ROSALBA DE MUCCI. FRAMMENTI DI COLORE
Dal 03 Settembre 2021 al 19 Settembre 2021
Milano
Luogo: ARCADIA ART GALLERY
Indirizzo: Ripa di Porta Ticinese 61
Orari: dal Martedì al Sabato: 10.30 – 13.00 / 15.00 – 22.00 Domenica 5 e 12 settembre: 15.00 – 19.30 Domenica 19 settembre: 10.00 – 19.30
Curatori: MATTEO BELLENGHI
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 837 5787
E-Mail info: arcadiartgallery@gmail.com
ARCADIA ART GALLERY di Milano - via Ripa di Porta Ticinese, 61 - è lieta di inaugurare il 3 settembre 2021 alle ore 18.30 la mostra personale antologica di ROSALBA DE MUCCI, una delle artiste femminili italiane che hanno lasciato il segno dagli anni ’70 ad oggi, con la sua caratteristica forma d’arte.
L’esposizione curata dal critico e storico dell’arte MATTEO BELLENGHI illustra attraverso le opere, il percorso pittorico dell’artista, che con la sua particolare e riconoscibile tecnica, rappresenta tematiche sociali e culturali lasciando riflettere lo spettatore sulla quotidianità della vita e sull’intensità dei sentimenti umani.
Rosalba de Mucci, pittrice, grafica, disegnatrice vetraia e scrittrice ha studiato presso il Liceo Artistico di Venezia sotto la guida di Gastone Breddo e Guido Cadorin. Ha insegnato disegno e storia dei costumi dal 1960 inziando con la C.I.M.S di Mestre - Venezia.
Dal 1970 ad oggi è stato un susseguirsi di mostre e premi. Ha partecipato ad importanti rassegne in Italia, Francia, (Parigi Pal. Unesco) , Spagna , Usa (Los Angeles), etc.
È presente nei maggiori cataloghi d'arte italiani (Comanducci, Bolaffi, Quadrato ,etc.)
FRAMMENTI CROMATICI
A cura di Matteo Bellenghi
Al sorgere degli anni ’50 in Italia, più precisamente nel 1953, Renato Guttuso realizza un’opera che nel titolo racchiude, mediante una sottile critica ironica, la sintesi dei principali movimenti artistico culturali italiani che prendono coscienza a partire dal secondo dopoguerra: Boogie Woogie.
La scena rappresentata si svolge in un interno in cui giovani ragazzi ballano al ritmo del celebre motivo americano derivato dal blues per pianoforte, mentre una parete sullo sfondo riporta volutamente una decorazione che richiama inesorabilmente un’altra opera di matrice astratta con lo stesso titolo realizzata circa dieci anni prima da Piet Mondrian a New York.
Confronto o critica verso l’artista di origine olandese a parte, il realismo sociale del maestro di Bagheria costituito da un forte patriottismo vede l’affermarsi di forme e modelli artistici che spingono gli artisti italiani verso nuove ricerche.
Da questi presupposti prende forma il percorso di Rosalba De Mucci, artista di origine siciliana che più di chiunque altro rende omaggio alla sua terra attraverso il vissuto degli uomini racchiuso in frammenti di storie immortalate.
Dopo aver studiato presso il Liceo Artistico di Venezia, quella stessa Venezia in cui prese vita il Fronte Nuovo delle Arti costituito da artisti come Emilio Vedova, Giulio Turcato, Ennio Morlotti, Renato Guttuso, De Mucci inizia la propria ricerca artistica avvicinandosi alla lezione di Guttuso ma declinandola secondo propri presupposti dando vita ad una sorta di realismo sociale rivisitato da una cromia di matrice espressionista.
Il colore dunque, forte componente di De Mucci, viene studiato nelle sue componenti tecniche per trovare nuovi risultati: per questo motivo nelle opere dell’artista viene prediletto l’uso del colore nero come base principale di addizione e non come un punto di negazione: una sorta di chiaro scuro degno della migliore tradizione artistica rinascimentale italiana. A differenza del colore disincantato di matrice serigrafica adoperato da Andy Warhol che porta a contrasti netti e definiti, De Mucci genera le sue figure, le sue scene da una fusione cromatica che sembrano “venire fuori” dalla tela illudendo lo spettatore, o forse no, di trovarsi esso stesso all’interno della scena rappresentata.
