ZaLiZaZa. Inventario di famiglia
Dal 27 Settembre 2023 al 19 Ottobre 2023
Milano
Luogo: Antonio Colombo Arte Contemporanea
Indirizzo: Via Solferino 44
Orari: martedì - venerdì 10.00 / 13.00 - 15.00 / 19.00, sabato 15.00 / 19.00
Curatori: Francesca Pellicciari
Telefono per informazioni: +39 02 29060171
E-Mail info: info@colomboarte.com
Sito ufficiale: http://www.colomboarte.com
La galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea è lieta di presentare ZaLiZaZa. Inventario di famiglia, a cura di Francesca Pellicciari, una mostra di artisti appartenenti alla stessa famiglia: il fotografo Miro Zagnoli (Za), l’artista Emi Ligabue (Li) e le loro due figlie: l’illustratrice Olimpia Zagnoli (Za), già di casa in Galleria, e la costumista Emilia Zagnoli (Za).
Gli ZaLiZaZa sono una famiglia modernissima eppure d’altri tempi: se non si occupassero di manufatti diversi, li si potrebbe immaginare affaccendati in una bottega a conduzione familiare di stampo rinascimentale, o barocca, nell’intento di sperimentare nuove tecniche pittoriche, rivoluzionare gli stili o a prenderne d’esempio e farli propri; creare delle maestose quinte sceniche, abbigliati nel loro stile classico ed eccentrico al tempo stesso.
D’altronde questa immagine non si discosta molto da ciò che gli ZaLiZaZa fanno adesso, nel XXI° secolo, ciascuno nel suo ambito – ambiti contigui e molto spesso sovrapposti – costantemente alle prese con le proprie ricerche e sperimentazioni, forti di un linguaggio comune, di un vero e proprio lessico familiare.
Il percorso della mostra, un inventario di opere di ogni genere e specie – disegni e fotografie, libri di legno, collages, oggetti/sculture, stoffe, paraventi e scatole magiche – è un dialogo fitto di corrispondenze in cui le quattro voci si alternano e si susseguono senza ordine cronologico; un dialogo accompagnato da una selezione di apparati (schizzi, appunti, cartoline, fotografie di famiglia) che ne documentano il metodo progettuale e al contempo richiamano la presenza costante dell’arte nella vita privata degli ZaLiZaZa.
Non è dunque un caso che molti soggetti siano analoghi negli ZaLiZaZa.
Se da decenni il design pervade l’opera fotografica e i set tuttora analogici di Miro (Za), lo si ritrova spesso anche nelle opere di Emi (Li), che si tratti del Cicognino di Albini, della vita e dell’opera di Charlotte Perriand o di un design anonimo trovato in vendita online: “non ho tabù, non ho nessun tipo di rispetto né di norma”. Lo stesso ricorso a materiali anonimi e poco convenzionali che si trova nella serie di abiti “Souvenir” di Emilia (Za), realizzati a partire da strofinacci turistici con la mappa del Belpaese, così come certi archetipi ricorrono nelle migliaia di righe tracciate da Olimpia (Za), sempre alla ricerca della sintesi perfetta tra l’idea e la sua rappresentazione.
Oltre a ciò, oltre al design, alle montagne, alle figure, ai corpi, ai ritratti, ai chiaroscuri, ai balconi, persiste, nelle diverse generazioni degli ZaLiZaZa ciò che Matisse disse un giorno a Picasso, e che Emi (Li) ha ricordato: “In fondo, Picasso, non dobbiamo fare i furbi. Voi siete come me: quel che tutti noi cerchiamo di ritrovare in arte, è l’atmosfera della nostra prima comunione”. Il guardare sempre il mondo con gli occhi del bambino, lo sguardo degli ZaLiZaZa.
Miro Zagnoli
Miro Zagnoli nasce a Reggio Emilia nel 1952, vive e lavora a Milano.
