Schegge di periferie: il Neorealismo a Milano. Fotografie di Nino De Pietro
Dal 16 Febbraio 2018 al 31 Marzo 2018
Milano
Luogo: Fondazione Luciana Matalon
Indirizzo: Foro Buonaparte 67
Orari: Da martedì a domenica 10-19. La biglietteria chiude 30 minuti prima
Curatori: Maria Possenti, Emanuela Sesti, Italo Zannier
Costo del biglietto: Intero € 4 + € 2 tessera associativa Amici della Fondazione Luciana Matalon. Ridotto € 3 + € 2 tessera associativa (Over 65, bambini 7 - 12 anni, scolaresche, disabili, gruppi min.15 persone). Gratuito bambini fino a 6 anni. Per i minori di 18 anni non è necessaria la tessera associativa
Telefono per informazioni: +39 02 878781
E-Mail info: fineart@fondazionematalon.org
Sito ufficiale: http://www.fondazionematalon.org
La Fondazione Luciana Matalon di Milano è lieta di ospitare, in collaborazione con Fratelli Alinari, Fondazione per la Storia della Fotografia di Firenze, la mostra del fotografo Nino De Pietro, dal 16 febbraio al 31 marzo 2018.
L’esposizione Schegge di periferie: il Neorealismo a Milano , curata da Maria Possenti, Emanuela Sesti e Italo Zannier, presenta 70 foto da pellicola negativa Kodak in bianco e nero che De Pietro, con la sua inseparabile Leica, ha scattato a Milano tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta.
La matrice linguistica delle sue fotografie è il cinema neorealista italiano di Roberto Rossellini, Vittorio De Sica e Luchino Visconti di cui condivide la rappresentazione della vita nella sua immediata realtà, senza idealizzazioni o abbellimenti. Un realismo poetico quello di Nino De Pietro che lo porta a osservare Milano e il suo divenire mettendo in luce scorci non convenzionali, luoghi spesso dismessi resi vivi dai sentimenti dei suoi abitanti, senza regole formali o imposizioni ideologiche, ma semplicemente raccontando il tempo presente.
Il fotografo percorre “disordinatamente” le strade di Milano eseguendo straordinarie sequenze fotografiche dove si accavallano i luoghi della vecchia periferia: i navigli e i cortili delle case di ringhiera dove sono ancora presenti le tracce delle incursioni aeree della seconda guerra mondiale, la neve a Sesto San Giovanni, le scritte sui muri, le tende da sole dei grandi condomini periferici, la ferrovia nel quartiere di San Cristoforo, la Trattoria del Risveglio, frequentata da Giorgio Gaber, le discariche e le loro sedimentazioni di “testimonianze ambientali”, le baracche di viale Plebisciti, il Vicolo dei Lavandai tanto caro a De Pietro da decidere di stabilirsi lì con il suo studio, la Fiera di Sinigaglia, gli oggetti di lavoro, le biciclette e i panni stesi ad asciugare, i tram e infine i manifesti del cinema e quelli strappati dai muri.
Nino De Pietro conduce un’indagine insieme distaccata e appassionata, oggi ancora più preziosa poiché capace di restituirci ambienti e persone ormai di perduta memoria.
Nino De Pietro, Milanese doc, classe 1921, dopo gli studi di Economia alla Bocconi, lavora al Banco di Roma tra il 1945 e il 1954, anno in cui inizia a lavorare per la Kodak di Cinisello Balsamo dove resterà fino al 1982, con le mansioni di Photographic Promotion Specialist. Si dedica alla fotografia dal 1955, anno in cui entra a far parte del “Circolo fotografico milanese”. Dal 1956 è membro della F.I.A.P. (“Fédération Internationale de l'Art Photographique”) che lo nomina nel 1962 Artista con il riconoscimento AFIAP e nel 1979 ESFIAP (Excellence pour services rendus à la cause de la photographie). Pubblica le sue immagini sulle principali riviste specializzate (Popular Photography, Fotografia, Ferrania, Progresso fotografico, Enciclopedia della fotografia, La Gazzetta della fotografia, Nuova Fotografia), partecipa a concorsi ed eventi espositivi in Italia e all’estero (Circolo fotografico milanese, Biblioteca Comunale di Corsico, Circolo Antoniano di Milano, spazio Kodak di Milano, grattacielo Pirelli, Museo di Milano, Biblioteca Comunale di Paderno Dugnano, Club Italiano fotoamatori, Spazio Cortina, Galleria d'Arte Cadorna).Riceve numerosi riconoscimenti ai Saloni Internazionali di Fotografia della Kodak a Rochester, a Londra, a Melbourne e a Stoccarda (tra cui J.J.Rouse Memorial Grand Award, I.N.Hultman Award), al Salone Internazionale di fotografia di Katowice (Polonia), alle mostre FIAF (Torino 1961). L’archivio è stato donato dall’Autore alla Fratelli Alinari nel 2017 ed è costituito da oltre 5.000 negativi in bn e a colori nei formati 6x9 e 24x36 e da oltre 900 vintage prints. Fedelissimo alla Kodak ha usato per il bianco e nero la Tri xPan e per il colore Kodachrome, Ektachrome, Kodacolor; le sue macchine fotografiche sono state la Leica, la prima, poi la Rolleiflex e la Mamya. Negli anni ottanta apre lo studio nella zona dei Navigli di Porta Ticinese, nel Vicolo dei Lavandai, a lui tanto caro.
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