Leonard Freed. Io amo l'Italia
Dal 29 Settembre 2013 al 03 Novembre 2013
Cesano Maderno | Milano
Luogo: Palazzo Arese Borromeo
Indirizzo: piazza Borromeo 1
Orari: sabato e domenica 10-12/ 15-19
Curatori: Enrica Viganò
Costo del biglietto: € 3
Telefono per informazioni: +39 0362 513550
E-Mail info: segreteria@admiraphotography.it
Sito ufficiale: http://www.comune.cesano-maderno.mb.it
Leonard Freed al Borromeo a cura di Enrica Viganò - Si inaugura alle 11.00 di domenica 29 settembre a palazzo Arese Borromeo la mostra del fotografo newyorkese Leonard Freed da titolo "Io amo l'Italia!" - curata da Enrica Viganò di Admira -, che sarà ospitata nelle sale al piano terra della dimora borromaica.
La mostra di Freed: punta di diamante delle iniziative di "Ville Aperte in Brianza" - "La mostra di Leonard Freed rappresenta la precisa volontà dell'Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Gigi Ponti di riprendere, anche se in forma diversa, il progetto di Foto&Photo - dichiara l'assessore alla Cultura e Valorizzazione del Patrimonio Artistico e Monumentale Celestino Oltolini -, il Festival Internazionale della fotografia che aveva lanciato Cesano Maderno nella cerchia dei più importanti festival fotografici d'Italia, oltre che tra i più conosciuti all'estero.
Per la sua valenza ed il richiamo al contesto di Foto&Photo, la rassegna costituisce una delle punte di diamante delle iniziative di "Ville Aperte in Brianza.
Uno spaccato dell'Italia in 100 scatti - La mostra propone cento fotografie scattate tra Roma, Firenze, Napoli, Milano e Palermo per raccontare la vita quotidiana, i volti e i gesti dell'Italia del dopoguerra senza l'uso di facili stereotipi. Immagini che portano il visitatore indietro nel tempo, sino a ritrovare in alcuni casi le proprie radici ancestrali piuttosto che, in altri, a scoprire la dimensione di una nazione che ormai non c'è più. Dai ritratti di Freed traspare non la ricerca della notizia bensì quella di approfondimento della dimensione più personale e intima della natura umana.
L'Italia fu una delle sue principali fonti di ispirazione, una terra che lo affascinò tutta la vita perché qui "il passato è sempre presente non solo nei luoghi ma nella vita quotidiana della gente". Il suo obiettivo venne perciò a focalizzarsi sulle figure umane, immortalate con empatia e sensibilità nel corso dei decenni ben più che su paesaggi e architetture.
Dai suoi scatti, Freed riesce a far trasparire il desiderio di rinascita di un paese uscito da un dopoguerra pieno di speranza e proiettato verso il miraggio di un nuovo benessere. I suoi soggetti sono i riti collettivi ma anche il ritratto fotografico scattato per strada con una tovaglia bianca come sfondo, la vita dei pescatori siciliani o quella delle donne di Napoli.
La storia d'amore del fotografo newyorkese - Quella di Leonard Freed con l'Italia fu una vera e propria storia d'amore che portò il fotografo americano - membro dell'agenzia Magnum dal 1972 - a fare oltre 45 viaggi nel nostro paese. Il risultato è una raccolta di migliaia di immagini, scattate nel corso di decenni, a cavallo di realtà cittadine e realtà rurali, cento delle quali - le più significative - sono in mostra a Cesano.
Una rassegna di fotografie in bianco e nero dell'artista americano che oggi costituiscono un patrimonio per il paese: spesso infatti l'occhio fotografico di un osservatore esterno riesce a cogliere quei particolari caratteristici e sintomatici che possono sfuggire a chi vive la realtà descritta, per coglierne l'essenza più vera.
"Sono un artista, non un fotoreporter", diceva di se stesso Freed, sottolineando il valore emotivo e non informativo dei suoi scatti.