Realizza le sue prime fotografie verso la fine degli anni ’70. La sua ricerca iniziale è caratterizzata da un incontro ibrido tra la fotografia e differenti media come la stampa e la televisione. Orienta il suo interesse, agli inizi degli anni ’80, verso il mondo artificiale; gli oggetti, nella sua ricerca, giocano un ruolo importante, favorendo il suo incontro con il mondo del design. Inizia così un’intensa collaborazione – tuttora in corso – con designer, aziende che operano nel campo del design tra cui Alessi, Danese, Vitra e riviste del settore come Interni, Domus e Abitare.
In quest’ambito, continua a dare un contributo alla trasformazione del linguaggio visivo e della comunicazione del design. È la co-fondatore di Clodomiro, linea di design di gestione famigliare. Parallelamente ai progetti di questa natura, Miro Zagnoli porta avanti una ricerca artistica personale i cui risultati sono stati esposti in mostre collettive e personali.
Emi Ligabue
Emi Ligabue nasce a Mantova nel 1957, vive e lavora a Milano.
All’inizio degli anni ’80 collabora con Studio Alchimia alla progettazione di Casa Alessi. Nel frattempo si iscrive al DAMS e inizia la sua avventura artistica come performer fondando con Andrea Taddei il gruppo Ferrovie Equatoriali e successivamente il progetto Padiglione Italia, con cui partecipa alla mostra Una generazione post-moderna al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Nel 1983 decide di iniziare a lavorare autonomamente come artista visiva. Partecipa alle Serate infantiste di Francesca Alinovi alla Galleria Neon di Bologna e a molteplici mostre collettive tra cui La Neomerce, il design dell’invenzione e l’estasi artificiale, a cura di Denis Santachiara, alla Triennale di Milano. Nel 1988 la prima mostra personale ai Musei Civici di Reggio Emilia e nel 1990 partecipa alla ricognizione Ipotesi Arte Giovane, organizzata dalla rivista Flash Art. Lungo l’arco della sua carriera come artista, Emi ha esposto in numerose mostre personali e collettive. Ha illustrato libri tra cui l’ultimo per Marinoni Books Charlotte Perriand (2023). Il suo lavoro è da sempre incentrato sugli oggetti e la loro memoria.
Olimpia Zagnoli
Olimpia Zagnoli nasce a Montecchio Emilia nel 1984, vive e lavora a Milano.
È un'illustratrice e artista multidisciplinare; i suoi lavori sono comparsi in tutto il mondo in diversi formati stampati, come anche in gallerie e in libri per bambini, in campagne di brand e fermate della metropolitana. Le sue illustrazioni sono state pubblicate, tra gli altri, sul New York Times, The New Yorker, Vogue Italia, e su copertine di libri editi da Penguin, Taschen e Feltrinelli. I suoi clienti commerciali includono Elizabeth Arden, Barilla e Apple. Ha disegnato delle edizioni limitate e accessori per brand tra cui Dior, Prada e Fendi. È la co-fondatrice di Clodomiro, linea di design di gestione famigliare.
I suoi ultimi libri pubblicati includono Caleidoscopica, una retrospettiva che segna il primo decennio della sua carriera e L'Omino di Niente, un libro illustrato per bambini scritto da Gianni Rodari. Oltre ai suoi lavori da illustratrice, Olimpia ha portato avanti molteplici sperimentazioni con sculture cinetiche, neon design, video musicali e ceramiche. I suoi lavori sono stati esposti in tutto il mondo presso gallerie a Milano, Los Angeles e Düsseldorf, in istituzioni quali i Chiostri di San Pietro (Reggio Emilia) e il Sejong Center (Seoul).
Vive a Milano in un appartamento con un bagno d'argento.
Emilia Zagnoli
Emilia Zagnoli nasce nel 1991 a Milano, dove vive e lavora.
Si trasferisce a Londra dove studia “costume interpretation” alla Wimbledon College of Arts. Dopo una prima esperienza nella realizzazione di cappelli con Edwina Ibbotson e Claire Strickland, ha iniziato a esplorare l'industria teatrale Inglese. Qui ha collaborato con il costumista Luis Carvalho per lo spettacolo Out of Blixen al Coronet Theatre e con la costumista Catherine Zuber, vincitrice di vari Tony Award, per diversi spettacoli al National Theatre e all'English National Theatre. Ha continuato a lavorare con Zuber e il suo team a New York al Lincoln Center e a Berlino allo StaatsOper.
