Dalla Gagosian di Parigi alla Tate Modern passando per Genova
La figlia Maya, gli affetti, la passione per il pugilato. L'universo "privato" di Picasso in 5 mostre
Pablo Picasso, Maya, Jacqueline e sua figlia Catherine, a Villa La Californie, Cannes, 1955 © Succession Picasso 2017
Samantha De Martin
27/10/2017
Mondo - C’è Maya bambina con una bambola tra i capelli e il viso radioso, ci sono i momenti trascorsi en famille, immortalati dallo sguardo intriso di tenerezza di papà Pablo che osserva con affascinato orgoglio lo sviluppo fisico e mentale di quella ragazzina che, al pari della madre, Marie-Thérèse, sarebbe diventata la sua più cara musa.
Accanto al pittore delle pensose bagnanti, dei contadini in costume ciociaro, delle nature morte e dei malinconici artisti di strada, che racconta, in una mostra in corso a Roma, la sua esperienza italiana a cento anni dal grand tour che lo condusse a Napoli e poi nella capitale, al seguito dell'amico Jean Cocteau, c’è un Picasso più “intimo”, forse inedito, che emerge da alcuni appuntamenti, da Parigi a Londra, passando per Genova e Barcellona.
Alla Gagosian di Parigi l’universo di Picasso e Maya
A Parigi, fino al 22 dicembre, un universo intessuto di complicità e dolcezza si fa spazio attraverso una selezione di opere dell'artista, tra foto inedite - come quella che ritrae il pittore sul divano mentre fuma in compagnia della famiglia - e ancora lettere, poesie, che cuciono il percorso espositivo Picasso and Maya - Father and Daughter, ospitato alla Gagosian Gallery. Un ritratto delicato che offre una testimonianza rara e inestimabile della nuova felicità ritrovata dal pittore dopo la nascita, nel 1935, di Maria de la Concepción, per tutti Maya.
Accanto alle fotografie con Maya piccola e con il cane Riki, accanto al disegno della bambina immortalata con una bambola tra i capelli o al suo ritratto di profilo, ci sono le immagini che sorprendono padre e figlia in teneri atteggiamenti complici, restituendoci un Picasso come non lo abbiamo mai visto.
Si tratta di opere rimaste a lungo nella collezione privata dell’artista che raccontano una storia di famiglia, che dagli anni Trenta arriva fino al 2017. Anche perché la curatrice della mostra è la storica dell'arte Diana Widmaier Picasso, figlia di Maya, esperta della scultura del nonno, e curatrice di diverse mostre, da Picasso’s Picassos: A Selection from the Collection of Maya Ruiz-Picasso alla Gagosian di New York, a Picassomania al Grand Palais.
In questo inedito viaggio nella sfera più riservata dell’artista - che sarà accompagnato da un catalogo illustrato con un saggio della professoressa emerita Elizabeth Cowling - le parole di Maya, del 1996, risuonano come una preziosa testimonianza: “Queste immagini sono incredibilmente realistiche. Tutto è qui: i vestiti della mia bambina, i miei capelli, anche i miei giocattoli e ancora…”
Alla Tate Modern Picasso tra amore e fama
Ma d’altra parte questo legame inscindibile tra vita e arte il maestro lo aveva ampiamente ribadito in quella sua frase “Realizzare un’opera è come scrivere un diario”.
Il 1932 fu un annus mirabilis per Picasso, divenuto una vera celebrità grazie ai suoi quadri che lo consacrarono ad artista, tra i più influenti del Novecento. Ed è proprio a quest’anno che è dedicata la mostra Picasso 1932 - Love, Fame, Tragedy in programma dall’8 marzo al 9 settembre 2018 alla Tate Modern, e che include, tra le diverse opere, molte delle quali riunite insieme dopo 85 anni, il celebre Nudo in poltrona nera o Nudo, foglie verdi e busto che ritrae la musa e compagna di Picasso, Marie-Therèse Walter, “contemplata” dallo stesso artista che si rappresenta come un busto di profilo.
Il 1917 e la parentesi di Barcellona: gli amici, le gite, la fotografia
Picasso nutriva una certa passione per il pugilato, ma anche per il circo, il cinema e i fumetti. E soprattutto per la vita sociale e per le gite in compagnia dei suoi amici artisti, alle quali si dedicò durante la breve parentesi di tre mesi a Barcellona, nel 1917. Oltre al percorso artistico - che coincide con un momento di transizione stilistica, lontano dai circoli cubisti di Parigi - la mostra in programma dal 26 ottobre al 28 gennaio al Museu Picasso di Barcellona, intitolata 1917. Picasso a Barcelonamette in luce aspetti decisamente poco noti, che toccano anche la sfera delle amicizie e delle aspirazioni dell’artista di Malaga.