Leonard Freed nasce il 23 ottobre 1929 a Brooklyn, in una famiglia ebrea di origine russa e di classe operaia. A diciannove anni la sua passione per la pittura lo spinge a iscriversi a una scuola di disegno e grafica e in seguito ad organizzare nella cantina dei genitori il suo studio d'artista, mentre lavora come grafico presso una tipografia.
Nel 1952 parte per l'Europa dove si fermerà per un paio d'anni girando per diversi paesi, ma è in Italia che avviene la folgorazione che segnerà la sua vita professionale e non solo. Visita il nostro paese in compagnia di un amico pittore che si guadagna da vivere realizzando fotografie e capisce che anche per lui questa soluzione sarebbe ideale per coniugare la sua curiosità e il suo desiderio di viaggiare, di conoscere il mondo e se stesso. Torna negli Stati Uniti con il progetto di diventare fotografo professionista e cerca i suoi primi soggetti proprio a Little Italy, dove la vitalità e le tradizioni degli italoamericani catturano il suo sguardo e la sua simpatia per sempre.
Convinto che la fotografia possa essere strumento di indagine del sociale e di approfondita ricerca sulla natura umana, nel 1954 Freed inizia a studiare con il suo obiettivo le proprie radici ebraiche, prima a New York e poi in ogni dove (Olanda, Germania, Israele) seguendo le tracce di un popolo senza pace, ma fiero delle proprie origini. Molti anni dopo, nel 1984, le immagini saranno raccolte nel libro La Danse des Fideles.
Quando nel 1963 rientra negli Stati Uniti il tema della discriminazione razziale lo coinvolge visceralmente: segue la marcia su Washington e i suoi protagonisti, ma anche la vita quotidiana degli afroamericani nel quartiere nero della sua Brooklyn.
Nel 1972 Freed diventa socio della prestigiosa agenzia Magnum.
Innumerevoli le mostre personali a lui dedicate, e significative anche le sue partecipazioni a mostre collettive: tra tutte ricordiamo quella del 1967 alla mitica raccolta The Concerned Photographer curata da Cornell Capa. Le sue opere sono presenti nelle principali collezioni museali in tutto il mondo.
Leonard Freed si spegne il 20 novembre 2006 nella città dove abitava dal 1975, Garrison (New York). Fino all'ultimo ha lavorato instancabilmente a nuovi progetti tra cui un libro dedicato all'Italia, il suo grande amore.
La mostra di Freed: punta di diamante delle iniziative di "Ville Aperte in Brianza" - "La mostra di Leonard Freed rappresenta la precisa volontà dell'Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Gigi Ponti di riprendere, anche se in forma diversa, il progetto di Foto&Photo - dichiara l'assessore alla Cultura e Valorizzazione del Patrimonio Artistico e Monumentale Celestino Oltolini -, il Festival Internazionale della fotografia che aveva lanciato Cesano Maderno nella cerchia dei più importanti festival fotografici d'Italia, oltre che tra i più conosciuti all'estero.
Per la sua valenza ed il richiamo al contesto di Foto&Photo, la rassegna costituisce una delle punte di diamante delle iniziative di "Ville Aperte in Brianza.
Uno spaccato dell'Italia in 100 scatti - La mostra propone cento fotografie scattate tra Roma, Firenze, Napoli, Milano e Palermo per raccontare la vita quotidiana, i volti e i gesti dell'Italia del dopoguerra senza l'uso di facili stereotipi. Immagini che portano il visitatore indietro nel tempo, sino a ritrovare in alcuni casi le proprie radici ancestrali piuttosto che, in altri, a scoprire la dimensione di una nazione che ormai non c'è più. Dai ritratti di Freed traspare non la ricerca della notizia bensì quella di approfondimento della dimensione più personale e intima della natura umana.
