Passaggio a Oriente – camminando sui tappeti…
Dal 06 Settembre 2014 al 12 Ottobre 2014
Avigliana | Torino
Luogo: Galleria “Arte per Voi”
Indirizzo: piazza Conte Rosso 3
Orari: sabato e domenica 15-20
Curatori: Luigi Castagna, Paolo Nesta
Enti promotori:
- Città di Avigliana
E-Mail info: lcastagna@artepervoi.it
Sito ufficiale: http://www.artepervoi.it/
Senza dover scomodare per forza Malebranche, Montaigne o Pascal, cui per altro ricorre Alain - uno dei maggiori filosofi dell’arte francesi, e non solo, del Novecento, ingiustamente trascurato - è sufficiente aprire il suo Système del Beaux-Arts, edito nel 1920, per accertarsi che il primo capitolo di quel suo trattato è saggiamente dedicato alla ‘Folle du Logis’, ‘la matta di casa’, di cui qui, nella mostra “Passaggio a Oriente”, aperta dal 6 settembre al 12 ottobre presso “Arte per Voi” in piazza Conte Rosso n. 3, ad Avigliana, si trovano ben nove autorevoli testimonianze, per di più, tutte convergenti attorno ad uno stesso tema.
La ‘matta di casa’, secondo la colorita espressione francese, non è altro che la fantasia, l’immaginazione, che si trova in tutti noi e che per alcuni, (forse) più fortunati, sa trasformarsi in immaginazione creatrice e, per questo, presiede all’invenzione artistica; “qui noi fabbrichiamo la cosa immaginata; fabbricata, la cosa per questo stesso è reale, e percepita da non dubitarne .. la fantasia ha bisogno di oggetti. E le arti compaiono ormai come rimedi alla fantasticheria, sempre triste ed errabonda .. E soprattutto accade che i gesti disegnino una forma davanti agli occhi; la matita errante, nel fermare quei gesti, darà alla fantasticheria come un passato, una storia. Si scopre che, meglio del discorso, il disegno e infine la scrittura porteranno i nostri sogni” (Alain).
Ecco, più o meno e un po’ alla spiccia, come prende forma concreta il sogno dell’oriente nelle fantasie amorose di Silvana Alasia, nelle proiezioni – chissà quanto autoidentificative - di Nadia Brunori, nel fervore plastico di Enrica Campi, o nelle onde cromatiche che scaturiscono dalle memorie dei suoi soggiorni giapponesi nelle matrici xilografiche o mokuhanga di Mara Cozzolino, intenta a rendere omaggio al grandissimo Hokusai.
I trapassi onirici, di tavola in tavola, nelle ceramiche raku di Giuliana Cusino – ancora una volta con un puntuale omaggio ad una tecnica che viene dal lontano oriente – danno, come dice Alain, “alla fantasticheria come un passato, una storia” e “il disegno [ovvero la sua traduzione in opera plastica] e infine la scrittura porteranno i nostri sogni”, conferendo alle opere una dimensione narrativa pura, perché affonda in remoti stati spazio-temporali dell’essere.
Claudia Esposito, invece, indaga nel teatro N?, fatto di una scena disadorna, contrapposta alla stilizzazione dei movimenti degli attori, all’estrema ricchezza dei costumi e all’impiego delle maschere (omote: Omote Ko-jo, il vecchio, Omote Shikami, la violenza, Omote Hannya, il talismano protettivo contro gli spiriti maligni), che hanno più valenze e per lo più mostrano differenti espressioni e sentimenti e, potendo incarnare entità superiori, hanno funzioni di mediatrici tra il tempo mitico e quello storico.
La pazientissima e geniale arte dell’Origami, evocata da Sonia Girotto, affiancata ad abilissime realizzazioni ceramiche, che comprendono l’occorrente per la cerimonia del the, così come le composizioni di piatti giapponesi tra sushi e dolci raffinati, opera di Lilia Rinetti, sembrano riportarci, ma solo per un istante e senza volerne tradire la loro indubitabile origine nel pensiero visivo estremo-orientale, a certe ricerche artistiche occidentali del XX secolo, tra orientalismi, astrattismo optical e iperrealismo.
Conclude la rassegna la giocosa e teatralissima invenzione Sherazade, opera di Massimo Voghera, a vivaci colori su semirefrattario bianco, e veramente all’insegna della ‘Folle du Logis’: “qui noi fabbrichiamo la cosa immaginata; fabbricata, la cosa per questo stesso è reale, e percepita da non dubitarne .. la fantasia ha bisogno di oggetti. E le arti compaiono ormai come rimedi alla fantasticheria, sempre triste ed errabonda …” (Alain).
