La presentazione al Duomo di Siena il 15 giugno
Il pulpito di Nicola Pisano torna a brillare dopo il restauro
Nicola Pisano, Pulpito del Duomo di Siena, particolare della Crocifissione, 1265-1268, marmo di Carrara, 350 x 200, Siena, Duomo
Samantha De Martin
08/06/2018
Siena - Le antiche dorature e le colorazioni riermergono ripulite dalla polvere e dai fumi delle candele votive. Le figure scolpite sembrano sollevarsi dagli anfratti più profondi per regalare alla vista l’originario fascino della monumentale struttura architettonica commissionata dall’Opera del Duomo di Siena a Nicola Pisano e che il grande architetto e scultore portò a termine nel giro di tre anni con l'aiuto del figlio Giovanni e degli allievi Arnolfo di Cambio e Lapo.
Reca data 29 settembre 1265 l’articolato contratto, ancora oggi conservato, che attesta l’esecuzione del prezioso pulpito marmoreo. L’opera fu sistemata nella zona destra dello spazio sottostante la cupola e qui rimase fino al 1506, quando, dopo essere stata totalmente smontata, rimase in attesa della collocazione attuale, ottenuta nel 1543.
Nel momento più alto della sua attività, l'artista - tra i principali maestri della scultura gotica - seppe concepire un capolavoro straordinario, che si attesta fra le maggiori creazioni artistiche del Duecento e che fu condizionò fortemente generazioni di scultori e pittori. Nonostante alcune diminuzioni avvenute col rimontaggio cinquecentesco e malgrado un parziale invecchiamento dovuto al passare dei secoli e ad una poco accurata manutenzione, oggi il Pulpito si presenta ben conservato e, grazie al restauro, si mostra, nel Duomo di Siena, in tutta la sua bellezza.
Eppure l’opera ha subito una riduzione dei rilievi istoriati, amputati delle originarie incorniciature, e una manomissione delle sculture angolari, in origine immaginate con la tipica struttura delle Säulen Figuren, e cioè sulle statue legate alle colonne, tipiche della cattedrali gotiche d’oltralpe.
Il complesso e delicato restauro ha consentito di raccogliere una documentazione su quanto trovato e di comporre un archivio informativo sul risultato dell’intervento. Dalle relazioni scritte alle analisi chimiche delle materie, dalle riprese in fotogrammetria alla restituzione del complesso in 3D, l'intervento ha visto alternarsi tecniche tradizionali e tecnologie all’avanguardia.
E così ritrovano l'antica luce la Madonna col Bambino, le scene della Natività e quelle della Crocifissione, l’Adorazione dei Magi.
Il restauro non solo ha assicurato la conservazione dell’opera, ma ha anche cercato di cogliere l’irripetibile occasione per imbastire sul monumento uno studio globale e approfondito di carattere storico, architettonico e scientifico. Ultimate le operazioni di restauro - che saranno presentate il 15 giugno - saranno forniti alcuni elaborati sugli interventi eseguiti, oltre a una ricostruzione virtuale dell’aspetto originario del Pulpito.
L'operazione - svoltasi sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo - è stata eseguita dalla Ditta Nike di Gabriella Tonini e Louis D. Pierelli, mentre hanno dato e continueranno a fornire una fattiva collaborazione al restauro il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Siena e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Il contributo economico è stato invece elargito dall’Opera della Metropolitana di Siena, ente proprietario del Duomo, con la Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
Leggi anche:
• Un restauro importante per il millenario si San Miniato al monte
Reca data 29 settembre 1265 l’articolato contratto, ancora oggi conservato, che attesta l’esecuzione del prezioso pulpito marmoreo. L’opera fu sistemata nella zona destra dello spazio sottostante la cupola e qui rimase fino al 1506, quando, dopo essere stata totalmente smontata, rimase in attesa della collocazione attuale, ottenuta nel 1543.
Nel momento più alto della sua attività, l'artista - tra i principali maestri della scultura gotica - seppe concepire un capolavoro straordinario, che si attesta fra le maggiori creazioni artistiche del Duecento e che fu condizionò fortemente generazioni di scultori e pittori. Nonostante alcune diminuzioni avvenute col rimontaggio cinquecentesco e malgrado un parziale invecchiamento dovuto al passare dei secoli e ad una poco accurata manutenzione, oggi il Pulpito si presenta ben conservato e, grazie al restauro, si mostra, nel Duomo di Siena, in tutta la sua bellezza.
Eppure l’opera ha subito una riduzione dei rilievi istoriati, amputati delle originarie incorniciature, e una manomissione delle sculture angolari, in origine immaginate con la tipica struttura delle Säulen Figuren, e cioè sulle statue legate alle colonne, tipiche della cattedrali gotiche d’oltralpe.
Il complesso e delicato restauro ha consentito di raccogliere una documentazione su quanto trovato e di comporre un archivio informativo sul risultato dell’intervento. Dalle relazioni scritte alle analisi chimiche delle materie, dalle riprese in fotogrammetria alla restituzione del complesso in 3D, l'intervento ha visto alternarsi tecniche tradizionali e tecnologie all’avanguardia.
E così ritrovano l'antica luce la Madonna col Bambino, le scene della Natività e quelle della Crocifissione, l’Adorazione dei Magi.
Il restauro non solo ha assicurato la conservazione dell’opera, ma ha anche cercato di cogliere l’irripetibile occasione per imbastire sul monumento uno studio globale e approfondito di carattere storico, architettonico e scientifico. Ultimate le operazioni di restauro - che saranno presentate il 15 giugno - saranno forniti alcuni elaborati sugli interventi eseguiti, oltre a una ricostruzione virtuale dell’aspetto originario del Pulpito.
L'operazione - svoltasi sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo - è stata eseguita dalla Ditta Nike di Gabriella Tonini e Louis D. Pierelli, mentre hanno dato e continueranno a fornire una fattiva collaborazione al restauro il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Siena e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Il contributo economico è stato invece elargito dall’Opera della Metropolitana di Siena, ente proprietario del Duomo, con la Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
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