Attualmente collabora con diversi costumisti per spettacoli d'opera al Teatro del Maggio Fiorentino, La Fenice a Venezia, Oper Frankfurt e altri teatri Europei. È docente di progettazione per il costume e storia del costume presso la NABA di Milano.
Gli ZaLiZaZa sono una famiglia modernissima eppure d’altri tempi: se non si occupassero di manufatti diversi, li si potrebbe immaginare affaccendati in una bottega a conduzione familiare di stampo rinascimentale, o barocca, nell’intento di sperimentare nuove tecniche pittoriche, rivoluzionare gli stili o a prenderne d’esempio e farli propri; creare delle maestose quinte sceniche, abbigliati nel loro stile classico ed eccentrico al tempo stesso.
D’altronde questa immagine non si discosta molto da ciò che gli ZaLiZaZa fanno adesso, nel XXI° secolo, ciascuno nel suo ambito – ambiti contigui e molto spesso sovrapposti – costantemente alle prese con le proprie ricerche e sperimentazioni, forti di un linguaggio comune, di un vero e proprio lessico familiare.
Il percorso della mostra, un inventario di opere di ogni genere e specie – disegni e fotografie, libri di legno, collages, oggetti/sculture, stoffe, paraventi e scatole magiche – è un dialogo fitto di corrispondenze in cui le quattro voci si alternano e si susseguono senza ordine cronologico; un dialogo accompagnato da una selezione di apparati (schizzi, appunti, cartoline, fotografie di famiglia) che ne documentano il metodo progettuale e al contempo richiamano la presenza costante dell’arte nella vita privata degli ZaLiZaZa.
Non è dunque un caso che molti soggetti siano analoghi negli ZaLiZaZa.
Se da decenni il design pervade l’opera fotografica e i set tuttora analogici di Miro (Za), lo si ritrova spesso anche nelle opere di Emi (Li), che si tratti del Cicognino di Albini, della vita e dell’opera di Charlotte Perriand o di un design anonimo trovato in vendita online: “non ho tabù, non ho nessun tipo di rispetto né di norma”. Lo stesso ricorso a materiali anonimi e poco convenzionali che si trova nella serie di abiti “Souvenir” di Emilia (Za), realizzati a partire da strofinacci turistici con la mappa del Belpaese, così come certi archetipi ricorrono nelle migliaia di righe tracciate da Olimpia (Za), sempre alla ricerca della sintesi perfetta tra l’idea e la sua rappresentazione.
Oltre a ciò, oltre al design, alle montagne, alle figure, ai corpi, ai ritratti, ai chiaroscuri, ai balconi, persiste, nelle diverse generazioni degli ZaLiZaZa ciò che Matisse disse un giorno a Picasso, e che Emi (Li) ha ricordato: “In fondo, Picasso, non dobbiamo fare i furbi. Voi siete come me: quel che tutti noi cerchiamo di ritrovare in arte, è l’atmosfera della nostra prima comunione”. Il guardare sempre il mondo con gli occhi del bambino, lo sguardo degli ZaLiZaZa.
Miro Zagnoli
Miro Zagnoli nasce a Reggio Emilia nel 1952, vive e lavora a Milano.
Realizza le sue prime fotografie verso la fine degli anni ’70. La sua ricerca iniziale è caratterizzata da un incontro ibrido tra la fotografia e differenti media come la stampa e la televisione. Orienta il suo interesse, agli inizi degli anni ’80, verso il mondo artificiale; gli oggetti, nella sua ricerca, giocano un ruolo importante, favorendo il suo incontro con il mondo del design. Inizia così un’intensa collaborazione – tuttora in corso – con designer, aziende che operano nel campo del design tra cui Alessi, Danese, Vitra e riviste del settore come Interni, Domus e Abitare.
