’opera sarebbe stata invece pubblicata postuma da sua moglie con l’intento di portare a compimento, dopo la sua morte, il progetto lungamente pensato e avviato dal marito.
Questa raccolta che comprende una collezione di 665 alfabeti diversi e una serie di circa 1300 fregi, oltre a una prefazione - nella quale Bodoni coglieva nell’uniformità del disegno, nella nitidezza, nel buon gusto e nell’incanto, i princìpi che costituiscono la bellezza di una famiglia di caratteri tipografici - sarà, dal 16 marzo al 18 maggio, al centro di una mostra organizzata dal Museo Bodoniano di Parma, presso il Palazzo della Pilotta.
A questo libro monumentale, di grande rarità, testamento del tipografo più importante della sua epoca, è dedicato un percorso che si pone come un riepilogo dell’attività che lo stesso stampatore ha voluto fissare nero su bianco.
Accanto ai volumi dell'inventore dei celebri caratteri, ai suoi punzoni, alle matrici, agli studi manoscritti e ai documenti d’archivio, la mostra esporrà anche alcuni manuali e campionari di caratteri realizzati da altri autori al fine di raccontare a un pubblico meno specialistico queste due distinte e poco note tipologie di libri.
Fil rouge sarà la scrittura alfabetica nella sua forma tipografica, che, nel suo diffondersi, ha avuto un peso rilevante nella cultura occidentale degli ultimi cinque secoli.
Il Manuale Tipografico del 1818 è preceduto da una raccolta di caratteri, stampata da Bodoni nel 1788, già intitolata a suo tempo Manuale Tipografico. Molto probabilmente il termine era stato mutuato dal Manuel typographique del 1764, piccolo manuale tecnico di Pierre-Simon Fournier. Ma a differenza dell’opera del tipografo francese - un autentico manuale nella sua valenza divulgativa e descrittiva - quella dello stampatore di Saluzzo si presentava come un campionario di caratteri e ornamenti da lui creati.
La mostra strizzerà l’occhio anche alla modernità grazie al Manifesto tipografico realizzato da un gruppo di grafici internazionali.
La lettera theta dell’alfabeto greco, parte dei cosiddetti “caratteri esotici” disegnati da Bodoni, tratta dalla pagina 42 del secondo volume del Manuale tipografico del 1818, accanto al carattere in corpo Papale, presente alla pagina 143 del primo volume del Manuale, e ancora il manifesto realizzato per la mostra dal grafico inglese Patrick Thomas che illustra su un muro il principio secondo cui lo spazio bianco tra le lettere si controlla meglio se il testo è rovesciato, sono solo alcuni degli elementi visibili in mostra.
I volumi esposti nel percorso a cura di Silvana Amato, che si avvale del contributo di famosi grafici internazionali, provengono in gran parte dalla collezione della Biblioteca Palatina.
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La mostra è visitabile all’interno del Palazzo della Pilotta presso la Galleria Petitot della Biblioteca Palatina dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 18; il venerdì e il sabato dalle 9 alle 13. Domenica 24 marzo dalle 13 alle 19 è prevista un’apertura straordinaria.
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