Lorenzo Marini. Olivettype
Dal 28 Aprile 2022 al 05 Giugno 2022
Ivrea | Torino
Luogo: Palazzo Uffici Olivetti
Indirizzo: Via Jervis 77
Curatori: Luca Beatrice
Enti promotori:
- Con il patrocinio di
- Città di Ivrea
- Fondazione Adriano Olivetti
- Associazione Archivio Storico Olivetti
Telefono per informazioni: +39 0125 641238
E-Mail info: segreteria@archiviostoricolivetti.it
Sito ufficiale: http://www.icovalley.it/
Dal maestro della typeart, una mostra che celebra le lettere nella bellezza intrinseca di ogni singolo type, nella loro interpretazione più fantasiosa e fantastica, fino a farle diventare delle emoji contemporanee. 36 opere, una parte in grande formato e “sospese”, dedicate alle singole lettere. E poi gli alphatype, gli alfabeti desemantizzati, dove il senso della lettura viene negato a favore di una identità visiva. Fino ai bodytype, opere dove il corpo umano diventa linguaggio, gesto, segno e lettera. Ad accoglierci, all’entrata di Palazzo Uffici, la writetype, la tastiera scomposta, un’installazione immersiva formata da 36 cubi che richiamano un oggetto-simbolo: la lettera 22, la mitica macchina da scrivere portatile ideata dalla Olivetti, divenuta un’icona mondiale.
La mostra OLIVETTYPE segna l’avvio di ICO Valley, human digital hub italiano, a Ivrea, Palazzo Uffici, ex sede Olivetti oggi patrimonio Unesco, dove è in corso un progetto di rifunzionalizzazione degli spazi. La mostra di Lorenzo Marini, con le sue lettere liberate, si posiziona perfettamente all’interno del progetto: ovunque il richiamo alla cultura umanistica di Adriano Olivetti, simbolo di design democratico, cultura, innovazione e bellezza, sempre nel rispetto dell’uomo. E segna il primo appuntamento per Ivrea Capitale Italiana del Libro 2022 e gli appuntamenti che andranno a celebrare la visione comunitaria del periodo olivettiano.
All’ingresso di Palazzo Uffici un’installazione immersiva, la writetype, che invita il visitatore a fare una passeggiata tra le lettere, rileggendole in chiave contemporanea. “Più di un secolo dopo l'invenzione dello schema per tastiere alfanumeriche utilizzato nei nostri computer, macchine da scrivere e cellulari, arriva il disordine delle lettere liberate” – racconta l’artista Lorenzo Marini. “Non più schema predefinito, non più monocromatismo, non più tasti specifici. Qui ogni tastiera diventa un cubo, ogni lettera diventa caratterizzata da un colore. Qui la dimensione non è più fatta per le nostre mani ma per il nostro corpo. Finalmente una tastiera dentro la quale possiamo passeggiare, ascoltando il ticchettio che diventa nota, composizione, ritmo. Il viaggio dentro questo keyboard rivisitato suggerisce un’attenzione nuova ad ogni lettera che quotidianamente viene usata. E anche un rapporto tra le singole lettere. Benvenuta, tastiera scomposta.”
Le opere, 36 come i cubi della tastiera e come la mitica Olivetti Lettera 36, rappresentano il core dell’alfabeto liberato dell’artista. Galleggiano, sospese, tra terra e cielo, e invitano ad una riflessione sul loro significato comunicativo visuale, alla ricerca di nuovi alfabeti, fantasiosi, misteriosi, ludici, infantili e allo stesso tempo fortemente concettuali.
Come racconta Luca Beatrice, curatore della mostra, “Lorenzo Marini appartiene a quella famiglia non troppo numerosa di artisti trasversali, partiti da una determinata esperienza e giunti a un esito differente per mezzo della curiosità intellettuale. Penso a Depero o Munari, interpreti dell’arte come linguaggio e insieme immaginazione. Ho pensato a Lorenzo per proporre un intervento nell’architettura olivettiana di Ivrea, unico esempio di riconoscimento Unesco per il novecento e non per il patrimonio storico. Lo studio della tipografia, l’eleganza modernista dei caratteri, il coinvolgimento di talenti visivi di livello assoluto, ha attribuito infatti al marchio Olivetti uno status di unicum, su cui Marini ha a lungo riflettuto offrendone un’interpretazione attuale e convincente”.