L’anno della grande rivoluzione russa, che coincise anche con i tragici eventi della Grande Guerra, assistendo all’arrivo nella città catalana - divenuta uno dei centri culturali più importanti d’Europa - di molti artisti avanguardisti in fuga, accolse, da giugno a novembre, anche Picasso, che arrivava al seguito della compagnia dei Balletti Russi di Diaghilev, insieme con la sua Olga Khokhlova.
Tra i circa 70 oggetti in mostra figurano dipinti, disegni, realizzati anche da altri artisti, documenti privati inediti e gli scatti del fotografo Lucien Clergue a Picasso, tra il 1953 e il 1971.
Oltre a dare testimonianza della vivacità culturale della città catalana, molto diversa da come Picasso l’aveva lasciata, pullulante di gallerie e riviste d’arte, l’esposizione ritrae il maestro a contatto con gli altri colleghi, con i quali si concede passeggiate e gite turistiche. È questo un periodo di fervida produzione, ma anche una parentesi durante la quale Picasso non rinuncia alla vita sociale in compagnia delle sue vecchie conoscenze.
Picasso nel Libro dei sogni di Federico Fellini
Nel 1962 Federico Fellini, disegnava nel suo Libro dei Sogni - una sorta di diario sul quale il suo psicanalista gli aveva chiesto di registrare le sue visioni oniriche - diversi incontri immaginari con Picasso, avvenuti nella cucina di casa, e sempre in contesti amichevoli, durante i quali il maestro si poneva come una sorta di padre artistico e fratello maggiore.
Questi disegni saranno al centro di una mostra “intima” e privata al Museo Picasso di Malaga che illustra - dal 13 febbraio al 13 maggio 2018 - tra dipinti, disegni e fotografie, un universo poco conosciuto relativo ai due giganti del XX secolo.
A Genova le opere “inseparabili” del maestro
Le opere che il maestro ha sempre tenuto con sé nel corso degli anni e che lo hanno accompagnato durante i suoi trasferimenti saranno, invece, al centro del percorso che inaugurerà a Genova, tra le sale di Palazzo Ducale, il prossimo 10 novembre.
Il fatto che la madre Maria Picasso y López fosse di origini genovesi è un altro elemento che accresce la dimensione intima di questo appuntamento.
Tra i capolavori in mostra, in prestito dal Musée Picasso di Parigi - tracce evidenti di quell’inscindibile legame arte-vita - figurano anche molte fotografie che ritraggono l’artista accanto ai suoi stessi lavori, nei diversi atélier ma anche nelle grandi case della campagna provenzale dove decise di trascorrere i suoi ultimi anni di vita. Suddiviso in sezioni tematiche, il percorso, allestito fino al 6 maggio 2018, ripercorre la straordinaria avventura umana e creativa del pittore, da quella d’ispirazione africana dei primissimi anni del Novecento, fino alle più mediterranee bagnanti e ai celebri ritratti di donna degli anni Trenta e Cinquanta, lasciando emergere la poetica di Picasso in tutta la sua travolgente bellezza.
Leggi anche:
• Picasso. Cento anni dal viaggio in Italia
• Picasso torna a Roma a cento anni dal suo ultimo viaggio in Italia
• 1932. L'anno erotico di Picasso
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A Parigi, fino al 22 dicembre, un universo intessuto di complicità e dolcezza si fa spazio attraverso una selezione di opere dell'artista, tra foto inedite - come quella che ritrae il pittore sul divano mentre fuma in compagnia della famiglia - e ancora lettere, poesie, che cuciono il percorso espositivo Picasso and Maya - Father and Daughter, ospitato alla Gagosian Gallery. Un ritratto delicato che offre una testimonianza rara e inestimabile della nuova felicità ritrovata dal pittore dopo la nascita, nel 1935, di Maria de la Concepción, per tutti Maya.
Accanto alle fotografie con Maya piccola e con il cane Riki, accanto al disegno della bambina immortalata con una bambola tra i capelli o al suo ritratto di profilo, ci sono le immagini che sorprendono padre e figlia in teneri atteggiamenti complici, restituendoci un Picasso come non lo abbiamo mai visto.
Si tratta di opere rimaste a lungo nella collezione privata dell’artista che raccontano una storia di famiglia, che dagli anni Trenta arriva fino al 2017. Anche perché la curatrice della mostra è la storica dell'arte Diana Widmaier Picasso, figlia di Maya, esperta della scultura del nonno, e curatrice di diverse mostre, da Picasso’s Picassos: A Selection from the Collection of Maya Ruiz-Picasso alla Gagosian di New York, a Picassomania al Grand Palais.