L'Italia fu una delle sue principali fonti di ispirazione, una terra che lo affascinò tutta la vita perché qui "il passato è sempre presente non solo nei luoghi ma nella vita quotidiana della gente". Il suo obiettivo venne perciò a focalizzarsi sulle figure umane, immortalate con empatia e sensibilità nel corso dei decenni ben più che su paesaggi e architetture.
Dai suoi scatti, Freed riesce a far trasparire il desiderio di rinascita di un paese uscito da un dopoguerra pieno di speranza e proiettato verso il miraggio di un nuovo benessere. I suoi soggetti sono i riti collettivi ma anche il ritratto fotografico scattato per strada con una tovaglia bianca come sfondo, la vita dei pescatori siciliani o quella delle donne di Napoli.
La storia d'amore del fotografo newyorkese - Quella di Leonard Freed con l'Italia fu una vera e propria storia d'amore che portò il fotografo americano - membro dell'agenzia Magnum dal 1972 - a fare oltre 45 viaggi nel nostro paese. Il risultato è una raccolta di migliaia di immagini, scattate nel corso di decenni, a cavallo di realtà cittadine e realtà rurali, cento delle quali - le più significative - sono in mostra a Cesano.
Una rassegna di fotografie in bianco e nero dell'artista americano che oggi costituiscono un patrimonio per il paese: spesso infatti l'occhio fotografico di un osservatore esterno riesce a cogliere quei particolari caratteristici e sintomatici che possono sfuggire a chi vive la realtà descritta, per coglierne l'essenza più vera.
"Sono un artista, non un fotoreporter", diceva di se stesso Freed, sottolineando il valore emotivo e non informativo dei suoi scatti.
Leonard Freed nasce il 23 ottobre 1929 a Brooklyn, in una famiglia ebrea di origine russa e di classe operaia. A diciannove anni la sua passione per la pittura lo spinge a iscriversi a una scuola di disegno e grafica e in seguito ad organizzare nella cantina dei genitori il suo studio d'artista, mentre lavora come grafico presso una tipografia.
Nel 1952 parte per l'Europa dove si fermerà per un paio d'anni girando per diversi paesi, ma è in Italia che avviene la folgorazione che segnerà la sua vita professionale e non solo. Visita il nostro paese in compagnia di un amico pittore che si guadagna da vivere realizzando fotografie e capisce che anche per lui questa soluzione sarebbe ideale per coniugare la sua curiosità e il suo desiderio di viaggiare, di conoscere il mondo e se stesso. Torna negli Stati Uniti con il progetto di diventare fotografo professionista e cerca i suoi primi soggetti proprio a Little Italy, dove la vitalità e le tradizioni degli italoamericani catturano il suo sguardo e la sua simpatia per sempre.
Convinto che la fotografia possa essere strumento di indagine del sociale e di approfondita ricerca sulla natura umana, nel 1954 Freed inizia a studiare con il suo obiettivo le proprie radici ebraiche, prima a New York e poi in ogni dove (Olanda, Germania, Israele) seguendo le tracce di un popolo senza pace, ma fiero delle proprie origini. Molti anni dopo, nel 1984, le immagini saranno raccolte nel libro La Danse des Fideles.
Quando nel 1963 rientra negli Stati Uniti il tema della discriminazione razziale lo coinvolge visceralmente: segue la marcia su Washington e i suoi protagonisti, ma anche la vita quotidiana degli afroamericani nel quartiere nero della sua Brooklyn.
Nel 1972 Freed diventa socio della prestigiosa agenzia Magnum.
Innumerevoli le mostre personali a lui dedicate, e significative anche le sue partecipazioni a mostre collettive: tra tutte ricordiamo quella del 1967 alla mitica raccolta The Concerned Photographer curata da Cornell Capa. Le sue opere sono presenti nelle principali collezioni museali in tutto il mondo.
Leonard Freed si spegne il 20 novembre 2006 nella città dove abitava dal 1975, Garrison (New York). Fino all'ultimo ha lavorato instancabilmente a nuovi progetti tra cui un libro dedicato all'Italia, il suo grande amore.
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