Dal 15 marzo a Mamiano di Traversetolo (Parma)
Primavera alla Magnani Rocca con i fiori nell’arte del Novecento
Oscar Ghiglia, La signora Ojetti nel roseto, 1907, olio su tela I Courtesy Società di Belle Arti, Viareggio
Francesca Grego
04/02/2025
Parma - Più di 150 capolavori sono pronti a sbocciare alla Fondazione Magnani Rocca. Da Boldini a Depero, da Segantini a Boccioni, e poi Morandi, Balla, Casorati, Donghi, Carrà, Fontana, Schifano, Kounellis, Gilardi sono davvero tanti gli artisti che tra il XX e il XXI secolo si sono lasciati tentare dal fascino dei fiori, un soggetto davvero intramontabile. Lo scopriremo dal 15 marzo al 29 giugno alla Villa dei Capolavori di Mamiano di Traversetolo (Parma), in un progetto che dialogherà con i tesori della collezione di Luigi Magnani - Monet, Renoir, Cézanne, Tiziano, Canova, Burri tra gli altri - oggi nel percorso permanente del museo. Occasione della mostra è il restauro del Parco Romantico che circonda la dimora appartenuta al critico, musicologo e scrittore emiliano, un gioiello paesaggistico di circa 12 ettari composto da un giardino all’inglese, giardino all’italiana e un giardino contemporaneo nuovo di zecca, ispirato al New Perennial Movement, per un’esperienza immersiva tra colori e profumi che cambierà di continuo con l’alternarsi dei mesi e delle stagioni.
Omaggio alla sensibilità ambientale e artistica del padrone di casa - Luigi Magnani fu tra i fondatori di Italia nostra e pioniere dell’impegno per la protezione integrata del patrimonio culturale e naturalistico del nostro Paese - la mostra Flora. L’incanto dei fiori nell’arte italiana del Novecento sarà un viaggio attraverso le tendenze artistiche che hanno animato gli ultimi 150 anni, dal Simbolismo al Futurismo, dal Realismo Magico all’Astrazione e alle molteplici forme espressive del contemporaneo, attraverso importanti prestiti da musei come la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Mart di Rovereto, il Museo del Novecento di Milano, il Museo Morandi di Bologna, nonché da prestigiose collezioni private.
“Non c’è pittrice o pittore del Novecento che non abbia dipinto fiori, seguendo una vocazione intima e una personalissima interpretazione, una sfida rappresentativa. Il fiore è un soggetto semplice, ma è anche un universo di simboli complessi, di forme sofisticate e per questo irresistibile”, osserva Daniela Ferrari, curatrice del progetto insieme a Stefano Roffi. La mostra esplorerà l’evoluzione dell’arte “floreale” nel panorama italiano tra stili e significati differenti, trasformando gli spazi della villa in giardini segreti abitati dalle ortensie di Segantini, dalle dalie di Donghi e di Previati, dall’esplosiva Flora magica di Depero o dal Gladiolo fulminato di De Pisis, passando per i Crisantemi di De Chirico e per gli ipnotici mazzi di fiordalisi, margherite e papaveri di Casorati. Con Pellizza da Volpedo, Chini, Boccioni vedremo fiori splendenti e fiori inquieti, ma anche numerose “regine di fiori”, ritratti in cui la presenza dei fiori ha un’importanza pari a quella della figura umana, come racconteranno opere di Boldini, Zandomeneghi, Balla, Fontana, Pasolini. E infine un’intera sezione sarà dedicata alle rose, dove i dipinti di Morandi dialogheranno con quelli di Funi, Oppi, Pirandello e Mafai.
Omaggio alla sensibilità ambientale e artistica del padrone di casa - Luigi Magnani fu tra i fondatori di Italia nostra e pioniere dell’impegno per la protezione integrata del patrimonio culturale e naturalistico del nostro Paese - la mostra Flora. L’incanto dei fiori nell’arte italiana del Novecento sarà un viaggio attraverso le tendenze artistiche che hanno animato gli ultimi 150 anni, dal Simbolismo al Futurismo, dal Realismo Magico all’Astrazione e alle molteplici forme espressive del contemporaneo, attraverso importanti prestiti da musei come la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Mart di Rovereto, il Museo del Novecento di Milano, il Museo Morandi di Bologna, nonché da prestigiose collezioni private.
“Non c’è pittrice o pittore del Novecento che non abbia dipinto fiori, seguendo una vocazione intima e una personalissima interpretazione, una sfida rappresentativa. Il fiore è un soggetto semplice, ma è anche un universo di simboli complessi, di forme sofisticate e per questo irresistibile”, osserva Daniela Ferrari, curatrice del progetto insieme a Stefano Roffi. La mostra esplorerà l’evoluzione dell’arte “floreale” nel panorama italiano tra stili e significati differenti, trasformando gli spazi della villa in giardini segreti abitati dalle ortensie di Segantini, dalle dalie di Donghi e di Previati, dall’esplosiva Flora magica di Depero o dal Gladiolo fulminato di De Pisis, passando per i Crisantemi di De Chirico e per gli ipnotici mazzi di fiordalisi, margherite e papaveri di Casorati. Con Pellizza da Volpedo, Chini, Boccioni vedremo fiori splendenti e fiori inquieti, ma anche numerose “regine di fiori”, ritratti in cui la presenza dei fiori ha un’importanza pari a quella della figura umana, come racconteranno opere di Boldini, Zandomeneghi, Balla, Fontana, Pasolini. E infine un’intera sezione sarà dedicata alle rose, dove i dipinti di Morandi dialogheranno con quelli di Funi, Oppi, Pirandello e Mafai.
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