La mostra è l’occasione per rileggere non solo la cultura visionaria di Adriano Olivetti ma anche il patrimonio architettonico, una fusione tra le opere e lo spazio per una valorizzazione e fruizione innovativa dell’eredità olivettiana, oggi patrimonio mondiale Unesco.
“Ho sempre pensato a una mostra per promuovere le architetture Olivetti, luoghi di progresso dove prende luce la bellezza, spazi diversi da un museo o una galleria d’arte, dove lavoro e pensiero, passato e futuro si intrecciano” – racconta Virginia Tiraboschi, Responsabile Comitato ICO Valley. “Lorenzo Marini mi ha sempre incuriosito per il profilo poliedrico: pubblicitario, scrittore e artista. Marini nasce analogico - tutti conoscono i tasti delle tante macchine per scrivere Olivetti - ma vede la trasformazione del proprio lavoro artistico digitale, conseguenza culturale ineludibile dei nostri tempi. La mostra promuove idealmente la centralità dell’uomo con tutti i suoi pensieri, ansie, preoccupazioni,gioie, passioni e si pone tra i linguaggi più adatti a perseguire il concetto di wellbeing”. “Con grande orgoglio ospitiamo all’interno degli iconici spazi di Palazzo Uffici 1 a Ivrea la mostra Olivettype. Il connubio tra l’opera dell’artista Lorenzo Marini e il contenitore che rappresenta l’eredità di Adriano Olivetti e della sua visione si coniugano in un unico contesto espressivo, in cui passato e presente dialogano” dichiara Alessandro Busci, Direttore Fondi di Prelios SGR, società di gestione del Fondo Anastasia proprietario degli immobili ex Olivetti.
La mostra ha il patrocinio della Città di Ivrea. Come ci ricorda l’Assessore alla cultura, Costanza Casali: “Nel dossier di Ivrea Capitale del Libro uno dei temi più importanti è proprio quello iconico-sillabico: la parola contrapposta all’immagine. L’artista gioca con le lettere da intendersi nella duplice veste di immagini e parole, che si librano nell’ambiente circostante e ogni visitatore, secondo la propria fantasia, potrà comporre quello che il proprio stato emozionale gli suggerirà. La mostra sarà anche l’occasione per permettere di visitare Palazzo Uffici, edificio che è anch’esso una vera e propria opera d’arte”.
Tra i partner della mostra, l’Associazione Archivio Storico Olivetti: “In Archivio custodiamo oltre 650 diversi font della storia di innovazione di Olivetti, che hanno attraversato la scrittura in diverse epoche e con una molteplicità di prodotti” dichiara Gaetano Adolfo Maria di Tondo, Presidente. “Colore, Design, Forma, Estetica sono stati elementi fondamentali per il successo sintetizzato con 16 Compassi d’Oro. Come Presidente dell’Associazione Archivio Storico Olivetti vedo quindi sempre positivamente sviluppi e ricerca creativa che possano attualizzare rilevanti percorsi storici della nostra storia, in totale coerenza con quanto facciamo quotidianamente”.
La mostra OLIVETTYPE segna l’avvio di ICO Valley, human digital hub italiano, a Ivrea, Palazzo Uffici, ex sede Olivetti oggi patrimonio Unesco, dove è in corso un progetto di rifunzionalizzazione degli spazi. La mostra di Lorenzo Marini, con le sue lettere liberate, si posiziona perfettamente all’interno del progetto: ovunque il richiamo alla cultura umanistica di Adriano Olivetti, simbolo di design democratico, cultura, innovazione e bellezza, sempre nel rispetto dell’uomo. E segna il primo appuntamento per Ivrea Capitale Italiana del Libro 2022 e gli appuntamenti che andranno a celebrare la visione comunitaria del periodo olivettiano.
All’ingresso di Palazzo Uffici un’installazione immersiva, la writetype, che invita il visitatore a fare una passeggiata tra le lettere, rileggendole in chiave contemporanea. “Più di un secolo dopo l'invenzione dello schema per tastiere alfanumeriche utilizzato nei nostri computer, macchine da scrivere e cellulari, arriva il disordine delle lettere liberate” – racconta l’artista Lorenzo Marini. “Non più schema predefinito, non più monocromatismo, non più tasti specifici. Qui ogni tastiera diventa un cubo, ogni lettera diventa caratterizzata da un colore. Qui la dimensione non è più fatta per le nostre mani ma per il nostro corpo. Finalmente una tastiera dentro la quale possiamo passeggiare, ascoltando il ticchettio che diventa nota, composizione, ritmo. Il viaggio dentro questo keyboard rivisitato suggerisce un’attenzione nuova ad ogni lettera che quotidianamente viene usata. E anche un rapporto tra le singole lettere. Benvenuta, tastiera scomposta.”
