Le iniziative da non perdere
L’arte trasloca online. Le novità dai musei italiani
Francesco Hyez, Il Bacio, 1859.
Francesca Grego
18/03/2020
I primi a dover ripensare il contatto con il pubblico sono stati i musei del Nord. E così la Pinacoteca di Brera lancia online le Brera Stories per stare a tu per tu con il suo illustre passato, o Voci dal Museo, per scoprire luoghi e capolavori attraverso i racconti e alle emozioni di chi a Brera lavora da anni. Anche i Musei Civici di Venezia si mettono in gioco: da Palazzo Ducale a Ca’ Pesaro, ecco i virtual tour in collaborazione con Google Arts and Culture, le storie condivise attraverso i social e, per chi desidera approfondire, materiali scientifici e cataloghi delle collezioni disponibili online. Sempre in laguna, la Collezione Peggy Guggenheim apre al web i suoi capolavori e le forme esotiche degli oggetti migranti che affascinarono gli artisti delle avanguardie.
Da Milano, invece, il Mudec regala a chi lo segue sui social tanti contenuti speciali: dalle curiosità sui grandi artisti ospitati al museo (Basquiat e Frida, Lichtenstein e Mirò) alle clip che svelano i segreti della collezione permanente, per andare avanti con video interviste, card animate, giochi per i più piccoli e anteprime sulle mostre future.
Punta tutto sull’interazione il MA*GA di Gallarate, e se non ci siete mai stati questa è l’occasione giusta per scoprirlo. La sua offerta ultra contemporanea si declina ora in laboratori per famiglie con mille idee da realizzare a casa, e-book e approfondimenti speciali disponibili ogni settimana sul sito e sui canali social. Si comincia con Lab Inside: Intrecci. “Ognuno di questi intrecci colorati è un simbolo della forza dei nostri pensieri”, spiega la presidente del MA*GA Sandrina Bandera: “L’arte è condivisione. Per gli artisti, perché devono unire le loro creazioni o confrontarsi con coloro che hanno vicino. E per gli spettatori come me, che amano condividere le impressioni provate davanti a un’opera d’arte”. Perché, come afferma la direttrice Emma Zanella, “la cultura è uno strumento indispensabile per comprendere l’ignoto, affrontare un futuro incerto, accendere una luce di pensiero, poesia solidarietà e speranza. La cultura è un genere di prima necessità”.
Se siete di questo avviso ma preferite qualcosa di più classico, con un tocco di mouse potrete trasferirvi a Genova. Collegandovi a Facebook, Instagram o Youtube visiterete in ambiente 3D il magnifico Palazzo Rosso o partirete per un virtual tour tra i prestigiosi dipinti antichi di Palazzo Bianco. Anche la Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno apre le proprie porte agli internauti: visite virtuali di ultima generazione sono pronte a svelare la bellezza e i segreti del più grande scultore neoclassico.
Le meraviglie di una lunga storia aspettano i visitatori sul sito dei Musei Capitolini per un magico viaggio digitale. Immagini spettacolari, mappe interattive e testi di approfondimento da consultare in piena libertà sono le attrazioni dei tour virtuali disponibili in cinque musei di Roma, mentre alla Galleria Borghese l’arte incontra la narrazione: sulle piattaforme social di uno dei più illustri musei d’Italia opere icona e tesori da scoprire diventano protagonisti di nuove forme di storytelling. La stessa strada segue a Napoli il Museo di Capodimonte, dove la magia del racconto avvolge le immagini di capolavori immortali.
Ai Musei Civici di Treviso, invece, si sperimenta una terapia speciale: le prime #pilloledimuseo sono pronte a regalarvi un inside sui gioielli di pittura arrivati da Vienna per la grande mostra La natura in posa – Capolavori dal Kunsthistorisches Museum in dialogo con la fotografia contemporanea. E c’è anche chi, in un momento come questo, non dimentica le grandi battaglie per i diritti umani: è il caso di Arte per la Libertà, il festival di musica e arti visive che avrebbe dovuto prendere avvio a Rovigo a fine marzo. In attesa del via libera, ogni giorno alle 15 sui profili social del festival sarà trasmessa la performance di un artista.
