Come sè
Dal 22 Febbraio 2014 al 23 Marzo 2014
San Giovanni Valdarno | Arezzo
Luogo: Casa Masaccio Arte Contemporanea
Indirizzo: corso Italia 83
Orari: feriali 15-19; festivi 10-12 / 15-19
Curatori: Elena Magini, Arabella Natalini
Enti promotori:
- Casa Masaccio Centro per l’Arte Contemporanea nell’ambito del progetto di iniziativa regionale Toscanaincontemporanea2013
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 055 9126283
E-Mail info: casamasaccio@comunesgv.it
Sito ufficiale: http://www.casamasaccio.it
Come sé prende le mosse dal workshop condotto da Arabella Natalini e Elena Magini su richiesta della consulta degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Il laboratorio, incentrato su un’ipotesi di costruzione di un progetto espositivo come autorappresentazione, è stato avviato nella primavera 2013 e, a partire da questo, i dodici giovani artisti selezionati hanno ideato i lavori presenti in mostra. Prendendo come spunto la constatazione che le diverse occasioni espositive – grandi mostre, biennali, mostre in spazi pubblici o privati - implicano modalità progettuali e organizzative specifiche, il workshop ha proposto un momento di riflessione e di confronto sui processi di messa in opera di una mostra d’arte contemporanea, sottolineando l’importanza della partecipazione corale delle diverse figure che concorrono alla sua realizzazione. In particolare, ci siamo concentrati sull’importanza della relazione tra artista e curatore nella genesi creativa del progetto, e su come questo rapporto possa alimentare uno spazio di autorappresentazione comune.
Tale relazione prende forma infatti non solo attraverso la realizzazione di progetti, ma anche, e sempre più, attraverso un peculiare rapporto dialogico e relazionale tra curatore e artista. Il focus sul concetto di autorappresentazione ha costituito quindi la chiave del laboratorio che ha portato alla costruzione della mostra: prendendo le distanze da una mera rappresentazione autoritrattistica, è stata favorita la capacità di proporre una rielaborazione autonoma della propria proiezione personale nel fare artistico, dando vita a una serie di lavori realizzati appositamente, alimentando poetiche individuali e individuando l’uso dei media più congeniali alla loro elaborazione: fotografia, scultura, video, pittura e installazioni.
Lo stesso titolo della mostra, si riferisce alla possibilità di rappresentare la propria singolarità - come se stessi - alludendo allo stesso tempo a una dimensione ipotetica, plurale e in divenire del nostro essere.
I lavori si contraddistinguono per eterogeneità dei linguaggi e singolarità della presentazione, ma anche e soprattutto per la ricchezza di suggestioni e riflessioni proposte. Plurali e non lineari narrazioni di sé che riflettono sull’ interazione familiare come primo elemento costitutivo della propria personalità, sulla temporalità e sulla casualità, sull’appartenenza geografica e sui filtri culturali come fattori determinanti nella descrizione di una soggettività.
Analogia e differenza, pubblico e privato, limite e costrizione, partecipazione e assenza, costituiscono ulteriori poli di analisi, fattori di definizione e costruzione delle singole identità degli artisti, che trovano nella presentazione e nella relazione esterna che ogni appuntamento espositivo sottende, una possibile e auspicabile modalità di ascolto e partecipazione.
Artisti:
Francesco Basini Gazzi, Paolo Bernacchia, Davide D'Amelio, Shiva Derakhshan, Stefano Giuri, Lori Lako, Michele Liparesi, Irene Lupi, Gabriele Mauro, Daniela Pitrè, Philipp Plath, Jonida Xherri.
Tale relazione prende forma infatti non solo attraverso la realizzazione di progetti, ma anche, e sempre più, attraverso un peculiare rapporto dialogico e relazionale tra curatore e artista. Il focus sul concetto di autorappresentazione ha costituito quindi la chiave del laboratorio che ha portato alla costruzione della mostra: prendendo le distanze da una mera rappresentazione autoritrattistica, è stata favorita la capacità di proporre una rielaborazione autonoma della propria proiezione personale nel fare artistico, dando vita a una serie di lavori realizzati appositamente, alimentando poetiche individuali e individuando l’uso dei media più congeniali alla loro elaborazione: fotografia, scultura, video, pittura e installazioni.
Lo stesso titolo della mostra, si riferisce alla possibilità di rappresentare la propria singolarità - come se stessi - alludendo allo stesso tempo a una dimensione ipotetica, plurale e in divenire del nostro essere.
I lavori si contraddistinguono per eterogeneità dei linguaggi e singolarità della presentazione, ma anche e soprattutto per la ricchezza di suggestioni e riflessioni proposte. Plurali e non lineari narrazioni di sé che riflettono sull’ interazione familiare come primo elemento costitutivo della propria personalità, sulla temporalità e sulla casualità, sull’appartenenza geografica e sui filtri culturali come fattori determinanti nella descrizione di una soggettività.
Analogia e differenza, pubblico e privato, limite e costrizione, partecipazione e assenza, costituiscono ulteriori poli di analisi, fattori di definizione e costruzione delle singole identità degli artisti, che trovano nella presentazione e nella relazione esterna che ogni appuntamento espositivo sottende, una possibile e auspicabile modalità di ascolto e partecipazione.
Artisti:
Francesco Basini Gazzi, Paolo Bernacchia, Davide D'Amelio, Shiva Derakhshan, Stefano Giuri, Lori Lako, Michele Liparesi, Irene Lupi, Gabriele Mauro, Daniela Pitrè, Philipp Plath, Jonida Xherri.
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irene lupi ·
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casa masaccio arte contemporanea
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