Identità Collettive
Dal 27 Ottobre 2016 al 01 Novembre 2016
Roma
Luogo: Popping Club
Indirizzo: via Baccina 84
Enti promotori:
- Associazione culturale CultRise
La rassegna Identità Collettive si inaugura presso la galleria itinerante The Popping Club, nei locali della ex sottostazione dell’Atac nel cuore del Rione Monti.
Identità collettive vuole essere un’esplorazione dei luoghi, fisici e immateriali, in cui l’individuo è quotidianamente immerso. Luoghi simbolici che ci circondano e ci influenzano.
Natura, Città e Intelligenza Artificiale sono le tre tappe del percorso della mostra, che esplora il rapporto privilegiato dell’essere umano con queste realtà. Realtà scelte per il loro ruolo centrale che assumono nella vita contemporanea. Ognuno degli artisti invitati racconterà uno di questi temi, mostrandone l’essenza e rendendone tangibile e intuibile per il visitatore una delle infinite identità che questi possono assumere. L’essere umano pur facendo parte di queste realtà, partecipando alla creazione delle loro identità aggregate, allo stesso tempo ne subisce la forza e l’autonomia.
La mostra si propone di fornire un cambiamento di prospettiva al visitatore, abituato a pensare questi luoghi come entità esterne da se: da co-protagonista inconsapevole diventa partecipe e cosciente del proprio ruolo fondamentale nella definizione della loro identità collettiva.
Il percorso si snoda partendo dalla Natura, attraversando le Città, portandoci verso l’Intelligenza Artificiale, in un passato, presente e futuro che si confondono e s'intrecciano.
La Natura dello Street Artist Jerico è un ambiente caotico, ingombrante, quasi soffocante. Una madre ostile alla quale siamo collegati in maniera ancestrale. È il nostro luogo di origine sia come umanità che come individui.
Le Città del progetto Polisonum sono presentate in tre installazioni. Il visitatore può ricreare e dare vita all’identità dei luoghi prescelti attraverso un’infinita possibilità di combinazioni. La continua mutazione è la loro identità, composta musicalmente attraverso i suoni campionati in loco.
L’Intelligenza Artificiale racconta ta nel progetto Digital Unconscious di Marco Bassan è un salto nel futuro nel quale gli androidi immersi in un ambiente cupo e recondito indagano la propria identità artificiale, codificata ma imprevedibile. Ogni androide ha la sua propria identità legata all’inconscio collettivo digitale nato da una fusione tra l’umano e la tecnologia.
Marco Bassan, romano, ventisette anni, si forma come ingegnere gestionale al Politecnico di Milano, per poi approcciare nuove contrastanti situazioni in ambito artistico-culturale.
La sua mentalità logica e analitica si intreccia con la sua vena artistica e curiosa, aprendogli così nuove strade. Durante la sua esperienza lavorativa presso lo studio d’architettura Holzer Kobler di Zurigo come Exhibition Designer, vince il concorso per partecipare alla XXI Triennale di Milano.
Per questa occasione realizza la sua prima opera: The Digital Unconscious. Jerico nasce nelle Filippine, a Rosario, nel 1992; pochi anni dopo si trasferisce a Roma, la sua nuova casa, la sua nuova città. Alla giovanissima età di 13 anni ha il suo primo contatto con la Street Art, firmandosi Dekoner inizia a tappezzare le strade di graffiti. Ispirato da Van Gogh, Lucian Freud e Francis Bacon, comincia a dipingere volti: volti umani con espressioni ammaccate, frammentate, occhi impauriti che lanciano grida d’aiuto mentre si dissolvono.
Il suo stile muta, la sua ricerca artistica si approfondisce. Non sono più i volti i protagonisti delle sue opere, adesso è la natura: le piante, i colori freddi e accesi, il caos.
La sua prima mostra è al The Popping Club, The Pitiless Gaze of Hysterical Realism, una collaborazione tra CultRise e 999 Contemporary. Assieme ad altri 18 artisti di livello internazionale esplora il tema del ritratto iper-realistico. Negli ultimi tempi è stato chiamato ed è intervenuto con il suo stile unico nei maggiori festival di Street art d’Italia.
Polisonum è un progetto di ricerca sonora sui luoghi. È reinventare lo spazio urbano, destrutturandolo, rompendo gli schemi e la routine, componendo nuovi spazi sonori.
Polisonum traccia la mappatura acustica di un’area (una piazza, una via, un palazzo o un intero quartiere) e ne riscrive i processi acustici. Il Soundscape della strada è il risultato della ricerca sonora che si trasforma in opera attivando il processo di ridefinizione individuale e collettiva di un luogo.
Interagire con le opere consente allo spettatore di suonare il paesaggio, giocare a creare una nuova composizione sonora, legata alla scoperta e alla valorizzazione dei suoni di un particolare contesto urbano. Polisonum utilizza la pratica di field recording come spunto creativo concreto per comporre musica al di là della semplice documentazione.
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