In questo inedito viaggio nella sfera più riservata dell’artista - che sarà accompagnato da un catalogo illustrato con un saggio della professoressa emerita Elizabeth Cowling - le parole di Maya, del 1996, risuonano come una preziosa testimonianza: “Queste immagini sono incredibilmente realistiche. Tutto è qui: i vestiti della mia bambina, i miei capelli, anche i miei giocattoli e ancora…”
Alla Tate Modern Picasso tra amore e fama
Ma d’altra parte questo legame inscindibile tra vita e arte il maestro lo aveva ampiamente ribadito in quella sua frase “Realizzare un’opera è come scrivere un diario”.
Il 1932 fu un annus mirabilis per Picasso, divenuto una vera celebrità grazie ai suoi quadri che lo consacrarono ad artista, tra i più influenti del Novecento. Ed è proprio a quest’anno che è dedicata la mostra Picasso 1932 - Love, Fame, Tragedy in programma dall’8 marzo al 9 settembre 2018 alla Tate Modern, e che include, tra le diverse opere, molte delle quali riunite insieme dopo 85 anni, il celebre Nudo in poltrona nera o Nudo, foglie verdi e busto che ritrae la musa e compagna di Picasso, Marie-Therèse Walter, “contemplata” dallo stesso artista che si rappresenta come un busto di profilo.
Il 1917 e la parentesi di Barcellona: gli amici, le gite, la fotografia
Picasso nutriva una certa passione per il pugilato, ma anche per il circo, il cinema e i fumetti. E soprattutto per la vita sociale e per le gite in compagnia dei suoi amici artisti, alle quali si dedicò durante la breve parentesi di tre mesi a Barcellona, nel 1917. Oltre al percorso artistico - che coincide con un momento di transizione stilistica, lontano dai circoli cubisti di Parigi - la mostra in programma dal 26 ottobre al 28 gennaio al Museu Picasso di Barcellona, intitolata 1917. Picasso a Barcelonamette in luce aspetti decisamente poco noti, che toccano anche la sfera delle amicizie e delle aspirazioni dell’artista di Malaga.
L’anno della grande rivoluzione russa, che coincise anche con i tragici eventi della Grande Guerra, assistendo all’arrivo nella città catalana - divenuta uno dei centri culturali più importanti d’Europa - di molti artisti avanguardisti in fuga, accolse, da giugno a novembre, anche Picasso, che arrivava al seguito della compagnia dei Balletti Russi di Diaghilev, insieme con la sua Olga Khokhlova.
Tra i circa 70 oggetti in mostra figurano dipinti, disegni, realizzati anche da altri artisti, documenti privati inediti e gli scatti del fotografo Lucien Clergue a Picasso, tra il 1953 e il 1971.
Oltre a dare testimonianza della vivacità culturale della città catalana, molto diversa da come Picasso l’aveva lasciata, pullulante di gallerie e riviste d’arte, l’esposizione ritrae il maestro a contatto con gli altri colleghi, con i quali si concede passeggiate e gite turistiche. È questo un periodo di fervida produzione, ma anche una parentesi durante la quale Picasso non rinuncia alla vita sociale in compagnia delle sue vecchie conoscenze.
Picasso nel Libro dei sogni di Federico Fellini
Nel 1962 Federico Fellini, disegnava nel suo Libro dei Sogni - una sorta di diario sul quale il suo psicanalista gli aveva chiesto di registrare le sue visioni oniriche - diversi incontri immaginari con Picasso, avvenuti nella cucina di casa, e sempre in contesti amichevoli, durante i quali il maestro si poneva come una sorta di padre artistico e fratello maggiore.
Questi disegni saranno al centro di una mostra “intima” e privata al Museo Picasso di Malaga che illustra - dal 13 febbraio al 13 maggio 2018 - tra dipinti, disegni e fotografie, un universo poco conosciuto relativo ai due giganti del XX secolo.
A Genova le opere “inseparabili” del maestro
Le opere che il maestro ha sempre tenuto con sé nel corso degli anni e che lo hanno accompagnato durante i suoi trasferimenti saranno, invece, al centro del percorso che inaugurerà a Genova, tra le sale di Palazzo Ducale, il prossimo 10 novembre.
Il fatto che la madre Maria Picasso y López fosse di origini genovesi è un altro elemento che accresce la dimensione intima di questo appuntamento.
Tra i capolavori in mostra, in prestito dal Musée Picasso di Parigi - tracce evidenti di quell’inscindibile legame arte-vita - figurano anche molte fotografie che ritraggono l’artista accanto ai suoi stessi lavori, nei diversi atélier ma anche nelle grandi case della campagna provenzale dove decise di trascorrere i suoi ultimi anni di vita. Suddiviso in sezioni tematiche, il percorso, allestito fino al 6 maggio 2018, ripercorre la straordinaria avventura umana e creativa del pittore, da quella d’ispirazione africana dei primissimi anni del Novecento, fino alle più mediterranee bagnanti e ai celebri ritratti di donna degli anni Trenta e Cinquanta, lasciando emergere la poetica di Picasso in tutta la sua travolgente bellezza.
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