(Im)possibile Ecologies

(Im)possibile Ecologies, Orto Botanico di Roma Polo Museale Sapienza
Dal 20 Giugno 2022 al 26 Giugno 2022
Roma
Luogo: Orto Botanico di Roma Polo Museale Sapienza
Indirizzo: Largo Cristina di Svezia 23-24
NABA, Nuova Accademia di Belle Arti presenta la mostra (Im)possibile Ecologies che si terrà dal 20 al 26 giugno presso l’Orto Botanico di Roma Polo Museale Sapienza. Nata da un’idea di Andris Brinkmanis, Course Leader Triennio in Pittura e Arti Visive dell’Accademia, e di Marco Scotini, NABA Visual Arts Department Head, e coordinata da Vasco Forconi, all’Orto Botanico di Roma Polo Museale Sapienza il pubblico potrà vedere le opere degli studenti del Triennio in Pittura e Arti Visive delle sedi di Milano e Roma e del Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali di Milano, i cui studenti si sono occupati anche della curatela della mostra.
Il 20 giugno, giorno dell’apertura della mostra, è previsto un doppio appuntamento per il pubblico: alle ore 17:00 con il Seminario tenuto dagli stessi studenti del Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali, che da ottobre prenderà il via anche nel campus romano*, che racconteranno a tutti gli interessati le tematiche di ricerca caratterizzanti il Biennio, inclusa la propria esperienza nella curatela della stessa mostra. Seguirà alle ore 19:00 l’opening della mostra collettiva che per la prima volta riunisce le opere realizzate dagli studenti del Dipartimento di Arti Visive dei due campus di Milano e Roma.
(Im)possibile Ecologies si inserisce in un filone di ricerca che da anni considera la relazione tra ecologie, pratiche artistiche e studi curatoriali un elemento centrale nei processi pedagogici sviluppati dal Dipartimento di Arti Visive di NABA. Più che un lavoro attivo sulla natura, non sempre al riparo da certe seduzioni del potere, oggi la posta in gioco sembra essere quella di un’ecologia del possibile ovvero di una riattivazione della facoltà di reincantare e reimmaginare il mondo – per dirlo con Silvia Federici – che a partire dagli anni ‘90 sembra essere stata rimossa violentemente dall’orizzonte politico collettivo e cooptata dal dominio della tecnica occidentale. Che cos’è oggi il possibile? Fare ecologia significa innanzitutto confrontarsi con questa domanda, ricorrendo a quella che Deleuze e Guattari definivano una scienza nomade. Fare ecologia oggi non può quindi prescindere dall’apertura radicale a una pedagogia alternativa.
L’Orto Botanico di Roma Polo Museale Sapienza, museo vivente, luogo di tutela della biodiversità ma anche simbolo dell’Italia quale stato-nazione dal passato coloniale, si offre come un teatro privilegiato in cui mettere a confronto tali interrogativi sugli orizzonti del possibile. Nelle opere degli studenti-artisti in mostra si avvicendano e si incontrano una molteplicità di approcci all’ecologia politica. Il nomadismo, il mito e la metamorfosi, l’ecofemminismo, le memorie coloniali e un certo richiamo alla decelerazione sono soltanto alcune delle possibili declinazioni di un’ecologia al plurale che si manifesta sempre più attraverso una concezione olistica dell’ambiente, in cui tutti gli elementi, le specie e le forze esistono in una reciproca interconnessione e interdipendenza.
(Im)possibile Ecologies è il primo atto di un più ampio progetto espositivo che proseguirà il prossimo autunno con una mostra dedicata al tema della memoria e dell’archivio a Milano.
Così Marco Scotini, NABA Visual Arts Department Head, descrive la specificità della formazione artistica in NABA: “Credo che non si tratti più dunque di pensare l'educazione artistica nei termini di una disciplina separata, per esperti e addetti ai lavori. Possiamo immaginare la funzione estetica dentro un proprio recinto? Oggi la sfida è quella di pensrae l'arte come qualcosa al centro dei processi di formazione e di soggettivazione in senso ampio, che trova nel modello estetico la propria procedura di realizzazione. Per questo nella nostra scuola pratichiamo ordinariamente tutto ciò che può apparire extra-disciplinare: l'economia, il genere, l'urbano, l'ecologia. In sostanza, l'arte diventa inseparabile dai processi di socializzazione del presente e dai fenomeni di ricomposizione collettiva del futuro”.
Studenti del Biennio Specialisto in Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA, curatori della mostra:
Shamooda Amrelia, Elisabetta Calligaro, Antonela Solenicki, Zixin Han, Harshitha Jois, Elena Marcon, Nicolò Martinelli, Rosaria Murolo, Alberto Navilli, Barbara Niniano, Martina Pumpel, Alessia Riva, Federica Rizzo.
Gli artisti che hanno partecipato al progetto sono, invece, gli studenti del Triennio in Pittura e Arti Visive delle sedi di Milano e Roma e del Biennio Specialisto in Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA di Milano: Chiara Antonelli, Roberta Argenta, Davide Barberi, Eleonora Del Bene, Isabel Bergant, Elisabetta Bottura, Francesca Bullo, Alessandro Cavallini, Elisa Ceneri, Michela Fabriani, Diego Giannettoni, Romina Guerrero, Camilla Gurgone, Munisa Kholkhujaeva, Kenny Alexander Laurence, Miranda Lopez Ortega, Giorgio Mattia, Rebecca Momoli, Katia Mosconi, Giuliana Paolino, Tatiana Russi Soto, Lorenzo Silvestri, Alessandro Sorrentino, Shaha Tanvi, Mateusz Dalla Torre, Barbara De Veteris, Iris Volpato e Shaoqi Yin.