Paolo Nesta
La ‘matta di casa’, secondo la colorita espressione francese, non è altro che la fantasia, l’immaginazione, che si trova in tutti noi e che per alcuni, (forse) più fortunati, sa trasformarsi in immaginazione creatrice e, per questo, presiede all’invenzione artistica; “qui noi fabbrichiamo la cosa immaginata; fabbricata, la cosa per questo stesso è reale, e percepita da non dubitarne .. la fantasia ha bisogno di oggetti. E le arti compaiono ormai come rimedi alla fantasticheria, sempre triste ed errabonda .. E soprattutto accade che i gesti disegnino una forma davanti agli occhi; la matita errante, nel fermare quei gesti, darà alla fantasticheria come un passato, una storia. Si scopre che, meglio del discorso, il disegno e infine la scrittura porteranno i nostri sogni” (Alain).
Ecco, più o meno e un po’ alla spiccia, come prende forma concreta il sogno dell’oriente nelle fantasie amorose di Silvana Alasia, nelle proiezioni – chissà quanto autoidentificative - di Nadia Brunori, nel fervore plastico di Enrica Campi, o nelle onde cromatiche che scaturiscono dalle memorie dei suoi soggiorni giapponesi nelle matrici xilografiche o mokuhanga di Mara Cozzolino, intenta a rendere omaggio al grandissimo Hokusai.
I trapassi onirici, di tavola in tavola, nelle ceramiche raku di Giuliana Cusino – ancora una volta con un puntuale omaggio ad una tecnica che viene dal lontano oriente – danno, come dice Alain, “alla fantasticheria come un passato, una storia” e “il disegno [ovvero la sua traduzione in opera plastica] e infine la scrittura porteranno i nostri sogni”, conferendo alle opere una dimensione narrativa pura, perché affonda in remoti stati spazio-temporali dell’essere.
Claudia Esposito, invece, indaga nel teatro N?, fatto di una scena disadorna, contrapposta alla stilizzazione dei movimenti degli attori, all’estrema ricchezza dei costumi e all’impiego delle maschere (omote: Omote Ko-jo, il vecchio, Omote Shikami, la violenza, Omote Hannya, il talismano protettivo contro gli spiriti maligni), che hanno più valenze e per lo più mostrano differenti espressioni e sentimenti e, potendo incarnare entità superiori, hanno funzioni di mediatrici tra il tempo mitico e quello storico.
La pazientissima e geniale arte dell’Origami, evocata da Sonia Girotto, affiancata ad abilissime realizzazioni ceramiche, che comprendono l’occorrente per la cerimonia del the, così come le composizioni di piatti giapponesi tra sushi e dolci raffinati, opera di Lilia Rinetti, sembrano riportarci, ma solo per un istante e senza volerne tradire la loro indubitabile origine nel pensiero visivo estremo-orientale, a certe ricerche artistiche occidentali del XX secolo, tra orientalismi, astrattismo optical e iperrealismo.
Conclude la rassegna la giocosa e teatralissima invenzione Sherazade, opera di Massimo Voghera, a vivaci colori su semirefrattario bianco, e veramente all’insegna della ‘Folle du Logis’: “qui noi fabbrichiamo la cosa immaginata; fabbricata, la cosa per questo stesso è reale, e percepita da non dubitarne .. la fantasia ha bisogno di oggetti. E le arti compaiono ormai come rimedi alla fantasticheria, sempre triste ed errabonda …” (Alain).
Paolo Nesta
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
giuliana cusino ·
enrica campi ·
galleria arte per voi ·
massimo voghera ·
silvana alasia ·
nadia brunori ·
mara cozzolino ·
claudia esposito ·
sonia girotto ·
lilia rinetti
COMMENTI
-
Dal 31 ottobre 2024 al 24 febbraio 2025
Milano | Fondazione Prada
Meriem Bennani. For My Best Family
-
Dal 31 ottobre 2024 al 02 febbraio 2025
Arezzo | Galleria d’Arte Contemporanea / Sala Sant’Ignazio
Vasari. Il Teatro delle Virtù
-
Dal 31 ottobre 2024 al 26 gennaio 2025
Roma | Scuderie del Quirinale
Guercino. L’era Ludovisi a Roma
-
Dal 01 novembre 2024 al 15 febbraio 2025
Torino | PAV - Parco Arte Vivente
Adrián Balseca. Cambio de fuerza
-
Dal 29 ottobre 2024 al 02 febbraio 2025
Milano | Museo Diocesano Carlo Maria Martini
Un capolavoro per Milano 2024 - Sandro Botticelli. Adorazione dei Magi
-
Dal 25 ottobre 2024 al 23 marzo 2025
Venezia | Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Roberto Matta 1911 - 2002