La tematica sociale, elemento preferito dall’artista, sfocia nella ricercata valorizzazione dell’umiltà che si nobilita attraverso la scena dipinta; come nel realismo ottocentesco di Millet, De Mucci rappresenta scene di pescatori, contadini al lavoro, ma anche semplici e malinconici frammenti di vita di personaggi immortalati in una specie di scatto fotografico e sospesi in una dimensione metafisica in attesa del giudizio di ogni spettatore: come nell’estetica attoriale di Du Bos, dal momento che le opere di De Mucci danno vita ad una sorta di rappresentazione teatrale proveniente da una realtà vissuta, solo un osservatore con uno strutturato “disinteresse” può arrivare a comprendere nella sua totalità il messaggio dell’artista.
Gli occhi dei personaggi lasciati volutamente neri rappresentano la loro stessa alienazione in uno spazio senza tempo riconducibile al modus operandi Hopperiano, ma a differenza di quest’ultimo De Mucci non li rende assoluti e irraggiungibili bensì consapevoli della loro esistenza alimentata dalla fatica, dalle costanti prove della vita umana. Per questi motivi non è così scontato collocare la produzione di Rosalba De Mucci in un movimento artistico definito; l’indipendenza stilistica su cui fonda le proprie radici trasforma la sua ricerca nel risultato finale, conscio dei valori espressivi su cui si basa l’arte contemporanea.
Il colore dunque, forte componente di De Mucci, viene studiato nelle sue componenti tecniche per trovare nuovi risultati: per questo motivo nelle opere dell’artista viene prediletto l’uso del colore nero come base principale di addizione e non come un punto di negazione: una sorta di chiaro scuro degno della migliore tradizione artistica rinascimentale italiana. La tematica sociale, elemento preferito dall’artista, sfocia nella ricercata valorizzazione dell’umiltà che si nobilita attraverso la scena dipinta; come nel realismo ottocentesco di Millet, De Mucci rappresenta scene di pescatori, contadini al lavoro, ma anche semplici e malinconici frammenti di vita di personaggi immortalati in una specie di scatto fotografico e sospesi in una dimensione metafisica in attesa del giudizio di ogni spettatore.
L’esposizione curata dal critico e storico dell’arte MATTEO BELLENGHI illustra attraverso le opere, il percorso pittorico dell’artista, che con la sua particolare e riconoscibile tecnica, rappresenta tematiche sociali e culturali lasciando riflettere lo spettatore sulla quotidianità della vita e sull’intensità dei sentimenti umani.
Rosalba de Mucci, pittrice, grafica, disegnatrice vetraia e scrittrice ha studiato presso il Liceo Artistico di Venezia sotto la guida di Gastone Breddo e Guido Cadorin. Ha insegnato disegno e storia dei costumi dal 1960 inziando con la C.I.M.S di Mestre - Venezia.
Dal 1970 ad oggi è stato un susseguirsi di mostre e premi. Ha partecipato ad importanti rassegne in Italia, Francia, (Parigi Pal. Unesco) , Spagna , Usa (Los Angeles), etc.
È presente nei maggiori cataloghi d'arte italiani (Comanducci, Bolaffi, Quadrato ,etc.)
FRAMMENTI CROMATICI
A cura di Matteo Bellenghi
Al sorgere degli anni ’50 in Italia, più precisamente nel 1953, Renato Guttuso realizza un’opera che nel titolo racchiude, mediante una sottile critica ironica, la sintesi dei principali movimenti artistico culturali italiani che prendono coscienza a partire dal secondo dopoguerra: Boogie Woogie.