In quest’ambito, continua a dare un contributo alla trasformazione del linguaggio visivo e della comunicazione del design. È la co-fondatore di Clodomiro, linea di design di gestione famigliare. Parallelamente ai progetti di questa natura, Miro Zagnoli porta avanti una ricerca artistica personale i cui risultati sono stati esposti in mostre collettive e personali.
Emi Ligabue
Emi Ligabue nasce a Mantova nel 1957, vive e lavora a Milano.
All’inizio degli anni ’80 collabora con Studio Alchimia alla progettazione di Casa Alessi. Nel frattempo si iscrive al DAMS e inizia la sua avventura artistica come performer fondando con Andrea Taddei il gruppo Ferrovie Equatoriali e successivamente il progetto Padiglione Italia, con cui partecipa alla mostra Una generazione post-moderna al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Nel 1983 decide di iniziare a lavorare autonomamente come artista visiva. Partecipa alle Serate infantiste di Francesca Alinovi alla Galleria Neon di Bologna e a molteplici mostre collettive tra cui La Neomerce, il design dell’invenzione e l’estasi artificiale, a cura di Denis Santachiara, alla Triennale di Milano. Nel 1988 la prima mostra personale ai Musei Civici di Reggio Emilia e nel 1990 partecipa alla ricognizione Ipotesi Arte Giovane, organizzata dalla rivista Flash Art. Lungo l’arco della sua carriera come artista, Emi ha esposto in numerose mostre personali e collettive. Ha illustrato libri tra cui l’ultimo per Marinoni Books Charlotte Perriand (2023). Il suo lavoro è da sempre incentrato sugli oggetti e la loro memoria.
Olimpia Zagnoli
Olimpia Zagnoli nasce a Montecchio Emilia nel 1984, vive e lavora a Milano.
È un'illustratrice e artista multidisciplinare; i suoi lavori sono comparsi in tutto il mondo in diversi formati stampati, come anche in gallerie e in libri per bambini, in campagne di brand e fermate della metropolitana. Le sue illustrazioni sono state pubblicate, tra gli altri, sul New York Times, The New Yorker, Vogue Italia, e su copertine di libri editi da Penguin, Taschen e Feltrinelli. I suoi clienti commerciali includono Elizabeth Arden, Barilla e Apple. Ha disegnato delle edizioni limitate e accessori per brand tra cui Dior, Prada e Fendi. È la co-fondatrice di Clodomiro, linea di design di gestione famigliare.
I suoi ultimi libri pubblicati includono Caleidoscopica, una retrospettiva che segna il primo decennio della sua carriera e L'Omino di Niente, un libro illustrato per bambini scritto da Gianni Rodari. Oltre ai suoi lavori da illustratrice, Olimpia ha portato avanti molteplici sperimentazioni con sculture cinetiche, neon design, video musicali e ceramiche. I suoi lavori sono stati esposti in tutto il mondo presso gallerie a Milano, Los Angeles e Düsseldorf, in istituzioni quali i Chiostri di San Pietro (Reggio Emilia) e il Sejong Center (Seoul).
Vive a Milano in un appartamento con un bagno d'argento.
Emilia Zagnoli
Emilia Zagnoli nasce nel 1991 a Milano, dove vive e lavora.
Si trasferisce a Londra dove studia “costume interpretation” alla Wimbledon College of Arts. Dopo una prima esperienza nella realizzazione di cappelli con Edwina Ibbotson e Claire Strickland, ha iniziato a esplorare l'industria teatrale Inglese. Qui ha collaborato con il costumista Luis Carvalho per lo spettacolo Out of Blixen al Coronet Theatre e con la costumista Catherine Zuber, vincitrice di vari Tony Award, per diversi spettacoli al National Theatre e all'English National Theatre. Ha continuato a lavorare con Zuber e il suo team a New York al Lincoln Center e a Berlino allo StaatsOper.
Attualmente collabora con diversi costumisti per spettacoli d'opera al Teatro del Maggio Fiorentino, La Fenice a Venezia, Oper Frankfurt e altri teatri Europei. È docente di progettazione per il costume e storia del costume presso la NABA di Milano.
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