I bambini e la guerra. Cartoline dall’inferno
Dal 15 Giugno 2013 al 30 Giugno 2013
Milano
Luogo: Foyer Spazio Oberdan
Indirizzo: viale Vittorio Veneto 2
Orari: da martedi a domenica10-22; lunedì 10-19.30
Curatori: Paola Navilli, Elisabetta Ponzone
Enti promotori:
- Provincia di Milano
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 77406304/ 6305
E-Mail info: p.merisio@provincia.milano.it
Sito ufficiale: http://www.provincia.milano.it/cultura
A dieci anni dalla morte, per ricordare Raffaele Ciriello a dieci anni dall’uccisione del fotoreporter a Ramallah, in Palestina, la Provincia di Milano propone, nel Foyer di Spazio Oberdan, la mostra “I bambini e la guerra. Cartoline dall’inferno”, che documenta la sua particolare attenzione nei confronti dei bambini, i civili più inermi che incontrava sui fronti di guerra. Nell’assurda ferocia di tutti i conflitti che ha documentato, Ciriello ha sempre cercato nei volti e negli sguardi dei più piccoli il dramma, ma anche l’umanità.
Scatto dopo scatto, reportage dopo reportage, i civili e soprattutto i bambini diventano non più solo “anonimi effetti collaterali dei conflitti”, ma protagonisti e speranza di un mondo possibile. La mostra propone immagini scattate in Somalia, nel 1992/93; in Pakistan, in Afghanistan e in Bosnia nel 1995/96; in Rwanda nel 1996; nel Sahara Occidentale e in Kosovo nel 1998; in Eritrea, in Cecenia e in Iran nel 1999; in Libano e in Sierra Leone nel 2000; in Palestina nel 2002.
“Non so se è vero che i fotografi possano a volte fissare ciò che altrimenti gli altri non riuscirebbero a vedere. Ma ogni volta che leggo di un giornalista o di un fotografo caduti vittime di una granata, o di una pallottola vagante, o di qualunque altra cosa, ritorno alle fotografie che ho scattato, e guardo le persone che ne sono protagoniste. Quando i miei occhi incontrano i loro, mi sembra di capire tutto.” (Raffaele Ciriello, 1998)
“La Provincia di Milano, ospitando la mostra ‘I Bambini e la Guerra-Cartoline dall’Inferno’, intende denunciare gli orrori delle guerre che, purtroppo, ancora oggi insanguinano il mondo. Immagini crude e drammatiche che i fotoreporter di guerra hanno realizzato pagando, spesso, il prezzo più alto, lasciando la propria vita sul campo. – sottolineano l’On. Guido Podestà, Presidente della Provincia di Milano e il Dott. Ing. Novo Umberto Maerna, Vice Presidente e Assessore alla Cultura - Auspichiamo che questa mostra possa contribuire alla crescita di una società e di una coscienza sociale che eviti e liberi le future generazioni da ogni tipo di guerra”.
Raffaele Ciriello (Venosa 1959 - Ramallah 2002), nato in Basilicata, ma milanese di adozione, era un chirurgo plastico convertito alla fotografia. Nel 1993 la Somalia devastata da guerra e siccità gli offre la prima occasione d’avvicinarsi al fotoreportage di attualità: documenta la tragedia e ritrae gli inviati della Rai Ilaria Alpi e Miran Hrovatin poco prima della barbara uccisione. Nel 1998 è uno dei primi fotografi a comprendere la rivoluzione d’internet e a trasferire tutto il suo lavoro su “Postcards from Hell - Cartoline dall’Inferno” il sito web che da quel momento raccoglierà tutte le immagini e le riflessioni di viaggio. I suoi reportage in Rwanda, Sierra Leone, ex-Jugoslavia, Albania, Kosovo, Iran, Cecenia e Afghanistan trovano spazio sui maggiori giornali di tutto il mondo, dal Corriere della Sera al New York Times. Viaggia più volte con Maria Grazia
Cutuli, l’inviata del Corriere della Sera assassinata in Afghanistan. Nel 2002 decide di tornare in Palestina per raccontare la Seconda Intifada. Il 13 marzo a Ramallah mentre si sporge per riprendere un carro armato israeliano viene falciato da una raffica di mitraglia. Muore a 42 anni filmando la propria uccisione.
Scatto dopo scatto, reportage dopo reportage, i civili e soprattutto i bambini diventano non più solo “anonimi effetti collaterali dei conflitti”, ma protagonisti e speranza di un mondo possibile. La mostra propone immagini scattate in Somalia, nel 1992/93; in Pakistan, in Afghanistan e in Bosnia nel 1995/96; in Rwanda nel 1996; nel Sahara Occidentale e in Kosovo nel 1998; in Eritrea, in Cecenia e in Iran nel 1999; in Libano e in Sierra Leone nel 2000; in Palestina nel 2002.
“Non so se è vero che i fotografi possano a volte fissare ciò che altrimenti gli altri non riuscirebbero a vedere. Ma ogni volta che leggo di un giornalista o di un fotografo caduti vittime di una granata, o di una pallottola vagante, o di qualunque altra cosa, ritorno alle fotografie che ho scattato, e guardo le persone che ne sono protagoniste. Quando i miei occhi incontrano i loro, mi sembra di capire tutto.” (Raffaele Ciriello, 1998)
“La Provincia di Milano, ospitando la mostra ‘I Bambini e la Guerra-Cartoline dall’Inferno’, intende denunciare gli orrori delle guerre che, purtroppo, ancora oggi insanguinano il mondo. Immagini crude e drammatiche che i fotoreporter di guerra hanno realizzato pagando, spesso, il prezzo più alto, lasciando la propria vita sul campo. – sottolineano l’On. Guido Podestà, Presidente della Provincia di Milano e il Dott. Ing. Novo Umberto Maerna, Vice Presidente e Assessore alla Cultura - Auspichiamo che questa mostra possa contribuire alla crescita di una società e di una coscienza sociale che eviti e liberi le future generazioni da ogni tipo di guerra”.
Raffaele Ciriello (Venosa 1959 - Ramallah 2002), nato in Basilicata, ma milanese di adozione, era un chirurgo plastico convertito alla fotografia. Nel 1993 la Somalia devastata da guerra e siccità gli offre la prima occasione d’avvicinarsi al fotoreportage di attualità: documenta la tragedia e ritrae gli inviati della Rai Ilaria Alpi e Miran Hrovatin poco prima della barbara uccisione. Nel 1998 è uno dei primi fotografi a comprendere la rivoluzione d’internet e a trasferire tutto il suo lavoro su “Postcards from Hell - Cartoline dall’Inferno” il sito web che da quel momento raccoglierà tutte le immagini e le riflessioni di viaggio. I suoi reportage in Rwanda, Sierra Leone, ex-Jugoslavia, Albania, Kosovo, Iran, Cecenia e Afghanistan trovano spazio sui maggiori giornali di tutto il mondo, dal Corriere della Sera al New York Times. Viaggia più volte con Maria Grazia
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