Le opere, 36 come i cubi della tastiera e come la mitica Olivetti Lettera 36, rappresentano il core dell’alfabeto liberato dell’artista. Galleggiano, sospese, tra terra e cielo, e invitano ad una riflessione sul loro significato comunicativo visuale, alla ricerca di nuovi alfabeti, fantasiosi, misteriosi, ludici, infantili e allo stesso tempo fortemente concettuali.
Come racconta Luca Beatrice, curatore della mostra, “Lorenzo Marini appartiene a quella famiglia non troppo numerosa di artisti trasversali, partiti da una determinata esperienza e giunti a un esito differente per mezzo della curiosità intellettuale. Penso a Depero o Munari, interpreti dell’arte come linguaggio e insieme immaginazione. Ho pensato a Lorenzo per proporre un intervento nell’architettura olivettiana di Ivrea, unico esempio di riconoscimento Unesco per il novecento e non per il patrimonio storico. Lo studio della tipografia, l’eleganza modernista dei caratteri, il coinvolgimento di talenti visivi di livello assoluto, ha attribuito infatti al marchio Olivetti uno status di unicum, su cui Marini ha a lungo riflettuto offrendone un’interpretazione attuale e convincente”.
La mostra è l’occasione per rileggere non solo la cultura visionaria di Adriano Olivetti ma anche il patrimonio architettonico, una fusione tra le opere e lo spazio per una valorizzazione e fruizione innovativa dell’eredità olivettiana, oggi patrimonio mondiale Unesco.
“Ho sempre pensato a una mostra per promuovere le architetture Olivetti, luoghi di progresso dove prende luce la bellezza, spazi diversi da un museo o una galleria d’arte, dove lavoro e pensiero, passato e futuro si intrecciano” – racconta Virginia Tiraboschi, Responsabile Comitato ICO Valley. “Lorenzo Marini mi ha sempre incuriosito per il profilo poliedrico: pubblicitario, scrittore e artista. Marini nasce analogico - tutti conoscono i tasti delle tante macchine per scrivere Olivetti - ma vede la trasformazione del proprio lavoro artistico digitale, conseguenza culturale ineludibile dei nostri tempi. La mostra promuove idealmente la centralità dell’uomo con tutti i suoi pensieri, ansie, preoccupazioni,gioie, passioni e si pone tra i linguaggi più adatti a perseguire il concetto di wellbeing”. “Con grande orgoglio ospitiamo all’interno degli iconici spazi di Palazzo Uffici 1 a Ivrea la mostra Olivettype. Il connubio tra l’opera dell’artista Lorenzo Marini e il contenitore che rappresenta l’eredità di Adriano Olivetti e della sua visione si coniugano in un unico contesto espressivo, in cui passato e presente dialogano” dichiara Alessandro Busci, Direttore Fondi di Prelios SGR, società di gestione del Fondo Anastasia proprietario degli immobili ex Olivetti.
La mostra ha il patrocinio della Città di Ivrea. Come ci ricorda l’Assessore alla cultura, Costanza Casali: “Nel dossier di Ivrea Capitale del Libro uno dei temi più importanti è proprio quello iconico-sillabico: la parola contrapposta all’immagine. L’artista gioca con le lettere da intendersi nella duplice veste di immagini e parole, che si librano nell’ambiente circostante e ogni visitatore, secondo la propria fantasia, potrà comporre quello che il proprio stato emozionale gli suggerirà. La mostra sarà anche l’occasione per permettere di visitare Palazzo Uffici, edificio che è anch’esso una vera e propria opera d’arte”.
Tra i partner della mostra, l’Associazione Archivio Storico Olivetti: “In Archivio custodiamo oltre 650 diversi font della storia di innovazione di Olivetti, che hanno attraversato la scrittura in diverse epoche e con una molteplicità di prodotti” dichiara Gaetano Adolfo Maria di Tondo, Presidente. “Colore, Design, Forma, Estetica sono stati elementi fondamentali per il successo sintetizzato con 16 Compassi d’Oro. Come Presidente dell’Associazione Archivio Storico Olivetti vedo quindi sempre positivamente sviluppi e ricerca creativa che possano attualizzare rilevanti percorsi storici della nostra storia, in totale coerenza con quanto facciamo quotidianamente”.
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