Un delicato restauro ridona bellezza e salute al capolavoro rinascimentale
Di nuovo in mostra a Brera il Cristo alla Colonna del Bramante
Donato Bramante, Cristo alla Colonna, 1480-1490 circa. Pinacoteca di Brera, Milano
Francesca Grego
02/06/2017
Milano - Torna in forma smagliante nelle sale della Pinacoteca di Brera Il Cristo alla colonna, il capolavoro di Donato Bramante che lo scorso inverno fu protagonista della singolare vicenda dei “cerotti”.
In seguito all’improvvisa variazione dei parametri di umidità, dovuta a una stagione straordinariamente secca, furono apposte sulla superficie dell’opera delle speciali pellicole, per proteggerne il delicato film pittorico nei punti considerati a rischio.
Un delicato restauro, durato cinque mesi e portato a termine dagli esperti Andrea Carini e Paola Borghese, ha restituito il dipinto al suo splendore originario.
Conosciuto nel mondo del restauro come “il malato cronico”, questo quadro ha necessitato nei secoli di frequenti interventi di recupero e manutenzione, ma secondo gli autori delle ultime “cure” ci sono buoni motivi per considerare il nuovo restauro risolutivo.
E a mettere definitivamente al sicuro il dipinto, d’ora in poi ci sarà un’ulteriore misura di protezione: una teca climatizzata in grado di isolarlo completamente dalle influenze esterne.
Il pubblico potrà dunque ammirarlo nuovamente in tutta la sua bellezza insieme allo Sposalizio della Vergine di Raffaello e alla Madonna col Bambino di Piero della Francesca nella Sala XXIV della Pinacoteca di Brera, recentemente rinnovata da un progetto di restyling.
Leggi anche:
• A Brera i Dialoghi di Lorenzo Lotto
• Verso la Grande Brera: in arrivo 26 capolavori del Novecento
• A Brera cerotti anti gelo sulle opere d'arte
In seguito all’improvvisa variazione dei parametri di umidità, dovuta a una stagione straordinariamente secca, furono apposte sulla superficie dell’opera delle speciali pellicole, per proteggerne il delicato film pittorico nei punti considerati a rischio.
Un delicato restauro, durato cinque mesi e portato a termine dagli esperti Andrea Carini e Paola Borghese, ha restituito il dipinto al suo splendore originario.
Conosciuto nel mondo del restauro come “il malato cronico”, questo quadro ha necessitato nei secoli di frequenti interventi di recupero e manutenzione, ma secondo gli autori delle ultime “cure” ci sono buoni motivi per considerare il nuovo restauro risolutivo.
E a mettere definitivamente al sicuro il dipinto, d’ora in poi ci sarà un’ulteriore misura di protezione: una teca climatizzata in grado di isolarlo completamente dalle influenze esterne.
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