Infine i Musei Senesi lanciano una sfida social che va dritto al cuore dell’idea di collezione: “Cosa conservate in casa come un pezzo da museo? Cosa osservate per sentire la bellezza? Raccontateci la vostra opera d’arte domestica!”. Un’idea del celebre scrittore Orhan Pamuk, che nel Museo dell’Innocenza narra la storia di una collezione intima e personale, di un’arte che è arte perché racconta la vita.
Leggi anche:
• L’arte non si arrende, si rinnova. Le esperienze dei musei cinesi
• Riscoprire la bellezza a domicilio: al via l’iniziativa #iorestoacasa
• L’arte in un click, dalla Cappella Sistina ai giardini di Frida Kahlo
Da Milano, invece, il Mudec regala a chi lo segue sui social tanti contenuti speciali: dalle curiosità sui grandi artisti ospitati al museo (Basquiat e Frida, Lichtenstein e Mirò) alle clip che svelano i segreti della collezione permanente, per andare avanti con video interviste, card animate, giochi per i più piccoli e anteprime sulle mostre future.
Punta tutto sull’interazione il MA*GA di Gallarate, e se non ci siete mai stati questa è l’occasione giusta per scoprirlo. La sua offerta ultra contemporanea si declina ora in laboratori per famiglie con mille idee da realizzare a casa, e-book e approfondimenti speciali disponibili ogni settimana sul sito e sui canali social. Si comincia con Lab Inside: Intrecci. “Ognuno di questi intrecci colorati è un simbolo della forza dei nostri pensieri”, spiega la presidente del MA*GA Sandrina Bandera: “L’arte è condivisione. Per gli artisti, perché devono unire le loro creazioni o confrontarsi con coloro che hanno vicino. E per gli spettatori come me, che amano condividere le impressioni provate davanti a un’opera d’arte”. Perché, come afferma la direttrice Emma Zanella, “la cultura è uno strumento indispensabile per comprendere l’ignoto, affrontare un futuro incerto, accendere una luce di pensiero, poesia solidarietà e speranza. La cultura è un genere di prima necessità”.
Se siete di questo avviso ma preferite qualcosa di più classico, con un tocco di mouse potrete trasferirvi a Genova. Collegandovi a Facebook, Instagram o Youtube visiterete in ambiente 3D il magnifico Palazzo Rosso o partirete per un virtual tour tra i prestigiosi dipinti antichi di Palazzo Bianco. Anche la Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno apre le proprie porte agli internauti: visite virtuali di ultima generazione sono pronte a svelare la bellezza e i segreti del più grande scultore neoclassico.
Le meraviglie di una lunga storia aspettano i visitatori sul sito dei Musei Capitolini per un magico viaggio digitale. Immagini spettacolari, mappe interattive e testi di approfondimento da consultare in piena libertà sono le attrazioni dei tour virtuali disponibili in cinque musei di Roma, mentre alla Galleria Borghese l’arte incontra la narrazione: sulle piattaforme social di uno dei più illustri musei d’Italia opere icona e tesori da scoprire diventano protagonisti di nuove forme di storytelling. La stessa strada segue a Napoli il Museo di Capodimonte, dove la magia del racconto avvolge le immagini di capolavori immortali.
Ai Musei Civici di Treviso, invece, si sperimenta una terapia speciale: le prime #pilloledimuseo sono pronte a regalarvi un inside sui gioielli di pittura arrivati da Vienna per la grande mostra La natura in posa – Capolavori dal Kunsthistorisches Museum in dialogo con la fotografia contemporanea. E c’è anche chi, in un momento come questo, non dimentica le grandi battaglie per i diritti umani: è il caso di Arte per la Libertà, il festival di musica e arti visive che avrebbe dovuto prendere avvio a Rovigo a fine marzo. In attesa del via libera, ogni giorno alle 15 sui profili social del festival sarà trasmessa la performance di un artista.
Infine i Musei Senesi lanciano una sfida social che va dritto al cuore dell’idea di collezione: “Cosa conservate in casa come un pezzo da museo? Cosa osservate per sentire la bellezza? Raccontateci la vostra opera d’arte domestica!”. Un’idea del celebre scrittore Orhan Pamuk, che nel Museo dell’Innocenza narra la storia di una collezione intima e personale, di un’arte che è arte perché racconta la vita.
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