Loop. Spill Life 2 - Versus Natura / Marta Coletti. Larry Bird
Dal 22 Gennaio 2015 al 26 Gennaio 2015
Bologna
Luogo: Palazzo Bevilacqua Ariosti
Indirizzo: via M. d’Azeglio 31
Orari: giovedì, venerdì e domenica 17.30-23; sabato 21-24
Curatori: Eli Sassoli de’ Bianchi, Olivia Spatola
Enti promotori:
- Palazzo di Varignana
- Immagini e Suoni
- Art City Bologna 2015
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 334 6865540
E-Mail info: olivia.spatola@tin.it
Sito ufficiale: http://www.palazzobevilacqua.it
“Spill Life 2 - Versus Natura” e’ la video installazione interattiva di Loop, per il chiostro di Palazzo Bevilacqua Ariosti.
E’ la mano dell’uomo che, tramite il gesto del “versare” (to spill), consente al manto erboso di diffondersi, ad occupare l’intera superficie del chiostro, per riappropriarsi di uno spazio che l’architettura ha sottratto, un tempo che fu. La natura morta (still life) si ridesta a nuova vita, questa volta digitale, ma generata da un gesto antico, che si fa archetipo. Laddove l’acqua smette di scorrere, e’ una sorta di scossa tellurica, a ricordarci il moto perpetuo sottostante che, in un attimo, potrebbe farsi protagonista, a sconvolgere l’equilibrio, delicato e fragile, dello status quo.
La mano “tecnologica” dell’uomo, anzichè andare “versus natura”, ne evoca ora poeticamente le forze, regalandoci una visione di grande impatto, capace di suscitare in noi uno sguardo che va oltre l’apprezzamento sul piano dell’estetica, per soffermarsi a considerare il delicato equilibrio alla base di questa interazione. La magia di un semplice gesto, il versare acqua in un recipiente, riporta l’uomo al centro dello scenario, protagonista rispetto all’ambiente circostante, da interiorizzare nella sua complessità nella ricerca di un nuovo equilibrio, attorno al quale ricomporre il delicato rapporto tra l’uomo, la tecnologia al suo servizio e l’ambiente che lo circonda. La visione di Loop si arricchisce della dimensione sonora, composta dalla giovane musicista Marta Coletti; un microcosmo di suoni e di rumori più o meno definiti fanno da sottofondo ad una campionatura di cinguettii elettronici (ottenuti da registrazioni di animatronic), stranianti ed ipnotici, che si susseguono, in un andamento ritmico, quasi da cronometro, a convogliare un’atmosfera di sospensione.
Il suono dell’acqua scorre nell’architettura, riecheggia negli androni e nei portici, che si fanno teatro di uno scenario inquietante, coinvolgendoci, quali spettatori, sui vari piani della visione e della percezione. Chiamati a condividerne le frequenze, ne avvertiamo empaticamente le vibrazioni. E’ forse il simulacro di una natura minacciosa e tetra di un futuro post-human quella ricreata dallo strumento elettronico? Come all’interno di una “bolla”, il fragore esterno si attutisce, lasciando spazio alla nostra visione di ri-sintonizzarsi su una diversa percezione della realtà. As above, so below (come sopra, cosi’ sotto) continua a vagare il nostro sguardo, alla ricerca di un inizio e di una fine per ritornare all’oggi.
E’ la mano dell’uomo che, tramite il gesto del “versare” (to spill), consente al manto erboso di diffondersi, ad occupare l’intera superficie del chiostro, per riappropriarsi di uno spazio che l’architettura ha sottratto, un tempo che fu. La natura morta (still life) si ridesta a nuova vita, questa volta digitale, ma generata da un gesto antico, che si fa archetipo. Laddove l’acqua smette di scorrere, e’ una sorta di scossa tellurica, a ricordarci il moto perpetuo sottostante che, in un attimo, potrebbe farsi protagonista, a sconvolgere l’equilibrio, delicato e fragile, dello status quo.
La mano “tecnologica” dell’uomo, anzichè andare “versus natura”, ne evoca ora poeticamente le forze, regalandoci una visione di grande impatto, capace di suscitare in noi uno sguardo che va oltre l’apprezzamento sul piano dell’estetica, per soffermarsi a considerare il delicato equilibrio alla base di questa interazione. La magia di un semplice gesto, il versare acqua in un recipiente, riporta l’uomo al centro dello scenario, protagonista rispetto all’ambiente circostante, da interiorizzare nella sua complessità nella ricerca di un nuovo equilibrio, attorno al quale ricomporre il delicato rapporto tra l’uomo, la tecnologia al suo servizio e l’ambiente che lo circonda. La visione di Loop si arricchisce della dimensione sonora, composta dalla giovane musicista Marta Coletti; un microcosmo di suoni e di rumori più o meno definiti fanno da sottofondo ad una campionatura di cinguettii elettronici (ottenuti da registrazioni di animatronic), stranianti ed ipnotici, che si susseguono, in un andamento ritmico, quasi da cronometro, a convogliare un’atmosfera di sospensione.
Il suono dell’acqua scorre nell’architettura, riecheggia negli androni e nei portici, che si fanno teatro di uno scenario inquietante, coinvolgendoci, quali spettatori, sui vari piani della visione e della percezione. Chiamati a condividerne le frequenze, ne avvertiamo empaticamente le vibrazioni. E’ forse il simulacro di una natura minacciosa e tetra di un futuro post-human quella ricreata dallo strumento elettronico? Come all’interno di una “bolla”, il fragore esterno si attutisce, lasciando spazio alla nostra visione di ri-sintonizzarsi su una diversa percezione della realtà. As above, so below (come sopra, cosi’ sotto) continua a vagare il nostro sguardo, alla ricerca di un inizio e di una fine per ritornare all’oggi.
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