La scena rappresentata si svolge in un interno in cui giovani ragazzi ballano al ritmo del celebre motivo americano derivato dal blues per pianoforte, mentre una parete sullo sfondo riporta volutamente una decorazione che richiama inesorabilmente un’altra opera di matrice astratta con lo stesso titolo realizzata circa dieci anni prima da Piet Mondrian a New York.
Confronto o critica verso l’artista di origine olandese a parte, il realismo sociale del maestro di Bagheria costituito da un forte patriottismo vede l’affermarsi di forme e modelli artistici che spingono gli artisti italiani verso nuove ricerche.
Da questi presupposti prende forma il percorso di Rosalba De Mucci, artista di origine siciliana che più di chiunque altro rende omaggio alla sua terra attraverso il vissuto degli uomini racchiuso in frammenti di storie immortalate.
Dopo aver studiato presso il Liceo Artistico di Venezia, quella stessa Venezia in cui prese vita il Fronte Nuovo delle Arti costituito da artisti come Emilio Vedova, Giulio Turcato, Ennio Morlotti, Renato Guttuso, De Mucci inizia la propria ricerca artistica avvicinandosi alla lezione di Guttuso ma declinandola secondo propri presupposti dando vita ad una sorta di realismo sociale rivisitato da una cromia di matrice espressionista.
Il colore dunque, forte componente di De Mucci, viene studiato nelle sue componenti tecniche per trovare nuovi risultati: per questo motivo nelle opere dell’artista viene prediletto l’uso del colore nero come base principale di addizione e non come un punto di negazione: una sorta di chiaro scuro degno della migliore tradizione artistica rinascimentale italiana. A differenza del colore disincantato di matrice serigrafica adoperato da Andy Warhol che porta a contrasti netti e definiti, De Mucci genera le sue figure, le sue scene da una fusione cromatica che sembrano “venire fuori” dalla tela illudendo lo spettatore, o forse no, di trovarsi esso stesso all’interno della scena rappresentata.
La tematica sociale, elemento preferito dall’artista, sfocia nella ricercata valorizzazione dell’umiltà che si nobilita attraverso la scena dipinta; come nel realismo ottocentesco di Millet, De Mucci rappresenta scene di pescatori, contadini al lavoro, ma anche semplici e malinconici frammenti di vita di personaggi immortalati in una specie di scatto fotografico e sospesi in una dimensione metafisica in attesa del giudizio di ogni spettatore: come nell’estetica attoriale di Du Bos, dal momento che le opere di De Mucci danno vita ad una sorta di rappresentazione teatrale proveniente da una realtà vissuta, solo un osservatore con uno strutturato “disinteresse” può arrivare a comprendere nella sua totalità il messaggio dell’artista.
Gli occhi dei personaggi lasciati volutamente neri rappresentano la loro stessa alienazione in uno spazio senza tempo riconducibile al modus operandi Hopperiano, ma a differenza di quest’ultimo De Mucci non li rende assoluti e irraggiungibili bensì consapevoli della loro esistenza alimentata dalla fatica, dalle costanti prove della vita umana. Per questi motivi non è così scontato collocare la produzione di Rosalba De Mucci in un movimento artistico definito; l’indipendenza stilistica su cui fonda le proprie radici trasforma la sua ricerca nel risultato finale, conscio dei valori espressivi su cui si basa l’arte contemporanea.
Il colore dunque, forte componente di De Mucci, viene studiato nelle sue componenti tecniche per trovare nuovi risultati: per questo motivo nelle opere dell’artista viene prediletto l’uso del colore nero come base principale di addizione e non come un punto di negazione: una sorta di chiaro scuro degno della migliore tradizione artistica rinascimentale italiana. La tematica sociale, elemento preferito dall’artista, sfocia nella ricercata valorizzazione dell’umiltà che si nobilita attraverso la scena dipinta; come nel realismo ottocentesco di Millet, De Mucci rappresenta scene di pescatori, contadini al lavoro, ma anche semplici e malinconici frammenti di vita di personaggi immortalati in una specie di scatto fotografico e sospesi in una dimensione metafisica in attesa del giudizio di ogni spettatore.
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