Un ringraziamento speciale va a Silvia Simoncelli, NABA Head of Education del campus di Roma, Caterina Iaquinta, Advisor Leader del Triennio in Pittura e Arti Visive nella sede di Roma, Lorenzo Romito, docente NABA.
La Graphic Identity della mostra è a cura di Giordano Cruciani.
Il 20 giugno, giorno dell’apertura della mostra, è previsto un doppio appuntamento per il pubblico: alle ore 17:00 con il Seminario tenuto dagli stessi studenti del Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali, che da ottobre prenderà il via anche nel campus romano*, che racconteranno a tutti gli interessati le tematiche di ricerca caratterizzanti il Biennio, inclusa la propria esperienza nella curatela della stessa mostra. Seguirà alle ore 19:00 l’opening della mostra collettiva che per la prima volta riunisce le opere realizzate dagli studenti del Dipartimento di Arti Visive dei due campus di Milano e Roma.
(Im)possibile Ecologies si inserisce in un filone di ricerca che da anni considera la relazione tra ecologie, pratiche artistiche e studi curatoriali un elemento centrale nei processi pedagogici sviluppati dal Dipartimento di Arti Visive di NABA. Più che un lavoro attivo sulla natura, non sempre al riparo da certe seduzioni del potere, oggi la posta in gioco sembra essere quella di un’ecologia del possibile ovvero di una riattivazione della facoltà di reincantare e reimmaginare il mondo – per dirlo con Silvia Federici – che a partire dagli anni ‘90 sembra essere stata rimossa violentemente dall’orizzonte politico collettivo e cooptata dal dominio della tecnica occidentale. Che cos’è oggi il possibile? Fare ecologia significa innanzitutto confrontarsi con questa domanda, ricorrendo a quella che Deleuze e Guattari definivano una scienza nomade. Fare ecologia oggi non può quindi prescindere dall’apertura radicale a una pedagogia alternativa.
L’Orto Botanico di Roma Polo Museale Sapienza, museo vivente, luogo di tutela della biodiversità ma anche simbolo dell’Italia quale stato-nazione dal passato coloniale, si offre come un teatro privilegiato in cui mettere a confronto tali interrogativi sugli orizzonti del possibile. Nelle opere degli studenti-artisti in mostra si avvicendano e si incontrano una molteplicità di approcci all’ecologia politica. Il nomadismo, il mito e la metamorfosi, l’ecofemminismo, le memorie coloniali e un certo richiamo alla decelerazione sono soltanto alcune delle possibili declinazioni di un’ecologia al plurale che si manifesta sempre più attraverso una concezione olistica dell’ambiente, in cui tutti gli elementi, le specie e le forze esistono in una reciproca interconnessione e interdipendenza.
(Im)possibile Ecologies è il primo atto di un più ampio progetto espositivo che proseguirà il prossimo autunno con una mostra dedicata al tema della memoria e dell’archivio a Milano.
Così Marco Scotini, NABA Visual Arts Department Head, descrive la specificità della formazione artistica in NABA: “Credo che non si tratti più dunque di pensare l'educazione artistica nei termini di una disciplina separata, per esperti e addetti ai lavori. Possiamo immaginare la funzione estetica dentro un proprio recinto? Oggi la sfida è quella di pensrae l'arte come qualcosa al centro dei processi di formazione e di soggettivazione in senso ampio, che trova nel modello estetico la propria procedura di realizzazione. Per questo nella nostra scuola pratichiamo ordinariamente tutto ciò che può apparire extra-disciplinare: l'economia, il genere, l'urbano, l'ecologia. In sostanza, l'arte diventa inseparabile dai processi di socializzazione del presente e dai fenomeni di ricomposizione collettiva del futuro”.
Studenti del Biennio Specialisto in Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA, curatori della mostra:
Shamooda Amrelia, Elisabetta Calligaro, Antonela Solenicki, Zixin Han, Harshitha Jois, Elena Marcon, Nicolò Martinelli, Rosaria Murolo, Alberto Navilli, Barbara Niniano, Martina Pumpel, Alessia Riva, Federica Rizzo.
Gli artisti che hanno partecipato al progetto sono, invece, gli studenti del Triennio in Pittura e Arti Visive delle sedi di Milano e Roma e del Biennio Specialisto in Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA di Milano: Chiara Antonelli, Roberta Argenta, Davide Barberi, Eleonora Del Bene, Isabel Bergant, Elisabetta Bottura, Francesca Bullo, Alessandro Cavallini, Elisa Ceneri, Michela Fabriani, Diego Giannettoni, Romina Guerrero, Camilla Gurgone, Munisa Kholkhujaeva, Kenny Alexander Laurence, Miranda Lopez Ortega, Giorgio Mattia, Rebecca Momoli, Katia Mosconi, Giuliana Paolino, Tatiana Russi Soto, Lorenzo Silvestri, Alessandro Sorrentino, Shaha Tanvi, Mateusz Dalla Torre, Barbara De Veteris, Iris Volpato e Shaoqi Yin.
Un ringraziamento speciale va a Silvia Simoncelli, NABA Head of Education del campus di Roma, Caterina Iaquinta, Advisor Leader del Triennio in Pittura e Arti Visive nella sede di Roma, Lorenzo Romito, docente NABA.
La Graphic Identity della mostra è a cura di Giordano Cruciani.
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